2022: tutti i nuovi piani di Terna per la transizione energetica

di Filippo Astone e Laura Magna ♦︎ Conversazione a 360 gradi con il Direttore strategie di sviluppo rete Francesco Del Pizzo. Due le direttrici fondamentali: il rapporto con il settore industriale; le tecnologie digitali (per migliorare le capacità di rete senza aumentare il "ferro"). I 9 miliardi di euro di investimenti. I progetti Tyrrhenian Link e Adriatic Link per portare le rinnovabili dal sud Italia ai centri di consumo industriale del nord. I sistemi di Ai per la capacità di trasporto interzonale. L'associazione Entso-E e l'elettrificazione dell'automotive. L'adeguamento della rete per sviluppare nuovi impianti green

Nave per la posa dei cavi di linee elettriche sottomarine

Nove miliardi di euro di investimenti al 2025 per abilitare la transizione energetica in Italia e rendere il nostro Paese un hub elettrico dell’area mediterranea ed europea, a partire dalle 26 interconnessioni già esistenti. Questo l’obiettivo di Terna, la società che gestisce l’infrastruttura di trasmissione elettrica nazionale, che fa leva su due strumenti fondamentali per garantire una rete sempre più efficiente, sostenibile e resiliente: le tecnologie digitali e l’innovazione, che ne migliorano le capacità senza aumentare il ‘ferro’, e il rapporto con il settore industriale. Ne abbiamo parlato con Francesco Del Pizzo, direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna.

Vale la pena ricordare che Terna è innanzitutto essa stessa un’azienda che realizza impianti, stazioni e linee, manutiene gli asset e sviluppa soluzioni innovative. La società guidata da Stefano Donnarumma è il principale operatore indipendente di reti per la trasmissione di energia elettrica (Tso) in Europa. Nel 2020 la società ha registrato ricavi pari a 2,5 miliardi di cui circa 2,150 da attività regolate; l’ebitda si è attestato a 1,83 miliardi e l’utile netto ha superato i 785 milioni di euro.







Oggi la società affronta le sfide della transizione energetica, in primis la gestione di un sistema elettrico sempre più complesso, caratterizzato dalla presenza di circa 1 milione di impianti di generazione diffusi su tutto il territorio italiano. Per capire la portata del fenomeno, solo pochi anni fa le centrali di produzione di energia erano qualche centinaio. La gran parte di questi sono impianti di produzione rinnovabile e localizzati prevalentemente al Sud Italia, dove la fonte primaria (vento, sole) è maggiore. L’obiettivo degli investimenti di Terna è far sì che, attraverso lo sviluppo infrastrutturale e quindi le reti, l’energia eolica e fotovoltaica generata nelle regioni meridionali e nelle isole possa essere trasportata verso i centri di consumo industriale del Nord. Un adeguamento della rete che si rende quanto mai necessario, in ottica dell’atteso sviluppo dei nuovi impianti ‘green’, coerentemente con gli obiettivi del Pniec e i target internazionali di decarbonizzazione.

 

D. Ma partiamo dal legame con l’industria: in cosa si sostanzia e quale vantaggio portate a questi soggetti?

Francesco Del Pizzo, direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna

R. Esiste un legame storico con tutto il mondo dell’industria perché Terna, con le sue infrastrutture di rete, garantisce agli operatori del settore l’energia necessaria per le loro attività quotidiane, ma abbiamo anche uno schema di relazione sistemico. Se le imprese ottimizzano il consumo di energia, ne beneficia l’intero sistema Paese. Guardando alla fornitura, per l’industria gestiamo anche le interconnessioni private che, ai sensi della legge 99/2009 cosiddetta ‘interconnector’, consentono agli operatori industriali energivori di poter importare energia a prezzi più competitivi e in maniera più efficiente. L’Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ndr) ha approvato l’accordo per la gestione tecnico-operativa della prima tranche da 350 MW dell’interconnector Italia-Francia. Stessa cosa con il Montenegro, per un quantitativo pari a 200 MW. Terna, inoltre, ha sottoscritto con le imprese energivore gli accordi propedeutici alla realizzazione e all’esercizio della parte privata, ricadente in territorio italiano, del progetto di interconnessione elettrica tra Italia e Austria. L’efficienza del sistema elettrico e il buon funzionamento del mercato sono elementi di valore, che cerchiamo di trasferire al sistema Paese.

