PoliMi, l’IIoT cuore pulsante di Industria 4.0 (60% del mercato)

Questo il dato più evidente emerso dalla survey promossa dal Politecnico di Milano. Seguono industrial analytics (16%) e cloud manufacturing (9%). Dall’emergenza sanitaria un'accelerazione digitale

Su 1.100 applicazioni 4.0 censite, il 46% si sono rivelate utili durante il lockdown
Su 1.100 applicazioni 4.0 censite, il 46% si sono rivelate utili durante il lockdown

Il 2019 è stato un buon anno per il settore Industria 4.0: è cresciuto del 22% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di 3,9 miliardi di euro. In particolare sono le soluzioni cloud e analytics per la supply chain ad aver visto l’accelerazione più repentina, insieme all’Iot. Le aziende hanno anche iniziato a mostrare interesse verso l’intelligenza artificiale, con il 7% delle fabbriche che ha implementato soluzioni di questo tipo. Le soluzioni per l’industria 4.0 che piacciono alle aziende: solamente l’1% ha dichiarato di esserne rimasto deluso.

Secondo l’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, però, dobbiamo aspettarci un rallentamento per il 2020. Il rapporto “Digital New Normal: essere 4.0 ai tempi del Covid” prevede che il 26,5% delle aziende posporrà almeno metà di quelli originariamente pianificati, circa un quarto si concentrerà su Industrial-Iot, analytics e advanced Hmi.
Nell’incertezza, le imprese auspicano incentivi per non rallentare il treno dell’innovazione, in particolare il 33% auspica una riduzione delle imposte sui prossimi esercizi contabili e il 33% una diminuzione del costo del lavoro per operatori di fabbrica. Ma un terzo (31%) chiede anche di rilanciare il Super e Iper ammortamento per beni strumentali, di gran lunga più desiderato rispetto al credito d’imposta per ricerca e sviluppo (17%), agli incentivi per beni immateriali (18%) o a quelli per assunzione e formazione (8% e 11%).







«In questa nuova fase all’industria italiana spetta il compito di essere il motore della ripartenza, in un contesto in cui la trasformazione digitale diventa ancora più rilevante non solo per garantire i processi operativi, ma anche per dare nuova efficacia alle decisioni, accelerare la riconversione dei prodotti, monitorare e gestire i rischi» – ha spiegato Marco Taisch, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0. «Le imprese che avevano investito in precedenza ne hanno tratto grande beneficio, ma questa è una occasione per tutte per compiere un passo avanti nel digitale. In questo senso è positivo l’impegno del Governo nel dare stabilità al piano Trasformazione 4.0».

La gestione dei progetti di innovazione 4.0 rimane però una lacuna per molte aziende italiane. Un quarto delle imprese porta avanti progetti sparsi, senza una roadmap ben definita; il 42% persegue diversi progetti in modo coordinato, ma senza una roadmap o un programma strategico complessivo. Solo il 24% segue una roadmap generale, mentre una percentuale limitata (10%) ha invece un programma globale che guida in modo strutturato l’identificazione e la gestione dei diversi progetti. L’indagine compiuta dall’Osservatorio evidenzia che una visione strategica dell’innovazione 4.0 e un approccio sistemico alla gestione dei progetti possono portare numerosi benefici per l’azienda che decide di implementare tecnologie 4.0, perché permettono di creare sinergie, evitare la duplicazione delle risorse messe in campo e di massimizzare le probabilità di successo nel raggiungere gli obiettivi.

«Per un approccio sistemico ai progetti Industria 4.0 serve inquadrarli in ampi programmi di digitalizzazione, con una visione strategica dei vantaggi e del ruolo delle persone nei processi operativi, coinvolgendo più funzioni, dipartimenti e livelli gerarchici, insieme agli utenti per raccogliere proposte di miglioramento. » – ha dichiarato Raffaella Cagliano, docente Ordinario di People Management e Organization al Politecnico di Milano. «Inoltre, serve un approccio basato su metodologie agile e di design thinking, con un’attenzione particolare al Change Management, dedicando se possibile figure specifiche a supporto del progetto e facendo leva su culture aziendali orientata al miglioramento continuo».














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