Terna: tutto pronto per Tyrrhenian Link, la più grande opera industriale in Italia da decenni

di Laura Magna ♦︎ La società guidata da Stefano Donnarumma investirà 3,7 miliardi di euro (di cui 1,9 finanziati da Bei) per collegare la Sardegna alla Sicilia e quest’ultima alla Campania. Obiettivi: stabilizzazione e messa in sicurezza della rete, integrazione di una quota sempre maggiore di rinnovabili. La tecnologia Hvdc e la posa record dei cavi a 2150 metri di profondità. Al progetto parteciperanno 250 imprese e lavoreranno 200 persone, con un indotto di 1.000 ulteriori professionisti coinvolti. Ne parliamo con Giacomo Donnini e Riccardo De Zan

Nave posacavi per elettrodotto sottomarino

È il più importante progetto al mondo per la trasmissione di energia elettrica sotto il mare ed è soprattutto una grande opera industriale. Il Tyrrhenian Link è un’infrastruttura di eccellenza ingegneristica che Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, realizzerà nei prossimi anni, avvalendosi anche di specifiche tecnologie Made in Italy. Per comprendere l’enorme valore industriale e le caratteristiche tecniche del Tyrrhenian Link, abbiamo intervistato Giacomo Donnini (Direttore Grandi Progetti e Sviluppo Internazionale) e Riccardo De Zan (Responsabile Progettazione e Realizzazione Impianti Hvdc e Marini), in forze in Terna.

La società guidata dall’Amministratore Delegato Stefano Donnarumma investirà complessivamente 3,7 miliardi di euro (di cui 1,9 miliardi finanziati da Bei) per collegare la Sardegna alla Sicilia e quest’ultima alla Campania, e rendere più sicuro ed efficiente lo scambio di energia tra le diverse aree del Paese, consentendo al contempo l’integrazione nella rete elettrica di una quota sempre maggiore di fonti rinnovabili e abilitare così la decarbonizzazione. Ma è anche uno step strategico per preparare il terreno al posizionamento dell’Italia come hub energetico del Mediterraneo, luogo di scambi energetici tra Europa e Africa. In questo contesto, va ricordato che lo scorso 9 dicembre il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha avviato il procedimento autorizzativo per la nuova interconnessione elettrica sviluppato da Terna tra l’Italia e la Tunisia, un ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua lungo 200 km e posato a una profondità massima di 800 metri.







 

L’elettrodotto dei record, tra Sardegna, Sicilia e Campania

L’Amministratore Delegato di Terna Stefano Donnarumma

Il Tyrrhenian Link è propedeutico a tutto questo. Ed è sorprendente che una grande opera di tale importanza, per quello che comporta in termini di stabilità e indipendenza energetica del Paese, per le ricadute economiche e per il valore industriale che contiene, sia così sottovalutata nel dibattito pubblico.

«L’obiettivo principale del Tyrrhenian Link è quello di stabilizzazione e messa in sicurezza della rete, assicurando lo scambio efficiente tra le due isole e tra queste e il Continente – spiega Giacomo Donnini –. Collegato a questo, c’è il tema dell’integrazione nella rete nazionale delle fonti rinnovabili. Le aree di approdo dell’opera non sono casuali: sono luoghi dove c’è molta disponibilità di sole e vento. L’energia delle fonti rinnovabili è per sua natura intermittente e pertanto dobbiamo prevedere un’importante capacità di trasporto: una rete che consenta di prelevarla dove viene prodotta e di portarla dove viene consumata, sostanzialmente quindi da Sud verso Nord, dove si concentra la maggior parte dei consumi civili e industriali. Questo vale in un contesto italiano, ma se allarghiamo lo sguardo all’Europa, i due maggiori bacini di rinnovabili sono l’eolico nel mare del Nord e il fotovoltaico nel Mediterraneo. Dobbiamo avere la possibilità di trasferire quest’energia da un’area all’altra in base a disponibilità ed esigenze di consumo. L’Italia si trova al centro e da questo punto di vista anche la connessione elettrica con la Tunisia sarà cruciale».

Il Tyrrhenian Link è un’infrastruttura di eccellenza ingegneristica che Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, realizzerà nei prossimi anni, avvalendosi anche di specifiche tecnologie Made in Italy

L’industria italiana che darà vita al Tyrrhenian Link e cambierà l’approvvigionamento elettrico del Paese

Posa cavi sottomarini

Tecnicamente, l’elettrodotto di Terna collegherà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna attraverso un doppio cavo sotto il mare di circa 970 km di lunghezza complessivi e 1.000 MW di potenza in corrente continua, raggiungendo la profondità massima di oltre 2100 metri (nuovo record mondiale). A novembre 2021 Terna ha assegnato due contratti quadro per la fornitura e la posa in opera dei cavi sottomarini e terrestri dell’opera all’italiana Prysmian e a Nexans.

