4.0: la logistica è sempre piu’ digitale, green e omnicanale

Logistica 4.0

Cresce per il quarto anno consecutivo il fatturato della logistica conto terzi. L’outsourcing rappresenta quasi la metà delle attività logistiche complessive. Sale la concentrazione, aumenta il fatturato dei grandi operatori e si fanno strada nuove tecnologie innovative green come veicoli LNG (Liquefied Natural Gas) e carrelli con batterie agli ioni di litio.

Risultati positivi dalla ricerca dell‘Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano  dedicata alle imprese della logistica presentata al convegno “Omnicanalità, Green e Partnership: la logistica cambia volto”. Secondo Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics «Dalla ricerca emerge il quadro di un settore in salute, che presenta fatturato e mercato in crescita, e che affronta in modo pragmatico importanti cambiamenti, legati da un lato all’introduzione delle nuove tecnologie sia a livello hardware che software. Le imprese della logistica appaiono oggi molto ricettive verso la sostenibilità e la necessità di digitalizzare i processi per costruire circuiti logistici personalizzati in grado di venire incontro alle esigenze di consumatori».

 







Marco Melacini
Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics

I dati in sintesi : fatturato sempre in crescita, riduzione imprese attive in conto terzi

Il settore della Contract Logistics conferma il suo buono stato di salute anche nel 2017, con un fatturato previsto di 80 miliardi di euro e una crescita rispetto all’anno precedente dell’1,8% in termini reali, che consolida il trend positivo degli ultimi quattro anni (+1,4% nel 2016, +0,7% nel 2015 e +1,4% nel 2014), trainato dall’aumento del traffico merci, dal continuo incremento delle vendite all’estero e da una decisa ripresa del Pil. Si riduce ancora il numero di imprese attive nella logistica conto terzi: nel 2015 si contano 95mila operatori, tra autotrasportatori, corrieri, gestori di magazzino, operatori logistici, spedizionieri, gestori di interporti/terminal intermodali e operatori del trasporto ferroviario/combinato strada-rotaia, con un calo del 2,2% rispetto ai dodici mesi precedenti, particolarmente evidente tra gestori di magazzino (-17,1%) e autotrasportatori in società non di capitali (-6,4%).

Innovazione dipinta di verde

In questo contesto si affermano nuove tecnologie green, come i veicoli LNG (Liquefied Natural Gas) e i carrelli con batterie agli ioni di litio, in grado di offrire benefici sia economici che ambientali. Ma si impone anche una riconfigurazione della gestione dell’ultimo miglio e del punto vendita, per effetto della rivoluzione digitale e della sfida dell’omnicanalità che hanno investito il settore. Per questo motivo, cresce l’interesse degli operatori per le Logistics App, sempre più utilizzate anche al di fuori dell’home delivery per sfruttare opportunità come il postino intelligente, il calcolo del tempo di arrivo previsto in real time, l’integrazione con IoT e le chat tra driver e back-office.

I principali trend

Tra i principali trend del settore della Contract Logistics evidenziati nello studio emerge in particolare la ricerca di una maggiore collaborazione nei rapporti fra committente e fornitore, indirizzata nel 25% dei casi al miglioramento continuo delle prestazioni. La maggior parte di queste collaborazioni virtuose (il 71%) riguarda la terziarizzazione “strategica”, cioè l’outsourcing di una parte rilevante del processo logistico ad un unico fornitore, una nicchia del comparto che negli ultimi anni ha registrato una crescita più marcata del mercato complessivo (+10,8% nel periodo 2009-2015), con un’incidenza del 20% nel settore logistico e un valore di mercato da 9 miliardi di euro nel 2015. Gli obiettivi di queste nuove forme di collaborazione sono principalmente il miglioramento del servizio (36% dei casi) e il miglioramento congiunto di costi e servizi (53%), la riduzione dell’impatto ambientale è oggetto di miglioramento continuo solo nel 2% dei casi.

 

Logistica in miniatura
Logistica in miniatura

 

Proprio dal punto di vista della sostenibilità stanno emergendo nel mercato nuove tecnologie green in grado di apportare benefici sia in termini economici che ambientali. I nuovi motori LNG per gli autoarticolati ad esempio rispetto ai motori diesel consentono di ridurre del 90% le emissioni di particolato, del 35% l’emissione di ossidi di azoto e del 10-15% quella di anidride carbonica. Alla diminuzione dell’impatto ambientale si affiancano anche benefici economici: i minori consumi, unitamente al prezzo e al sistema di accise più vantaggiosi, portano a una riduzione del costo del carburante di almeno il 20%.

