La Babele linguistica dei macchinari? Con Ptc potrebbe essere un lontano ricordo…

di Marco de' Francesco ♦︎ La piattaforma di IIoT ThingWorx dell’azienda americana (partecipata da Rockwell Automation) – 1,2 miliardi di fatturato – fa comunicare tra di loro tutte le macchine dello shopfloor. Tramite una libreria di driver e plug-in con 150 adattatori di protocollo, la connettività di dispositivi, applicazioni e origini di dati è pienamente supportata. Ne abbiamo parlato con il ceo worldwide James Heppelmann

In una metafora sulla prigionia, il biografo settecentesco Alexander Smith così descrisse il carcere di Newgate: «Una torre di Babele, dove tutti sono oratori e nessuno ascolta». Per certi versi, molte aziende somigliano a Babele e i dipartimenti interni a prigioni informative: le macchine parlano di continuo, e in lingue diverse, ma nessuno le ascolta. I dati restano confinati negli strumenti e le operation di un comparto interno sono ignote agli altri. Perciò Ptc, e cioè la bostoniana Parametric Technology Corporation già nota a livello globale per il software Cad e per il Plm, ha perfezionato ThingWorx, piattaforma di IIoT acquistata qualche anno fa: grazie a una particolare tecnologia, stabilisce qualsiasi genere di comunicazione in ambito industriale, dal sensore al Plc, dal software di analytics ai dispositivi di campo.

Macchine diversamente datate e di brand differenti, ora parlano tra di loro. Ed è anche un sistema aperto, che consente ad aziende terze di realizzare app per offrire soluzioni specifiche alla propria clientela. ThingWorx è il cuore dell’offerta di Ptc: la società, che nel 2018 ha superato gli 1,2 miliardi di fatturato, quest’anno è avanzata a doppia cifra, con una crescita dell’IIoT del 33%. E il Ceo James Heppelmann, che Industria Italiana ha intervistato, ha anche una “strategia italiana”, che punta, in un contesto industriale frammentato, a realizzare il matching con le Pmi grazie ad un ecosistema di partner propri e a quello del fornitore globale di automazione industriale Rockwell, con il quale l’azienda di Boston ha stretto una partnership.







 

La società che ha inventato il Cad parametrico ora punta sull’IIot di ThingWorx  

Parametric Technology Corporation (Ptc) è un’azienda fondata nel maggio 1985 a Boston, nel Massachussetts, dal matematico di origine russa Samuel Geisberg. Tre anni dopo, la società ha presentato il suo primo prodotto commerciale: Pro/Engineer. Era basato su Unix, un sistema operativo portabile, è stato il primo software Cad per la modellazione di solidi con funzionalità parametriche: ogni operazione di progettazione veniva espressa in numeri e formule matematiche. Il primo cliente di Ptc fu John Deere, una delle principali aziende al mondo nella produzione di macchine agricole. Negli anni Duemila, Parametric ha sviluppato un software di gestione del ciclo di vita di prodotti (Plm) anche grazie ad acquisizioni di società come Polyplan Technologies, Arbortext, Megaptc Corp (Retail PLM), NetRegulus, Synapsis Technology, Relex Software e Planet Metrics. Dal primo ottobre 2010, James Heppelmann ha assunto il ruolo di presidente e Ceo. Ma la svolta avviene nel 2013, con l’acquisizione, per 112 milioni di dollari, di ThingWorx, che ora è il cuore dell’offerta di Ptc: è lo strumento grazie al quale l’azienda bostoniana intende fare breccia o avanzare nei mercati, tra cui quello italiano. Ptc l’anno scorso ha dichiarato revenue per 1,24 miliardi di dollari; ha investito 249 milioni in ricerca e sviluppo e ha circa 6mila dipendenti.

