BertO, la pmi di design che piace a Google

Durante il lockdown l'azienda ha registrato un +300% di vendite online

Filippo Berto, ceo di BertO
Filippo Berto, ceo di BertO.

Recentemente Google ha annunciato un imponente investimento per accelerare la trasformazione digitale delle imprese italiane: 900 milioni di dollari. Nell’ambito di questo progetto, il gigante dell’informatica ha scelto alcune aziende che hanno saputo dimostrare la loro inventiva e la loro capacità di crescere grazie al digitale.

Fra queste c’è BertO, azienda che opera nel settore dell’arredo di lusso e che si definisce «la realtà più digital d’Italia». Nata nei primi anni 2000, BertO è passata da 5 a 50 dipendenti, facendo crescere il fatturato dai 300.000 euro degli esordi ai 10 milioni attuali. Il segreto del suo successo è stata la sua capacità di unire le competenze artigianali con la tecnologia, grazie alla quale ha potuto snellire la produzione senza rinunciare all’unicità tipica dei prodotti artigianali: ogni dipendente ha un approccio digitale al lavoro. La crisi dovuta alla pandemia non ha risparmiato BertO, che però ha spostato tutta la sua comunicazione online, concentrandosi su home working, homeschooling, fitness.







«Vedere chiudere tutti per il lockdown è stato un vero e proprio colpo al cuore. Allora ho
pensato: adesso è il momento di far valere tutti gli anni passati a investire sul digitale, grazie ai quali abbiamo costruito la scatola degli attrezzi che poi ci è tornata utile in questo
momento di crisi», spiega Filippo Berto, ceo di BertO. «Nel momento in cui il nostro cliente oggi arriva fisicamente da noi, ha già percorso il 90% del suo iter di acquisto, e la vendita avviene in maniera più efficace: la visita in showroom ora è un vero e proprio appuntamento esclusivo con un consulente, non più una semplice “visita al negozio”. Ogni progetto che abbiamo affrontato è stato renderizzato dai nostri interior designer, per restituire un’immagine assolutamente realistica di quello che i clienti stavano scegliendo». Il risultato è che nonostante il lockdown, le vendite online sono cresciute del 300%. «Il nostro è un settore molto tradizionale, legato ancora a vecchi metodi di comunicazione e di
distribuzione. Solamente attraverso la pratica diretta, mettendosi in prima persona a
imparare, capire, cercare, testare continuamente strumenti nuovi, chi fa impresa potrà
comprenderne l’efficacia e capire come trasformare il proprio business. Le persone sono sempre le stesse. Sono le aziende che devono cambiare», conclude il ceo.














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