Italia a tutto idrogeno. La sfida del futuro la lancia Snam

di Aldo Agosti ♦︎ A Roma una due giorni internazionale dedicata all’energia del futuro. Che potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto (23%) della domanda nazionale di energia entro il 2050

Hydrogen Challenge 2019

Snam a tutto gas sulla sfida dell’idrogeno. La società che gestisce l’infrastruttura del gas e partecipata da Cdp reti (31%) vuole cogliere tutte le potenzialità dell’idrogeno come vettore energetico pulito del futuro nel contesto della lotta ai cambiamenti climatici e la crescente integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (Esg) nelle strategie delle imprese.

Se ne è parlato nel corso dell’iniziativa The Hydrogen Challenge – 2019 Global ESG Conference, organizzata da Snam. Nel corso del dibattito è in particolare emerso il ruolo decisivo dei gas rinnovabili, e soprattutto dell’idrogeno, per contrastare i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico. L’idrogeno, elemento più abbondante dell’universo, non genera nei suoi vari utilizzi emissioni climalteranti e inquinanti e può essere trasportato e stoccato utilizzando le infrastrutture già esistenti.







Secondo l’associazione Hydrogen Council, di cui fa parte anche Snam, il valore dell’economia dell’idrogeno è destinato ad aumentare dai circa 100 miliardi di dollari l’anno di oggi a 2.500 miliardi di dollari nel 2050. E soprattutto, secondo uno studio Snam-McKinsey, questo gas pulito potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto (23%) della domanda nazionale di energia entro il 2050 in uno scenario di decarbonizzazione al 95%.

Mappa delle emissioni per settore. Fonte Snam-Mckinsey

L’evento a Roma

All’evento, tra gli altri, sono intervenuti oggi il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e il sottosegretario per gli Affari Esteri e la cooperazione internazionale Manlio Di Stefano. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha inviato un video intervento.

 

L’analisi dei costi di produzione dell’idrogeno e dell’idrogeno green in Italia. Fonte Snam-Mckinsey

Hanno inoltre preso parte alla conferenza il Nunzio Apostolico Emil Paul Tscherrig, il presidente dell’Arera Stefano Besseghini, il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) Fatih Birol, la presidente della Cop26 Claire Perry, il direttore esecutivo dell’Environmental Defense Fund Europe Bryony Katherine Worthington, il principal advisor della Dg Energy della Commissione europea Tudor Constantinescu, il direttore generale di Irena Francesco La Camera, la presidente di S&P Global Market Intelligence Martina Cheung, il managing director di Blackrock Eduard Ruijs e il Ceo di Microsoft Italia Silvia Candiani. Il presidente di State Grid Corporation of China Kou Wei ha inviato un video intervento. Le altre aziende intervenute nel corso della giornata sono Allianz Global Investors, Bnpp Am, BofA Merrill Lynch, Dnv Gg, Enagas, Northern Gas Networks, Nuovo Pignone, Rina, Sapio e Unicredit. Nella giornata di domani, che sarà aperta da un intervento del ministro degli Affari europei Vincenzo Amendola e successivamente da uno speech del segretario generale di Hydrogen Europe Jorgo Chatzimarkakis, sono in programma delle tavole rotonde interattive con alcune delle principali aziende.

Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli

 

Lo studio Snam-McKinsey

In Italia l’idrogeno ha grandi prospettive di sviluppo in virtù del significativo potenziale naturale per la produzione di energia solare ed eolica, David Sassoli “idrogeno verde” e della capillare rete di trasporto gas esistente. Secondo lo studio Snam-McKinsey (presentato insieme al libro “Generation H” di Marco Alverà), l’idrogeno potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto (23%) della domanda nazionale di energia entro il 2050 in uno scenario di decarbonizzazione al 95% (necessario per rientrare nel target di contenimento del riscaldamento globale entro 1,5°), più dell’attuale quota di mercato combinata dell’elettricità generata da fonti rinnovabili e fossili (20% nel 2018). Questa crescita potrebbe verificarsi grazie alla progressiva e ormai consolidata diminuzione del costo di produzione dell’energia elettrica rinnovabile solare ed eolica e a una contestuale riduzione del costo degli elettrolizzatori, determinata dalla produzione di idrogeno verde su larga scala. Il maggior potenziale di utilizzo di idrogeno riguarda il settore dei trasporti (camion, bus e treni), quello residenziale (riscaldamento) e alcune applicazioni industriali (raffinazione e processi che richiedono elevate temperature).

