2020 positivo per Feralpi: ricavi per 1,24 miliardi

L'azienda conferma il suo impegno verso l'ambiente: la produzione di rifiuti derivanti dal processo siderurgico è stata del -6,3% rispetto all’anno precedente. Le emissioni dirette e indirette sono diminuite del -5,9%

La sede di Feralpi a Lonato (BS)

Nonostante i lockdown abbiano avuto un forte impatto sul settore siderurgico, Gruppo Feralpi ha concluso il 2020 col bilancio in utile. I ricavi hanno raggiunto quota 1,24 miliardi (-4,9% rispetto al 2019) e la produzione di acciaio è rimasta quasi invariata, con 2,49 milioni di tonnellate (-0,3% rispetto all’anno precedente).

Il consolidato 2020 di Feralpi Holding vede iscritto in bilancio ricavi netti pari a 1.238 milioni di euro contro i 1.302 milioni del 2019 (-4,9% a/a). Si conferma la forte predisposizione verso i mercati al di fuori dell’Italia. La quota di ricavi generati all’estero è stata pari al 62%, quindi in linea con quanto registrato l’anno precedente.







Dopo aver spesato ammortamenti e svalutazioni per 55,2 milioni di euro, contro i 53,9 milioni del 2019, l’Ebitda rimane positivo (73,7 milioni di euro) nonostante l’impatto dell’emergenza pandemica. Anche il risultato netto rimane positivo con 5,45 milioni di euro. Il patrimonio netto consolidato è cresciuto ulteriormente, passando da 509,5 milioni di euro a 520,8 milioni di euro.

Per quanto riguarda la posizione finanziaria netta, il consolidato 2020 riporta un incremento da 134,9 a 145,9 milioni euro dovuto al consolidamento di Caleotto avvenuto nell’anno 2020. Infatti, nel mese di marzo 2020 la controllata Acciaierie di Calvisano ha acquisito il restante 50% della partecipazione in Caleotto , divenendo socio unico del gruppo Caleotto-Arlenico. Al netto di questo effetto, il Gruppo ha realizzato una generazione di cassa netta pari a circa 35,0 milioni di euro.

Gli investimenti tecnici di periodo salgono a 55,6 milioni di euro in linea con il piano industriale che si basa su quattro pilastri strategici (pieno potenziale del business, internazionalizzazione, sostenibilità e innovazione, rafforzamento del modello operativo) e sui sette pilastri della strategia di sostenibilità (contribuire alla riduzione dei consumi e degli impatti; moltiplicare gli utilizzi della materia; sviluppare un’offerta di qualità; gestione etica del business; valorizzazione delle persone; inclusione e sviluppo territoriale; cultura del lavoro ed educazione dei giovani).

Ciò conferma che, pur in un contesto di incertezza dettato dall’emergenza pandemica, la Società procede nell’attuazione del piano industriale che pone tra i propri pilastri sia l’incremento della produttività – tanto nella business unit degli acciai per l’edilizia quanto in quella degli acciai speciali – sia il raggiungimento di kpi ambientali sempre più ambiziosi al fine di coniugare la competitività con la riduzione degli impatti diretti e indiretti dell’attività produttiva. Sono infatti proseguiti i progetti di efficientamento energetico, sia relativamente all’ottimizzazione dei consumi di energia elettrica, sia di gas naturale.

Per ottimizzare il consumo energetico e ridurre contestualmente le emissioni di CO2, in linea con quanto previsto nel Green new Deal europeo, la Società è impegnata nello sviluppare progetti di ricerca a supporto dei processi produttivi, volti ad aumentare l’efficienza energetica e ridurre impatti ed emissioni, in un’ottica 4.0 anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale ed in partnership con Centri di Ricerca e università internazionali.

Nel corso dell’anno si è anche conclusa la fase sperimentale di utilizzo, all’interno del processo fusorio del forno elettrico, nell’impianto di Lonato del Garda, di tecnopolimeri (prodotto con plastica recuperata del riciclo urbano non riutilizzabile e destinata alla discarica) in sostituzione del carbone e dei suoi derivati. Così facendo si contribuisce a contrastare il climate change con la riduzione delle emissioni di CO2. Dal 2021, col passaggio alla fase industriale, si evita il consumo di circa 4.000 tonnellate di carbone, riducendo le emissioni di CO2 di circa 2000 tonnellate l’anno, contribuendo alla decarbonizzazione del processo produttivo.

Si muove lungo la stessa direzione la progressiva sostituzione di lubrificanti a base minerale, con prodotti a base di oli vegetali, totalmente biodegradabili. In chiave circolare, è inoltre proseguito l’utilizzo di manufatti prodotti con l’uso di residui aziendali, o di sottofondi e asfalti realizzati con scoria nera prodotta dal processo siderurgico.

Sul fronte degli investimenti verso un rafforzamento ed integrazione della filiera interna negli acciai ad alto valore aggiunto tra Acciaierie di Calvisano (acciaieria) e Caleotto (laminazione) è nato il progetto Quality Integration. Sono state attivate azioni sia per il miglioramento degli impianti, sia per il testing di modifica, assieme alle pratiche operative e all’implementazione di sistemi di simulazione e controllo Industria 4.0. Tra queste, il testing per sviluppo nuove qualità acciaio, lo sviluppo impiantistico dei laminatoi con il trattamento termomeccanico (Caleotto), l’implementazione di sistemi software in logica Industria 4.0 per monitoraggio e controllo dell’intera filiera produttiva. E ancora, lo sviluppo di sistemi di misura lungo tutta la filiera produttiva per la riduzione al minimo della difettosità e l’implementazione di sistemi di tracciatura continuativa dei prodotti.

Sul versante degli acciai per l’edilizia, nel corso del 2020, lo stabilimento di Presider, società del Gruppo che è leader nella lavorazione dell’acciaio destinato anche alle grandi opere realizzate nel mondo, è stato oggetto di un importante intervento che, dalla logistica interna ai nuovi impianti 4.0, ha completamente ridisegnato il proprio assetto.

Nell’ultima parte dell’anno, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente le proprie posizioni di leadership nel business degli acciai per l’edilizia, il Gruppo Feralpi ha investito per avviare la conversione del business nello stabilimento di Nave (Bs) che è passato proprio a Presider che potrà così intercettare al meglio tutte le opportunità che deriveranno dal rilancio delle opere infrastrutturali grazie anche agli obiettivi ed alle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund europeo.

«Il 2020 non può certo essere definito un anno come tutti gli altri – commenta Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi – a causa di una pandemia globale che ha sconvolto vite, imprese e mercati. In questo scenario, dopo aver messo in sicurezza le nostre persone, aver saputo ridurre al minimo l’impatto sul Gruppo è stato determinante per essere pronti ad intercettare quella ripresa che stiamo vivendo. Green New Deal europeo e Pnrr italiano in direzione Agenda 2030 stanno innescando una rivoluzione nelle nostre città e non solo. Perché la transizione verde sia tangibile e possa generare effetti concreti è necessario l’acciaio che è al centro tanto delle smart city quanto della mobilità del futuro. Sono proprio i due mercati in cui Feralpi agisce».














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