Sviluppo delle filiere in Lombardia: partenariati, know-how, finanziamenti

di Marco de' Francesco ♦︎ 85mila aziende, 250 miliardi di fatturato, 60 miliardi di valore aggiunto. Questo l'identikit della seconda regione d'Europa per la manifattura che vuole continuare a crescere grazie al supporto della Regione. Come? Favorendo il dialogo fra imprese, enti di ricerca e formazione, intermediari finanziari, associazioni. Economia circolare, innovazione, trasferimento tecnologico e formazione: questi gli ambiti strategici identificati dalla Regione e da Unioncamere Lombardia. La Manifestazione d'interesse e il ruolo centrale di Afil come facilitatore

Per affrontare le sfide della duplice transizione digitale e green e per superare la difficile congiuntura dei costi dell’energia e dell’irreperibilità di materie prime, c’è bisogno, in Lombardia, di far emergere tutte le forze latenti, tutto il potenziale inespresso dell’industria e della manifattura in particolare. È un argomento di portata nazionale, visto che stiamo parlando della seconda regione manifatturiera d’Europa (preceduta solo da Ile de France), con quasi 85 mila aziende, 250 miliardi di fatturato e 60 miliardi di valore aggiunto (dati Eurostat e Istat). Il problema è che i tanti Know-How verticali in seno ad una miriade di imprese non sono messi a sistema, e di conseguenza non partecipano come potrebbero alla creazione del valore.

Come fare? Non basta valorizzare e consolidare le filiere produttive e gli ecosistemi industriali; occorre individuarne di nuovi, sostenerli economicamente, valorizzarli. Soprattutto, si devono stimolare le filiere mettendo a sistema e favorendo il dialogo tra imprese, enti di ricerca, enti di formazione, intermediari finanziari, associazioni e altri player del territorio, incoraggiando lo scambio di competenze e la realizzazione di obiettivi comuni. Da qui l’innovativo strumento lanciato dalla Regione Lombardia in collaborazione con Unioncamere Lombardia, la “Manifestazione di Interesse per lo sviluppo ed il consolidamento delle filiere produttive e di servizi e degli ecosistemi industriali produttivi ed economici in Lombardia”, che individua diversi ambiti strategici (ad esempio la sostenibilità e la circolarità, l’innovazione ed il trasferimento tecnologico o la formazione) in cui partenariati di almeno 10 imprese propongano progetti comuni entro le 16:00 del 31 dicembre 2022.







I progetti “meritevoli” riceveranno delle premialità in termini di punteggio e/o di entità delle agevolazioni nella Fase 2, che prevede l’emissione di più misure di sostegno economico promosse da Regione, con modalità che saranno specificate di volta in volta.  In questo processo gioca un ruolo fondamentale Afil- Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, il Cluster regionale per il Manifatturiero Avanzato, come aggregatore e promotore della costituzione di filiere ed ecosistema regionali. Infatti, all’interno di Afil vi sono già le Strategic Communities, ossia gruppi di lavoro focalizzati su tematiche strategiche che aggregano stakeholders di diversa tipologia (aziende, atenei ed enti di ricerca) per la definizione di priorità comuni, il trasferimento industriale di soluzioni innovative ed il rafforzamento dell’ecosistema regionale. Tutto ciò è emerso qualche giorno fa all’Assemblea Generale del Cluster Afil, durante la quale sono intervenuti anche l’Assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi ed il presidente di Afil Diego Andreis

Un’iniziativa per lo sviluppo delle filiere e degli ecosistemi industriali produttivi