 

D. È un tema molto importante: una collaborazione virtuosa con l’industria che va a beneficio del sistema Paese. Ci racconta come funziona e in cosa consiste, per esempio, l’interrompibilità?

IoT in Terna. La società che gestisce l’infrastruttura di trasmissione elettrica nazionale fa leva su due strumenti fondamentali per garantire una rete sempre più efficiente, sostenibile e resiliente: le tecnologie digitali e l’innovazione, che ne migliorano le capacità senza aumentare il ‘ferro’

R. L’interrompibilità è un servizio fondamentale per la gestione in sicurezza del sistema elettrico ed è prestato da clienti, prevalentemente utenze industriali, disponibili al distacco istantaneo dei propri prelievi. In pratica, industrie grandi consumatrici di energia cosiddette ‘energivore’, del settore dell’acciaio, della carta, della ceramica, del cemento, della chimica, si rendono disponibili a essere ‘interrotte’ dalla fornitura di energia elettrica dalla rete in alta tensione a cui sono direttamente connesse, qualora lo richiedano esigenze di gestione in sicurezza del sistema elettrico. Questo servizio è approvvigionato attraverso procedure competitive effettuate da Terna sulla base di regole definite dall’Arera e di indirizzi del Ministro dello Sviluppo economico. A inizio 2021 ne abbiamo sperimentato il funzionamento e i benefici per il sistema elettrico italiano ed europeo. La rete italiana gestita da Terna ha, infatti, prontamente reagito a un repentino calo di frequenza che ha coinvolto i sistemi di trasmissione di tutti i Paesi dell’Europa continentale, contribuendo in tempi rapidi al progressivo rispristino in sicurezza del servizio e alla continuità della fornitura senza alcuna conseguenza per gli utenti. Terna, con il suo sistema di difesa all’avanguardia internazionale per prestazione, tempestività ed efficacia di intervento, ha attivato il primo livello di protezione del sistema staccando dalla rete circa 400 MW di consumi di clienti industriali ‘interrompibili’. Un’azione coordinata con le altre iniziative dei gestori di rete europei che ha permesso di riequilibrare la frequenza elettrica continentale evitando possibili disalimentazioni e interruzioni di elettricità diffuse.

 

D. C’è un altro fattore che ha un impatto devastante sull’industria (ma anche sui privati): l’aumento della bolletta elettrica che domina le prime pagine dei giornali in queste settimane. Cosa comporta per voi e per il sistema e quali soluzioni siete in grado di offrire?

Tecnici specializzati di Terna impegnati in attività di manutenzione linee elettriche

R. Sul tema dell’efficienza del sistema elettrico in Italia, Terna ha sempre avuto una posizione decisa e le evidenze degli ultimi trimestri, in relazione a questi aumenti di prezzo, ci stanno dando ragione. Il costo dell’elettricità è arrivato anche a picchi superiori ai 300 euro a megawattora, un valore record, legato ai prezzi delle commodity, in particolare gas e CO2. Oggi la bolletta elettrica italiana vale circa 40 miliardi di euro. A costi costanti dell’energia, come quelli registrati negli ultimi due trimestri del 2021, la bolletta elettrica italiana sarebbe di 80 miliardi di euro. Questo è un peso per la bilancia commerciale che non si traduce in Pil. Come se ne esce? Con alcuni elementi chiave: le rinnovabili, le infrastrutture di trasmissione, i sistemi per l’accumulo e nuove risorse di dispacciamento per la flessibilità del sistema. Sul fronte delle rinnovabili siamo in una situazione diversa rispetto a una decina di anni fa: con il ‘conto energia’ il costo delle fonti pulite era di circa 300 euro/MWh, con aggravi per circa 10-12 miliardi di euro l’anno nelle bollette. Oggi la situazione è molto diversa: le rinnovabili possono essere finanziate anche con 60 euro/MWh. Abbiamo a disposizione tecnologie che sono complete, stabili, mature, efficienti e con grandi prestazioni. Se avessimo oggi già realizzato i quantitativi di rinnovabili indicati nel Pniec, il risparmio che avremmo nella bolletta italiana sarebbe pari a 30 miliardi di euro. Per affrontare questa tematica nel lungo termine è, pertanto, necessario investire nelle infrastrutture di rete, abilitare le rinnovabili e sviluppare i sistemi di accumulo, per completare il percorso della transizione ecologica e l’affrancamento dalla componente gas che sta dimostrando in questo momento di essere un elemento di tensione anche a livello macroeconomico.

