La fabbrica 4.0 a misura di uomo (e di donna)

di Paola Fantini e Marta Pinzone ♦ Consigliereste ai vostri cari di lavorare in fabbrica? Per molti oggi la risposta è no, ma l’Industry 4.0  attenta alla centralità della persona puo’ rivoluzionare un sentire comune per favorire uno sviluppo economicamente e socialmente sostenibile.

Industria Italiana ospita il quarto articolo frutto della collaborazione con il Manufacturing Group del Politecnico di Milano, nel cui ambito lavorano le due autrici. Al centro della quarta rivoluzione industriale  macchine su misura per prodotti su misura, in un processo di produzione che tiene conto dell’ individualità del lavoratore. Esiste la possibilità  che con l’aiuto delle nuove tecnologie venga contrastata l’alienazione storicamente presentata come connaturata alla natura della maggior parte del lavoro manufatturiero?







La manifattura è tornata di moda

Negli ultimi cinque anni, i governi di molti paesi industrializzati hanno lanciato e finanziato azioni importanti per il rilancio della manifattura. La Germania già nel 2011 definiva la sua strategia per utilizzare la forza e le competenze di questo settore come fattore di successo per gareggiare su scala globale; negli Stati Uniti il governo di Obama ha stanziato circa 500 milioni di dollari per riportare in patria i siti produttivi che le aziende statunitensi avevano delocalizzato in regioni con basso costo della manodopera. Cina, Giappone, India, Canada e Corea hanno avviato più recentemente programmi per promuovere il rinnovamento della manifattura.

L’Europa scommette sull’industria come fonte di lavoro qualificato.

In Europa, singoli paesi, tra i quali l’Italia, stanno mobilizzando risorse per digitalizzare e rivitalizzare la manifattura. Come rilevato dalla Commissione Europea, a fronte della preoccupazione per l’alto numero di disoccupati, soprattutto tra i giovani, o di persone impegnate in lavori di bassa qualità, vale la considerazione che una forte base industriale è importante non solo per la crescita economica, ma anche per l’occupazione .

Il lavoro in fabbrica   considerato   di scarso appeal

Per l’opinione pubblica la fabbrica è associata a stereotipi negativi legati anche alla scarsa attenzione alla salute e al benessere dei lavoratori. L’adeguamento sempre più diffuso delle postazioni di lavoro alle normative e agli standard non sembra sufficiente a capovolgere l’immagine della manifattura e a rendere attraente la prospettiva di un posto di lavoro in produzione. In realtà negli ultimi decenni si sono fatti passi avanti per la protezione e la sicurezza: in Italia il numero di incidenti sul lavoro nelle attività manifatturiere è diminuito del 34% dal 2011 al 2015 (dati Inail), anche se le malattie professionali, ed in particolare le patologie osteomuscolari, sono ancora in aumento.

Restano le rigidità determinate dalle necessità della produzione

 Non è tutto. Secondo i sondaggi della “European Work Conditions Survey”, la maggioranza dei lavoratori (60%) soffre una situazione di disagio e di scarsa soddisfazione circa la qualità del proprio lavoro, spesso dovuta ad un disallineamento tra le proprie competenze ed i compiti richiesti. Appartengono invece a una minoranza coloro che hanno potuto usufruire di formazione e training. Inoltre, la manifattura sembra presentare ancora qualche rigidità su orari e turni di lavoro, rendendo meno agevole la conciliazione vita-lavoro. La manifattura sta quindi vivendo un paradosso: valutata come un fattore essenziale per la crescita economica e sociale, non è altrettanto apprezzata dai lavoratori, né dalla società nel suo complesso. Come superare questa contraddizione?

Il lavoro quotidiano nella fabbrica Industry 4.0
Il lavoro quotidiano nella fabbrica Industry 4.0

“Indossare” il posto di lavoro: a ognuno la sua taglia

Negli ultimi anni si stanno studiando soluzioni nella direzione della “fabbrica antropocentrica” per rendere il lavoro più confortevole adeguando le postazioni alle caratteristiche individuali dei lavoratori: il posto di lavoro non è più taglia unica, ma si adegua dinamicamente alle misure dell’operatrice o dell’operatore. Non solo, nuovi e sofisticati equipaggiamenti rendono il lavoro meno faticoso e perciò sostenibile anche da lavoratori anziani o disabili: robot collaborativi eseguono le operazioni facili e ripetitive e sorreggono le parti e gli utensili per l’operatore, migliorando in tal modo l’ergonomia della postazione di lavoro e la performance operativa; esoscheletri armano e sostengono il corpo umano, sgravando le membra e le articolazioni dai carichi più gravosi.