I due contratti quadro hanno un valore massimo di 1,7 miliardi di euro per quanto riguarda Prysmian e di 664 milioni di euro per Nexans. Per Prysmian il progetto prevede l’installazione da uno a tre collegamenti. Nexans, invece, realizzerà un collegamento con simili caratteristiche. E che sia l’industria italiana a fornire gran parte delle tecnologie e i manufatti necessari non deve sorprendere. Perché l’Italia ha sviluppato «tecnologie a supporto del sistema elettrico – sottolinea Donnini – sia perché l’Europa rappresenta l’area del mondo dove c’è stato un importante sviluppo anche grazie alle policy a cui ci siamo dovuti adeguare, sia perché l’Italia ha caratteristiche morfologiche tali – dorsali montuose, chilometri di coste, fondali marini estremamente profondi – che rende necessario adottare soluzioni innovative e far sì che la tecnologia possa superare alcuni dei limiti fisici del nostro Paese».

La tecnologia Hvdc e la posa record dei cavi a 2150 metri di profondità

Giacomo Donnini, Direttore Grandi Progetti e Sviluppo Internazionale Terna

Quali sono le tecnologie industriali necessarie per la realizzazione dell’opera? «Il collegamento Hvdc (High Voltage Direct Current) – spiega Donnini – è un sistema di trasmissione di energia elettrica altamente innovativo in corrente continua, a differenza degli impianti in corrente alternata generalmente utilizzati. Il sistema a corrente continua consente di trasferire l’energia su lunga distanza e si sta affermando sempre più come tecnologia in grado di rispondere alle esigenze della transizione energetica, perché permette di realizzare collegamenti sottomarini e in cavo interrato per trasportare l’energia prodotta a molti chilometri di distanza. È una tecnologia in fase di notevole sviluppo sulla quale Terna vanta una grande esperienza e una competenza unica a livello globale».

I cavi, di potenza complessiva di circa 1000 MW, saranno realizzati in tecnologia cosiddetta a Massa Impregnata isolati in carta, con livello di tensione +/- 500 kV, e saranno equipaggiati con una doppia armatura. In aggiunta i contratti quadro sottoscritti con Prysmian e Nexans prevedono un’accurata fase di ingegneria e qualifica, la fornitura e l’installazione di un sistema di elettrodi marini, collegamenti ottici e opere civili terrestri. Ma la vera sfida è la posa dei cavi Hvdc a una profondità mai raggiunta prima. Il Mediterraneo è caratterizzato da mari molto profondi dove a poche miglia dalla costa si raggiungono profondità elevate. «Il record attuale di posa di un cavo elettrico sottomarino è italiano, e riguarda il collegamento Sa.Pe.I. tra Sardegna e Lazio – dice Riccardo De Zan -. Si tratta di un’infrastruttura ad alta tensione e corrente continua, lunga 420 km, 435 km se si considera anche il tratto terrestre, posata a 1600 metri sul fondale del Mar Tirreno. Per fare un confronto: nei mari del Nord le profondità massime sono di qualche centinaio di metri. Il Tyrrhenian Link, invece, tra Sicilia e Sardegna raggiungerà la profondità di circa 2150 metri, segnando un nuovo record a livello mondiale».

 

Le stazioni terminali per la conversione da energia alternata a continua

Stazione Elettrica di Terna

La tecnologia dell’Hvdc in sé è ancora innovativa. «In Italia sono operativi 5 collegamenti, di cui 4 sottomarini e uno terrestre. Sono opere che possiamo definire ‘invisibili’, a ridotto impatto ambientale. Le uniche parti visibili sono le due stazioni elettriche con elevato contenuto di tecnologia, per la conversione da corrente alternata a continua – continua De Zan -. Le stazioni, dove possibile, vengono realizzate con specifici accorgimenti architettonici e ingegneristici, tali da renderle pienamente integrate nel territorio. In questi anni Terna ha anche condotto dei ‘beauty contest’ condivisi con le amministrazioni locali». Il cuore delle stazioni elettriche di conversione è il convertitore, che è anche la parte più complessa dal punto di vista tecnologico, prevalentemente costituita da componenti di elettronica di potenza, e che viene comandato dal sistema di controllo che è il vero e proprio “cervello” dell’impianto. Infatti, tale sistema, che viene sottoposto a severe sessioni di test in laboratorio per simulare le reali condizioni reali di esercizio, comanda e controlla il funzionamento dell’intero impianto.