 

D. Detto che le Fer sono una soluzione, ma anche una necessità perché spinte sia dal Pniec nazionale sia dal Green Deal europeo – che prevedono la completa decarbonizzazione dell’economia al 2025, come integrarle nel sistema di rete attuale?

Traliccio Terna

R. Per lo sviluppo e l’integrazione delle fonti rinnovabili le reti elettriche di trasmissione rappresentano il principale fattore abilitante: è importante investire in nuove e tecnologiche infrastrutture, che siano in grado di trasportare l’energia pulita da dove viene prodotta a dove viene consumata. Il passaggio a un modello energetico decarbonizzato impone agli operatori di reti di trasmissione di mantenere elevati standard di qualità e continuità del servizio, in un sistema più complesso e caratterizzato da una crescente rilevanza delle fonti rinnovabili non programmabili, come quelle derivate dal sole, dal vento e dall’acqua. I target fissati dal Pniec prevedono, attualmente, il completo phase-out dal carbone entro il 2025, e l’aumento della quota delle rinnovabili dal 18% al 30% dei consumi energetici finali lordi entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario installare quantitativi di nuova capacità green pari a circa 40 GW. Va precisato che tali obiettivi saranno rivisti con il recepimento nazionale del pacchetto europeo ‘Fit for 55’, e implicheranno verosimilmente 60-70 GW di nuova capacità, con un tasso di installazione annuo di circa 6-8 GW e copertura da rinnovabili sui consumi elettrici di circa il 65% sempre entro il 2030. Sul fronte dei sistemi di accumulo, altro tassello fondamentale per l’integrazione delle rinnovabili in ottica decarbonizzazione, è in corso di definizione la normativa che disciplinerà le aste per la nuova capacità. Questo crediamo sia lo strumento di mercato abilitante per dare uno stimolo agli investimenti in tale tecnologia che sarà fondamentale per la transizione ecologica. Terna è l’operatore di rete nazionale e come tale sarà chiamata non solo a bandire le aste ma anche ad indicare quantità e localizzazione sul territorio dei nuovi accumuli affinché questi diventino un asset infrastrutturale per il Paese. I risultati ottenuti nelle aste precedenti che abbiamo fatto, come la ‘fast reserve’ del dicembre 2020, nella quale abbiamo aggiudicato 250 MW di accumulo elettrochimico, sono incoraggianti, significa che la tecnologia ha trovato un punto di maturità che permette anche di poter programmare investimenti efficienti.

 

D. Ci sono altre novità, sul fronte normativo, che hanno un impatto sul vostro mercato?

L’opera Terna ‘Driving Energy’ a Expo Dubai. Il Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’ prevede 8,9 miliardi di euro di investimenti, il livello più alto mai previsto da Terna per il Paese

R. In questa fase di profonda trasformazione, Terna assume sempre più un ruolo strategico e di abilitatore, di regista del sistema elettrico. Nei prossimi mesi avremo atti del regolatore che si focalizzano sugli investimenti e sul valore che creano per il sistema. Una regolamentazione in cui Terna viene remunerata per i capitali impiegati e le capacità di gestione, ma anche per il servizio fornito agli utenti in termini di benefici economici e capacità di trasporto sulle reti. A fine 2021, l’Arera, dopo una consultazione, ha varato un meccanismo per incentivare il gestore di rete a ridurre i costi del dispacciamento, a beneficio dell’intero sistema. A febbraio 2022, inoltre, verrà svolta l’asta del capacity market per l’anno di consegna 2024.

