Robot industriali: dove vuole arrivare Abb con l’acquisizione di Asti

di Alberto Falchi ♦︎ Con questa operazione la multinazionale svizzera punta ad entrare nel crescente mercato dei robot mobili autonomi, che nel 2025 varrà 14 miliardi di dollari. Fra i principali utilizzatori dei amr i settori healthcare e soprattutto automotive, che con il passaggio all'elettrico ha bisogno di soluzioni più flessibili

Sami Atiya, presidente della divisione Robotics and Discrete Automation di Abb e Verónica Pascual Boé, ceo di Asti

L’annuncio dell’acquisizione di Asti da parte di Abb non è uno di quelli che passano inosservati. Asti è infatti fra i principali produttori di amr, robot mobili autonomi, un settore in rapida crescita, e può vantare un importante portafoglio di clienti in Europa in settori quali l’automotive, food & beverage e farmaceutico. Un’azienda che cresce dal 2015 cresce del 30% anno su anno e per il 2021 punta a raggiungere ricavi per 50 milioni di dollari.

Acquisendo Asti, Abb completare la sua offerta di soluzioni per l’automazione e si presenta al mercato come l’unico attore in grado di proporre un portafoglio completo per l’automazione flessibile di prossima generazione, che include robot, automazione di macchina, soluzioni modulari, pacchetti software e, ora, anche gli amr. «In Abb on vogliamo essere parte della trasformazione. Vogliamo guidarla», ha affermato Sami Atiya, presidente della divisione robotics & discrete automation della multinazionale svizzera.







Amr e agv: due approcci differenti

Quando si parla di robot in grado di muoversi autonomamente si fa riferimento a due categorie. Quella più classica è quella degli agv gli automated guided vehicle. Questi ultimi infatti richiedono importanti modifiche alle linee produttive per poter operare: hanno bisogno di cavi o di sensori integrati nei pavimenti per potersi muovere e la loro “intelligenza” è decisamente limitata. Sono in grado di fermarsi di fronte agli ostacoli, ma non di aggirarli. Gli amr, di contro, sono macchine più “smart”, in grado di orientarsi autonomamente, pianificando il percorso e aggirando eventuali ostacoli. Dal punto di vista di un’azienda che li deve integrare nelle proprie linee produttive, la differenza pratica è enorme: per integrare un agv è necessario bloccare momentaneamente la produzione per installare tutta la sensoristica necessaria, un’operazione che va ripetuta ogni volta che si decide di fare delle modifiche alle linee. Di contro, gli amr possono essere inseriti nel flusso di lavoro molto più velocemente, senza stravolgere le linee già esistenti e adattandosi automaticamente alle variazioni ambientali. Sono insomma più efficienti e meno costosi da implementare, e garantiscono molta più flessibilità a chi li adotta.

L’interesse verso questo tipo di tecnologie è notevole e il mercato degli amr è in crescita: si prevede che varrà 14 miliardi di dollari entro il 2025, con un tasso di crescita del 20% anno su anno. Non stupisce di conseguenza che Abb abbia voluto espandersi in questo settore, completando così la sua offerta di automazione e puntando a sviluppare la prossima generazione di robot autonomi.

Asti, il leader degli amr in Europa

Asti è un’azienda nata nel 1982 con sede a Burgos, in Spagna, e che oggi conta circa 300 dipendenti nelle sue sedi europee in Spagna, Francia e Germania. A guidare l’azienda è il ceo Veronica Pascual Boé, che è anche l’azionista di maggioranza. Il suo punto di forza è la base di amr installata in Europa, continente nel quale è leader di mercato e dove serve clienti del calibro di Stellantis e Volkswagen. Proprio il mercato automotive è uno di quelli che beneficerà maggiormente dall’introduzione dei robot autonomi mobili.