Possibili evoluzioni della domanda di idrogeno in Italia. Fonte Mckinsey

Addio alla plastica

Snam ha annunciato oggi, con il presidente Luca Dal Fabbro, l’avvio del programma “Snam Plastic Less”. L’annuncio e’ avvenuto nel corso della prima giornata dell’evento “The hydrogen challenge” in corso a Roma. L’iniziativa e’ finalizzata a ridurre del 100 per cento l’utilizzo della plastica negli imballaggi industriali entro il 2023 ed eliminare dal 2020 la plastica monouso nei distributori di bevande in tutte le sedi aziendali. Il programma si inquadra nel contesto della crescente integrazione dei fattori Esg (Environmental, social and governance) nell’attività di Snam. Il presidente di Snam, Luca Dal Fabbro, ha commentato: «È fondamentale che l’attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance sia sempre più integrata nella gestione delle aziende. In Snam vogliamo essere tra i protagonisti di questo percorso nel quale l’Europa e l’Italia possono essere leader globali». Per tale ragione, ha proseguito Dal Fabbro, «dopo la recente costituzione di un comitato del Consiglio di amministrazione dedicato esclusivamente ai fattori Esg, abbiamo avviato un Osservatorio che avrà il compito di contribuire a rafforzare la consapevolezza su questi temi, monitorando i progressi e segnalando le best practice tra le aziende quotate in Italia e in Europa». In relazione al programma “Plastic Less” per eliminare la plastica monouso dagli imballaggi industriali e dai distributori di bevande in tutta l’azienda, «siamo convinti che i fattori Esg siano per le imprese una straordinaria opportunita’ e un driver di miglioramento per la creazione di valore a lungo termine», ha concluso il presidente di Snam.

Analisi dell’evoluzione della domanda per settore in Italia. Fonte Snam-Mckinsey

Un patto con le imprese

Il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, ha proposto un patto “non scritto” con le imprese per accompagnare la transizione energetica in modo graduale e senza shock al sistema produttivo. «La transizione – ha detto – deve parlare soprattutto di innovazione, di competitività legata al rispetto ambientale, di riconversione e soprattutto di accompagnamento graduale da parte del Governo, per garantire che non ci siano shock al sistema industriale e produttivo». «Al contrario – ha aggiunto il ministro – è necessario un patto con le imprese che non deve essere un patto scritto, ma legato al riconoscimento del loro ruolo nel Paese. Credo molto nella possibilità di cogliere le potenzialità delle sfide e delle opportunità offerte da questa transizione. Il Governo deve impegnarsi a sostenere queste potenzialità, con strategie ed azioni, frutto anche di ascolto di operatori economici e cittadini».

