Ucimu: volano gli ordini per le macchine utensili

di Nicola Penna ♦ Non solo progrediscono le vendite per il mercato interno (+86,2), trainate dalle misure del Piano Industria 4.0, ma anche l’export è in ripresa (+6,2%). Carboniero: ora avanti con la formazione e la promozione all’estero

Come Industria Italiana ha rilevato di recente ( vedi  qui  ),  pur con luci ed ombre  è un buon momento per i settori trainanti dell’ economia nazionale, e in particolare per il manifatturiero. Secondo l’Istat, il valore prodotto dalle nostre industrie dovrebbe attestarsi nel 2017 a 872 miliardi, cioé 72 miliardi in più rispetto agli 800 del 2013. Crescono soprattutto due settori: macchinari e impiantistica; automobili e componentistica auto. Nel 2017 il fatturato generale del settore macchinari e impiantistica dovrebbe attestarsi a quasi 46 miliardi di euro, in crescita dell’8,2% rispetto all’anno precedente. In questo ambito, macchine utensili e robot made in Italy sono cresciute nel 2017 del 10,1% attestandosi a circa 6,1 miliardi di valore. Per il 2018 Ucimu prevede una ulteriore crescita del 6,2%, (vedi qui).

E proprio da Ucimu arrivano ora ulteriori dati più che confortanti, che non solo confermano il trend positivo di mercato interno innescato dalle misure del Piano Industria 4.0, ma segnalano anche una ripesa dell’ attività export, che sembrava aver avuto una battuta d’arresto in tempi recenti. Infatti cresce ancora l’indice Ucimu degli ordini di macchine utensili che, nel quarto trimestre 2017, ha registrato un incremento del 21,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In valore assoluto l’indice si è attestato a 162 (base 100 nel 2010). Il risultato complessivo è stato determinato sia dal positivo riscontro degli ordinativi esteri, ma principalmente dall’ottimo risultato raccolto dai costruttori italiani sul mercato interno.







Una doppia buona notizia

In particolare, gli ordini esteri sono cresciuti del 6,2% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2016. Il valore assoluto dell’indice qui si è attestato a 138,4. Sul fronte interno, i costruttori italiani di macchine utensili hanno registrato un incremento della raccolta ordini dell’86,2% rispetto al quarto trimestre del 2016. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 285,4. Su base annua, l’indice totale ha registrato un incremento rispetto al 2016, del 13,7%. Gli ordini esteri sono cresciuti del 4,7% a totale recupero dell’arretramento registrato l’anno scorso. Gli ordini interni hanno registrato un incremento del 45,9% a dimostrazione della grande propensione a investire del mercato italiano.

 

 

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Massimo carboniero, Presidente UCIMU

Carboniero: una conferma dell’ efficacia del Piano Calenda

«L’andamento della raccolta ordini del 2017 – secondo Massimo Carboniero, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE – documenta due fenomeni decisamente positivi per il manifatturiero: da una parte, l’indice rileva la ripresa delle commesse oltreconfine il cui risultato, nel 2016, era stato invece deludente; dall’altra registra l’ottima performance degli investimenti in sistemi di produzione nel nostro paese ove gli utilizzatori, con un ritmo crescente nel corso del 2017, hanno acquisito tecnologia di ultima generazione per le proprie aziende».

«Con riferimento al mercato interno – ha continuato Massimo Carboniero – è evidente l’impatto che i provvedimenti contenuti nel piano Industria 4.0, e in particolare Super e Iper ammortamento, hanno avuto sull’andamento delle vendite e sulla raccolta degli ordinativi. Nel caso poi dell’ultima rilevazione (relativa al periodo ottobre-dicembre 2017) gli ordinativi raccolti avranno riflesso diretto sul Pil del 2018 che, anche grazie alle nuove misure previste dalle autorità di governo, si annuncia come un anno decisamente positivo».

