Il ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e Pmi: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, ha fatto tappa a Cosenza, con il Comitato Piccola Industria di Unindustria Calabria e Confindustria Cosenza. Il roadshow, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub e la media partnership de L’Imprenditore, fino a oggi ha visto la partecipazione di oltre 1000 imprese tra Verona, Bari, Firenze, Caserta, Torino, Cesenatico, Brescia, Genova e Castellanza – in due anni toccherà tutte le regioni italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Sono le stesse imprese a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.
L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 70 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti. Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati Eurostat del 2023, solo il 5% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea (Figura 1).
In particolare, la percentuale di piccole imprese italiane (10-49 dipendenti) si attesta al 4,4%, contro il 24% delle grandi imprese (oltre 250 dipendenti) (Figura 2). Un gap da colmare, perché numerose ricerche certificano un crescente divario nell’incremento della produttività dovuto alla digitalizzazione tra le poche imprese di frontiera e le molte più in ritardo. Per quanto riguarda la Calabria, dai dati Istat emerge che le imprese con almeno un livello base di digitalizzazione sono solo il 53%.
Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende Ict, il mercato del digitale in Calabria nel 2022 ha raggiunto circa 1,09 miliardi, con un aumento dello 0,3% rispetto al 2021. Tale crescita, seppur contenuta, è stata la quarta più alta tra le regioni del Mezzogiorno (dietro a Molise, Campania e Puglia e davanti a Sardegna, Sicilia, Basilicata e Abruzzo). (Figura 3)
L’intelligenza artificiale si pone al centro di un triangolo i cui vertici sono competenze, infrastrutture e tecnologie, intorno ai quali orbitano tanti altri elementi necessari a una corretta implementazione della digitalizzazione. Per poter competere occorre una solida infrastruttura di calcolo e di trasmissione dei dati, competenze digitali di alto livello e di base e tecnologie che rendano il processo sempre più efficiente, rapido e preciso. Dal punto di vista dei talenti, secondo il Global AI Talent Tracker del Think Tank Marco Polo (Paulson Institute), gli Stati Uniti rimangono la destinazione principale per i talenti di alto livello nell’IA. Nel frattempo, negli ultimi anni la Cina ha ampliato il proprio bacino di talenti nazionali legati all’intelligenza artificiale e il Paese produce una parte considerevole dei migliori ricercatori mondiali nel campo, passando dal 29% nel 2019 al 47% nel 2022, di cui oltre il 90% rimane nel Paese. L’Europa rimane indietro sia come numero di talenti (12% del totale nel 2022) sia come capacità di trattenerli: solo il 70% circa rimane nel continente, contro più dell’80% degli Usa. Dalle analisi di Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende Ict, in Italia il mercato dell’intelligenza artificiale nel 2022 ha raggiunto un volume di circa 435 milioni di euro (+32,4%) ed è previsto che raggiunga i 1.200 milioni nel 2026, con un tasso di crescita medio annuo del 28,9% (cfr. Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2023” v.2). L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’IA resta meno sviluppato rispetto agli altri paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’IA. Se poi guardiamo ai dati Eurostat relativi alle motivazioni che limitano l’utilizzo dell’IA, (Figura 4) le imprese del nostro Paese esprimono meno preoccupazioni della media europea ma il freno maggiore consiste nella carenza di competenze adeguate. È quindi fondamentale approfondire la conoscenza degli strumenti a disposizione e comprendere meglio quale siano le ragioni alla base di uno scarso utilizzo di queste tecnologie.