Diego Andreis, presidente Afil

«C’è in Lombardia un potenziale inespresso» – esordisce Guidesi. Perché sì, è vero, la Lombardia è la regione più importante d’Italia per l’industria e per la manifattura in particolare, ed è quella del record di export del 2021, giunto a quota 135,9 miliardi di Euro (+ 6,6% rispetto al precedente massimo storico del 2019 pari a 127,5 miliardi). «Ma se andiamo a valutare bene questi numeri, ci rendiamo conto che il successo delle esportazioni è dovuto ad un numero relativamente limitato di aziende» – commenta Guidesi. Tante imprese restano nell’ombra e segnano il passo. Avanzano a ritmo serrato quelle di dimensioni più europee, quelle digitalizzate e globalizzate. Le altre faticano. Eppure anche queste ultime spesso dispongono di competenze verticali di rilievo e maturate “sul campo”; conoscenze e expertise che non trovano adeguata applicazione perché avulse dal contesto di filiera integrata. Per Guidesi la soluzione è chiara: «Si tratta di connettere il Know-How di queste aziende». Come accennato, è il motivo per cui la Regione ha definito la citata Manifestazione di Interesse. Infatti, stimolando le aggregazioni tra imprese lungo una filiera è possibile generare un effetto moltiplicatore in grado di stimolare nuovi modi di fare la manifattura e nuovi business model in logica più resiliente e competitiva. Se poi queste interconnessioni fra imprese si sviluppassero in collaborazione con i citati altri attori strategici del territorio, le filiere produttive risulterebbero più competitive e più resilienti. Questa è l’idea. «Le aziende di filiera non devono solo scambiarsi fatture e bonifici, ma devono parlarsi e conoscere la strategia della capofila, e i fornitori devono correre alla stessa velocità di quest’ultima» – sintetizza Guidesi.

Peraltro, ci sono ragioni congiunturali per far emergere filiere industriali di ricerca e innovazione. «Tutta l’industria lombarda, come d’altra parte quella europea, è stata travolta dagli eventi degli ultimi tempi o in corso, e pertanto deve trovare nuovi equilibri. Per affrontare le sfide epocali è necessario fare massa critica e adottare un approccio di filiera, e in ciò Afil rappresenta di per sé un modello avanzato. In questo contesto, noi valutiamo molto positivamente le opportunità offerte dalla Manifestazione di Interesse della Regione Lombardia. È un’iniziativa importante» – afferma Andreis. La pandemia, ad esempio, oltre ad avere interrotto per un certo periodo le supply chain globali, ha anche modificato profondamente tutta la logistica, con l’esplosione dell’e-commerce e ha prodotto lo sviluppo di nuovi servizi di commissioning e di manutenzione da remoto. La sospensione delle ricerche di idrocarburi, l’accelerazione dell’Unione Europea verso la transizione green e infine il conflitto russo-ucraino (con il gioco delle sanzioni reciproche tra EU e Mosca) hanno ingigantito il costo dell’energia, mettendo in seria difficoltà la siderurgia, le cartiere e l’industria chimica. L’irreperibilità di materie prime e dei microchip ha bloccato numerosi settori, ed in particolare l’automotive. La digital transformation, infine, ha contribuito alla risoluzione di numerose sfide in ambito manufacturing, ma ha anche ampliato il divario tra le singole aziende della value-chain, laddove non affrontata in ottica di filiera. Insomma, la Manifestazione di Interesse ha lo scopo di aiutare l’industria lombarda ad affrontare tutte queste nuove sfide.     

Chi può partecipare alla manifestazione di interesse

Guido Guidesi, l’Assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia

Scendendo nel particolare, possono partecipare aggregazioni di imprese già costituite ed operanti nell’ambito di una o più filiere produttive ed ecosistemi industriali, produttivi ed economici oppure imprese interessate ad associarsi con altre imprese, in forma ancora non ufficializzata. Al di là del citato numero minimo di dieci imprese per costituire il partenariato, va detto che le aziende devono essere regolarmente costituite e devono avere una sede operativa attiva sul territorio lombardo. Queste saranno guidate da un soggetto capofila in rappresentanza della filiera, individuato di comune accordo, che farà da referente per i rapporti con Regione Lombardia (e Unioncamere Lombardia). Il capofila supporterà il processo di costruzione del partenariato e coordinerà le attività di analisi di posizionamento della filiera (o ecosistema) e l’individuazione delle linee strategiche e operative di intervento per il suo sviluppo.

«In una prima fase, il partenariato è assolutamente informale: non c’è bisogno di andare dal notaio, né di costituirsi in una forma giuridica particolare» – afferma Guidesi. «In effetti, la Manifestazione di Interesse è caratterizzata da una grande flessibilità: i partenariati dovrebbero essere il più ampi ed inclusivi possibile, con la possibilità di selezionare i soggetti partecipanti ad una successiva misura in funzione delle specificità dei bandi della fase esecutiva» – conferma il dirigente dell’Unità Organizzativa “Competitività delle filiere e dei territori” Enrico Capitanio.

