Trovare un equilibrio fra le esigenze di sicurezza e le esigenze di produttività dei dipendenti, soprattutto quelli che lavorano da remoto, non è per niente facile. Da un lato ci sono i responsabili di sicurezza interni, che premono per misure più robuste, dall’altro i dipendenti, che in molti casi considerano queste misure un ostacolo.
È quanto emerge dallo studio Hp Wolf Security Rebellions and Rejections, che evidenzia come quasi la metà (48%) dei dipendenti più giovani (18-24 anni) intervistati considera gli strumenti di sicurezza come un ostacolo, portando quasi un terzo (31%) a cercare di aggirare le policy aziendali per portare a termine il proprio lavoro. Le pressioni sono tali che i responsabili It, nonostante l’aumento delle minacce, hanno a volte dovuto “sacrificare” in parte la sicurezza a favore della continuità del business.
Per il 37% del campione, le policy di sicurezza sono troppo restrittive e non consentono di lavorare in maniera efficace. Sono in particolare i giovani fra i 18 e i 24 anni quelli più insofferenti nei confronti di tali procedure: il 54% degli intervistati in questa fascia di età dà infatti priorità al rispettare le scadenze piuttosto che al limitare il rischio di violazioni di dati.
Un problema non facile da gestire per i responsabili It: l’80% di loro dichiara infatti che, anche a causa di queste situazioni, occuparsi di sicurezza sta diventando un “compito ingrato”.