Con ThinkStation P920 Lenovo cerca il primato nelle workstation per Big Data, ingegneri e architetti

di Marco de' Francesco ♦︎ Non solo progettazione e simulazione, ma anche applicazioni di intelligenza artificiale e deep learning. Anche allargando così il mercato, la multinazionale cinese (già leader nei pc) punta al primato in questi potenti computer, finora pascolo semi-incontrastato di Hp e Dell. Non a caso, l'ultimo modello nonché "killer application" per raggiungere l'obiettivo è stato presentato a Nashville presso il 3D Experience World, la grande manifestazione annuale di Dassault Systèmes, che è leader di mercato nella simulazione

ThinkStation P920 Lenovo

È ThinkStation P920 il cavallo di battaglia di Lenovo per conquistare la vetta del mercato delle workstation. Queste sono potenti computer utilizzati nella progettazione e nella simulazione ingegneristica e architettonica. Se ne vendono circa 6 milioni di unità all’anno, per 10 miliardi di dollari.

Storicamente in testa ci sono, in ordine, Hp, DellLenovo; ma la multinazionale cinese della tecnologia, già primo produttore globale di Pc, ha ormai una quota del 20% del mercato workstation, sta guadagnando terreno e punta alla prima posizione in tre anni. Come? “Allargando” la platea dei potenziali utilizzatori. P920, infatti, non si rivolge solo all’ingegnere o all’architetto. Può essere configurata come “data science workstation”, e pertanto se ne possono avvalere aziende di diversi settori per l’analisi dei Big Data e per le applicazioni di intelligenza artificiale e deep learning.







Ne abbiamo parlato a Nashville con il senior manager desktop & mobile workstation di Lenovo Brooks Flynn, nel corso dell’evento 3D Experience World organizzato da Dassault Systèmes: Lenovo utilizza driver certificati dalla multinazionale francese.

 

Che cos’è una workstation

Renderizzazione con workstation Lenovo

Una workstation è per definizione un computer speciale, progettato per applicazioni tecniche o scientifiche. Rispetto ad un comune Pc, offre prestazioni assai superiori; e ciò sia per quanto riguarda la Cpu, l’unità centrale di elaborazione, che per ciò che concerne la grafica e la capacità di memoria. Quando si ha a che fare con la progettazione meccanica o la simulazione ingegneristica, i grafici matematici, il rendering delle immagini, l’animazione, occorre molta potenza; ma anche la capacità di visualizzazione e di manipolazione dei dati. Esternamente, in genere somiglia ad un Pc avanzato, con un display ad alta risoluzione, tastiera e mouse. Ma può disporre anche di un mouse 3D, per manipolare oggetti tridimensionali e navigare in ambienti complessi; di tavolette grafiche e di più display.  

 

L’evoluzione delle workstation

Yang Yuanqing,
Lenovo Chairman and ceo

Storicamente, la prima workstation è l’Ibm 1620, un piccolo computer scientifico introdotto nel 1960. Ma già negli anni Sessanta il comparto conosce progressi considerevoli: lo Xerox Alto del 1973 dispone di funzionalità grafiche ad alta risoluzione. Degli anni Ottanta, invece, è la svolta dei microprocessori: Apollo computer e Sun Microsystem iniziano a sviluppare workstation con sistema operativo Unix basato su processori a 32 bit come il Motorola 68000. Al contempo, anche la grafica fa passi da gigante; ma siccome al tempo non era semplice mettere insieme computazione e grafica, c’erano sul mercato workstation che si occupavano esclusivamente dell’una e dell’altra. Sempre negli anni Ottanta, si producono le workstation “3M”: quelle con un megabyte di memoria, un display megapixel (circa 1000 pixel per 1000) e una prestazione di calcolo “MegaFlops” (e cioè almeno un milione di operazioni in virgola mobile al secondo); si pensi che a quel tempo un buon Pc aveva una memoria di 16 kb. E anche vero, però, che una workstation costava come diversi Pc messi insieme; le case produttrici, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, cercarono di contenere i costi, che però in molti casi rimasero nella fascia tra i 15mila e i 100mila dollari. Nel nuovo millennio si assiste, inizialmente, ad un declino delle workstation: il fatto era che i moderni computer iniziarono ad utilizzare componenti tipici delle stazioni di lavoro di bassa gamma; questo fatto, data la differenza nei costi, non favorì lo sviluppo del mercato. Ma nel secondo decennio del millennio, come vedremo, le cose sono cambiate: ora si verifica un forte incremento delle vendite di workstation. Va infine ricordato che queste ultime sono state storicamente i driver per l’avanzamento delle Cpu: si utilizzano quelle multicore, con potenza e affidabilità non richieste dal mercato dei Pc.