Gli ambiti di intervento

Come già accennato, la Manifestazione di Interesse ha definito gli ambiti su cui le proposte progettuali devono focalizzarsi. Anzitutto, la sostenibilità e la circolarità. Ad esempio, progetti di sviluppo di interventi integrati di eco innovazione o progetti di “simbiosi industriale”, che prevedono il riuso e l’utilizzo di materiali riciclati, prodotti, sottoprodotti e residui derivanti dai cicli produttivi in altri settori. In secondo luogo, l’innovazione ed il trasferimento tecnologico, la digitalizzazione, la ricerca e la proprietà intellettuale per l’adozione di tecnologie digitali avanzate nelle diverse fasi dei processi, anche al fine di aumentare la produttività dell’intera filiera, o la riorganizzazione delle attività di approvvigionamento-produzione-distribuzione, mediante lo sviluppo di supply chain competitive che consentano di ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie, materie prime e prodotti.

In terzo luogo, la formazione, il capitale umanol’occupazione e la sicurezza sul lavoro. Ad esempio, progetti per l’adozione di misure per il miglioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro o piani per la valorizzazione e l’inserimento di personale altamente qualificato o l’incremento della preparazione tecnico-specialistica di quello già impiegato. In quarto luogo, l’internazionalizzazione per migliorare l’approccio al mercato globale (digitalizzazione dei processi aziendali, digital marketing, web marketing, acquisizione tecnologie che favoriscono le esportazioni quali l’e-commerce e le piattaforme integrate per il trade marketing) o per supportare la crescita competitiva delle imprese della filiera sui mercati esteri (ricerca di partner stranieri, scouting di nuovi mercati di sbocco, partecipazione collettiva a eventi e fiere internazionali, partecipazione a gare e progetti di fornitura globali). Infine, il credito e la patrimonializzazione. E quindi, ad esempio, progetti di Supply Chain Finance che permettono di agire a cascata su tutte le imprese della filiera e degli ecosistemi sfruttando le relazioni delle singole aziende o piani per realizzare interventi di rafforzamento patrimoniale rivolto in particolare alle imprese di minori dimensioni.

Come funziona la Manifestazione di interesse per lo sviluppo e il consolidamento delle filiere

Il ruolo di Afil: facilitatore ed animatore del territorio

Il Direttore Generale dell’Assessorato allo Sviluppo Economico lombardo, Armando De Crinito

Secondo il Direttore Generale dell’Assessorato allo Sviluppo Economico lombardoArmando De Crinito, il ruolo di Afil nel contesto della citata “Manifestazione di Interesse” è quello di “facilitatore e animatore del territorio”. Se infatti sono protagoniste le filiere e gli ecosistemi, Afil ha ormai un’esperienza consolidata nell’aggregazione di attori strategici del territorio e nell’individuazione di temi prioritari a livello regionale. «Il “motore” progettuale di Afil è infatti costituito dalle Strategic Communities, gruppi di lavoro in cui aziende, centri di ricerca, università e associazioni imprenditoriali cooperano per il raggiungimento di obiettivi ed interessi condivisi su specifiche tematiche di innovazione manifatturiera» – afferma Andreis.

Le Strategic Communities affrontano temi quali l’Economia Circolare, l’Intelligenza Artificiale, la Manifattura Additiva, i materiali avanzati e molto altro, tematiche che peraltro ricorrono negli ambiti di intervento della Manifestazione di Interesse. «D’altra parte, le Strategic Communities consentono alla Regione Lombardia di individuare le priorità industriali e sviluppare di conseguenza una programmazione di medio e lungo termine allineata ai reali bisogni del territorio, implementando iniziative di R&I in ottica di filiera e sfruttando le opportunità di finanziamento offerte dallo scacchiere regionale, ma anche nazionale ed europeo» – continua Andreis. Insomma, le Strategic Communities possono costituire la base di lancio, il contesto in cui si incontrano le aziende che vogliono partecipare all’iniziativa. «I Cluster Tecnologici in generale e Afil in particolare possono fare da “collante” per le aziende che si uniscono per sviluppare progetti da presentare nella Manifestazione di Interesse. Peraltro, dal momento che Cluster come Afil associano non solo imprese ma anche atenei e centri di ricerca, possono garantire alle aggregazioni una maggiore continuità nel tempo» – afferma De Crinito.   

