Da Omnisyst il primo algoritmo certificato per la gestione carbon neutral dei rifiuti industriali

La società partecipata da Algebris Green Transition Fund e guidata da Ezio Speziali e Chicco Testa ha sviluppato una soluzione che mappa le emissioni di CO2 dei rifiuti in tutta la catena

Alberto Scotti (responsabile Uff. Tecnico) e Alessandro Casassa (responsabile IT), sviluppatori algoritmo emissioni CO2 gestione rifiuti industriali

Omnisyst, azienda partecipata in maggioranza da Algebris Green Transition Fund e leader nella gestione circolare dei rifiuti industriali, ha realizzato il primo algoritmo certificato per la gestione carbon neutral dei rifiuti. Uno strumento avanzato, progettato per monitorare le emissioni di CO₂ in ogni fase del processo di gestione dei rifiuti, dalla raccolta al trattamento fino allo smaltimento o recupero, segnando un’innovazione significativa nel monitoraggio ambientale. Nell’attuale scenario italiano, dove i rifiuti industriali rappresentano ben l’80% del volume totale dei rifiuti prodotti, questa tecnologia non solo fornisce alle aziende una panoramica completa sulla gestione ma rappresenta anche un notevole salto qualitativo. Amplia infatti di ben sedici volte le capacità di analisi rispetto all’algoritmo precedentemente realizzato da Omnisyst nel 2021, concentrato unicamente sulle emissioni legate al trasporto. Oltre a identificare soluzioni per la riduzione delle emissioni, questo strumento aiuta anche nella loro compensazione, permettendo una gestione dei rifiuti a impatto zero.

Ezio Speziali, amministratore delegato di Omnisyst

Ezio Speziali, amministratore delegato di Omnisyst, commenta: “Il lancio del nuovo algoritmo di Omnisyst avviene in concomitanza con l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive, legislazione europea che obbliga le aziende Europee al reporting non finanziario basato su standard comuni. Nel 2024 l’obbligo si applicherà ad aziende con più di 500 dipendenti, estendendosi fino alle Pmi già nei prossimi anni. La Csrd rappresenta un cambio di paradigma nella rendicontazione non finanziaria delle imprese, richiedendo per la prima volta la redazione di bilanci di sostenibilità e l’obbligatorietà di rendicontare le emissioni di Scope 3”.







Secondo lo United Nations Global Compact, proprio le emissioni Scope 3, pur non riguardando direttamente la produzione – sono quelle relative ai viaggi, ai fornitori, agli acquisti – rappresentano oltre il 70% delle emissioni totali delle aziende. Di esse fanno parte le emissioni derivanti dalla gestione dei rifiuti. Per comprendere la rilevanza, basti pensare che le emissioni derivanti dalla gestione dei rifiuti, da sole, rappresentano il 3.2% delle emissioni climalteranti nel mondo. Come semplice termine di paragone, parliamo di circa il doppio delle emissioni, tanto dibattute, derivanti dal trasporto aereo; e circa la metà delle emissioni derivanti da auto, moto, bus, etc. Questa percentuale assume un peso ancora più preoccupante se consideriamo la continua crescita della produzione di rifiuti a livello mondiale.

Chicco Testa, presidente del consiglio di amministrazione di Omnisyst

Chicco Testa, presidente del consiglio di amministrazione di Omnisyst, interviene affermando: “Omnisyst si affida al digitale per consolidare il suo ruolo nella gestione circolare dei rifiuti industriali in Italia, offrendo un servizio completamente carbon neutral. La nostra piattaforma e il nuovo algoritmo danno agli operatori del settore gli strumenti necessari per adeguarsi ai nuovi standard normativi, promuovendo al contempo una gestione dei rifiuti più sostenibile e responsabile. Questa iniziativa non solo segna un passo avanti significativo nella lotta contro il cambiamento climatico, ma stabilisce anche nuovi standard per l’industria nella gestione responsabile delle risorse e nella riduzione delle emissioni di gas serra. Dimostra efficacemente come l’innovazione tecnologica possa essere impiegata per superare le sfide ambientali, anche in quei settori meno esplorati che offrono notevoli opportunità per le imprese di ridurre la propria impronta carbonica”.














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