Analisi delle emissioni Co2 in Italia. Fonte Snam-Mckinsey













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1 commento

  1. L’ idrogeno è usato dagli anni 60 come combustibile dei razzi vettori. Oggi è impiegato in una miriade di applicazioni primo tra tutti i trasporti. Camion, autobus, auto, carrelli elevatori, mezzi industriali, treni per linee non elettrificate, trattori aeroportuali e altre usano idrogeno pulito per alimentare le celle a combustibile FC. Questo sistema non inquina. Le applicazioni di cui sopra sono già realtà in tanti paesi come Giappone, Cina, Korea del sud, Australia, California, Germania, Francia, Olanda, Danimarca, Norvegia, Austria, Svizzera. In Italia sono stati realizzati 2 progetti, il primo a Bolzano dove con fondi europei è stato costruito un elettrolizzatore alimentato da energia idroelettrica per rifornire una flotta di autobus e di Hundai Nexo. A Milano questo vettore energetico alimenta una flotta di autobus. Altri distributori verranno realizzati a Milano, Venezia e 2 in prov. di Modena. Proprio qui una grande azienda cinese investirà un miliardo di euro per produrre auto elettriche. Le auto FC costano ancora molto visti i bassi volumi di produzione ma credo che se adeguatamente incentivate e promosse entro 5 10 anni avranno una buona quota di mercato. Queste si ricaricano in pochi minuti. Sono diverse le case automobilistiche che hanno in gamma modelli FC. Altre le stanno sviluppando, come la BMW. La casa di Monaco già in passato ha avuto il modello 7 a idrogeno. La transizione vedrà diverse soluzioni di mobilità, le elettriche cresceranno ancora, quelle ricaricabili devono usare energia pulita, bisogna investire nella ricerca sulle batterie per aumentare la densità energetica, diminuire il tempo di ricarica, il peso, eliminare il cobalto e trovare nuovi materiali più disponibili meno costosi e meno impattanti sull’ambiente in tutto il ciclo di vita. Nel medio termine l’ idrogeno pulito sarà utilizzato in diversi settori industriali e arriverà anche alle caldaie di casa. Esistono già caldaie che impiegano questo vettore energetico. Questo deve essere prodotto a mezzo di energie rinnovabili. Ciò può essere fatto nelle regioni del sud Italia con impianti fotovoltaici posti su aree dismesse e distribuito in tutto il paese usando il gasdotto Snam. Ricordo che il costo marginale del Kwh da rinnovabili è inferiore a quello di qualsiasi fonte fossile. Una superficie pari alla Sicilia riceve dal sole una quantità di energia sufficiente ad alimentare tutta Europa. Il governo deve coordinare il progetto idrogeno pulito mettendo attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera, non possiamo rimanere indietro in questo settore strategico. Dobbiamo velocemente arrivare ad una economia verde senza combustibili fossili, plastiche, diserbanti e inquinanti vari. Dobbiamo pianificare la dismissione dei 17 centri petrolchimici delle 12 centrali a carbone di quelle a olio combustibile e quelle a gas per una completa decarbonizzazione. Ricordo che l’ emergenza climatica ci impone di agire concretamente. Dobbiamo girare gli incentivi che ancora oggi paghiamo alle fonti fossili e a tante aziende inquinanti alle energie rinnovabili e all’ economia dell’idrogeno pulito. È notizia di questi giorni che il solare termodinamico nel nostro paese è arrivato al capolinea causa della burocrazia che non ha concesso le autorizzazioni per realizzare gli impianti. Ricordo che questa tecnologia è stata messa a punto dal premio Nobel Rubbia. In Italia è stato realizzato un’impianto sperimentale di piccole dimensioni in Sicilia. In altri paesi sono stati realizzati impianti multi MW. Anni fa’ un consorzio europeo costituito da grosse aziende doveva realizzare il progetto Desertec in Nord Africa. Purtroppo la rivoluzione dei gelsomini ha portato quei paesi alla instabilità politica e il progetto è stato abbandonato. La potenza elettrica sarebbe stata portata in Europa a mezzo di un cavo sottomarino posto nei pressi di Gibilterra. La Cina diventerà leader di questo segmento di mercato. Cina e Usa stanno investendo nell fotovoltaico posto fuori dell’ atmosfera dove l’ insolazione è molto maggiore. La potenza è portata a terra ad una stazione fissa. Dobbiamo bonificare i 12.000 siti industriali dismessi altamente inquinati di cui 500 sotto la normativa seveso. Dobbiamo bonificare un milione di siti che ancora oggi hanno amianto iniziando dalle aziende che per un secolo hanno prodotto questo veleno. Ricordo che l’ inalazione delle microfibre porta ad una patologia conosciuta come mesotelioma alla pleura. I decessi fin qui avuti sono stati alcune migliaia ma il picco deve ancora arrivare. Non conosciamo quante sono le carrozze ferroviarie ancora da bonificare. Ricordo che l’inquinamento dell’aria causa ogni anno in Europa 400.000 decessi di cui 80.000 in Italia concentrati principalmente nelle regioni del nord altamente antropizzate e industrializzate con clima avverso come la pianura padana. Se guardiamo una foto satellitare del nostro paese vediamo le regioni del nord la zona di Roma e quella di Napoli color ruggine causa dell’ inquinamento e dell’ antropizzazione dell’ ambiente. La realizzazione dei progetti sopra esposti porterebbe tanti nuovi posti di lavoro. Le risorse economiche necessarie verrebbero dalle tante società delle fonti fossili in cerca di validi progetti nelle rinnovabili e nell’idrogeno pulito, stessa cosa fanno i fondi pensione. Inoltre ci sono i fondi europei per la decarbonizzazione. Come affermato dal premio Nobel Stiglitz i progetti ecosostenibili creano più posti di lavoro e hanno una maggiore efficienza del capitale investito. Ho conseguito la laurea in ing. meccanica a Pisa nel 1982 con una tesi su idrogeno e rinnovabili in collaborazione con Enel. Vorrei ricordare il relatore l’esimio prof. Dino Dini che aveva lavorato al Jet Propultion Laboratory di Pasadena NASA per diversi anni dove di idrogeno e rinnovabili ne aveva visto tante. A Pisa aveva la cattedra di macchine e quella di missilistica. Saluti Antonio Saullo

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