Thales Alenia Space porta in orbita la manifattura italiana

di Piero Macrì ♦︎ La joint venture tra Leonardo e Thales è un system integrator dell'aerospace che progetta a Torino moduli per la stazione internazionale, satelliti scientifici, sonde interplanetarie e rover. Il mondo dello spazio è in continua espansione e varrà nel 2040 un trilione di dollari. Per questo l'azienda è attiva sia con l'Esa che con gli Usa. E collabora con Sabelt, Apr, Ellena e Blu Electronic

Thales Alenia Space Italia – joint venture tra il gruppo francese Thales (67%) e Leonardo (33%), un fatturato di 703 milioni di euro – rilancia la sfida per continuare ad essere protagonista nel settore spaziale. «Il mercato sta diventando molto concorrenziale e occorre riuscire a essere più innovativi e veloci», afferma Roberto Angelini, Engineeering Director del gruppo italo-francese. «Ci sono importanti opportunità strategiche nell’ambito della space economy, ma per riuscire a vincere le sfide che questi progetti impongono, serve un cambio di passo poiché le tempistiche dello sviluppo prodotto sono sempre più strette e richiedono una forte attenzione sul costo».

Per centrare questo obiettivo, il system integrator dell’aerospace – che progetta e integra a Torino moduli pressurizzati per la stazione spaziale internazionale, satelliti scientifici, sonde interplanetarie e rover (i veicoli da trasporto sui corpi celesti) – ha quindi deciso di selezionare e coinvolgere le eccellenze della manifattura italiana per sviluppare prodotti che possano essere “spazializzati”. Il modello di sviluppo prevede una collaborazione ingegneristica basata su una logica win-to-win: per il gruppo significa avere lead time ridotti e un aggiornamento continuo del catalogo servizi da proporre a livello internazionale; per le pmi vuol dire avere la capacità di accedere alla space economy, un mercato che secondo gli analisti della banca americana Morgan Stanley nel 2040 potrebbe valere più di un trilione di dollari.







Come affermato dal Ceo Massimo Claudio Comparini, «Thales Alenia Space, nel suo ruolo di grande industria manifatturiera spaziale, deve cogliere con il suo lavoro la sfida di essere un catalizzatore delle attività che ruotano intorno al settore, alimentare la filiera, le cooperazioni e le partnership, sviluppare una visione di co-engineering collaborativo, così da consentire evoluzione e crescita complessiva del settore». Ecco i contratti più recenti che sono stati acquisiti dal gruppo con l’Agenzia Spaziale Europea e con l’americana Northrop Grumman, lo scenario della space economy e la collaborazione per lo sviluppo di componenti spaziali che Thales Alenia Space ha avviato con Sabelt, Apr, Ellena (aziende con un core business nell’automotive) e Blu Electronic.

Un business interstallare

Massimo Claudio Comparini, ceo di Thales Alenia Space Italia

Thales Alenia Space si è di recente aggiudicata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) i contratti per lo sviluppo di due nuove missioni satellitari (Cimr e Chime), parte del programma Copernicus per l’osservazione della terra. Sempre con Esa, a gennaio è stato siglato il contratto del valore di 4,5 milioni di euro, per lo studio del veicolo di trasferimento cislunare, veicolo spaziale per il trasporto e la logistica, che sarà impiegato in una varietà di missioni. Si va dal rifornimento logistico dei moduli pressurizzati del Gateway lunare, al trasporto delle infrastrutture dello spazio a orbita terrestre bassa e al potenziale uso per future missioni a supporto dell’European large logistic lander (EL3).

Il gruppo italo-francese è stati poi scelto dall’americana Northrop Grumman per la fornitura di altri 2 nuovi moduli cargo pressurizzati che verranno utilizzati nella  diciottesima e diciannovesima missione Cygnus di rifornimento cargo alla ISS (International Space Station). Cygnus è composto da due sezioni principali: il modulo di servizio di Northrop Grumman e il modulo di carico pressurizzato, sviluppato e costruito da Thales Alenia Space. Il primo contratto con l’azienda americana è stato siglato nel 2009 per la consegna di nove moduli e un secondo contratto, nel 2016, per ulteriori nove. Intanto, a febbraio, presso lo stabilimento di Torino, è avvenuta la prima saldatura di Halo (Habitation And Logistics Outpost), la prima cabina abitabile per gli astronauti in visita alla stazione Lunare Gateway, che l’azienda sta realizzando sempre per conto di Northrop Grumman.