Un’altra tecnologia che combina vantaggi green e operativi è rappresentata dai carrelli con batterie agli ioni di litio. In primo luogo consentono un risparmio del 36% sul consumo di energia e di ridurre di conseguenza dello stesso ordine di grandezza le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, la minore manutenzione del carrello permette di contenere i costi di gestione dei carrelli e aumenta la disponibilità operativa. Infine, usando le nuove batterie prive di esalazioni non è più necessario un locale di ricarica carrelli dedicato e si possono prevedere punti di ricarica distribuiti, in modo da sfruttare l’opportunità di effettuare ricariche intermedie nelle normali pause e migliorare l’efficienza.

Il dilemma dell’ultimo miglio: verso consegne più rapide e 24/24

L’evoluzione delle esigenze legate alla consegna al consumatore finale pone gli operatori logistici di fronte al dilemma dell’ultimo miglio, ossia scegliere se seguire l’evoluzione delle esigenze dei committenti, rischiando di frazionare i flussi logistici con potenziali inefficienze nell’esecuzione del processo, oppure concentrarsi su alcuni servizi su cui è possibile raggiungere forti economie di scala, ma soddisfacendo solo parzialmente le richieste del mercato. Committenti e fornitori di servizi logistici sono consapevoli che le nuove esigenze dei consumatori impongono di virare verso modelli più flessibili: attualmente la tipologia di servizio più diffusa per l’home delivery è la consegna standard in orario lavorativo dal lunedì al venerdì (usata dal 74% degli operatori), con tracciamento dell’ordine in tempo reale nel 60% dei casi, mentre soltanto il 21% offre la consegna serale e addirittura solo l’8% prevede la consegna dei prodotti di domenica. Ma ben il 43% degli operatori è consapevole di dover puntare sulla consegna serale e domenicale, il 41% ritiene necessario concentrarsi sulle consegne veloci in giornata, e il 27% addirittura sulle consegne entro le due ore nelle grandi città.

Le Logistics  App: avanza l’integrazione Iot

In questo scenario, le soluzioni IT come le Logistics App possono rappresentare un importante fattore abilitante. La ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics rivela che l’utilizzo delle APP si sta diffondendo anche al di fuori dell’home delivery per le consegne a negozi o clienti industriali, sfruttando le opportunità aperte da alcune innovative funzionalità. A fianco di quelle più utilizzate – come ad esempio la georeferenziazione dei mezzi, il POS mobile per i pagamenti on delivery e la fotocamera come supporto alla gestione dei contenziosi grazie alla prova dello stato della merce – sono state recentemente introdotte il postino intelligente, il calcolo dell’ETA (Expected Time of Arrival) in tempo reale, l’integrazione con IoT (Internet of Things) e le chat tra driver e back-office. Estremamente interessanti le opportunità legate all’integrazione delle APP con le soluzioni IoT. Ad esempio, l’integrazione tra il sensore IoT di temperatura installato sul mezzo di trasporto e la Logistics APP sullo smartphone dell’autista consentono il monitoraggio in tempo reale e la registrazione dei parametri di interesse (ad esempio temperatura) e l’invio di queste informazioni a una sorte di “torre di controllo”.

L’omnicanalità e il ruolo del punto vendita

In un momento di grande fermento per il settore retail, con la crescita delle vendite online e il cambiamento radicale del comportamento d’acquisto degli utenti, l’esigenza di aprirsi alla omnicanalità porta le imprese a definire nuovi modelli di punto di vendita, con tre possibili direzioni di sviluppo. Il 34% delle aziende committenti dichiara di puntare sull’incremento delle capacità di relazione ed intrattenimento, con trasformazione del punto vendita in Experience Hub, uno spazio in grado di coinvolgere emotivamente l’utente e di scoperta e prova dei prodotti. Al contrario, il 41% prevede un futuro incremento delle capacità logistiche del punto vendita, in ottica di Fulfilment Hub, un luogo in cui ritirare, allestire ed evadere l’ordine. Infine, il 25% delle aziende evidenzia lo sviluppo di soluzioni ibride, in cui il punto vendita è sia punto di contatto con il cliente che struttura logistica coinvolta nell’evasione degli ordini online.














Articolo precedenteServiceNow annuncia l’acquisizione di SkyGiraffe e diventa una Mobile Enterprise Cloud Platform
Articolo successivoJoint venture ABB – Arkad per il settore oil & gas EPC






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui