Facebook: unica identificazione per i suoi servizi Messenger, Whatsapp e Instagram

Mark_Zuckerberg, Ceo di Facebook (foto di Anthony Quintano)

di Chiara Volontè ♦︎ Una sola iscrizione per i servizi di messaggistica del colosso digitale. Questo annuncia Mark Zuckerberg, offrendo così  più garanzie di inviolabilità della privacy. Ma  l’obiettivo  è contrastare Google esponendo alla pubblicità on line il bersaglio facile di un profilo unico per ogni utente di una ancora  più vasta  platea globale della megapiattaforma

Più di un terzo della popolazione mondiale ogni giorno utilizza i servizi di messaggistica forniti da Mark Zuckerberg: 2,6 miliardi di utenti si avvalgono quotidianamente di Messenger, Whatsapp e Instagram per inviare messaggi privati. Un fiume di persone che si scambia miliardi di dati, di informazioni, di foto, di emoticon: in una parola, miliardi di informazioni che hanno fatto della galassia fondata dall’ex studente di Harvard una delle cinque società con maggiore capitalizzazione al mondo.

Ora però il manager di Menlo Park ha dichiarato che riunirà in un’unica, gigantesca piattaforma, i 3 servizi, in modo da aumentare l’engagement con i prodotti della famiglia Facebook. L’indiscrezione, trapelata lo scorso 25 gennaio sul New York Times, trova conferma in un post di Zuckerberg: «Renderemo possibile l’invio di messaggi ai propri contatti usando qualsiasi dei nostri servizi, e prevediamo di estendere questa interoperabilità anche agli sms».







E previene – almeno a parole – gli attacchi di chi si focalizza sui problemi di privacy che una simile operazione inevitabilmente porta a galla, soprattutto alla luce dello scandalo Cambridge Analytica: «Ci sono – scrive il numero uno di Facebook – vantaggi in termini di privacy e di sicurezza nell’interoperabilità. Credo che il futuro della comunicazione si muoverà sempre di più su servizi criptati e privati con cui le persone possono essere più fiduciose che quello che si dicono resti sicuro e che il loro messaggi e contenuti non resteranno in circolazione per sempre».

La strategia di Zuckerberg si articola su sei pilastri: su interazioni private (a tenuta stagna); crittografia (il sistema end-to-end che protegge le comunicazioni); riduzione del tempo di permanenza (la durata di messaggi e storie); sicurezza; interoperabilità (la possibilità di comunicare in modo sicuro da un network all’altro); archiviazione dati sicura (la protezione delle informazioni per evitare un uso improprio, in ottemperanza ai regolamenti vigenti a seconda del Paese).

Solo questi i motivi che hanno spinto Zuck a questa svolta? Facile prevedere che la risposta sia negativa. Il grande tarlo che continua a rodere la testa del manager è come contrastare Google che monopolizza il tempo di permanenza sul web: con la posta elettronica, le ricerche e soprattutto Youtube, Mountain View si è garantita ore di accesso quotidiane da parte di ogni utente iscritto ai suoi servizi. E Zuckerberg non può permettersi di perdere questa partita. Da qui, dunque, il desiderio di integrare i diversi servizi in una unica soluzione, nella speranza che 1+1+1 faccia 4 (o anche 5) e non soltanto tre.

Il motivo è presto detto: più tempo trascorso significa più impression pubblicitarie, e quindi, nell’idea di Zuckerberg, maggiori investimenti da parte delle aziende che sponsorizzano i loro contenuti. Già oggi, in Italia, Facebook e Google si dividono il 77% della pubblicità online, ma naturalmente l’ambizione è sempre di riuscire a ottenere risultati migliori. Inoltre, con un servizio di messaggistica integrato, Facebook potrebbe fare concorrenza anche a iMessage, il servizio offerto da Apple ai propri clienti che permette un dialogo con altri utenti della mela morsicata.

Infine, perché l’unione dei 3 canali garantirebbe a Zuckerberg di avere a disposizione la più grande platea del mondo: perché se già Facebook è riuscita a diventare l’app per antonomasia per quasi un terzo della popolazione mondiale, l’integrazione con Instagram (un miliardo di profili) e WhatsApp garantirebbe la maggioranza assoluta. Oggi, infatti, per beneficiare dei 3 differenti servizi è necessario essere iscritti a ciascuno di essi in maniera distinta, e non è detto che tutti siano iscritti a tutti e 3. Ma un domani, con l’unificazione dei servizi, si potrebbe garantire che la totalità degli utenti o quasi siano “censiti” da Facebook.














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