James Heppelmann, presidente e Ceo di Ptc

                      

La piattaforma IIoT ThingWorx connette tra di loro tutte le macchine dello shopfloor, a prescindere dal modello e dalla datazione    

Anzitutto, ThingWorx è una piattaforma per l’industrial IoT. La connettività è uno dei punti di forza della platform. Si sa che l’interoperabilità tra dispositivi e macchinari rappresenta una sfida enorme, ma al contempo una fonte di grande valore per l’azienda-utente. Heppelmann, la spiega così: «Se fai capolino nello shopfloor di un’impresa manifatturiera qualsiasi, trovi macchine nuove e datate, di questa società o di un’altra; come fare per connetterle? Noi disponiamo di una speciale tecnologia per farlo». Una tecnologia che Ptc ha acquisito a dicembre del 2016, con l’ingresso nel gruppo di Kepware, una società americana specializzata in communication connectivity per gli ambienti industriali e nella realizzazione di driver. La piattaforma KEPServerEX stabilisce qualsiasi genere di comunicazione in ambito industriale, dal sensore al Plc, dal software di analytics ai dispositivi di campo. È strutturata sugli standard rilasciati dalla Opc Foundation, che prevedono la portabilità su diversi sistemi operativi nonché l’adeguamento a regole di sicurezza riconosciute in tutto il mondo. Tutte competenze che Ptc ha fatto proprie e integrato in ThingWorx. Grazie ad una vasta una libreria di driver e plug-in (con oltre 150 adattatori di protocollo), la connettività di migliaia di dispositivi, applicazioni e origini di dati è pienamente supportata. 

Ptc in numeri

 

Raccolta e analisi dei dati con ThingWorx

Siamo nel contesto dei sistemi edge-to-cloud. Per Heppelmann, ci sono aziende dove il lavoro di analisi è svolto per lo più in cloud; ad esempio, nel caso di un’impresa operativa nel settore dei flussi idraulici. Nella maggior parte delle imprese manifatturiere, però, l’edge computing (la raccolta e l’analisi delle informazioni vicino alla fonte) garantisce l’eliminazione del problema della latenza, funzionalità in tempo reale, minori costi e più sicurezza. Il cloud è quello di Microsoft, Azure. Secondo Ptc, peraltro, ThingWorx Analytics garantisce: la trasformazione di dati grezzi di Industrial IoT in approfondimenti proattivi tramite interfacce intuitive adatte anche a utenti non esperti; il rilevamento delle anomalie in tempo reale tramite analisi a livello di edge; l’integrazione di approfondimenti, previsioni e suggerimenti nelle diverse funzioni aziendali per un migliore processo decisionale. In particolare, l’intelligenza del sistema consente di implementare la manutenzione preventiva. 

Il nuovo headquarter di Ptc a Boston

 

Con ThingWorx le aziende possono dar vita ad applicazioni

Secondo Heppelmann, c’è una seconda ragione per cui ThingWorx sta riscuotendo successo: è anche una piattaforma di innovazione che consente di creare applicazioni, sia relative all’industrial IIoT che alla realtà aumentata: è dotata di Api aperte, raccolta dati e funzionalità remote. «Le aziende clienti – ci racconta Heppelmann a margine del World Manufacturing Forum – possono testare e implementare cose davvero interessanti; e, in definitiva, ottenere valore dalla loro esperienza». Per esempio Elisa – una società di telecomunicazioni, Ict e servizi online che opera principalmente in Finlandia ed Estonia, ma offre anche servizi digitali destinati ai mercati internazionali – grazie a ThingWorx ha dato vita a Elisa Smart Factory, una soluzione IIoT che consente ai produttori di apparati per le telecomunicazioni di dare visibilità alle loro operation, collegando tutte le macchine, i dispositivi e i sistemi aziendali. I dati vengono raccolti e analizzati dall’intelligenza artificiale, in modo da realizzare una 3D digital Factory, un gemello digitale dell’azienda che si può “consultare” facilmente, per valutare real time l’andamento generale e nel dettaglio della fabbrica. Da un unico punto di osservazione, cioè, si esaminano tutte le fasi delle operation. Peraltro, i dati raccolti e vagliati servono anche per analisi predittive: così i produttori possono migliorare la resa e i tempi di attività delle macchine. Elisa serve circa 2,8 milioni di clienti privati, aziende e organizzazioni pubbliche. Nel 2018, le entrate di Elisa sono state pari a 1,83 miliardi di euro e con una forza lavoro di 4.800 dipendenti.         