 

D. Come procede invece l’implementazione del vostro Piano di Sviluppo 2021? Rispetterete gli obiettivi che vi siete dati?

R. Nel Piano di Sviluppo 2021 abbiamo previsto nei prossimi 10 anni 18,1 miliardi di euro di investimenti e programmato oltre 30 nuove opere infrastrutturali, strategiche per l’intero Paese. Stiamo realizzando quanto pianificato nelle tempistiche definite. Abbiamo una pipeline robusta di percorsi autorizzativi che stanno trovando accoglimento territoriale favorevole. Con questo Piano di sviluppo abbiamo impresso una forte accelerazione agli investimenti per la transizione energetica del nostro Paese.

 

D. Quali sono, invece, da qui al 2025 i progetti più importanti e strategici di Terna?

Interno di una stazione elettrica di Terna

R. Il Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’ prevede 8,9 miliardi di euro di investimenti, il livello più alto mai previsto da Terna per il Paese. In questo quinquennio abbiamo pianificato molti progetti di interesse nazionale. Il Tyrrhenian Link rientra sicuramente tra queste: un’opera all’avanguardia per tecnologia che collegherà la Sicilia con la Sardegna e con la Campania. Si tratta di collegamenti da mille megawatt in corrente continua posati alla profondità record di 2 mila metri sotto il livello del mare. Grazie a un investimento di circa 3,7 miliardi di euro, l’opera consentirà di dismettere impianti termoelettrici meno efficienti e più inquinanti in Sicilia e contribuirà in maniera determinante al completo phase-out delle centrali a carbone presenti in Sardegna, oltre ad abilitare ulteriormente lo sviluppo atteso delle rinnovabili. Altro progetto di grande valenza per la transizione energetica è l’Adriatic Link, dorsale di collegamento tra Centro Nord e Centro Sud: l’opera, che comporterà un investimento pari a circa 1,1 miliardi di euro, è funzionale all’integrazione dell’energia prodotta dagli impianti eolici e fotovoltaici presenti in gran parte nel Sud Italia verso i centri di consumo del Nord, nonché al rafforzamento delle condizioni di esercizio in sicurezza della rete. Tra gli altri progetti rientra la razionalizzazione della rete elettrica in Valtellina e Valchiavenna con il collegamento con la Svizzera, inserito nel Piano di Sviluppo del 2021. Sono grandi opere fondamentali per la decarbonizzazione e un dato ci aiuta a capirlo: ad oggi, Terna ha ricevuto richieste di connessione di impianti rinnovabili pari oltre 150 GW. È un quantitativo importante, che sarebbe sufficiente per decarbonizzare l’intero settore elettrico e che testimonia la propensione degli operatori ad investire e la maturità tecnologica raggiunta da questi impianti; tuttavia, il tasso di successo di queste iniziative è basso, con difficoltà riconducibili in maniera significativa all’aspetto autorizzativoIn ogni caso, è quanto mai necessario prevedere una pianificazione e uno sviluppo integrato tra le fonti rinnovabili e le reti elettriche, per favorire il pieno utilizzo di eolico e fotovoltaico e il trasporto efficiente di queste produzioni verso i centri di consumo.

 

D. L’uso delle tecnologie è fondamentale per realizzare questi obiettivi: ci racconta in che modo usate la tecnologia per efficientare la rete?

