Sull’esempio di San Francisco il capoluogo piemontese farà appello alle aziende innovative per migliorare i servizi alla cittadinanza
Tempo sedici settimane, cioè quattro mesi, e le start up in tutta Italia che risponderanno presentando i loro progetti, potranno affrontare una selezione che valuterà quelli fattibili al più presto e di rapido avviamento. Ci si può misurare con una vasta gamma di problematiche, prima delle quali quella relativa al call center del Comune. Per gli altri ambiti di competizione la scelta è vasta: può essere ad esempio un database per gestire le informazioni relative agli eventi naturali o la definizione di app per prenotare diversi servizi civici, come quelli sportivi. L’esempio per questo tipo di appello viene da san Francisco, dove nelle scorse settimane si è recata l’assessore all’ innovazione Paola Pisano, e dove ha siglato un’intesa che verrà perfezionata in seguito.
Torino è una delle prime tra le 100 città che il sindaco di San Francisco Edwin M. Lee ha deciso di inserire, nell’arco di cinque anni, in una rete di cento città. Obiettivo comune quello che in California hanno chiamato Stir: Start up in Residence. Un progetto di ricerca e progettazione di soluzioni innovative che, nelle sue finalità, ha un antecedente tutto locale: InnovaTo, della precedente giunta, che mirava a coinvolgere i dipendenti. Un acceleratore di imprese legato a un fondo d’investimento della Silicon Valley, European Innovation Academy, riceverà da quest’anno le migliori idee da sviluppare. Per quello che riguarda i costi, a San Francisco il Comune offre se stesso come laboratorio: se la soluzione funziona la start-up, che non viene pagata, potrà vendere ovunque la sua idea trasformata in business. La stessa strada potrebbe essere seguita a Torino.