Con lancio pianificato al 2024 insieme al Power Propulsion Element PPE –  parte del Programma Artemis guidato dalla Nasa – Halo sarà la prima cabina abitabile per gli astronauti in visita al Gateway lunare. Il suo scopo principale è quello di fornire spazio vitale per gli astronauti dove poter preparare e organizzare la loro esplorazione della superficie lunare. Fornirà le funzioni di comando, controllo e gestione dei dati, stoccaggio e distribuzione dell’energia, controllo termico, comunicazione e tracciamento. Avrà, inoltre, 3 punti di attracco per veicoli in visita e futuri moduli, oltre a spazi dedicati alla ricerca scientifica e allo stivaggio. Una volta attraccata anche la navicella spaziale Orion della Nasa, Halo sarà in grado di accogliere fino a quattro astronauti per un massimo di 30 giorni durante i loro viaggi di andata e ritorno sulla superficie lunare.

 

La competizione USA-Cina per la supremazia della space economy

Elon Musk, ceo di Tesla

Secondo la banca americana Morgan Stanley, l’economia spaziale potrebbe diventare entro il 2040 la nuova industria da un trilione di dollari. È un settore particolarmente dinamico, dove entrano in gioco attori privati, tra i più famosi Elon Musk di Tesla e Jeff Bezos di Amazon, ma anche molte startup. L’Europa è ancora tra i leader nel settore spaziale, ma molti paesi in tutto il mondo stanno creando le proprie agenzie spaziali, soprattutto in Africa, al fine di sviluppare i propri progetti.  L’egemonia è USA ma la Cina diventa l’antagonista numero uno. In gioco è la supremazia interstellare. Secondo la Us-China Commission, Pechino è ben posizionata per assumere un ruolo di comando nella futura economia space-based. Il programma Made in China 2025 punta dritto sullo spazio interstellare e le giro di un ventennio potrebbe diventare la nazione leader in questi settori. L’esempio più evidente sarebbe la Tiangong-3, la terza stazione spaziale su cui Pechino sta cercando di coinvolgere diversi Paesi (Italia compresa, soprattutto per la cupola e moduli abitativi). È un progetto per molti versi simili alla stazione spaziale internazionale sul quale è coinvolta la stessa Thales Alenia Space. Le pressioni da parte del governo Usa hanno però imposto uno stop temporaneo al contratto firmato nel 2019 per la fornitura di uno dei modelli pressurizzati della struttura.

 

Dare impulso alla filiera italiana dell’aerospace

Il Cygnus inizia la sua separazione dalla stazione ISS

Il tema della space economy è stato al centro della discussione del workshop Lo sviluppo di prodotti innovativi per l’esplorazione spaziale, lo sviluppo di sinergie e di concurrent engineering per rafforzare la filiera industriale nazionale/regionalepromosso da Thales Alenia Space nel corso dell’ultima edizione della fiera A&T Automation & Testing. «Mai come ora – ha affermato Roberto Angelini, Engineeering Director del gruppo italo-francese – è necessario avere chiaro come procedere per lo sviluppo dei sistemi e dei prodotti che supporteranno la nuova fase di esplorazione spaziale. L’esplorazione della Luna e di Marte, e le attività di sviluppo tecnologico sostenute dalla Space Economy richiederanno azioni veloci e snelle per consentire all’Italia di continuare ad essere attore protagonista nello scenario internazionale e consentire di massimizzare gli sforzi messi in campo dall’Agenzia Spaziale Italiana». Una strategia, quella espressa da Angelini, che viene oggi condivisa da sempre più pmi italiane. Tra queste: Sabelt, Apr, Ellena e Blu Electronic che hanno portato le loro testimonianze nel corso dell’evento.

Space economy, un mercato sempre più competitivo 

Roberto Angelini, Engineeering Director del gruppo italo-francese

Thales Alenia Space è da sempre coinvolta in progetti aerospaziali di grande complessità, tra tutti quello della stazione spaziale internazionale, progetto che ha visto la collaborazione di diverse nazioni e che è stato caratterizzato da grandi sforzi di sviluppo e ingenti finanziamenti governativi. Oltre alle commesse che vengono generate da nuovi progetti ci sono anche opportunità che derivano  dalla modernizzazione delle stazioni esistenti sulle quali sono presenti equipaggiamenti installati negli anni novanta che sono ormai obsoleti. «Per sostenere la nostra competitività serve un cambio di passo. Il mercato sta diventando più concorrenziale e occorre riuscire a essere più innovativi e veloci», ha detto Angelini. «Credo che ci possano essere importanti opportunità strategiche nell’ambito della space economy. Per riuscire a vincere le sfide che questi progetti impongono dobbiamo trovare un nuovo modo di lavorare. Ci sono meno soldi e questo ci obbliga a creare prodotti con un forte commitment sulla riduzione dei costi. Soprattutto le tempistiche sono più complesse. Non è più possibile affrontare i piani di sviluppo prodotto con le stesse modalità che avevano caratterizzato l’epoca della prima stazione spaziale. Una volta il lead time era nell’ordine di sette, otto anni, oggi ci chiedono contenerlo in un anno o al massimo tre». Ecco quindi l’idea di ricercare sul territorio soluzioni già esistenti che vengono prodotte dalle eccellenze tecnologiche che caratterizzano il tessuto industriale italiano.

