La formazione è impegno strategico per Abb, colosso svizzero-svedese che opera nei settori dell’elettrificazione e dell’automazione. E lo è in particolare quella formazione che si rivolge a giovani (soprattutto donne) per avvicinarli alle materie Stem, alla robotica e alla meccatronica, oltre ai temi dell’efficienza energetica e della sostenibilità. Dando loro la conoscenza degli strumenti tecnologici e digitali che sono il vero fattore abilitante della tanto decantata economia sostenibile.
«Abb è impegnata da molti anni nell’education – dice a Industria Italiana Eliana Baruffi, country communications manager di Abb Italia – sulla scorta di due convinzioni: che la tecnologia può essere la chiave di un futuro sostenibile e del contrasto al cambiamento climatico. E che le nuove generazioni, grazie alle loro idee e all’impegno che stanno dimostrando nei confronti del pianeta e dell’eliminazione delle disuguaglianze, possono fare la differenza».
Abb, il colosso dell’elettrificazione (e della robotica), con 2,2 miliardi di fatturato in Italia
Abb, o Asea Brown Boveri, come si legge per esteso, è un gruppo svizzero-svedese quotato a New York, Zurigo e Stoccolma, ed è leader mondiale nelle reti elettriche, nei prodotti per l’elettrificazione, nell’automazione industriale, nella robotica e nel controllo di movimento, al servizio delle utility, dell’industria, dei trasporti e delle infrastrutture a livello globale. Portare l’elettricità da qualsiasi impianto di generazione a ogni utenza e realizzare l’automazione nei processi industriali dalle materie prime ai prodotti finiti sono i due obiettivi principali di Abb nel mondo. È presente in oltre 100 paesi, con circa 105.000 dipendenti e 29 miliardi di dollari di giro d’affari.
Abb Italia realizza 2,2 miliardi di euro di fatturato; con una quota dell’export pari al 67% e complessivamente impiega circa 5mila dipendenti distribuiti in 14 siti dal nord al centro Italia, dove sono stati prodotti oltre 3mila brevetti registrati: la sede italiana opera con tutte e quattro le Business Area con importanti investimenti in R&D e una forte impronta manifatturiera.
La formazione come tassello fondante della strategia di sostenibilità di Abb
Perché un colosso industriale si occupa di formare le giovani generazioni? Come spiega Baruffi, la formazione è innanzitutto un tassello fondamentale del puzzle della sostenibilità che Abb sta costruendo e che a fine 2020 ha esplicitato in una complessa strategia con tanto di obiettivi e Kpi da raggiungere al 2030 in tre pilastri, ovvero la protezione dell’ambiente, la conservazione delle risorse e lo sviluppo sociale. In questo ultimo pilastro (degli altri accenneremo più avanti) rientra il tema dell’education.
La più recente attività in questo specifico ambito è la collaborazione con Mr Digital, ex concessionaria Olivetti oggi focalizzata sull’education. Una collaborazione che ha permesso di integrare all’interno della piattaforma BricksLab, accessibile a docenti e discenti di tutte le scuole italiane, un corso che mostra come l’economia, l’industria e la produzione, attraverso l’impiego di tecnologie innovative, possano affrontare con successo la transizione ecologica. Testi, video, lezioni e approfondimenti sull’attualità e su temi come mobilità sostenibile, smart city, riuso, salvaguardia delle risorse con l’innovazione tecnologica oltre che casi aziendali – nati dalla collaborazione tra gli esperti Abb e Junior Achievement Italia – sono accessibili attraverso la piattaforma multimediale e interattiva.
