Novità per Considi, società specializzata in management consulting, che si trasforma in Società Benefit (un’impresa innovativa che opera in modo sostenibile e trasparente nell’interesse della collettività) e fa il passo a Società per Azioni.
Il passaggio a Società Benefit segna un nuovo paradigma imprenditoriale che si applica alle aziende che, oltre al profitto, perseguono specifiche finalità di beneficio comune e per le quali la responsabilità sociale rappresenta uno scopo connaturato all’attività d’impresa, identificato ed esplicitato nello statuto. Sempre più aziende si stanno muovendo in questa direzione: secondo una ricerca pubblicata da InfoCamere e Assobenefit, a marzo 2022 sono 1922 le Società Benefit in Italia rispetto alle 500 del periodo pre-pandemia.
Non solo. l’azienda vicentina si è trasformata in una Società per Azioni, un passaggio voluto per dare maggior forza ad un Gruppo in continua espansione, oggi formato da 10 aziende e oltre 130 professionisti della consulenza, che prevede di chiudere il 2022 con un fatturato aggregato di 15 milioni di euro.
«Un traguardo di cui siamo orgogliosi e che ci permette di proseguire nel nostro percorso di sviluppo, rafforzando la nostra capacità di competere» commentano Fabio Cappellozza, presidente di Considi, e Gianni Dal Pozzo, amministratore delegato di Consid. La trasformazione della forma giuridica arriva dopo due nuove acquisizioni che hanno allargato la rete di partnership del Gruppo e dopo l’ingresso in ELITE, il programma di Borsa Italiana che connette le imprese a diverse fonti di capitale per accelerarne la crescita.
«La trasformazione in Società Benefit è insieme un traguardo e una partenza», dichiara Cappellozza. «Considi già nei fatti si sentiva una Società Benefit, volta a contribuire a diffondere la cultura del miglioramento continuo, per favorire impatti positivi a 360 gradi attraverso persone, processi e tecnologie. Perciò il percorso è stato naturale, e ha unito la forma alla sostanza». «Per il raggiungimento di tale scopo, la società intende favorire nel medio e lungo termine l’evoluzione dell’attuale sistema industriale verso un’economia sostenibile, resiliente, “umanocentrica”» aggiunge Dal Pozzo.
