L’ Industry 4.0 in fiala: il caso Stevanato

Stevanato Group

di Marco De’ Francesco ♦ L’azienda padovana è tra i leader europei nella produzione di fiale e contenitori per uso farmaceutico e cresce senza sosta. Al cuore della sua strategia, investimenti in IT come leva per l’innovazione e un progressivo approdo alla digitalizzazione totale, anche con cloud ibrido. In collaborazione con Hpe

Aveva destato un certo scalpore, qualche tempo fa, la ricerca “The Digital Advantage: How digital leaders outperform their peers in every industry”. Per l’autorevolezza degli autori, che erano Capgemini Consulting e soprattutto il MIT Center for Digital Business global research, legato alla business school dell’ateneo americano che quest’anno ha superato Stanford, Harvard e Cambridge. E soprattutto per i risultati: emergeva con forza che i “Digirati” – e cioè quelle aziende che combinano intensità digitale e innovazione manageriale, intesa come la capacità di definire il futuro e l’impegno a procedere lungo il nuovo corso – superano le concorrenti del 9% quanto a revenue, del 26% quanto a redditività e del 12% quanto a valutazioni di mercato.

Lo studio, che ha preso in considerazione un campione di oltre 400 aziende di tutto il mondo e di settori diversi, ha messo all’indice espressioni come «nella mia industria posso attendere e vedere come evolvono le cose». La digitalizzazione è necessaria in ogni settore. E nessuna azienda, si legge, è immune da questo genere di trasformazione, «visto che in ogni comparto sono presenti competitor Digirati». Chi non si aggancia al futuro è fuori dal giro. Punto. Emerge peraltro che i digital leader hanno un comune Dna, e che la maturità digitale può essere raggiunta solo grazie a una visione innovativa sostenuta da scelte manageriali coerenti, engagement e risorse.







Stevanato Group, fase di lavorazione

Stevanato Group

In vista di questi nuovi scenari, e a seguito di opportuni approfondimenti strategici, ecco l’impegno di Stevanato Group di Piombino Dese (Padova), fondato nel 1949 e specializzato in prodotti, processi e soluzioni per l’industria farmaceutica. Due le divisioni operative, che peraltro operano in stretta sinergia (circostanza che consente il controllo del processo di produzione, dall’acquisto delle materie prime fino al servizio post-vendita fornito al cliente): la Pharmaceutical Systems, specializzata in contenitori di vetro per uso farmaceutico (siringhe, fiale, tubofiale, flaconi, soluzioni in plastica per applicazioni su dispositivi diagnostici, medici e farmaceutici); e la Engineering Systems, che invece si occupa di tecnologia di formatura del vetro, sistemi di ispezione visiva, sistemi di assemblaggio, packaging e soluzioni per la serializzazione per l’industria farmaceutica.

  Con oltre 3mila dipendenti, il Gruppo ha approvato i dati di pre-chiusura 2016 – che consolidano dal primo gennaio le attività di SVM Automatik e Balda, acquisite a inizio anno – registrando un fatturato consolidato di 456,1 milioni di euro, in crescita del 35,3% rispetto ai 337,1 milioni di euro realizzati nel 2015. Il fatturato delle attività del perimetro organico è stato pari a 361,9 milioni di euro (+7,4% rispetto al 2015). La crescita organica è stata più contenuta rispetto all’anno precedente, ma superiore di tre punti percentuali rispetto alla media del mercato. L’Ebitda 2016 si è attestato a 99,8 milioni di euro rispetto agli 86,4 milioni di euro del 2015, incidendo per il 21,9% sui ricavi mentre l’EBIT è stato pari a 58,1 milioni di euro (12,7% sul fatturato), in leggero decremento rispetto ai 59,7 milioni di euro dell’esercizio precedente, considerando che è stato gravato da 5,9 milioni di euro di ammortamenti derivanti dagli avviamenti emersi a seguito delle acquisizioni. Nel 2016 Stevanato Group ha registrato un utile netto di 35,3 milioni di euro (contro i 38,3 milioni di euro del 2015). Negli ultimi esercizi il Gruppo ha registrato una crescita media del fatturato a doppia cifra e circa il 4% delle revenues viene investito ogni anno in Ricerca. Il Gruppo è guidato dal Presidente Sergio Stevanato, e dai figli Franco e Marco Stevanato, rispettivamente Ceo e Vice President.