 

 

«La conferma dei due incentivi principe del programma governativo Industria 4.0, super e iperammortamento, anche nel piano Impresa 4.0, inserito nella Legge di Bilancio 2018, sebbene con quel piccolo ritocco al super (il cui coefficiente di incentivo passa dal 140% al 130%), è la testimonianza che le autorità di governo hanno ben valutato la portata dell’azione avviata da un anno, comprendendo con ciò che la brusca e repentina interruzione sarebbe stata decisamente deleteria per tutto il sistema». «D’altra parte -aggiunge Carboniero- il processo di svecchiamento degli impianti e di aggiornamento in chiave digitale degli stessi è solo all’inizio e non può prescindere dal ruolo attivo e centrale che avranno “gli uomini” nella prossima fase di utilizzo in modo diffuso e capillare delle tecnologie digitali e interconnesse, all’interno delle fabbriche».

 

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Lean Experience Factory a Pordenone
Avanti con la formazione 4.0

Per Carboniero «La formazione dei giovani in chiave industria 4.0, anche attraverso percorsi scolastici alternativi all’università, come per esempio attraverso gli istituti tecnici superiori (ITS), così come la formazione continua di chi è già impiegato in azienda, sono oggi elementi imprescindibili per assicurare futuro alle imprese, che hanno bisogno di personale capace di programmare e gestire le macchine 4.0 e i processi digitalizzati, anche nell’ottica dell’aumento dell’occupazione giovanile». Questo detto in sintonia con quanto recentemente ribadito dallo stesso Carlo Calenda, (vedi qui.) «Per questa ragione- prosegue il presidente Ucimu – la decisione delle nostre autorità di prevedere un intervento specifico in materia di formazione è, senza ogni dubbio, la risposta più puntuale e adatta che potesse essere prevista a completamento degli incentivi di super, iper e Nuova Legge Sabatini».

…ma perfezionare il meccanismo per ampliare l’efficacia delle misure

Secondo Carboniero però, il provvedimento relativo alla formazione e all’aggiornamento del personale in chiave Industria 4.0, così come previsto, rischia di risultare non pienamente efficace. Le ragioni sono due, e di ordine differente. Da una parte, perché subordinato all’attivazione attraverso contratti collettivi nazionali o territoriali, procedimento che potrebbe risultare di ostacolo a quelle Pmi che non hanno una rappresentanza sindacale all’interno della loro organizzazione. Dall’altra, perché il credito di imposta previsto per le spese sostenute dalle imprese che investono in formazione 4.0 è applicabile alle sole ore di lavoro del personale coinvolto nell’attività. E quindi viene esclusa tutta la parte relativa al costo dei docenti esterni con il rischio che la scelta dei formatori possa essere condizionata più dal prezzo che dal valore del servizio offerto .

 

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Un momento dell’ EMO ad Hannover

L’ esportazione

Commentando il risultato ora   positivo dell’ andamento dell’ export, Carboniero rileva che «per sostenere la ripresa degli ordinativi già avviata nel 2017 potrebbe essere utile prevedere il perfezionamento della nuova Legge sulla Cooperazione che permette anche ai privati di partecipare a progetti legati alla cooperazione italiana ma che, così formulata, risulta di difficile utilizzo da parte delle Pmi». Per il presidente di Ucimu «Occorrerebbe pensare invece ad un sistema più semplice e diretto che porti vantaggi a entrambi i soggetti coinvolti: alle nostre Pmi e alle popolazioni locali, trasformando così la semplice fornitura di macchine e tecnologia in una vera e propria azione di promozione del made in Italy all’estero».

Focus sui paesi in via di sviluppo

E per concludere Carboniero avanza una proposta: «Sulla scorta di quanto già fatto in passato dal Ministero degli Esteri con UCIMU sarebbe utile incentivare lo sviluppo di centri tecnologici dotati di macchinari italiani nelle aree del mondo considerate in via di sviluppo. I centri tecnologici funzionerebbero come punti di formazione della popolazione locale che apprenderebbe una o più professioni grazie ai corsi svolti con macchine e tecnologia italiana e nel medio periodo i diverrebbero poi veri e propri show room della produzione made in Italy di settore ».














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