 

Una logica win-win di co-engineering

Per un system integrator come Thales Alenia Space è quindi fondamentale creare un rapporto con le pmi del Piemonte e dell’Italia basato su una logica di co-engineering. «Si devono individuare quei prodotti della nostra eccellenza manifatturiera e meccatronica che possono essere adattati e spazializzati – spiega Angelini – È un modo di operare che consente di velocizzare lo sviluppo di nuovi prodotti. Questo consentirebbe di finalizzare rapidamente un catalogo prodotti da proporre a livello internazionale e dare alle pmi la capacità di accedere un mercato in espansione di cui possiamo essere portavoce a livello nazionale. Dobbiamo avere una produzione spinta. La soluzione customizzata, non ripetibile, non è più economicamente sostenibile. Ci dobbiamo concentrare su prodotti standardizzati, che possano essere utilizzati trasversalmente sui diversi programmi spaziali. Sta già succedendo e ci sono aziende italiane che sono riuscite a sottrarre ordinativi a fornitori americani. Da parte nostra sviluppiamo il prototipo, le aziende nostre partner si occupano invece della industrializzazione, che deve essere economicamente sostenibile».

 

Space EconomyIl caso Sabelt

Cygnus è composto da due sezioni principali: il modulo di servizio di Northrop Grumman e il modulo di carico pressurizzato, sviluppato e costruito da Thales Alenia Space

Specializzata nella realizzazione di cinture di sicurezza ad alta prestazione per il mondo dell’automotive e della Formula Uno, la torinese Sabelt, fatturato di circa 80 milioni di euro, ha trasferito il proprio know-how tecnologico (materiali resistenti, ma leggerissimi) al mondo aerospaziale, fornendo le reti di contenimento per il veicolo da rifornimento spaziale Cygnus, realizzato da Thales Alenia Space. In questo caso il trasferimento tecnologico è avvenuto dall’automotive all’aerospazio, compiendo il percorso inverso del Goretex che, negli anni Settanta, da materiale sofisticato per rispondere alle necessità delle tute degli astronauti è diventato d’uso comune per le calzature e l’abbigliamento tecnico.

 

Space Economy  – Il caso Apr

APR è un’azienda piemontese che ha radici nel campo manifatturiero. Circa 10 milioni di euro di fatturato, da oltre vent’anni ingegnerizza e produce componenti rotanti critici e da qualche anno ha iniziato a guardare con interesse al mondo dello spazio con la creazione di una divisione dedicata. «In collaborazione con Thales Alenia Space – racconta l’ad Andrea Romiti – abbiamo sviluppato un nuovo concept di una “pump motor unit” dotata di un sofisticato equipaggiamento fluidodinamico. Siamo arrivati in tempi brevissimi a un prototipo cui è seguito tutto il processo di integrazione e montaggio del motore brushless. È un equipaggiamento fornito da industrie americane ed è oggi nel catalogo di Thales Alenia Space. Essere parte dell’ecosistema ci permette di non dover gestire procurement complessi che richiederebbero permessi dal dipartimento di stato americano. Insomma, la collaborazione ci consente di entrare in un mercato dove sarebbe davvero complicato essere presenti solo con le nostre forze».