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Da sinistra a destra : Franco,Sergio e Marco Stevanato

La sfida: una piattaforma digitale comune per 14 stabilimenti in 9 paesi

Stevanato attualmente dispone di 14 stabilimenti produttivi in 9 Paesi: in Italia (Piombino Dese e Latina); in Slovacchia (Bratislava); in Danimarca (Brabrand e Silkeborg); in Messico (Monterrey); in Cina (Zhangjiagang) e sedi commerciali negli Usa, in Cina e Brasile, dove peraltro è ultimato un nuovo stabilimento. Inoltre, a seguito dell’acquisizione delle attività operative del Gruppo Balda, ora Stevanato è dotato di fabbriche a Bad Oeynhausen (Germania), ad Ontario, Oceanside e Anaheim (California, Usa) e aTimișoara (Romania).

L’estesa dislocazione geografica rendeva indispensabile la creazione di una piattaforma digitale comune. «Il lavoro di standardizzazione del network – afferma Nicola Gianese, iDigital & IT Director Stevanato Group – è durato diversi anni. E non si è trattato di un’operazione semplice dato che nel frattempo Stevanato Group si è reso protagonista di una sensibile espansione, che ha visto l’apertura e l’acquisizione di nuovi stabilimenti in varie aree geografiche. Il Gruppo ha operato secondo una logica continentale, con dieci stabilimenti della divisione farmaceutica, e quattro di quella engineering. Si è passati, peraltro, da un centinaio di user a 1.600.

L’uniformazione era dunque necessaria: uno step cruciale nella direzione della digitalizzazione. Da rilevare, inoltre, che i nostri plants sono localizzati, in molti casi, in luoghi lontani dall’HeadQuarter di Piombino Dese: quello cinese, ad esempio, è a circa 150 km da Shanghai. Quindi abbiamo portato avanti un progetto di prospettiva, a medio e lungo termine, anche in vista di possibili nuove acquisizioni o aperture di nuovi siti produttivi. Per garantire efficienza alla produzione si è realizzata una piattaforma molto solida e affidabile, ma soprattutto integrata nelle tecnologie digitali. Ora siamo, di fatto, un’unica azienda».

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Nicola Gianese, iDigital & IT Director Stevanato Group

HPE e Infonet Solutions attori dell’innovazione informatica

Si diceva dell’importanza dell’engagement, della visione digitale che dal management si proietta sull’azienda. In proposito va peraltro sottolineato che il Gruppo ha affiancato alla famiglia, nella gestione operativa, le competenze trasversali di una struttura manageriale articolata e di matrice internazionale. Si è dotato di una corporate governance che fissa regole che disciplinano la gestione e la direzione. Quanto alla visione, ne è testimone Hewlett Packard Enterprise (o HPE), la multinazionale di Palo Alto (California) che, con 52 miliardi di dollari di fatturato e 240mila dipendenti, è leader nel settore dei server, storage, reti cablate e wireless, sistemi converged, software, servizi e cloud. La società è guidata da Meg Whitman a livello mondiale e da Stefano Venturi in Italia. Dispone di un ampio portafoglio di proprietà intellettuali.

Meg Whitman, Presidente e CEO di HPE. Photo by Max Morse

«Insieme ad altri – afferma Rosalba Agnello, country sales manager di Hpe nel settore industria & terziario – abbiamo contribuito ad una innovazione a 360 gradi del sistema informatico, trasformazione a più livelli che ha inciso sui processi aziendali e che è stata resa possibile dal forte mandato dell’azienda e dalla sinergia tra gli attori in campo. Il gruppo è ora potenzialmente in grado di estrarre e gestire delle informazioni preziose, che rappresentano un plus, un valore per il business. E ciò a prescindere dalla localizzazione geografica della fonte. Un’infrastruttura aperta e flessibile sia nella computazione che nella memorizzazione consente di leggere i dati, che diventano informazioni recuperabili».

Stefano Venturi, vice president e amministratore-delegato del gruppo Hewlett Packard Enterprise i -Italia

Altro partner fondamentale nella realizzazione della piattaforma (che dispone di due internet Datacenter Telecom a Padova e a Bologna e di un sistema di backup a Piombino Dese) è Infonet Solutions Srl, con cui il Gruppo collabora da più di un decennio. Comunque sia, Stevanato Group è l’unica azienda italiana con sistemi in Business Continuity con siti distanti più di 100 km. La soluzione supporta tutte le applicazioni mission critical.