La conoscenza a portata di mano, per tutti e in tutte le situazioni

Se queste soluzioni mirano a ridurre lo sforzo e la fatica dei lavoratori sul piano fisico, altre si preoccupano di supportare il lavoratore dal punto di vista cognitivo. I dati raccolti attraverso i dispositivi indossabili, wearable, possono essere utilizzati per migliorare il design e l’adattabilità in tempo reale del sistema produttivo, modificando, ad esempio, il livello di automazione in base allo stato psico-fisiologico dell’operatore. Tablet, occhiali smart o altri dispositivi indossabili aiutano l’operatore a ricordare la sequenza delle operazioni, a guidarlo nello svolgimento, a individuare eventuali difetti e a correggerli. Grazie all’uso della simulazione e della realtà virtuale, un lavoratore inesperto può imparare come eseguire un compito a lui non familiare in un ambiente confortevole e personalizzato. I tecnici di manutenzione possono essere assistiti, grazie alla realtà aumentata, durante l’esecuzione delle riparazioni e ricevere una guida a distanza da parte di esperti.

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Dal Manufacturing Group uno strumento per l’ abbinamento tra i compiti da svolgere e le caratteristiche dei lavoratori

Lavorare ognuno secondo le proprie capacità per ottenere il meglio della prestazione. Come abbinare in modo scientifico i compiti e le mansioni alle caratteristiche dei lavoratori al fine di ottenere più alti livelli di performance e maggiore soddisfazione e benessere mentale e fisico? Una risposta, nella realtà odierna, la offre il Manufacturing Group del Politecnico di Milano, che ha sviluppato lo “Human-Centric Job Allocator”.  Si tratta del prototipo di un sistema di supporto alle decisioni che si propone di aiutare nell’individuazione del match ottimale tra un insieme di lavoratori disponibili e un insieme di compiti necessari per la realizzazione del prodotto. Nella definizione dell’allocazione ottimale l’algoritmo alla base del sistema tiene in considerazione da un lato, le abilità e conoscenze richieste dal compito e le competenze possedute dall’operatore per soddisfare tali domande; dall’altro, i bisogni e le preferenze del lavoratore e le caratteristiche del compito in grado di soddisfarli.

La conciliazione tra vita e  lavoro diventa possibile

Quando si pensa alla fabbrica, si ha come riferimento un modello di tipo fordista, nel quale il lavoratore è oppresso da un lavoro dai tempi serrato, fisicamente vicino, ma isolato dai propri colleghi, alienato rispetto alla propria vita. La “fabbrica antropocentrica”, al contrario, supporta la conciliazione vita e lavoro, con diversi meccanismi, ad esempio permessi di paternità e per la cura della famiglia, benefit per lo studio e l’educazione dei figli, assistenza sanitaria, convenzioni e agevolazioni al consumo, e smartworking.

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Ispezione video di componenti
 La flessibità come effetto abilitante

La flessibilità nell’organizzazione del lavoro (es. part-time, settimana lavorativa compressa), se opportunamente gestita, può avere un effetto abilitante;  pensiamo all’organizzazione di turni di lavoro con orari di ingresso/uscita flessibili e a un maggiore coinvolgimento ed autonomia dei dipendenti nella scelta dell’orario di lavoro, che si puo’ adattare alle loro esigenze. Inoltre, l’uso di piattaforme di collaborazione, di social network aziendali e forum per le comunità di pratica può supportare la comunicazione interna, la condivisione di informazioni e idee necessarie per svolgere e migliorare le attività. Così come, strumenti di networking ed apps, in cui sono coinvolte sia la fabbrica che la comunità locale, possono aumentare la partecipazione del lavoratore alle attività della comunità in base ai suoi interessi e facilitare la ricerca di servizi locali per far fronte ai bisogni legati al lavoro e alla vita personale.