Grazie a ThingWorx di Ptc tramite il tablet è possibile avere il controllo di tutti i macchinari

 

ThingWorx e la realtà aumentata

Secondo Ptc, ottimizzando l’IoT con esperienze di realtà aumentata si può ottenere un coinvolgimento significativo degli utenti. Si fa l’esempio del processo di fermentazione in un birrificio; qui gli operatori devono prestare attenzione a molte variabili, per ottenere la giusta qualità della birra: temperatura, pressione, percentuale degli zuccheri; altrimenti, se questi parametri non vengono rispettati, il prodotto va interamente buttato, con perdite evidenti per l’azienda produttrice. Normalmente, i dati vengono raccolti e stampati su fogli di calcolo di carta, che gli operatori devono andarsi a cercare. L’idea era quella di liberarsene. Così Ptc e National Instruments hanno realizzato una soluzione che mette insieme IoT ed edge computing, ovvero una piattaforma per leggere ed elaborare i dati in tempo reale. Le informazioni provenienti dall’ambiente di fermentazione vengono raccolte e inviate al controller di National Instruments CompactRio nonché alla piattaforma ThingsWorx, per poi essere visualizzate sul casco-tablet dell’azienda canadese RealWare.

Grazie alla realtà aumentata, Ptc ha ottimizzato l’IoT

 

Crescita a due cifre e acquisizioni

«La precisione di crescita, per quest’anno, è del 12%. In particolare, l’IoT avanzerà del 33%» – afferma Heppelman. E con la crescita, è arrivata una nuova acquisizione: quella di Onshape, formalizzata il 24 ottobre. Si tratta di un sistema software di progettazione assistita da computer (un Cad, per intenderci), che però è distribuito su internet tramite il modello software as a service. Onshape consente ai team di collaborare a un singolo progetto condiviso, allo stesso modo con cui più autori possono lavorare insieme per modificare un documento spartito in cloud. L’azienda è stata fondata a Cambridge (Massachussetts, Usa) nel 2012, e fra i dirigenti non mancano ingegneri che avevano dato vita a SolidWorks, il noto Cad 3D di Dassault Systèmes. Per la precisione, ci sono due ex Ceo di SolidWorks, Jon Hirschtick e John McEleney. Peraltro, gli aggiornamenti di Onshape vengono rilasciati direttamente all’interfaccia Web e il software non richiede interventi di manutenzione da parte dell’utente. L’operazione vale circa 470 milioni di dollari.   

Gli uffici di Ptc nel mondo

 

La strategia di Ptc in Italia

Nel descrivere la strategia di Ptc in Italia, Heppelmann parte da una considerazione: il tessuto industriale del Belpaese è frammentato in una miriade di piccole aziende. Queste, per avanzare sui mercati e resistere alla concorrenza di imprese più grandi, hanno due armi a disposizione: l’avanzamento tecnologico e la diversificazione del prodotto nonché l’efficienza operativa. Obiettivi che possono essere conseguiti anche grazie all’Iot e alla realtà aumentata, «tecnologie che stanno avendo una rapida diffusione e che crescono in termini di mercato». La strada per il matching con le piccole aziende è quella dell’ecosistema: «Disponiamo di un nutrito numero di partner e reseller; e anche Rockwell, con la quale come si è detto abbiamo stretto una partnership, ha i suoi. Rockwell, com’è noto, è un fornitore globale di automazione industriale: grazie al suo hardware, passa il nostro software. È una base solida e sufficiente per la nostra espansione nel Belpaese». 














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