La piattaforma IDigital solo il punto di partenza

Va chiarito che la continuità operativa è un processo finalizzato a garantire persistenza e durevolezza alle attività aziendali e a prevenirne una possibile interruzione. Ma non è l’unico risultato raggiunto. «Credo che uno dei vantaggi più rilevanti – afferma Gianese – sia il considerevole incremento delle sinergie. Un progetto può essere realizzato in un impianto in Cina e in Messico, e poi adottato a livello centrale. Normalmente, questo non accade: la progettualità, in genere, è sviluppata nel cuore dell’azienda. L’integrazione, invece, consente di mettere a fattor comune idee provenienti da stabilimenti periferici».

Dunque il Gruppo ha dato vita ad una struttura IDigital, focalizzata nel realizzare sistemi e soluzioni tecnologiche avanzate per sostenere lo sviluppo delle esigenze operative e di analisi dell’azienda. Ma la piattaforma, sebbene complicata e impegnativa, era il primo passo. Gianese ebbe a dire tempo fa che «l’evoluzione di Stevanato ha imposto, implica e necessita oggi e sempre più in futuro di un vigoroso supporto di Information Technology.

Ciò è motivato dal fatto che tutte le attività quotidiane di processo, analisi e collaborazione svolte in ambito aziendale, devono essere orientate al massimo dell’efficienza ed efficacia. In questi ultimi anni, il ruolo dell’IT è stato volto a impostare modelli e sistemi in grado di garantire la costruzione di una piattaforma di efficienza solida, integrata e reattiva. Questo naturalmente non basta: per poter esser di concreto supporto alla crescita, l’IDigital dovrà necessariamente evolversi nelle competenze, nelle metodologie, ma soprattutto nelle soluzioni che realizzerà per il Gruppo.

Produzioni Stevanato

Il progetto Digital Gateway: verso l’ IoT

Proprio per questi motivi – sottolinea Gianese – abbiamo avviato un MacroProgetto denominato “Digital GateWay”, che ha come obiettivo fondamentale la partecipazione attiva e strategica ai processi e progetti di Digital Transformation». Da circa tre anni, in effetti, il Gruppo ha virato decisamente verso il digitale. E Gianese, per definire l’importante evoluzione, utilizza ora un’espressione metaforica, quella dell’albero della digitalizzazione. «Stiamo preparando – afferma – le tecnologie 4.0 e in particolare quelle relative all’Iot, l’internet delle cose. Il fatto è che per operare positivamente in questa direzione, è necessario costituire una base ideale. Per questo il lavoro sulla piattaforma è particolarmente intenso. In pratica, senza una rete efficiente, introdurre elementi di 4.0 per esempio in Messico non avrebbe senso.

E poi, ci siamo resi conto che l’architettura del sistema è molto complessa, una volta che si è diretti ad avanzamenti consecutivi. Sì, perché in gioco non c’è solo la piattaforma hardware: proprio in queste settimane stiamo sperimentando delle applicazioni abilitanti che consentono l’operatività di altre applicazioni. Potremo definire questo schema “l’albero della digitalizzazione” perché comporta continue “ramificazioni”. Per ora la robotizzazione riguarda l’ambito engineering. Peraltro, sta assumendo un rilievo particolare, per l’azienda, l’aspetto della sensoristica, dei dispositivi beacon (che, con la tecnologia Bluetooth Low Energy, trasmettono informazioni con un raggio di azione regolabile, da pochi centimetri a una settantina di metri), dell’elettronica a basso voltaggio e di altro».

La valorizzazione dei Big Data

Nell’orizzonte di Stevanato Group, l’estrazione di valore grazie ai big data. «Da questo punto di vista –continua Gianese – stiamo realizzando un progetto di durata triennale per potenziare l’estrapolazione e l’analisi dei dati aziendali, anche di quelli relativi al 4.0. I dati sono destinati ad essere esaminati da un sistema di algoritmi che li renderà molto fruibili. Non si tratta, dunque, di una ricezione passiva, ma dell’estrazione di informazioni aggiuntive a quelle che normalmente si potrebbero ottenere, e ciò a beneficio del gruppo. A mio avviso, occorreranno circa due anni per andare a regime».

Il modello del Gruppo è legato al cloud ibrido. «Il Cloud – afferma Gianese – è un grande alleato quanto a dati replicabili a livello intercontinentale, tutelati da certificazioni e validazioni proprie del settore farmaceutico. È una questione di compliance: i dati sono gestiti in conformità alle normative inerenti allo specifico settore aziendale di riferimento. Per tutto il resto, Iot, Industry 4.0 e altro, le applicazioni un po’ restano in casa e un po’ sono in cloud».