La partnership con Junior Achievement per formare una generazione di imprenditori digitali
Quella con Junior Achievement Italia è una partnership di lungo corso per Abb. Junior Achievement è una rete globale che oltre un secolo si occupa di promozione dell’educazione imprenditoriale, finanziaria ed economica ed è contributore attivo di policy nazionali strategiche in collaborazione con il Ministero Istruzione e Innovazione. «La partnership, che ci ha portato anche a essere tra i partner di JA Italia sin dalla sua fondazione nel 2002 – racconta Baruffi – risponde a una delle prime sfide che abbiamo voluto cogliere sul fronte della formazione, ovvero quella di creare un profondo legame tra impresa e scuola. Un’intuizione direi profetica. Junior Achievement, che per il suo operato ha avuto la nomination per il Premio Nobel per la pace nel 2022, ha come scopo lo sviluppo dell’imprenditorialità tra i più giovani». Con questa associazione Abb lavora a un progetto, Impresa in Azione, che spinge studenti e insegnanti a mettere in pista mini-imprese virtuali per affrontare i temi delle start-up a 360 grandi, dall’idea, allo sviluppo del progetto, alla ricerca dei finanziatori, con la scrittura di business plan che ne attesti la sostenibilità sia economica sia ambientale, fino alla comunicazione al pubblico e al mercato. Da quattro anni le mini imprese partecipano anche al Premio Impresa 4.0 e la classe vincitrice viene invitata al Robotics Lab per un’esperienza sulla programmazione dei robot collaborativi.
«I nostri dipendenti diventano dream coach degli studenti e li accompagnano nel percorso e poi nelle competizioni tra mini imprese che si svolgono a livello regionale, nazionale ed europeo. Questo serve a formare imprenditori, ma soprattutto persone intraprendenti che, grazie al contatto con il mondo dell’impresa, abbiano sviluppato un set di soft skill preziose: dal lavoro in team al rispetto dei budget, dalla pianificazione ai criteri di gestione dell’organizzazione». Dall’avvio della collaborazione, Abb ha fornito oltre 100 volontari: nel solo 2020 50 dream coach hanno lavorato con 837 studenti e 39 classi, per oltre 670 ore di volontariato.
La connessione scuola – impresa: le collaborazioni con scuole, Its e Università
La partnership con Junior Achievement è stato lo spunto per Abb per comprendere la necessità di rafforzare ulteriormente il legame tra impresa e scuola. Come? Andando verso la creazione, soprattutto in ambito tecnologico, di percorsi alternativi all’università e professionalizzanti. «Qui entrano in gioco gli Its (Istituti Tecnici Superiori): noi lavoriamo in ambito meccatronico, efficienza energetica, mobilità sostenibile, gestione dell’energia e robotica. Entriamo nel merito dei piani formativi degli Its e collaboriamo portando docenze tenute da esperti di azienda che portano a scuola le proprie esperienze e competenze». Abb Italia sostiene gli Its Italiani con 60 programmi di apprendimento sul lavoro in ambito: meccatronica – robotica – eMobility – efficienza energetica – edilizia sostenibile – sostenibilità. E collabora anche con le Università: in particolare con l’Università di Genova ha costruito il Premio di Laurea GB Ferrari (alla quarta edizione nel 2021), un riconoscimento, del valore complessivo di diecimila euro, che premia le due tesi magistrali che maggiormente si siano distinte nei temi della sostenibilità e della transizione energetica.
Ma ancora prima, Abb porta le proprie conoscenze nelle scuole superiori: con il Team Robotica, in contatto con 120 scuole in tutta Italia, sta facendo docenze sulla programmazione dei robot, nell’ambito del progetto Robotics Educational. Anche questa iniziativa sfocia in un contest: la RoboCup, che ha coinvolto nell’edizione 2022 per due settimane 250 alunni di 17 scuole in 6 regioni italiane nella realizzazione di quattro progetti robotici che poi sono stati messi a confronto per eleggere un vincitore. L’obiettivo finale di tutte queste iniziative, spiega Baruffi, «è la necessità di ispirare i giovani ragazzi e soprattutto le ragazze a intraprendere percorsi Stem. Che è un tema fondamentale della diversity. Noi possiamo avere obiettivi ambiziosi in termini di ampliamento della rappresentanza femminile a livello di management, , ma le donne devono accedere allo studio di materie tecniche se vogliono veramente sfondare il tetto di cristallo. Noi le vogliamo orientare e ispirare il più presto possibile, perché possano appassionarsi a questa scelta».