Le strategic communities di Afil e la manifestazione di interesse

Durante l’Assemblea Generale di Afil sono state presentate alcune proposte preliminari di filiera, nate in seno alle Strategic Communities. L’obiettivo dell’evento è stato infatti quello di iniziare a comunicare a Regione Lombardia le tematiche più rilevanti su cui i Soci del Cluster stanno lavorando e che vorrebbero presentare entro i termini della Manifestazione di Interesse. In aggiunta, si è voluto evidenziare lo spirito di inclusività che caratterizza l’iniziativa, in modo da accogliere i Soci e gli altri stakeholder regionali che potrebbero contribuire alla filiera ed aggregarsi ai gruppi già formatisi.

Afil: Processo di identificazione delle priorità strategiche
Afil: Processo di identificazione delle priorità strategiche

1)     La proposta della Strategic Community “Advanced Polymers”

Per la Strategic Community Advanced Polymers la sfida riguarda l’introduzione dell’intelligenza nella plastica lungo tutto il ciclo di vita in modo tale da portare a scenari di vita più sostenibili. Ciò significa prevedere materiali plastici intrinsecamente sostenibili e che possano essere integrati con sensoristica seguendo il ciclo di vita del prodotto lungo tutta la filiera «La Lombardia è leader italiano se non europeo nella trasformazione e nel processing dei materiali polimerici nonché nell’ambito della produzione di macchine per questo tipo di attività. L’ambito della Strategic Community abbraccia tutta la filiera, dalla produzione e lavorazione delle materie prime sino alla realizzazione dell’oggetto vero e proprio e al fine vita. L’idea progettuale legata alla filiera regionale della plastica intelligente e sostenibile ricalca le attività della Strategic Community focalizzandosi su tre ambiti di intervento: ricerca del materiale tale da consentire un prodotto intelligente e sostenibile, la trasformazione del materiale a prodotto e il ciclo di vita. In quest’ultimo caso, l’obiettivo è seguire il prodotto durante tutto il ciclo dall’inizio sino al “nuovo inizio”» – afferma il Professor Gianmarco Griffini, docente al Politecnico di Milano (Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta”) e co-coordinatore della SC insieme al Professor Emilio Sardini dell’Università degli Studi di Brescia.

Il gruppo di lavoro si propone di approfondire l’uso e lo sviluppo di strategie legate all’economia circolare, in particolare studiando l’impiego di materiali e compositi bioderivati e di materiali polimerici intelligenti per ottenere compositi riprocessabili, riparabili, riciclabili

2)     La proposta della Strategic Community “Additive Manufacturing”

Il professore Ferdinando Auricchio dell’Università di Pavia

La Strategic Community Additive Manufacturing punta molto all’ambito di intervento che contempla la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico. Essendo la manifattura additiva caratterizzata da una filiera “corta” essa permette ambiti applicativi trasversali con una integrazione in diversi ambiti. L’idea è integrare la filiera sia in maniera verticale, ovvero dal componente al prodotto finito, sia orizzontale condividendo le diverse esperienze. Secondo il docente al Dipartimento dell’Università degli Studi di Pavia, nonché coordinatore della SC, Professor Ferdinando Auricchio «l’idea è quella di muoversi sia sulle materie prime, nell’ambito della produzioni di polveri metalliche, ma anche di natura plastica, senza tralasciare i macchinari che trattano questi materiali capendo come i processi produttivi possano essere certificati. Un altro tema è inoltre quello del repairrecovering al fine di conferire nuova vita ai prodotti che hanno terminato il loro ciclo».