Stevanato Group, fase di produzione

La digital transformation consente la continua crescita

In buona sostanza, Stevanato Group punta sulla digital transformation per rispondere alle necessità aziendali in rapida evoluzione. E ora la piattaforma informatica è in grado di rispondere rapidamente alla continua crescita del Gruppo, sfruttando la modularità e la scalabilità dei sistemi, nonché garantire la continuità dei servizi erogati. Secondo la Agnello, peraltro, «in realtà il Gruppo è molto avanti nella sensoristica e molto attento a ciò che di più competitivo offre il mercato». Di rilievo l’infrastruttura di virtual shared desktop. «Si è realizzata – continua la Agnello – la virtualizzazione dei desktop degli user. La capacita computazionale non è sotto la scrivania ma in un server centralizzato. D’altra parte, questo consente vantaggi notevoli. Si pensi soltanto alla questione degli aggiornamenti: impensabile eseguirli su 1.600 terminali».

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Rosalba Agnello, country sales manager di Hpe nel settore industria & terziario

Il giudizio sull’opera è largamente positivo. «Quella di Stevanato Group è una infrastruttura di ultima generazione – chiarisce la Agnello – sia per quanto riguarda la parte relativa al server computazionale ad alta velocità elaborativa – che occupa poco spazio e che peraltro si distingue per i bassi consumi energetici – che per la parte concernente il sistema di archiviazione di massa abbinata ad alte prestazioni. Sono macchine avanzate, in un contesto, peraltro, in continua evoluzione. Comunque sia, senza questi avanzamenti tecnologici, non sarebbe stato possibile, per il gruppo, raggiungere questi livelli di produzione e di gestione dei volumi. L’azienda produce a questi ritmi grazie alla tecnologia».

Gli strumenti utilizzati

Tra le tecnologie utilizzate, HPE BladeSystem, con enclosures ridondati, per l’infrastruttura server di servizio, HPE Moonshot dedicati unicamente alla farm Citrix, HPE 3PAR per lo storage. «Stevanato Group- dice la Agnello- ha in cloud ibrido la piattaforma ERP (Enterprise Resource Planning, un sistema di gestione, chiamato in informatica sistema informativo, che integra tutti i processi di business rilevanti di un’azienda, come le (vendite, gli acquisti, la gestione magazzino, la contabilità e altro) su Sas (un linguaggio di programmazione e al contempo un insieme di software integrati, che consentono varie utilità, tra cui la gestione dei dati, l’analisi statistica e il project management)».

Infine, secondo Infonet Solution «il Gruppo ha effettuato sia una Business Impact Analisys che la definizione del Service Catalogue, operazioni che hanno permesso di definire il livello di servizio e affidabilità necessari al Business del cliente. Tali dati hanno quindi rappresentato le linee guida per l’effettuazione dell’High Level Design dell’infrastruttura che è stata poi condivisa con i pre-sales HPE. Nelle definizione dei requirements tecnologici sono inoltre stati valutati i parametri di crescita, in termini di risorse IT, necessari per dimensionare l’infrastruttura e renderla adeguata per i successivi 5 anni».

Stevanato Group Graduate Program

In cerca di risorse umane

I progressi di Stevanato comportano la necessità dell’allargamento del personale specializzato. «Il Gruppo – rendono noto da Piombino Dese – è alla ricerca di giovani e brillanti neolaureati di alto potenziale, da inserire in un programma di crescita e di sviluppo, in affiancamento a colleghi e risorse esperte in diverse aree aziendali: Manufacturing, Engineering, Quality, R&D, Product Management, Sales, Marketing e Funzioni Corporate». Il piano si chiama Stevanato Group Graduate Program – Raise Your Talent, e partirà a giugno.

Gli interessati, giovani neolaureati in ingegneria (meccanica, dei materiali, elettronica, dell’automazione, chimica, gestionale), scienze dei materiali, fisica, Ctf, statistica, economia, lingue, scienze della comunicazione, matematica e sociologia, devono inviare la propria candidatura entro il 30 di aprile. Tra le doti richieste: spirito di innovazione, propensione al cambiamento, orientamento al problem solving, ottima conoscenza dell’inglese e disponibilità alla mobilità internazionale. Il programma, della durata di 18 mesi, si articolerà in due percorsi diversi a seconda del background accademico; al termine, i candidati selezionati saranno assegnati al ruolo definitivo in una specifica area dell’azienda.














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