Robocup 2022
Le altre iniziative per il progresso sociale: diversity&inclusion e corporate social responsability
Chiaramente la diversity è un tema che rientra nell’obiettivo del progresso sociale e nella volontà di creare ambienti di lavoro sicuri, giusti, equi e inclusivi, « contesti in cui le persone possano avere successo e svilupparsi – dice Baruffi – solo per fare due esempi di cosa questi significhi per noi: in Italia, il 68% delle persone è coperto da programmi Workplace Health Programs connessi a diversi ambiti: alimentazione, dissuasione al fumo, attività fisica, benessere psicofisico. Inoltre, dal 2020 – all’inizio della pandemia – Abb Italia ha attivato un servizio psicologico da remoto a dipendenti e loro familiari a titolo gratuito». E quanto al tema più specifico della Diversity&Inclusion essa prevede il presidio di 5 aree, secondo diversi livelli di priorità per Paese: Gender – Generations – Abilities – LGBTQ+ – Ethnicity. «In Italia siamo concentrati sulle prime tre priorità – spiega Baruffi – e in particolare, sul tema Gender, oggi il 26% delle persone di Abb sono donne e il tasso di accesso a posizioni di leadership è del 16% – in costante crescita (obiettivo 25% entro il 2030); sul fronte generazionale, oltre il 40% dei 4200 dipendenti in Italia è rappresentato da Millennials e Generazione Z. Il mix si sta nel tempo modificando anche con operazioni di early talents hires (e in questo caso il 41% oggi è donna)».
Gli altri pilastri della strategia di sostenibilità: l’efficienza energetica per la transizione verde
Questi focus su formazione e progresso sociale si contestualizzano all’interno di un più ampio impegno che Abb ha assunto in termini di sostenibilità. Una vera e propria missione che l’azienda ha sviluppato in un programma di sostenibilità che permea l’intera organizzazione e si estende a clienti, partner, associazioni, per generare benefici in tutto il proprio ecosistema. Della strategia di sostenibilità, lo abbiamo accennato all’inizio, fanno parte altri due pilastri: la riduzione delle emissioni di CO2 per i propri clienti e il raggiungimento della carbon neutrality nel 2030 per le proprie attività operative; e la conservazione delle risorse – grazie a iniziative di economia circolare nella catena del valore. Vale la pena accennare anche a questi. È dal 1994 che Abb attua politiche di gestione ambientale di siti e prodotti: ma oggi vuole fare un passo in più, ovvero guidare la sostenibilità lungo la catena del valore e così contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Nell’ultimo Report Sostenibilità si evidenziano le metriche di questo impegno. In particolare, «dopo solo un anno dal lancio della Strategia Sostenibilità 2030 – dice Baruffi – abbiamo ridotto le nostre emissioni di gas serra del 39% rispetto al 2019 e stiamo facendo la differenza dando un impatto positivo ai territori in cui operiamo».
In particolare, l’obiettivo è creare esempi di siti produttivi Abb a basse emissioni che possano essere replicati da partner e clienti in tutto il mondo. Il programma si chiama Mission to Zero e include a oggi 4 siti produttivi a livello globale, tutti implementati grazie alle tecnologie e soluzioni digitali di Abb. Il primo stabilimento ad aver raggiunto l’obiettivo del programma in Italia è quello di Dalmine, nella bergamasca: già alimentato con il 100% di energia verde da fonti rinnovabili certificate da Enel Green Power (come peraltro tutte le sedi di Abb in Italia), è stato dotato di 4.000 m2 di pannelli fotovoltaici, che forniscono circa il 20% del fabbisogno energetico della fabbrica e aiutano a bilanciare i picchi di domanda del sistema di aria condizionata durante i mesi estivi. Inoltre attraverso più di 70 sensori installati in tutto il sito, la piattaforma Abb Ability Energy and Asset Manager monitora il consumo di energia per identificarne le inefficienze ed evidenziare le opportunità di risparmio energetico. Sulla base dei risultati del monitoraggio energetico, per esempio, l’illuminazione esterna è stata sostituita con lampade a Led ad alta efficienza, riducendo il consumo energetico di 76.000 kWh all’anno, ovvero l’energia necessaria per ricaricare la crescente flotta di veicoli elettrici del sito.
