Kpmg: i ceo tornano a essere ottimisti e puntano su M&A ed Esg per la crescita. Preoccupano supply chain, cyber security e cambiamenti climatici

Cresce la fiducia e aumentano gli investimenti, soprattutto in trasformazione digitale e a favore dell'ambiente, spinti anche dall'enorme liquidità sui mercati. Il lavoro ibrido è qui per restare e la metà delle aziende punta sulla maggiore flessibilità. Pochi, però, hanno ridotto gli spazi dedicati agli uffici

Dopo lunghi mesi di pessimismo dovuti alla crisi scatenata dal Covid, fra i ceo sembrano tornare l’ottimismo e, di conseguenza, la voglia di investire. A fotografare la situazione è il rapporto Kpmg ceo Outlook 2021, realizzato intervistando più di 1.300 numeri uno di aziende globali con fatturati superiori ai 500 milioni di dollari. Tensioni nella upply chain, cyber security e cambiamenti climatici potrebbero però rappresentare un freno.

Percentuale dei ceo ottimisti sulla ripresa dell’economia globale nei prossimi 3 anni

Secondo l’analisi di Kpmg, 6 ceo su 10 prevedono una crescita globale nei prossimi tre anni (contro il 42% registrato a gennaio), e 9 su 10 prevedono che l’azienda per cui lavorano crescerà. Una fiducia che sta trainando gli investimenti, soprattutto su M&A ed Esg, senza trascurare alleanze e joint venture che sono strumenti chiave per il 69& del campione. Sul mercato c’è molta liquidità, ed è quindi il momento giusto per gli investimenti, adottando strategie di crescita inorganica per espandersi in nuovi mercati o per acquisire asset complementari rispetto al loro core business, soprattutto sui temi del digitale.







Le aziende che crescono più velocemente sono anche quelle più propense a effettuare investimenti in ambito esgonizzazion

Una parte significativa degli investimenti sarà destinata agli Esg, attualmente al centro delle strategie aziendali. Kpmg indica che il 30% dei ceo (42% nel caso dell’Italia) è intenzionato a investire in sostenibilità il 10% dei ricavi. A un patto, però: il 77% infatti ritiene fondamentale avere incentivi fiscali per poter perseguire queste strategie.
L’attenzione sul tema ambientale è elevata anche perché un terzo dal campione (33%) ritiene che non raggiungere gli obiettivi di sostenibilità possa portare a uno svantaggio competitivo: oggi non essere green vuol dire perdere la fiducia dei clienti.

Gli investimenti sulla sostenibilità vanno di pari passo con quelli per la trasformazione digitale: secondo il 75% dei ceo intervistati, c’è un legame stretto fra digital e i temi esg. Una percentuale che in Italia sale all’82%.

Luci e ombre sulle nuove forme di lavoro ibrido: sebbene più della metà del campione abbia riconfigurato la disposizione di uffici e scrivanie per gestire più efficacemente le nuove modalità di lavoro, solo il 21% ha ridotto gli spazi lavorativi all’interno degli uffici. Nonostante questo, il 42% degli intervistati sta puntando sull’assunzione di nuove figure, soprattutto giovani, che lavoreranno prevalentemente da remoto. Sotto questo profilo l’Italia sembra essere indietro: solo l’8% dei ceo ha infatti ridotto gli spazi lavorativi mentre solamente un ceo su tre (il 34%) è intenzionato ad assumere nuovo personale che lavori da remoto.

Nonostante il clima di fiducia, non mancano alcune preoccupazioni a livello globale, e non solo legate alla pandemia, ma a tre aree considerate ad elevato rischio: supply chain, cyber security e cambiamenti climatici. Gli stravolgimenti portati dal Covid e dallo scenario geopolitico hanno infatti creato problematiche sulla catena di approvvigionamento al 56% degli intervistati (62% il dato per l’Italia), mentre l’intensificarsi degli attacchi informatici, soprattutto nei confronti dei lavoratori remoti, sta spingendo gli investimenti in cybersecurity. Le preoccupazioni legate al cambiamento climatico, infine, stanno dando una spinta agli investimenti esg.














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