 

La tecnologia che protegge l’ambiente

Attività per la tutela della Posidonia oceanica

Al fine di tutelare al massimo le coste dei tre approdi, il passaggio tra cavo marino e terrestre sarà realizzato grazie a tecniche avanzate, come la perforazione orizzontale controllata, tecnologia che consente di minimizzare l’impatto sull’ambiente e sulla flora marina protetta come, ad esempio, la Posidonia oceanica e la Cymodocea nodosa. «A tal proposito – prosegue De Zan – stiamo avviando su altri progetti, attività ambientali di salvaguardia e conservazione della Posidonia con tecnologie innovative Made in Italy incluse attività di monitoraggio di lungo periodo, che saranno adottate anche per il Tyrrhenian Link, rendendo il progetto ancora più sostenibile». «Anche la posa dei cavi terresti è pensata minimizzando l’impianto sull’ambiente interessato – continua De Zan – e viene realizzata utilizzando quanto più possibile i percorsi stradali esistenti. Questo consente anche di velocizzare il processo autorizzativo che per il Tyrrhenian Link ramo est è stato da record».

 

Lo stato dell’arte: le fasi di sviluppo dell’opera

Interno di una stazione elettrica Terna

Andando più nel dettaglio della struttura del collegamento, ricordiamo che l’opera è costituita da due tratte: il Ramo Est, tra Sicilia e Campania, lungo circa 490 km, e il Ramo Ovesttra la Sicilia e la Sardegna che si snoda per circa 480 km. L’infrastruttura sarà a regime nella sua interezza nel 2028, ma il primo cavo – quello relativo al Ramo Est – sarà operativo già a partire dalla fine del 2025. L’iter autorizza Tyrrhenian tivo del Ramo Est è stato concluso in appena 11 mesi e la sigla da parte dell’allora Ministero della Transizione Ecologica è arrivata nel mese di settembre 2022. Il Ramo Est unisce l’approdo siciliano di Fiumetorto, nel Comune di Termini Imerese in provincia di Palermo, a Torre Tuscia Magazzeno, nel Comune di Battipaglia, nel salernitano. Il progetto autorizzato prevede, in Campania, la realizzazione di una stazione di conversione e una stazione di smistamento a Eboli, collegata all’approdo di Torre Tuscia Magazzeno da un elettrodotto in cavo interrato di 15 km che percorrerà strade esistenti senza alterare ambiente e paesaggio. Per quanto riguarda invece la Sicilia, la stazione di conversione sorgerà a Termini Imerese, in Contrada Caracoli, e sarà collegata all’approdo di Fiumetorto con un percorso in cavo interrato di circa 10 km. In aggiunta, sarà realizzata una nuova stazione a 380 kV all’interno dell’esistente stazione elettrica di Caracoli. A Termini Imerese sono iniziate le prime attività con la predisposizione dell’area in cui sorgerà la stazione, con il trapianto degli ulivi.

Il processo autorizzativo per il Ramo Ovest è invece stato avviato a ottobre 2022: la tratta collegherà l’approdo siciliano di Fiumetorto, nel Comune di Termini Imerese in provincia di Palermo, all’approdo del cavo sottomarino di Terra Mala, nella Città Metropolitana di Cagliari. Per quanto riguarda la Sardegna, dall’approdo della connessione sottomarina i cavi interrati percorreranno prevalentemente strade già esistenti per circa 30 km, lasciando inalterati ambiente e paesaggio, fino ad arrivare a Selargius, dove sarà realizzata la stazione di conversione in aree adiacenti alla già esistente stazione elettrica. «I tempi record – spiega Donnini – dipendono anche dal coinvolgimento attivo da parte di Terna dei cittadini, delle Amministrazioni comunali e regionali, degli enti locali e in generale di tutti gli stakeholders interessati. A partire dal gennaio 2021 abbiamo organizzato 11 incontri per presentare, discutere e analizzare le scelte localizzative e progettuali legate alla futura opera: abbiamo avviato un processo di progettazione partecipata, consentendo di aprire tavoli di ampio confronto sociale e istituzionale per lavorare insieme al territorio nella definizione di soluzioni tecniche condivise e innovative».

Com’è fatto un cavo marino?