Grazie a questi interventi, Dalmine ha ridotto le emissioni di CO2 di circa 2.200 tonnellate negli ultimi due anni – l’equivalente delle emissioni generate da un’auto che percorre 360 giri attorno alla Terra lungo l’equatore. Gli altri stabilimenti italiani toccati dal programma sono quello di Santa Palomba e Frosinone – oltre alla nuova fabbrica di San Giovanni Valdarno, in via di completamento. «L’impatto di gran lunga maggiore che possiamo avere nella riduzione delle emissioni di gas serra è attraverso le nostre tecnologie, che riducono e ottimizzano l’uso di energia nell‘industria, negli edifici e nei trasporti, settori che insieme rappresentano quasi i tre quarti del consumo energetico globale – dice Baruffi – Ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di aiutare i clienti a ridurre le loro emissioni annuali di CO2 di oltre 100 mega tonnellate entro il 2030. Come se dal nostro pianeta sparissero 30 milioni di auto a combustione. Ad esempio, i nostri azionamenti a velocità variabile per motori elettrici possono ridurre il consumo di elettricità fino al 25%».
Pilastro 2: Preservare le risorse del pianeta con l’economia circolare la riduzione degli sprechi
Ma è necessario risparmiare non solo in termini di energia, bensì anche sul fronte di ogni altra risorsa. Questo porta all’economia circolare, alla riduzione degli sprechi, all’aumento del riciclo e la riutilizzabilità e a prodotti più durevoli (e all’ultimo punto del progetto di sostenibilità di Abb). «Entro il 2030, almeno l’80% dei prodotti e delle soluzioni Abb sarà coperto dal nostro approccio alla circolarità – spiega Baruffi – E miglioreremo la circolarità nella nostra catena di fornitura attraverso progetti di partnership con i nostri clienti e grazie a un piano di sostenibilità dei fornitori, che si concentra sulle prestazioni ambientali, sociali e di governance. In Italia abbiamo diversi team al lavoro su progetti di Life Cycle Assessment dei nostri prodotti, in ogni business. Ci assicureremo inoltre che i rifiuti delle nostre attività non vengano smaltiti in discarica, laddove ciò sia compatibile con le condizioni e le normative locali. In Italia, il nostro stabilimento di Frosinone già riconosciuto dal Mise come Lighthouse ha raggiunto questo importante obiettivo». E all’obiettivo di conferire zero rifiuti in discarica stanno lavorando anche, ancora Dalmine e Santa Palomba. «A livello globale, attualmente 185 siti produttivi di Abb hanno raggiunto lo stesso traguardo e altre 255 fabbriche sono vicine all’obiettivo – precisa la manager -Così nell’ultimo anno, attraverso il riciclo di materiali e il proprio riutilizzo, Abb ha prodotto 2.300 tonnellate di rifiuti in meno rispetto allo scorso anno».
I rifiuti sono anche al centro dell’iniziativa implementata dalla Business Area Process Automation nella fabbrica Abb ad Ossuccio, Como, dove nel 2021 è stato lanciato “Think Outside the box”. Il progetto è volto ad eliminare parte (quella chimica e dannosa per gli ambienti) degli imballaggi che vengono utilizzati nella logistica per la spedizione dei prodotti. Con questa iniziativa la fabbrica ha risparmiato, nel solo 2021, 16,9 tonnellate di cartone. Un’altra case history interessante è il progetto che Abb Smart Power, divisione della Business Area EL, ha lanciato nel 2021 in collaborazione con il partner Inteseroh Tsr Italia, azienda che si occupa del ritiro e smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche professionali. La partnership si basa sulla sostituzione da parte di Abb degli interruttori ormai obsoleti dei clienti con un kit di retrofit, che evita di cambiare l’intero quadro elettrico, risparmiando in termini di costi, tempi di inefficienza e spreco di materiali, e il ritiro e riciclo da parte di Interseroh.