Fronte anti Covid-19. Folding@Home supera la barriera di exaflop

Un miliardo di miliardi di operazioni al secondo. È questo il record battuto dal programma di calcolo distribuito che ora costituisce il più veloce e affidabile supercomputer in azione attorno al ripiegamento proteico. Il cui studio potrà consentire di vincere il Coronavirus

Ripiegamento proteico

Il contrasto a Covid-19 passa attraverso la ricerca medica e farmacologica coniugata alla potenza di calcolo digitale. Se i supercomputer francesi Joliot-Curie e Occigen forniscono da diverse settimane l’accesso prioritario a gran parte delle loro risorse informatiche a team di ricercatori europei impegnati in oltre 20 progetti scientifici relativi al Coronavirus, Folding@Home ha fatto di più: ha attraversato la barriera di exaflop, ovvero l’equivalente di un miliardo di miliardi di operazioni al secondo il che rende il programma 10 volte più veloce di Summit, il supercomputer più veloce del mondo al momento.

Che cos’è Folding@Home

Creato negli anni 2000, e storicamente supportato da Google, Folding@Home si basa sulla potenza di elaborazione inutilizzata dei personal computer degli utenti volontari. Oggi, quando si è arrivati a 1200% in più di iscrizioni, singoli individui da tutto il mondo stanno unendo le forze per supportare la ricerca scientifica e combattere il Coronavirus. Il loro contributo è semplice e consiste nel rendere disponibile il proprio personal computer allo svolgimento di calcoli in background, ovvero senza bisogno di rinunciare al suo utilizzo durante la giornata







 

L’idea di Folding@Home è di Vijay Pande, professore di bioingegneria all’università di Stanford, poi perseguita dal dottor Greg Bowman nel 2019 che ne ha spostato la base alla Washington University alla St. Louis School of Medicine. L’intenzione di questi studiosi è riuscire a comprendere e analizzare il processo di ripiegamento proteico (cioè il processo che permette alle molecole di ottenere una struttura tridimensionale) attraverso la sua simulazione tramite computer.
Folding@Home è quindi un sistema di calcolo distribuito che utilizza i processori dei volontari che hanno installato il software sul proprio pc per la riproduzione dei processi proteici. La metodologia usata è quella della simulazione statistica. Ogni donatore riceve sul proprio sistema un’unità di lavoro, ovvero una parte della simulazione totale, che viene eseguita e successivamente restituita al database server, dove viene ricostruito l’intero modello attraverso i contribuiti dei singoli. Così la ricerca può beneficiare sia di precisione che velocità delle operazioni

Cosa fa Folding @Home

Al centro del progetto le proteine, che rivestono un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento del nostro organismo; ma affinché queste siano in grado di espletare le loro funzioni biochimiche devono assemblarsi, ripiegarsi appunto. La comunità scientifica ritiene che molte delle malattie più conosciute dall’Alzheimer alla fibrosi cistica o appunto a Covid-19, siano il risultato del non corretto ripiegamento proteico. Allo stato attuale delle cose, questo processo non è ancora conosciuto a fondo ma riuscire a indagarne il funzionamento significherebbe fare enormi passi avanti nella produzione di cure e vaccini.














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