Lavori sotto tensione di Terna

R. Si tratta di una dimensione nuova: il mondo tradizionale della trasmissione elettrica ha sempre considerato il ‘ferro’ come unico driver per aumentare la capacità di trasporto e le prestazioni delle infrastrutture. Ma ci siamo resi conto che l’innovazione permette di incrementare la sicurezza e dare più capacità al sistema, a beneficio degli utenti. Per esempio, a gennaio del 2021, attraverso sistemi di Intelligenza Artificiale siamo stati in grado di aumentare la capacità di trasporto interzonale, per un quantitativo di 400 megawatt. Per spiegare meglio: senza fare ricorso a nuove infrastrutture, abbiamo incrementato la capacità di trasporto per ben 400 MW in tutte le sezioni critiche della rete dalla Sicilia fino al Nord del Paese, dove tipicamente sono concentrati i consumi industriali. Nel caso invece di sviluppi infrastrutturali ‘hardware’, il volume complessivo di investimenti necessari per aumentare la capacità di trasporto di 400 MW dalla Sicilia al Nord sarebbe quantificabile in circa 3 miliardi di euro. Grazie a tecnologie light innovative, realizzate, brevettate e rese operative da Terna, abbiamo potuto raggiungere un risultato di enorme valore per l’intero sistema elettrico. Questo per noi è la tecnologia. E la sfida che ci attende è renderla un elemento portante del piano di sviluppo: far sì che le tecnologie Ict siano integrate con il ‘ferro’.

 

D. Questo progetto dà senza dubbio un’idea di dove vuole andare Terna. Ma le chiedo, più nel dettaglio, come sarà la Terna del futuro?

R. La Terna del futuro non sarà un soggetto regolato che vive in un mondo separato dalle esigenze del consumatore e del sistema perché è un’azienda che ha un ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica, con le competenze necessarie del ‘direttore tecnico’ di questa profonda trasformazione ed evoluzione che il settore elettrico sta vivendo.

 

D. Terna gioca un ruolo fondamentale anche in ambito internazionale: quale?

L’Ad di Terna Donnarumma riceve testimone Presidenza GO15 da Ahmed Ali Al-Ebrahim, ceo Gccia

Terna ha un ruolo fondamentale anche in ambito europeo. Siamo molto attivi in Entso-E,  l’associazione che raggruppa i 43 gestori dei sistemi di trasmissione dei 36 Paesi dell’Europa e che a livello comunitario ha il compito di adottare i codici di rete europei sulle questioni transfrontaliere, il Piano decennale di sviluppo della rete elettrica continentale e gli strumenti comuni per il coordinamento nella gestione delle reti. L’obiettivo condiviso è una sempre maggiore integrazione delle reti europee per un sistema sempre più sicuro, resiliente, sostenibile ed efficiente, a beneficio di cittadini e imprese. Dal primo gennaio 2022, inoltre, l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, è il nuovo Presidente di GO15, l’associazione che raggruppa i principali gestori delle infrastrutture per la trasmissione dell’elettricità a livello mondiale. È la prima volta che un rappresentante italiano ricopre questa posizione di vertice in GO15: un incarico che rafforza l’impegno strategico di Terna nel percorso di integrazione e di coordinamento delle grandi reti elettriche internazionali e il ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica. L’Italia può avere un ruolo cruciale nell’ambito delle interconnessioni: ne abbiamo già attive 26 con gli altri Paesi, come Francia, Austria, Slovenia, Montenegro, Grecia, Svizzera. E stiamo programmando quella tra Sicilia e Tunisia, che consentirà all’Italia di essere un vero e proprio hub elettrico dell’area mediterranea vista la sua posizione strategica a livello geografico.

 

D. State dando un importante contributo all’Expo di Dubai. Ci può spiegare le ragioni di questa scelta e in che cosa si manifesta la vostra presenza negli emirati?

Terna posa cavo sottomarino interconnessione tra Italia e Montenegro

R. La presenza di Terna a Dubai è coerente con il ruolo che ci candidiamo a svolgere nell’area del Mediterraneo. L’Expo è una grande opportunità di far vedere che l’Italia ha una tecnologia di eccellenza nella gestione della rete elettrica. È, di più, un’opportunità unica: l’evento ha una forte focalizzazione sui temi dell’energia e della transizione ecologica. Per questo abbiamo scelto di essere partner del Padiglione Italia. Con un’opera d’arte e per valorizzare il nostro ruolo in rappresentanza dell’Italia. L’opera d’arte si chiama proprio ‘Driving Energy’: un’installazione di grandi dimensioni, realizzata con materiali sostenibili, che vuole rappresentare il sistema di trasporto dell’energia elettrica. I driver che ci guidano sono, infatti, tre: sostenibilità, innovazione e digitalizzazione.

