Bain & Company: l’89% delle software house utilizza l’IA per differenziare i propri prodotti

Gli shock macroeconomici degli ultimi anni hanno spinto i produttori di tecnologia ad investire sulla resilienza delle proprie catene di fornitura: il 75% dei Cio intervistati ha dichiarato che non ridurrà i budget di spesa per l'IT

Mauro Colopi, partner di Bain & Company

Bain & Company ha pubblicato il quarto Global Technology Report di Bain & Company, l’analisi annuale sulle prospettive della tecnologia. Anche in periodi di incertezza macroeconomica e volatilità, le aziende continuano a investire in tecnologia: il 75% dei cio intervistati ha dichiarato che non ridurrà i budget di spesa per l’IT ed anzi l’attenzione delle aziende rinnova il riconoscimento dell’innovazione tecnologica come fattore chiave di successo sul mercato. Stiamo assistendo, infatti, ad un’ondata di rinnovata crescita nel settore tecnologico a sostegno del miglioramento delle performance delle aziende lungo l’intera catena del valore, dall’automazione e innalzamento della produttività dei siti produttivi, all’innovazione dell’interazione con i clienti e all’efficacia dell’azione delle forze di vendita, passando dal rafforzamento della resilienza della catena di approvvigionamento e gestione del talento.

«Mentre i manager continuano ad essere pienamente consapevoli dei benefici legati alla tecnologia e all’innovazione, il sentiment degli investitori nel settore tecnologico più in generale, invece, è stato poco brillante dal terzo trimestre del 2022 in poi. I volumi delle transazioni e i valori delle exit sono in calo, e oggi si contano oltre 700 miliardi di dollari di asset tecnologici acquistati tra il 2018 e il 2021. Questo ha portato ad un allungamento nei tempi di mantenimento delle società tecnologiche in portafoglio. L’arretrato di asset in portafoglio, che cresce ad un ritmo più rapido del livello record di liquidità, darà luogo ad una serie di operazioni, non appena l’attività riprenderà», spiega Mauro Colopi, partner di Bain & Company.







E in questo contesto le aziende del mercato stanno alimentando le loro equity story puntando ad elementi di innovazione della propria offerta, ma anche riflettendo sull’opportunità di evoluzione radicale del proprio modello operativo, facendo leva sull’Intelligenza Artificiale per ridefinire i paradigmi di sviluppo, delivery e manutenzione sia per quanto concerne le soluzioni software sia per quanto riguarda i servizi IT.

«Dall’osservatorio del nostro Global Technology Report emerge che l’89% già utilizza l’Intelligenza Artificiale per differenziare i propri prodotti, 15 punti percentuali di più di qualsiasi altro settore di mercato. Adozione che oggi vede ancora diversi stadi di maturità, dalla sperimentazione ad un utilizzo a scala da parte di alcuni early adopter. Questi ultimi riportano un impatto positivo rilevante sulla produttività in termini di velocità e risorse assorbite nell’attività di sviluppo e manutenzione delle soluzioni software», continua Mauro Colopi.

L’evoluzione del mercato della tecnologia porta con sé oltre che l’innovazione dell’offerta e dei modelli operativi anche la ridefinizione dell’impronta globale della catena del valore della tecnologia che sarà probabilmente molto diversa da qui a dieci anni. Gli shock macroeconomici degli ultimi anni hanno spinto i produttori di tecnologia ad investire sulla resilienza delle proprie catene di fornitura, principalmente espandendo le loro sedi geografiche rispettivamente in Europa, Asia e Nord America, creando maggiore flessibilità all’interno dei loro pool di talenti.

«Le aziende», prosegue Colopi, «avranno bisogno di tempo per spostare la produzione e dovranno anche bilanciare il rischio di un eccesso di offerta con l’entrata in funzione di nuovi siti. L’industria dei semiconduttori, ad esempio, sta incentivando la costruzione di nuove fabbriche al di fuori delle sedi storiche, destinate principalmente ai chip più recenti, ma le nuove fabbriche richiedono dai tre ai cinque anni per entrare in funzione e produrre chip in volumi. Ed anche l’ecosistema tecnologico a monte e a valle della catena del valore sta riflettendo di conseguenza la possibile evoluzione del loro posizionamento geografico. Tutto questo con impatti importanti sullo scacchiere internazionale della produzione tecnologica».

Se da una parte i modelli operativi stanno cambiando in modo consistente, dall’altro si rileva la continua attenzione delle aziende del mercato tecnologico nel disegno ed implementazione di modelli commerciali capaci di valorizzare appieno le innovazioni di offerta e di presidio di mercato in corso.

«Alla luce del fatto che le vendite e il marketing rappresentano una delle principali spese operative nel settore tecnologico, le aziende con aspirazioni di crescita devono aumentare e sostenere la propria produttività commerciale. Abbiamo analizzato quasi 1.300 aziende, rilevando che le aziende che hanno ottenuto le performance di generazione di valore migliori sono quelle che hanno gestito diversamente rispetto al resto del gruppo il loro modello di go-to-market, attraverso un ripensamento dell’organizzazione e degli strumenti di vendita, accompagnata da una ridefinizione delle strategie di allocazione delle spese in marketing e comunicazione», conclude Colopi.














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