Le dichiarazioni ufficiali
«Non dobbiamo dimenticare quanto infrastrutture e hardware svolgano un ruolo centrale nello sviluppo e nell’implementazione dell’Intelligenza Artificiale. La corsa repentina e continua della tecnologia non fa che aumentare i ritardi che ancora permangono nel nostro Paese in termini di connessione, competenze e capacità industriale. I progressi sulla connettività veloce, nonostante siano al centro del Pnrr, procedono con non sufficiente rapidità. Guardando alla Calabria non possiamo non constatare come alcune zone produttive, già scarsamente collegate fisicamente, abbiamo enormi problemi anche nella connettività digitale. Dal punto di vista dell’IA, inoltre, come Europa continuiamo a essere tanto in prima linea in termini regolatori quanto timidi in termini industriali. Voglio sottolineare, poi, come l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale faccia emergere anche importanti questioni etiche e sociali che richiedono una rigorosa attenzione da parte delle imprese. Dobbiamo agire sia dal punto di vista della domanda – come facciamo in questo ciclo di incontri – che dal punto di vista dell’offerta. È essenziale, infatti garantire che la sua adozione avvenga in modo responsabile, rispettando i principi di trasparenza, equità e responsabilità. Bisogna favorire la collaborazione tra pubblico e privato, tra imprese, governi, istituzioni accademiche e società civile per garantire che l’IA sia sviluppata e utilizzata in modo inclusivo ed equo e le sue applicazioni siano sicure ed affidabili per tutti», ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria Confindustria.
«L’intelligenza artificiale è stabilmente sulle prime pagine dei giornali, in Italia come all’estero. Esiste in questo fenomeno una componente di “hype”, ma non si può negare quanto tecnologia sia dirompente e in grado di trasformare business, economie e quindi anche territori. In Europa – e ormai anche in Italia – si ragiona su come regolare l’IA, ma a questo va affiancata una rinnovata forte politica industriale. Le testimonianze di oggi ci dimostrano che anche realtà piccole nel Mezzogiorno hanno competenze e qualità eccezionali. In questo contesto il ruolo della politica pubblica, e aggiungo anche del sistema associativo di Confindustria, è creare un effetto “spillover”, partire dai punti di forza del territorio, come il Digital Innovation Hub, l’Università della Calabria qui a Cosenza o come le aziende che abbiamo ascoltato, per contagiare e rinnovare il sistema produttivo del territorio», ha affermato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform.
Per il presidente di Confindustria Cosenza Giovan Battista Perciaccante «l’impatto sulla società e sui sistemi economici e industriali dell’intelligenza artificiale è estremamente rilevante. Le aziende possono trarre da questa tecnologia un vero e proprio slancio organizzativo, che permette loro di competere ed essere ancora più efficienti. È opportuno cercare di individuare i migliori percorsi di adozione, affiancando le imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni, nel soppesare rischi e opportunità. Confrontarci con esperti ed ascoltare le esperienze dirette da parte di chi già utilizza con efficacia l’intelligenza artificiale in azienda non potrà che aumentare il nostro grado di consapevolezza verso questa tematica».
«Sono lieto che il roadshow sull’intelligenza artificiale faccia tappa a Cosenza perché il territorio ospita una delle Università più avanzate del nostro Paese sul tema e la presenza del professore Gianluigi Greco, in qualità di accademico espressione dell’ateneo e coordinatore della task force del Governo sull’IA ne è ulteriore conferma. Siamo di fronte ad un’evoluzione epocale per l’innovazione già oggi realizzata e per le potenzialità che sono ancora da esplorare. Per le Pmi calabresi potrà rappresentare un modo per colmare il divario con le imprese del resto del Paese. I rischi connessi all’innovazione non devono trasformarsi in un alibi per un eccesso normativo da parte della Commissione Europea. È giusto regolamentare, ma non dobbiamo porre ostacoli inutili all’innovazione. Il rischio è quello di essere estromessi dalla competizione globale sull’IA» ha commentato il presidente Comitato Piccola Industria Calabria Daniele Diano.
«Grazie ai promotori principali del Digital Innovation Hub Calabria che mette insieme il mondo delle imprese con Unindustria Calabria e il Cluster Fabbrica Intelligente, quello dell’alta ricerca con le Università della Calabria, Magna Graecia di Catanzaro e degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e la Regione Calabria, stiamo spingendo molto sulle imprese affinché si rafforzi una rete di competenze adeguata a rispondere alle sfide che si prospettano all’orizzonte, con un occhio di riguardo per l’intelligenza artificiale. Abbiamo avviato un programma d’incontri per verificare il fabbisogno di servizi innovativi delle imprese e pianificare a stretto giro una serie di iniziative per spingere l’acceleratore sull’adozione delle relative tecnologie», ha concluso il presidente del Digital Innovation Hub Calabria Fortunato Amarelli.