Ne è convinto Sami Atiya, che durante la conferenza stampa tenutasi per annunciare l’acquisizione di Asti, ha sottolineato come il rapido stravolgimento di questa industria, che ora va tutta nella direzione dell’elettrificazione, richiederà di stravolgere impianti e linee produttive. Per affrontare questo cambio, la chiave è la flessibilità e le soluzioni amr di Asti sono in grado di fornirla. Secondo Satya, le soluzioni che integrano i classici robot di Abb e gli amr di Asti sostituiranno le classiche linee di linear welding e l’elevato ricorso all’automazione consentirà anche ai sistemi automatizzati di implementare tutte le personalizzazioni richieste in fase di acquisto dai clienti, limitando di molto il ricorso a operatori umani.

L’automotive però è solo un esempio e non è l’unico ambito in cui è richiesta sempre maggiore flessibilità nella produzione. Un altro ambito dove l’automazione fa la differenza è quello dell’healthcare. C’è una crescente richiesta di trattamenti personalizzati e l’adozione di robot e amr permetterà di automatizzare tutto il flusso di test delle sperimentazioni, accelerando di conseguenza la ricerca medica. Un esempio è il montaggio di un robot sopra un amr, un approccio che si sta diffondendo molto nel settore sanitario proprio per velocizzare l’esecuzione di test. 

Robot di Abb e amr di Asti in azione

«Con questa acquisizione Abb sarà l’unica azienda in grado di offrire un portafoglio di automazione completo, con amr, robot e automazione di macchina, dalla produzione alla logistica, fino al punto di consumo. Questa operazione cambia il panorama per i nostri clienti, che sono chiamati ad adattarsi alle esigenze del singolo consumatore e a cogliere le opportunità offerte dai cambiamenti radicali nella domanda dei consumatori», ha sottolineato Sami Atiya.  

L’operazione permetterà ad Abb di migliorare la sua offerta ma anche Asti vedrà vantaggi, dato che potrà sfruttare la presenza di Abb in Cina per espandersi in questo territorio, dove al momento non è molto presente. E il mercato cinese è uno dei più importanti per gli amr, considerato che varrà qualcosa come 1,8 miliardi di dollari entro il 2025. Per sostenere la crescita sul mercato asiatico, Abb creerà un Polo amr, che farà parte della nuova fabbrica robotica di Shangai che verrà inaugurata nel 2022. Allo stesso tempo, verrà ampliata la sede spagnola di Asti, a Burgos, così da aumentare la capacità produttiva e sostenere l’aumento delle vendite. La sede di Burgos diventerà il quartier generale delle attività amr di Abb e qui verranno mantenuti R&D, ingegneria e catena del valore di prodotti e progetti.

A guidarla continuerà a essere Pascual Boé, che condivide a pieno la visione della multinazionale svizzera. «La visione di Abb si sposa pienamente con la nostra, perché entrambi sosteniamo la flessibilità e la competitività dei clienti attraverso il potenziamento dell’automazione sul luogo di lavoro», sottolinea la Boé. «Questa è una nuova tappa entusiasmante del nostro percorso e, insieme, imprimeremo un’accelerazione ai nostri piani di innovazione, espanderemo il nostro servizio clienti su scala mondiale, la rete di partner e la capacità esecutiva, e sfrutteremo l’accesso ai mercati di Abb in tutto il mondo, in modo particolare in Cina».

Robotstudio, il software di Abb per fare un digital twin degli impianti robotizzati

Uno degli asset principali di Abb è il software, in particolare, nell’area dell’automazione, RobotStudio, una suite che consente di simulare e testare l’implementazione dei robot sulla linea di produzione così da poter verificare facilmente e senza bloccare i lavori l’impatto previsto, verificando la sicurezza dei sistemi e l’incremento di efficienza e produttività. Permette di individuare subito eventuali problematiche e risolverle ancora prima di iniziare i lavori, e con l’acquisizione di Asti verrà aggiornato per simulare anche la presenza di amr e le loro interazioni coi più classici robot.














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