Confindustria Ceramica: il Covid rallenta il settore, che però regge meglio di altri

Il considerevole calo dovuto al primo lockdown è stato in parte recuperato nel secondo semestre dell'anno. Stabili le esportazioni in Europa, al contrario di Golfo, Nord Africa e Far East, dove la flessione è stata del -12%, e America Latina (-30%)

Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 non ha risparmiato il settore della ceramica, che soprattutto nei primi mesi dell’anno ha accusato un duro colpo, evidenziando una netta contrazione delle vendite, che hanno registrato un -20%. Il secondo semestre dell’anno ha visto una ripresa, che ha permesso di contenere le perdite.

Il preconsuntivo 2020 elaborato da Prometeia sui dati di settore evidenzia per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica volumi di produzione intorno ai 330 milioni di metri quadrati, in significativo calo rispetto al 2019. Meno marcata la flessione delle vendite, stimate a 391 milioni di metri quadrati (-4% rispetto al 2019), derivanti da esportazioni nell’ordine di 317 milioni di metri quadrati (-2%) e vendite sul mercato domestico per 73 milioni di metri quadrati (-12%). Tra i mercati di riferimento, sono sostanzialmente stabili le esportazioni in Europa – che coprono oltre i 2/3 delle esportazioni – a fronte di vendite extra comunitarie che, invece, presentano flessioni più marcate. La congiuntura, infatti, è stata diversa da continente a continente. Se le vendite in Europa Occidentale sono stimate da Prometeia crescere del +2,2% – grazie a risultati positivi nei mercati di lingua tedesca – e ad una sostanziale stasi (-1,7%) in Nord America, negativo è stato l’anno per Golfo, Nord Africa e Far East, dove la flessione è stata nell’ordine del –10/12% e ancor di più in America Latina (-30%).







«Nell’anno che ha visto la pandemia condizionare la nostra vita e le nostre attività possiamo dire che questo 2020 si è chiuso in flessione, ma tutto sommato, meno peggio di quanto ci si potesse aspettare», ha sottolineato Giovanni Savorani, Presidente di Confindustria Ceramica. «Un importante momento è stato il rinnovo del CCNL lo scorso 26 novembre che rappresenta un significativo investimento sullo strumento contrattuale. Ci sono poi tre grandi questioni aperte, che possono pregiudicare in modo pesante la competitività delle nostre imprese.
La prima riguarda il sistema degli Ets dell’Unione Europea che, pur mirando ad un obiettivo climatico pienamente condivisibile, penalizza in modo incoerente un settore, come quello della ceramica italiana, che ha investito importanti risorse ed è all’avanguardia nella tecnologia esistente. A questo, si aggiunge l’inaccettabile esclusione del nostro settore dalla lista dei settori ammessi alla compensazione dei costi indiretti ETS, ovvero quelli sull’energia elettrica di acquisto. Tale esclusione risulta immotivata per l’elevatissima esposizione al commercio internazionale delle nostre aziende e rischia di avvantaggiare, in modo irreversibile, i nostri concorrenti.

Un secondo tema di perdita di competitività è quello delle infrastrutture. Nonostante ci siano delibere approvate, finanziamenti disponibili e progetti esecutivi, i lavori per la Bretella Campogalliano-Sassuolo e per le oltre opere di viabilità ordinaria non partono. A questo si aggiunge il progetto regionale di collegamento ferroviario tra gli scali di Marzaglia e di Dinazzano per rendere più efficiente l’intero sistema ed aumentare il ricorso al trasporto su rotaia. Da ultimo, è indispensabile che la straordinaria attenzione che gli italiani stanno ponendo agli incentivi del Superbonus 110% possano diventare cantieri reali per riqualificare porzioni importanti di città. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale che la scadenza degli incentivi venga equiparata a quella del Recovery Plan, anno 2026, e soprattutto che le procedure vengano semplificate, per evitare che la loro complessità faccia desistere tanti dal fare. Infine, i plafond degli istituti di credito devono essere capienti a sufficienza per poter finanziare tutti coloro interessati a ristrutturare».














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