 

Lenovo e il mercato delle workstation

Brooks Flynn, senior manager desktop & mobile workstation di Lenovo

Lenovo è una multinazionale cinese della tecnologia, fondata a Pechino nel 1984, fa parte della classifica Fortune 500 ed è attiva in oltre 180 mercati nel mondo. L’azienda produce una gamma di dispositivi connessi tra le più ampie al mondo, che comprende PC (ThinkPad, Yoga, Lenovo Legion), tablet, smartphone e workstation, dispositivi di realtà aumentata e virtuale (Mirage, ThinkReality) e soluzioni per la smart home e lo smart office, software e servizi. Le soluzioni Lenovo Data Center (ThinkSystem, ThinkAgile) offrono la capacità e la potenza di calcolo necessarie per abilitare le connessioni che stanno cambiando l’industria e la vita delle persone.

Nel 2014 ha acquisito per 3 miliardi da Google il produttore di telefoni cellulari Motorola Mobility. Lenovo ha 57mila dipendenti che vivono e lavorano in oltre 60 differenti Paesi e nel 2019 ha realizzato revenue per 51 miliardi di dollari. Nei 100 top executives di Lenovo si trovano manager provenienti da più di 20 Paesi diversi, e localmente Lenovo è gestita da management locale. Oggi Lenovo è primo fornitore mondiale di Pc (24,1% del mercato, seguito da Hp con il 22,2%), mentre sulle workstation regna da anni quello che la giornalista Laura Wood di BusinessWire definisce il “triumvirato”. Sempre in testa nelle vendite Hp, Dell e Lenovo. Dal 2014 al 2017, secondo quest’ordine, con Hp attorno al 40%, Dell al 33% e Lenovo tra il 14% e il 15%. Ma di recente qualcosa è cambiato. «Abbiamo investito molto in workstation negli ultimi cinque anni – ha affermato Flynn – e ora vediamo la vetta». Lenovo è entrata nel segmento relativamente tardi rispetto ai due concorrenti: nel 2008. «A quel tempo, ci siamo detti: disponiamo di esperienza, anche acquisita con Imb, quanto a capacità computazionale; e abbiamo know-how ingegneristico. Le carte in regola per giocare la partita delle workstation». Negli ultimi due anni, l’improvvisa accelerazione. «La nostra quota di mercato globale è salita al 20%. Abbiamo fatto passi da gigante, e in alcuni trimestri ci siamo trovati al secondo posto. Ci aspettiamo di conseguire la prima posizione nei prossimi tre o cinque anni». Intanto il mercato continua a crescere. Secondo un rapporto di BusinessWire, nel secondo trimestre del 2019 sono state vendute 1,6 milioni di workstation, con una crescita su base annua del 18,1%. È un business conveniente per i produttori, perché i margini, che sfiorano il 20%, sono molto più ampi rispetto a quelli dei Pc.  

 

Nella guerra per la Pole Position, il cavallo di battaglia si chiama ThinkStation P920

Lenovo Supercomputer

Lenovo conta molto sulla ThinkStation P920, la workstation peraltro presentata a Nashville nel corso del 3D Experience World, evento annuale organizzato da Dassault Systèmes per partner, start-up, innovatori e media. Il fatto è che la workstatio, come altri strumenti di Lenovo, utilizza driver certificati dalla multinazionale francese. Comunque sia, l’azienda cinese punta su P920 anzitutto perché è molto potente, e la potenza è uno degli elementi che fanno la differenza sul mercato. «Tutti i nostri clienti, dalla Cina agli Usa, vogliono che le operazioni siano svolte nel modo più veloce possibile. Non può accadere che qualcuno pensi che la tecnologia che stanno usando non sia la più avanzata; altrimenti sei fuori. È un mondo in cui o sei un punto di riferimento, o non sei». Per questo, il modello P920 ha in sé due processori Intel Xeon di ultima generazione (per i tecnici, (fino a 28 core, fino a 4,4 GHz per Cpu) e fino a tre Gpu (unità di elaborazione grafica, coprocessori specializzati nel rendering delle immagini) Nvidia Quadro. La macchina, così, è abbastanza efficace da poter eseguire contenuti di realtà virtuale, ma anche di visualizzazione e deep learning.

