Più industria e più affari (finalmente!!!) sulla linea della Tav in Piemonte

Trenitalia ha adottato una soluzione Sap
Trenitalia ha adottato una soluzione Sap

di Laura Magna ♦ In vista lavori da 250 milioni di euro per le pmi torinesi con lo spacchettamento degli appalti per i lavori della Torino-Lione. Raggiunto  un accordo con le imprese francesi grazie all’attività di impiantisti e costruttori delle associazioni imprenditoriali locali con il coordinamento dell’Unione Industriale. Coinvolte, fra gli altri, Mit, Escosa, Panel immobiliare e….

La nuova Torino-Lione, l’alta velocità ferroviaria che dovrebbe spostare il trasporto di merci e passeggeri tra Italia e Francia dalla gomma alla rotaia, costituisce anche un’occasione di riscatto per le imprese di impiantisca e costruttive del torinese. Nelle loro casse infatti, in un biennio, potrebbero arrivare 250 milioni di euro. Questa è la valutazione dell’Unione Industriale di Torino, l’associazione volontaria delle aziende del territorio aderente a Confindustria. Attraverso il braccio esecutivo del suo gruppo Ait (Associazione degli impianti tecnologici) e di concerto con il locale Collegio Costruttori Edili aderente ad Ance, l’associazione imprenditoriale ha lavorato affinché i lavori della grande opera transnazionale fossero articolati in 12 cantieri operativi, a loro volta suddivisi in lotti. In questo modo è stata evitato l’accorpamento delle attività in pochi maxi appalti, un’evenienza che avrebbe ridotto le chance di partecipazione per l’insieme delle imprese locali.

 







La posta in gioco

Per i lavori del corridoio relativo al collegamento ferroviario, sono stati in questo modo previsti 19 appalti sotto i 5 milioni di euro, 8 tra 5 e 50 milioni di euro, 14 tra 5 e 500 milioni e 4 oltre i 500 milioni di euro. Secondo le stime, le ricadute economiche della realizzazione (che riguarderanno il lavoro di oltre 20mila addetti tra diretti e indiretti), e gli appalti lanciati nel solo biennio 2017-2019 avranno un valore di 5,5 miliardi di euro. Per ottenere questo risultato, Ait e Collegio si sono alleati con la BTP (Bâtiment et Travaux Publics), ovvero l’organismo che autorizza tutti i lavori pubblici in Francia. L’ultimo incontro tra gli enti si è svolto nel corso dell’ultima settimana a Chambery, su suolo francese: a partecipare alla missione 18 imprese italiane che impiegano complessivamente oltre 600 dipendenti.

«In questi anni l’Unione Industriale e il Collegio Costruttori di Torino hanno lavorato intensamente in tutte le sedi istituzionali in favore della realizzazione della TAV e appoggiato tutte le iniziative che potessero avere una ricaduta positiva sul tessuto imprenditoriale locale. Anche grazie agli sforzi delle nostre associazioni siamo riusciti a ottenere appalti piccoli, quelli che le nostre Pmi sono in grado di affrontare. E anche grazie ai nostri sforzi le nostre imprese hanno un’occasione da sfruttare», dice a Industria Italiana Bruno Ulivi, il presidente dell’Ait, l’Associazione degli Impiantisti torinesi che raggruppa circa 160 realtà operanti nelle tecnologie impiantistiche per 3mila addetti.

Le dimensioni delle aziende coinvolte

Si tratta di aziende come quella presieduta dallo stesso Ulivi, la MIT, che si occupa di progettare e fornire impianti tecnologici sia elettrici sia speciali per il trattamento dell’aria per enti pubblici e industria. Sede a Nichelino, MIT ha 100 dipendenti e un fatturato di 20 milioni. O come Escosa, impresa attiva nel settore dei materiali da costruzione, in particolare nell’estrazione e nel commercio della sabbia, ghiaia e pietrisco, che opera con 20 addetti  sotto la presidenza di Luca Carpignano, consigliere di Unione Industriale e presidente del settore Metalli da Costruzione. O ancora, Panel Immobiliare, azienda con 45 dipendenti che è guidata da Antonio Mattio, il presidente del Collegio Costruttori. «Per la costruzione della Tav saranno necessarie diverse specialità – spiega Ulivi -: si va dall’impiantistica, dall’elettricità al condizionamento al raffreddamento, fino agli impianti speciali, per esempio per la rilevazione e l’aspirazione dei fumi. L’accordo con la Francia è particolarmente importante perché Il 70% dei lavori si svolgerà sul territorio francese». Questo avviene anche se il promotore pubblico responsabile della realizzazione e della gestione della sezione transfrontaliera della futura linea è Telt (Tunnel Euroalpin Lyon Turin), ente pubblico partecipato per metà dalle Ferrovie dello Stato Italiane e e per metà dallo Stato francese.

 

 

linea verde con sez_transfr+linea storica_6-9-17
Il tracciato della Torino – Lione

Il collegamento Torino-Lione

La sezione transfrontaliera della Torino-Lione si estende per 65 km tra Susa/Bussoleno in Piemonte e Saint-Jean-de-Maurienne in Savoia: cuore dell’opera il tunnel del Moncenisio, una doppia canna di 57,5 km, che si sostituirà al traforo del Frejus, portando la linea attuale, che si sviluppa con forti salite e pendenze, in pianura. Una soluzione che permetterà di realizzare un grande risparmio energetico e di migliorare affidabilità, rapidità, sicurezza del trasporto ferroviario per merci e passeggeri: non a caso questa nuova rete è stata già definita la metropolitana d’Europa.

«Il collegamento Torino-Lione si estende per 270 km di cui il 70% in Francia: non stupisce dunque che i francesi gestiscano la porzione più rilevante anche in termini di opere. Detto questo, abbiamo incontrato nell’ultimo mese per due volte una delegazione francese di imprenditori, e i transalpini si sono mostrati in entrambe le occasioni molto interessati a trovare accordi con imprese italiane che possano essere validi partner nel proseguo dei lavori. Questa sinergia d’altro canto è utile a noi perché se riusciamo a trovare intese con queste imprese potremmo creare associazioni temporanee e portare a casa un bel po’ di quella ricchezza che verrà prodotta in corso d’opera. Lo spacchettamento degli appalti in tanti piccoli lotti così da porli alla portata delle nostre industrie che hanno un taglio medio piccolo, fanno il resto. Insomma, l’opportunità è ghiotta per un territorio che ha subìto, fortissima, la crisi», spiega Ulivi.

 

 

La presentazione dell’accordo all’ Unione Industriali di Torino

Un lavoro lungo un anno

Il lavoro dell’Unione Industriale è iniziato ormai un anno fa, quando a maggio 2017 lo stesso presidente dell’Associazione, Dario Gallina, aveva lanciato la proposta di attivare il network associativo per agevolare l’incontro tra le imprese italiane e quelle francesi al fine di consentire la costituzione di raggruppamenti di imprese transfrontalieri per la partecipazione alle gare che, in quanto “europei”, in ossequio ai principi comunitari, dovrebbero avere maggiori chance nell’aggiudicazione degli appalti. A questo scopo è stata implementata una banca dati informatica che raggruppa le imprese italiane interessate all’iniziativa e sono stati avviati contatti con le associazioni francesi.

 

 

Dario Gallino
Dario Gallina Presidente Unione Industriali Torino

 

Un primo incontro tra i vertici delle associazioni edili, impiantistiche e dei materiali da costruzione italiane con il BTP (Bâtiment et Travaux Publics), l’associazione d’oltralpe che raggruppa tutte le aziende abilitate per gli appalti di lavori in Francia, con circa 200 imprese e 8.000 dipendenti, si è svolto lo scorso 19 febbraio. In quella riunione si sono gettate le basi per l’incontro organizzato dalla Chambre de Commerce et d’Industrie de la Savoie, a Chambery, che si è svolto qualche giorno fa, il 12 aprile, fra BTP e l’AIT e il Collegio Costruttori. Si tratta di una fase esplorativa in cui imprese e imprenditori si conoscono e prendono le misure per valutare future forme di collaborazione.

 

Una solida base per la cooperazione

«Insieme agli impiantisti, i costruttori sono senza dubbio i candidati ideali per queste gare: nel Collegio costruttori abbiamo imprese specializzate in lavori privati o conto proprio nel settore immobiliare e altre che partecipano ad appalti pubblici conto terzi», spiega Antonio Mattio, presidente del Collegio Costruttori di Torino, che raggruppa 400 imprese edili, per 5mila addetti. «I dialoghi Italia-Francia sono iniziati proficuamente, ora staremo a vedere come le nostre imprese riusciranno a trovare la quadra con le imprese francesi».

Al momento, le 20 imprese delegate ai dialoghi con la controparte d’Oltralpe sono le più strutturate e complesse: «un vantaggio per le nostre imprese nella partecipazione a queste gare è che esse saranno disciplinate dal diritto francese, il che significa che non si dovrà sottostare al codice degli appalti che ha introdotto in Italia una fiscalità dissennata capace di bloccare l’operatività nelle opere pubbliche. In un settore è stato massacrato in questi 10 anni di crisi ed è stato dimezzato sia in numero di imprese che di dipendenti. In tutta Italia abbiamo perso 600mila posti di lavoro, il che equivale ad aver subito 1200 Embraco, un collasso di dimensioni epiche», precisa Mattio che inevitabilmente in questa Tav intravede una possibilità di riscatto almeno per le Pmi del suo territorio.«Gli italiani esprimono imprese dotate di specializzazione e capacità, penso alle tecnologie di perforazione o alla logistica che consenta di muoversi in sicurezza sotto terra, e potranno essere un valido supporto per chi, Oltralpe, è già oberato di lavoro e non può aumentare eccessivamente gli investimenti né accumulare ritardi con i clienti delle commesse già in intinere».














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