Più rinnovabili e una rete più efficiente, sicura e green

Abbiamo detto che il Tyrrhenian Link è fondamentale per lo sviluppo e la sicurezza del sistema elettrico nazionale e che permetterà di accelerare in maniera determinante lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Quello che emerge in più, oggi, è che gli investimenti nello sviluppo delle rinnovabili sono la chiave per far fronte alle recenti problematiche legate al caro energia e per affrancarsi dalla dipendenza del gas russo. «L’intero Piano di Sviluppo decennale della rete elettrica di Terna viene fatto tenendo conto del funzionamento della rete e di scenari energetici a medio-lungo termine, che vengono sviluppati a livello di policy europee e nazionali e, per alcuni temi, anche congiuntamente con il gestore della rete gas – continua Donnini -. L’integrazione delle rinnovabili è strategica a livello di sistema Paese. Attualmente ci sono richieste di allaccio alla rete elettrica di nuovi impianti green per circa 300 GW. Pensiamo poi all’interconnessione con il Nord Africa, storicamente legata all’approvvigionamento di gas: oggi è stata progettata un’infrastruttura che consentirà di trasportare elettricità, anche sulla base della necessità di ridurre il gas».

Com’è fatto un cavo interrato?

Le ricadute economiche e occupazionali

Riccardo De Zan, Responsabile Progettazione e Realizzazione Impianti Hvdc e Marini Terna

Alla realizzazione del Tyrrhenian Link parteciperanno 250 imprese, con importanti ricadute in termini occupazionali per i territori coinvolti. «Per ogni euro dei 3,7 miliardi totalmente investiti da Terna – conclude Donnini – stimiamo che si ottengano tra i 2 e i 3 euro di Pil aggiuntivo e la creazione di posti di lavoro nelle regioni del Sud. In Campania, inoltre, verrà prodotta anche una parte importante del cavo sottomarino, un valore aggiunto in termini di produzione di ricchezza e lavoro». A fine 2022 è stato presentato il Tyrrhenian Lab, un centro di eccellenza realizzato da Terna nelle università di Salerno, Palermo e Cagliari (le città di approdo dei cavi del Tyrrhenian Link, ndr) per favorire la transizione ecologica del Paese. A 45 giovani – 15 per ateneo – selezionati su una platea di 170 candidati – è stata offerta la possibilità di frequentare la prima edizione del master di secondo livello in Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica. Alla fine dei dodici mesi del master, che punta a creare nuove professionalità dotate di competenze manageriali, ingegneristiche informatiche e statistiche, gli studenti selezionati saranno assunti a tempo indeterminato nelle sedi territoriali di Terna, che investirà nel progetto 100 milioni di euro nei prossimi 5 anni. L’obiettivo del Tyrrhenian Lab, infatti, è anche creare una struttura organica nella quale, a pieno regime, lavoreranno almeno 200 persone con un indotto di 1.000 ulteriori professionisti coinvolti. Quello di cui abbiamo parlato è un cambio di paradigma, di cui il nostro Paese è protagonista assoluto.














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1 commento

  1. finalmente i miei complimenti,sono un professionista ormai da poco in pensione,e devo dire che è dal 1979 data del mio ritorno in italia da cantieri esteri di importanti imprese italiane , che lotto per fare inserire le energie rinnovabili in tutte le cantieristiche sia nuove che esistenti sto parlando di eolico geotermia solare termodinamico domestico e industriale oltre a fotovoltaico ovviamente ,quasi tutte intermittenti e quindi con infrastrutture necessarie come quella che siete in procinto di realizzare ,pensando all’eccedenza di energia da convertire in idrogeno come fosse un accumulatore da utilizzarsi dove serve, bene dal 1979 fino a qualche anno fà tutte ma dico tutte le associazioni professionistiche le istituzioni al di là di qualche benevolo commento di facciata in privato hanno confessato che non portavano voti. quindi opportunisti somari o cortigiani mascalzoni o forse un pò tutti e tre ? le infrastrutture sono il perno della crescita di ogni paese ,pensando ai romani cosa costruivano primariamente ?strade e acquedotti cioè velocizzavano il trasporto di acqua ,merci,comunicazioni ecc. quindi 2000 anni dopo si riparte ,anche magari con nuove classi dirigenti preparati moderni e con tanta passione ,avete pensato anche a questo,bravi ! magari con nota polemica ma doverosa affiderei un lavoro congruo tipo raccolta ortaggi a quelle centinaia di migliaia di personaggi pubblici sessantottini che in questi 35 anni hanno rallentato ogni idea di nuove opportunità,con richiesta per i danni arrecati al paese .che ne pensate?

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