 

Altri punti di forza: memoria e storage

Anche la memoria volatile, quella che consente di copiare qualsiasi programma che la Cpu deve eseguire, è particolarmente veloce. Si parla di Ddr Sdram, che sta per double data rate synchronous dynamic random access memory (in italiano “memoria dinamica ad accesso casuale sincrona a doppia velocità”), che in questo caso funziona fino a 2.933 mhz, con una capacità di ben 384 Gb, ben di più degli 8 Gb del computer di casa.  Quanto alle opzioni di storage, includono una soluzione in grado di gestire fino a 60 TB su unità disco fisso e supportare fino a 12 unità.

 

La P920 come Data Science Workstation

Lenovo ThinkSystem SR670

«Oggi tutti raccolgono dati, dalla compagnia aerea all’industria manifatturiera: si tratta di capire cosa farne». Indipendentemente dal flusso di lavoro, ogni progetto di intelligenza artificiale inizia con grandi quantità di dati non strutturati con l’obiettivo di trasformarli rapidamente in informazioni utili. Servono algoritmi, elenchi finiti di istruzioni, che risolvono ciascuno un determinato problema attraverso un certo numero di passi elementari. I “problemi” che si considerano sono quasi sempre caratterizzati da dati di ingresso variabili, su cui l’algoritmo stesso opererà per giungere fino alla soluzione. Questi algoritmi sono sempre più complessi e vengono elaborati da computer sempre più potenti. Talvolta vengono costruiti per imitare alcuni singoli processi della mente umana, e da questo procedimento deriva il nome “intelligenza artificiale”. Così, Lenovo, a seguito di una richiesta specifica da parte di industrie di vario genere, ha pensato ad una configurazione di Thinkstation P920 come data science workstation. In questo caso la piattaforma presenta caratteristiche particolari, come il sistema operativo Ubuntu Linux, che è studiato appositamente per i data scientist. O come la Gpu Nvidia Rapids, anch’essa adatta a supportare i framework di intelligenza artificiale. È un passaggio di assoluto rilievo per Lenovo, che estende molto la sua potenziale clientela: non solo aziende di ingegneria e grandi studi di architettura, ma anche società diverse, di tutti i segmenti, impegnate nella elaborazione dei Big Data.  

 

Configurazione e affidabilità

ThinkPad p53 Lenovo

Oggi più dipendenti di una stessa società possono lavorare a progetti comuni, ad esempio nel building e nell’automotive. È necessario gestire grandi carichi di lavoro con semplicità. E la diversificazione dei ruoli ingegneristici, nel contesto dello stesso piano, fa sì che ogni workstation sia configurata in maniera differente. Questo, secondo l’azienda, non costituisce un problema nel caso della P920, per via della modularità delle soluzioni in termini di potenza, memoria e storage. Quanto all’affidabilità, che Flynn considera il primo elemento per un’efficace strategia di crescita, P920 dispone della certificazione Isv (indipendent software vendor) dei principali fornitori di software, come Autodesk, Bentley e Siemens. Inoltre, viene sottoposta a test rigorosi in condizioni ambientali estreme.  E poi, grazie al sistema di raffreddamento a tre canali brevettato, la P920 mantiene temperature più basse rispetto ad altre workstation utilizzando un numero inferiore di ventole: serve a mantenere cicli operativi più lunghi che consentono di ridurre i tempi di inattività.

 

Le workstation portatili

ThinkPad P43s

Un’altra carta in mano a Lenovo è quella delle workstation portatili. A Nashville ha presentato, ad esempio, la ThinkPad P43s, spessa 1,79 cm e pesante 1,47 kg. Certo, ben più di un moderno Pc portatile; ma la P43s dispone di processori di tutto rispetto, di una memoria Ddr sino a 16 Gb e di un’unità a disco fisso sino a 1 Tb. Ma a chi serve? Per Flynn, un altro elemento fondante della strategia di Lenovo è la completezza della gamma. E poi gli strumenti portatili sono utili. Pensiamo all’ingegnere o all’architetto che debba presentare un progetto ad un cliente. Con P43s può illustrare “a domicilio” un complesso rendering 3D, il più attinente possibile ad una rappresentazione realistica, naturale.  E si può entrare nel particolare. A Nashville era presente anche il modello ThinkPad P53s, un po’ più spessa e un po’ più potente della prima.














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