3)     Il tema del “Riciclo nel tessile” in seno alla Strategic Community “De- e Remanufacturing per la Circular Economy”

Secondo il Responsabile della Ricerca ed Innovazione presso Sistema Moda Italia, che ha presentato la possibile filiera dell’Economia Circolare nel tessile, Mauro Sampellegrini, «In Lombardia il tessile-moda è il secondo settore per fatturato ed export dopo la meccanica e l’automazione. Inoltre, all’interno del contesto europeo, la Lombardia è la prima regione per addetti, fatturato ed export e tra i principali produttori nel tessile tecnico. Il tessile è molto concentrato nell’economia circolare e nella sostenibilità. Questo rappresenta un’opportunità nel contesto della manifestazione di interesse di un progetto di filiera. Abbiamo delle aree di debolezza, tra esse la differenziazione del prodotto tessile di fine vita e il sorting che viene fatto manualmente o in maniera semi-automatica. La manifestazione di interesse si concentra su diverse chiavi di sviluppo: il raccordo normativo in termini di policies a livello europeo e nazionale, la formazione per le aziende sull’ecodesign e per la diffusione di tecnologie per la tracciabilità, lo sviluppo di un hub per il riciclaggio tessile, la digitalizzazione dei processi e dei servizi e la simbiosi industriale per il recupero a fine vita.

L’impegno di Afil per l’economia circolare

4)     La proposta della Strategic Community “Secure and Sustainable food”

Il direttore generale di Tecnoalimenti Raffaello Prugger

L’idea della Strategic Community è quella di promuovere la “cross-fertilization” tra le tecnologie avanzate normalmente impiegate in vari settori industriali e la manifattura focalizzata sulla trasformazione alimentare. I primi potrebbero contaminare la seconda con tecnologie come la robotica e potrebbero implementarne l’automazione di processo. Secondo il Direttore Generale di Tecnoalimenti nonché coordinatore della SC Raffaello Prugger, «Il finanziamento di Regione Lombardia gioca un enorme ruolo, perché permette di ridurre il rischio industriale ed aumentare l’audacia degli interventi. L’obiettivo della proposta è quello di provare a dare una risposta ai due gap nella filiera tradizionale e creare una nuova filiera innovativa, introducendo, da un lato, automazione e robotica nell’industria di trasformazione alimentare e, dall’altro, digitalizzazione nei processi di produzione e distribuzione, anche attraverso nuovi modelli di business sostenibile, di produzione alimentare e di supply chain».

5)     La proposta della Strategic Community “Smart Components”

«Oggi le aziende della componentistica corrono un rischio: quello della commoditizzazione dei loro prodotti hardware che, in quanto tali, perdono di valore. Si deve pertanto promuovere la transizione da strumento passivo ad attivo o da componente a sistema-soluzione. È evidente come il tema delle filiere possa giocare un ruolo chiave nell’abilitare questa trasformazione. Lo sviluppo e l’implementazione di Smart Components interconnessi e intelligenti costituiscono un traguardo importante, perché consentono di incrementare il valore dei beni ed il rilievo delle aziende che li realizzano» – afferma Andreis, che peraltro è il Managing Director dell’innovativa azienda di micro-pompe Fluid-o-Tech e relatore per la Strategic Community “Smart Components”.  Secondo Andreis «l’ecosistema lombardo ha tutte le carte in regola per giocare utilmente la propria partita. La sfida sta nel mettere insieme le imprese e farle dialogare nell’ottica di un obiettivo comune, avviando una riflessione sull’evoluzione della filiera della componentistica e sulle nuove proposizioni di valore, ed affrontando poi il tema dello sviluppo delle nuove funzionalità e delle tecnologie connesse».   

6)     Il tema della “Sostenibilità dell’acciaio” in seno alla Strategic Community “De- e Remanufacturing per la Circular Economy”

Maurizio Zanforlin, capo R&D Ori Martin

«In Lombardia la filiera del metal è decisamente importante. Essa comprende sia la parte siderurgica ma anche la fonderia di allumino e lega di ottone e rappresenta quasi il 50% della produzione di acciaio a forno elettrico italiano. La logica è quella di trasformare i sottoprodotti in nuove materie prime per il riciclo interno o per altri settori e valorizzare i sottoprodotti delle industrie del settore. Avere una materia prima con basso ambientale diventa un vantaggio economico e strategico da preservare» – afferma il R&D Manager di Ori Martin Maurizio Zanforlin, relatore per il gruppo proponente una filiera dell’Acciaio Sostenibile. Tra gli elementi che favoriscono il raggiungimento dell’obiettivo vi è l’esperienza pregressa nella valorizzazione dei residui con diversi progetti attivi. Tra le aree di debolezza da affrontare, invece, vi sono gli ingenti costi di investimento e normativa incerte che ad oggi rallentano o bloccano iniziative cross-settoriali.         

