5G. Gli Usa investono 1 miliardo di dollari per contrastare Huawei

L’America si organizza per fare a meno dei cinesi. Intanto la società del loto apre fabbriche in Europa

Secondo il Wall Street Journal la Casa Bianca avrebbe richiesto a Microsoft, Dell o AT&T di preparare la controffensiva contro l’Huawei cinese sul mercato del 5G. In partita, pare anche, i produttori europei Nokia ed Ericsson.

 







La scommessa attorno a un mercato imponente

Gli Stati Uniti potrebbero mettere in campo più di 1 miliardo di dollari in finanziamenti destinati a sviluppare la “via occidentale” al 5G. Obiettivo prioritario: il software che esegue l’infrastruttura dovrà funzionare con qualsiasi apparecchiatura 5G, indipendentemente dal produttore. Questa interoperabilità eliminerebbe qualsiasi ipotetica dipendenza da Huawei.

La presenza di Nokia ed Ericsson sarebbe legata al fatto che esse dispongono già di infrastrutture e team negli States. La Casa Bianca punta ad avere la tecnologia 5G “fatta in casa” entro 18 mesi. Secondo Andy Purdy, Chief Security Officer di Huawei US, anche se una simile impresa fosse raggiunta, la soluzione rimarrebbe indietro rispetto a Huawei di almeno due anni in termini di maturità tecnologica.

 

L’Europa fra Cina e Usa

Mentre il Regno Unito ha scelto, alla vigilia della Brexit, di autorizzare parzialmente le soluzioni 5G alla cinese, Germania e Francia non hanno ancora deciso definitivamente se optare per Huawei: la cautela regna. Non così per la francese Orange che ha optato di rinunciare alle apparecchiature di rete di Huawei.

In quanto a Huawei , il 4 febbraio l’azienda – che secondo stime non confermate potrebbe impiegare circa 13mila persone in 23 centri di ricerca in tutta l’Unione europea. – ha annunciato l’istituzione di “unità di produzione” sul suolo europeo. «Siamo più impegnati che mai in Europa, dove non vediamo l’ora di trascorrere i prossimi vent’anni», ha dichiarato Abraham Liu, vice presidente di Huawei Europa, durante una cerimonia a Bruxelles per il Capodanno cinese.  Liu  all’Ansa, circa l’Italia, ha detto: «In Italia abbiamo già centri di ricerca e di sviluppo, ad esempio a Milano, e Huawei si sta impegnando a una presenza nel Paese sul lungo periodo.»














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