 

Space Economy – Il caso Blu Electronic 

Gateway. Thales Alenia Space si è di recente aggiudicata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) i contratti per lo sviluppo di due nuove missioni satellitari (Cimr e Chime), parte del programma Copernicus per l’osservazione della terra. Sempre con Esa, a gennaio è stato siglato il contratto del valore di 4,5 milioni di euro, per lo studio del veicolo di trasferimento cislunare, veicolo spaziale per il trasporto e la logistica, che sarà impiegato in una varietà di missioni. Si va dal rifornimento logistico dei moduli pressurizzati del Gateway lunare

Blu Electronic, circa 3 milioni di euro di fatturato, si ama definire l’elettricista dello spazio e ha già fornito quattro controller per esperimenti di micro gravità a bordo della stazione spaziale. La collaborazione con Thales Alenia Space è la prova concreta di come prodotti non pensati per l’aerospace possano essere adattati e trovare una loro dimensione in questo mercato. «Il rapporto di ingegnerizzazione condivisa con Thales Alenia Space ha consentito uno sviluppo innovativo, tempi di realizzazione più brevi, performance migliori e costi produzione più contenuti», afferma Antonio Lamantia, responsabile R&D dell’azienda brianzola. Per un altro componente, un girante del fan, è stata utilizzata la stampa 3D, permettendo di adottare un disegno termodinamico molto spinto». L’azienda è stata anche coinvolta nello sviluppo un sistema di illuminazione led innovativo che verrà installato all’interno dei moduli abitabili spaziali. «E’ un progetto su cui siamo stati coinvolti fin dalla fase di R&D. I vantaggi della collaborazione con Thales Alenia Space sono evidenti: il large system integrator può risolvere un problema, capirlo e pensare a nuove soluzioni che possono essere integrate nel catalogo prodotti. In questo modo si riducono rischi e tempi di sviluppo con la possibilità di produrre l’oggetto in più esemplari. Certo, la space economy non è l’automotive, ma inizia a essere un mercato con una certa consistenza numerica».

 

Space Economy  – Il caso Ellena

75 anni di storia, un fatturato di quasi 20 milioni di euro. Ellena è un’eccellenza piemontese nelle lavorazioni di precisione, nelle fabbricazioni e nell’assemblaggio di gruppi meccanici, oleodinamici e pneumatici. Nel 2018 ha creato Spem una startup per l’additive manufacturing. La sua mission? Realizzare prodotti ottimizzati lungo tutto il loro processo lavorativo, integrando nel progetto additive tutte le possibili agevolazioni e predisposizioni ai processi di finitura. «Significa – spiega il general manager Silvio Ellena – poter  realizzare strutture molto complesse e articolate,evitando accoppiamenti di più pezzi che possono creare difficoltà di congiunzione. Con queste competenze stiamo entrando ora nello spazio, un’avventura nuova, che consente di misurarci sulla riduzione dei costi e sulla velocità di esecuzione. Partiamo dal co-design per poi passare al rapid protoptype, al testing e alla produzione».

 

Indetikit di Thales Alenia Space

Thales Alenia Space (fatturato 2,15 miliardi di euro) è la società del gruppo francese Thales (18 miliardi di euro di fatturato) e opera nel nostro Paese attraverso Thales Alenia Space Italia, joint venture tra il gruppo francese Thales (67%) e Leonardo (33%). La consociata italiana ha un fatturato di 703 milioni euro e opera nel settore dello spazio, con competenze nei sistemi di telecomunicazione spaziale, navigazione, osservazione della Terra ed esplorazione

Thales Alenia Space (fatturato 2,15 miliardi di euro) è la società del gruppo francese Thales (18 miliardi di euro di fatturato) e opera nel nostro Paese attraverso Thales Alenia Space Italia, joint venture tra il gruppo francese Thales (67%) e Leonardo (33%). La consociata italiana ha un fatturato di 703 milioni euro e opera nel settore dello spazio, con competenze nei sistemi di telecomunicazione spaziale, navigazione, osservazione della Terra ed esplorazione. Determinante l’apporto offerto allo sviluppo delle infrastrutture orbitanti: la società italo-francese realizza infatti il 50% dei moduli pressurizzati della Stazione Spaziale Internazionale e collabora con le maggiori industrie spaziali internazionali nei programmi delle più prestigiose istituzioni quali la Nasa, l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Italiana.

Il Gruppo Thales è presente in Italia con  2800 dipendenti e sette siti produttivi: a Firenze, Roma, Chieti, Milano, Varese, L’Aquila e Torino. Oltre allo spazio, opera nei mercati della sicurezza, dei trasporti, della difesa e dell’aerospazio con soluzioni tecnologiche che si rivolgono: al mercato della gestione del traffico aereo, con competenze nei sistemi di atterraggio, navigazione e sorveglianza; al settore della difesa, con competenze nelle comunicazioni militari e nella guerra elettronica; al mercato dei trasporti, con competenze nel segnalamento ferroviario e nelle soluzioni di supervisione; a quello della sicurezza, con competenze nella protezione e nella supervisione delle infrastrutture critiche. 














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