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Operatore al lavoro con un robot collaborativo

La fabbrica avrà sempre bisogno di persone, ma con competenze diverse da oggi

I media non mancano di enfatizzare l’effetto dirompente che le nuove tecnologie stanno portando nel mondo della produzione, oltre che nel rapporto con i fornitori, i clienti e nella nostra vita. Dando ormai per assodato il concetto di automazione industriale, assistiamo al progressivo ingresso nelle fabbriche di tecnologie smart, tra le quali è possibile annoverare IoT industriale, analitiche basate sui big data, cloud manufacturing, interfacce uomo-macchina avanzate, sistemi cyber-fisici, robot collaborativi. Posto che l’avanzata di queste tecnologie non porterà a una fabbrica senza persone, il dibattito e la ricerca si focalizzano invece sul tema dell’interazione tra tecnologie e persone. I lavoratori dovranno avere le professionalità richieste per potere operare e interagire con un contesto produttivo del tipo Industria 4.0., professionalità sempre più basate sullo sviluppo di un mix di competenze trasversali a più tecnologie e discipline: tecniche, digitali e più “soft”, quali comunicazione, collaborazione e soluzione di problemi complessi.

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Realtà aumentata per il controllo delle fasi di produzione
Le nuove figure professionali e il nuovo modo di lavorare

Ad esempio, Boston Consulting Group  individua due categorie principali:

– Gli “Scienziati di Dati Industriali” , che dovranno conoscere sia i processi di produzione e che i sistemi informatici, e possedere, oltre che competenze nell’ambito della statistica, una forte capacità di analisi per individuare correlazioni e trarre conclusioni.

– I “Coordinatori di Robot”, che avranno la responsabilità di supervisionare i robot e rispondere a malfunzionamenti e segnali di errore, effettuando anche operazioni di manutenzione e interagendo con altri esperti quando necessario.

La progettazione intelligente dei processi di lavoro, unitamente all’utilizzo di dispostivi individuali, potranno supportare i lavoratori, facilitando il loro lavoro e migliorando il loro benessere,  creando nuove opportunità per una maggiore inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Inoltre, sarà possibile connettersi alla fabbrica cyber-fisica in qualunque momento e da qualunque luogo e, quindi, emergeranno nuove possibilità di smartworking, che potranno favorire ulteriormente la conciliazione vita-lavoro.

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Con la nuova fabbrica aumenterà la possibilità di conciliare vita e lavoro

Una rivoluzione Industry 4.0 socialmente sostenibile

Molte sono, dunque, le opportunità da cogliere e, anche le sfide da intraprendere, affinché attività e luoghi della manifattura siano veramente a misura degli uomini e delle donne che vi lavorano. La nuova ondata di interesse e le risorse finanziarie messe a disposizione dai governi per rivitalizzare l’industria manifatturiera rappresentano un’occasione preziosa per raggiungere questo obiettivo. E’ importante però che in tutti i progetti di industria 4.0 gli aspetti umani e sociali siano evidenziati come requisiti fondamentali e gestiti con le adeguate competenze, metodiche e strumenti, per uno sviluppo economico armonioso e socialmente sostenibile.

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Marta Pinzone, Manufacturing Group del Politecnico di Milano, autrice dell’articolo

 

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Paola Fantini, Manufacturing Group del Politecnico di Milano, autrice dell’articolo

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Il Manufacturing group del Politecnico di Milano

Il Manufacturing Group, afferente alla School of Management del Politecnico di Milano, è formato da più di 30 tra professori, ricercatori e dottorandi e si occupa di attività di ricerca sui temi dell’industria manifatturiera. Le principali aree trattate riguardano la progettazione e la gestione della fabbrica, dello Smart Manufacturing, la gestione integrata del ciclo di vita del prodotto e degli asset aziendali, gli aspetti di sostenibilità sociale della fabbrica, i servizi manifatturieri innovativi, e le nuove forme e necessità educative per il settore. Il gruppo ha all’attivo 40 progetti già completati in ambito Europeo, in particolare sul tema della “Fabbrica del Futuro”. Attualmente ha 10 progetti internazionali attivi nelle sue aree di ricerca. Inoltre il gruppo collabora con diversi centri di ricerca europei e con numerose aziende italiane e straniere. E’ autore di molteplici pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche sul manifatturiero. Dal 2011 è organizzatore del World Manufacturing Forum.

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