A che punto siamo con la manifestazione di interesse? Come funziona? 

Come si accennava prima, la “Manifestazione di Interesse” prevede due fasi. La prima è già iniziata. È quella in cui i soggetti beneficiari riuniti in partenariato presentano una proposta di progetto. Possono farlo, come si diceva, entro la fine dell’anno in corso. Lo sportello è già attivo: le proposte progettuali vanno presentate utilizzando un applicativo messo a disposizione da Unioncamere Lombardia, seguendo la procedura delineata da Regione Lombardia. Quelle ritenute meritevoli verranno inserite in un apposito elenco approvato e aggiornato con provvedimento del Dirigente competente della Direzione Generale Sviluppo Economico di Regione Lombardia.

«Ci attendiamo la partecipazione di un numero considerevole di imprese manifatturiere di vari comparti» – afferma De Crinito. «Anche la seconda fase è già iniziata» – afferma Capitanio.  In questa, la Direzione Sviluppo Economico attiva misure per l’avanzamento e il consolidamento delle filiere e degli ecosistemi industriali, produttivi ed economici. Per ciascuna di queste misure, i criteri vengono approvati con apposite deliberazioni della Giunta Regionale. «Ecco, nel bando pubblicato il 20 giugno a proposito di economia circolare – per micro, piccole e medie imprese che presentino (entro le 16 del 19 settembre 2022) progetti che promuovono il riuso e l’utilizzo di materiali riciclati, l’eco-design e altro – sono riconosciuti un totale di 6 punti di premialità ai progetti presentati da aggregazioni o partenariati inseriti nell’elenco della “Manifestazione di Interesse” nell’ambito della sostenibilità e circolarità» – afferma Capitanio.

La manifestazione di interesse per lo sviluppo delle filiere in Lombardia è solo il primo passo

Le risorse disponibili a valle della manifestazione di interesse e il contesto europeo

Quanti soldi saranno investiti dall’ente pubblico nella seconda fase dell’iniziativa “Manifestazione di Interesse”? Ancora non si sa. «Uscirà un bando a breve. Lì saranno evidenziate le risorse disponibili. Essendo uno strumento nuovo, peraltro, abbiamo lasciato alle singole filiere il tempo per organizzarsi. Il nostro attuale obiettivo è quello di risultare “utili” alle prime progettualità che stanno arrivando, in modo che queste possano fare da esempio a quelle successive, per poi rendere strutturale il sistema» – afferma Guidesi. Peraltro, l’Unione Europea investirà un miliardo di euro nei prossimi sette anni per il territorio regionale. I bandi regionali dipendono largamente da questi fondi e prevedono sempre il co-finanziamento dei partecipanti.

«La cifra – continua Guidesi – riguarda la programmazione europea 2021-2027. Il nostro Assessorato vive per gran parte di queste risorse, ma non tutte saranno destinate alla DG Sviluppo Economico. Con quelle che ci saranno riservate, faremo dei provvedimenti innovativi, cercando di dare alle aziende una programmazione certa, almeno biennale, affinché possano pianificare le proprie attività considerando il possibile supporto che la Regione mette loro a disposizione». Dall’Unione Europea la Regione si attende «l’imposizione di un limite ai costi dell’energia. Da questa decisione dipende il futuro delle aziende e del lavoro in Lombardia. Per quanto concerne invece l’automotive, ci si aspetta la concessione della “piena neutralità tecnologica”, in modo che gli obiettivi di decarbonizzazione possano essere raggiunti anche in modi diversi rispetto alla costruzione di veicoli elettrici, utilizzando tutti i Know-How di cui il territorio dispone» – termina Guidesi. Ed in effetti, senza queste due prese di posizione da parte dell’UE, non è facile immaginare la realizzazione di filiere robuste in diversi comparti della manifattura.  

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 22 luglio 2022)














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