 

D. Parlando di settori in trasformazione: l’auto elettrica è destinata a prendere il sopravvento. Ma a oggi, guardando al parco macchine italiano (il più obsoleto in Europa) e alla scarsità di colonnine di ricarica pubblica – al di là dello sviluppo tecnologico delle batterie, quanto è vera la prima affermazione? Quanta strada c’è ancora realisticamente da fare perché nel nostro Paese l’auto prevalentemente sarà alimentata dall’energia elettrica?

Tecnici di Terna impegnati in lavori sotto tensione

R. Partirei da un assunto di base, che esula dal settore auto. Ovvero, che la conversione dal vettore gas a quello elettrico come fonte primaria di energia è nei programmi dei Paesi che guardano alla decarbonizzazione sul lungo termine. Ed è un fenomeno ineluttabile. Il fabbisogno elettrico sarà guidato da due trend: il primo legato all’efficienza energetica, perché il miglior chilowattora dal punto di vista delle emissioni della CO2 è quello che non viene consumato. Bisogna essere dunque più efficienti nell’utilizzo della risorsa energetica. Il secondo dovuto al fatto che il vettore elettrico è più efficiente e pulito (ad esempio, un veicolo elettrico è da 3 a 5 volte più efficiente di qualsiasi tecnologia basata sull’utilizzo di combustibili liquidi o gassosi). Se vogliamo la decarbonizzazione, in futuro dovremo quindi utilizzare sempre più il vettore elettrico, anche nel settore dell’auto, come mezzo per il trasporto individuale e pubblico. Ci sono già investimenti piuttosto consistenti in questo senso. Va però considerato anche il fattore temporale: tutto dipende da quanto saremo bravi a dotare il Paese delle infrastrutture necessarie. Terna ha individuato una serie di soluzioni per abilitare servizi di flessibilità per la rete, in modo che anche le auto elettriche possano dare il loro contributo. Le auto elettriche non rappresenteranno un problema in termini di disponibilità di energia elettrica ma, se non opportunamente gestite, potrebbero avere un impatto significativo sui profili orari di prelievo, con una particolare attenzione alle ore del tardo pomeriggio, in cui la fonte di produzione solare crolla rapidamente proprio quando molti cittadini tornano a casa e mettono l’auto in ricarica. Dobbiamo quindi trasformare questo in un’opportunità per il sistema elettrico ma anche per il cittadino, utilizzando in modo intelligente le vetture elettriche in ricarica collegate a colonnine di ricarica ‘smart’. Così le auto diventeranno un potenziale ‘accumulatore’ oltre che consumatore di energia.

 

D. Un altro tema è quello degli edifici, che ha appunto già citato: anche in questo caso l’Italia spicca per avere il patrimonio immobiliare più obsoleto d’Europa. L’ecobonus 110% che avrebbe dovuto migliorarne l’efficienza energetica non decolla, per ragioni burocratiche. Il rischio che si resti indietro su questo fronte come si supera? E soprattutto: Terna che contributo può dare?

R. L’efficientamento degli immobili, se si guarda al Pniec, e anche al pacchetto europeo ‘Fit for 55’, è uno dei driver principali della transizione energetica. Vale il discorso delle auto: convertire il nostro patrimonio immobiliare, molto antico e inefficiente, è un’opportunità. Bisogna investire nell’efficienza energetica, attraverso il miglior isolamento degli edifici, e nella progressiva sostituzione di tutte le tecnologie basate su combustibili fossili con le nuove tecnologie elettriche: le pompe di calore per il riscaldamento e i piani ad induzione per la cottura dei cibi.














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