Somec: la rinascita del gruppo che realizza progetti navali chiavi in mano

di Laura Magna ♦︎ L’azienda chiude il 2018 con un fatturato a 168,9 milioni, il 50% in più rispetto al 2017. Merito di una politica fatta di acquisizioni e di internalizzazione. Il presidente Oscar Marchetto ci racconta il percorso seguito e le prospettive per il futuro

Dal concordato preventivo alla posizione di leadership globale nel settore del glazing delle navi da crociera, con un fatturato di 170 milioni di euro che cresce del 50% anno su anno. La storia di Somec è innanzitutto una storia di rinascita, guidata dalla visione di un imprenditore. Quella di Oscar Marchetto, tra i soci fondatori di Nice, gruppo trevigiano della home automation, da cui ha divorziato nel 2013 accettando di portare via con sé la maggioranza di Venezia Srl, a cui facevano capo alcune controllate non core. Tra cui, appunto Somec, specializzata nella progettazione e realizzazione di facciate in vetro e acciaio per grattacieli – che negli anni Novanta aveva diversificato applicando il suo know-how al mondo del mare, con le prime commesse di vetrate e serramenti per navi da crociera. Andarsene dalla sua prima creatura accollandosi quello che era poco più di un ramo secco non doveva essere un premio: finita in crisi nel 2008 ed entrata in Nice due anni dopo, Somec era stata ricapitalizzata diverse volte ma continuava a perdere terreno. Nel 2013, quando passa di mano, i ricavi ammontano di 14,5 milioni e il bilancio è in perdita di 819mila euro – in peggioramento progressivo.

Per Marchetto è una sfida personale che sceglie di combattere insieme a due ex dirigenti di Nice, Giancarlo Corazza e Alessandro Zanchetta, oggi rispettivamente chief operating officer e chief financial officer dell’azienda. Un percorso tutto al galoppo che porta Somec a diventa uno dei principali operatori mondiali nella produzione (e nell’ammodernamento) di involucri vetrati e aree interne per nuove navi da crociera. «Abbiamo dovuto fare una ristrutturazione pesante, tagliando la parte civile che stava affossando il business per via del periodo nero che vivevano le costruzioni in Italia e rifocalizzando il business sul navale», spiega Oscar Marchetto a Industria Italiana. «Da lì siamo ripartiti con 90 persone e siamo andati a prendere tutto quello che c’era nella parte marine, raccogliendo un certo fermento testimoniato da molti nuovi ordini. Il grande patrimonio di Somec stava – quasi inesplorato fino a quel momento – in un know-how ventennale con lavori su più di 200 mezzi». 







 

Oscar Marchetto

I numeri 

Risultato? Somec chiude il 2018 con un fatturato di 168,9 milioni di euro, +50% rispetto al 2017 pro forma (di cui 119,3 attività navali, 49,6 civile). Il trend si è completamente invertito: oggi il maggior mercato sono gli Usa (pesano per il 45%) e il core business sono le navi. Tra i clienti della società veneta figurano i quattro maggiori cantieri navali al mondo, ovvero Fincantieri, la tedesca Mayer Werft, la franco-finlandese Stx e la giapponese Mitsubishi, a cui fa capo l’85% del mercato delle nuove navi, oltre che le multinazionali Royal Carribean, Carnival e Msc per il restyling delle navi in circolazione. 

E le prospettive sono di continua crescita, come dimostra il portafoglio ordini che a fine 2018 ammontava a 431 milioni di euro a cui vanno sommati i 182 milioni di euro di ordini ricevuti nella prima parte del 2019. Anche i dati sulla redditività segnalano un forte incremento: l’Ebitda 2018 si è attestato a 17,9 milioni di euro (con Ebitda margin a 10,6% dall’8,9% del 2017), +79% rispetto al 2017 pro forma, mentre l’utile netto si è consolidato a 7,8 milioni. Oggi il Gruppo Somec è composto da quasi 600 collaboratori, in Italia e nelle sedi estere, con previsione di aumento nel prossimo futuro.
 Somec investe costantemente nell’attività di ricerca e sviluppo, in cui sono impegnati oltre 120 tra ingegneri e progettisti, circa un quinto dei collaboratori totali. 

 

Somce board. Da sinistra: Giancarlo Corazza, Oscar Marchetto, Alessandro Zanchetta

Il percorso di rinascita e le linee di business

In realtà i conti erano stati riportai in ordine già nel primo biennio, ma la scelta di Marchetto è stata quella di non fermarsi: al contrario, innanzitutto, di espandersi in altri compartimenti delle navi dove c’è valore aggiunto, ovvero molta progettazione. «Il primo passo è stato acquisire Oxin, un’azienda specializzata in cucine professionali all’interno della nave, cucine sofisticate che devono servire dalle 3mila alle 10mila persone al giorno; e nel settore del fit delle navi da crociera. Un business enorme è inoltre quello di sistemare le navi vecchie, aggiornandole allo stato attuale. Per crescere nella progettazione il capitale umano è fondamentale: non è un caso che il 22% della nostra forza lavoro sia impiegata in un ufficio tecnico», dice Marchetto. Oltre che nelle cucine «abbiamo costituito Hysea, che si occupa di progettare e allestire le aree pubbliche, ristoranti, bar, teatri: insomma ci siamo ramificato a tutto ciò che è allestimento nel mondo della nave». Della divisione Seascape fanno parte anche Navaltech, l’azienda consociata per i servizi di refitting e manutenzione delle navi per Usa e Caraibi, e Seatech, specializzata in servizi di manutenzione a bordo e ristrutturazione di unità esistenti per i clienti europei. Completa la “flotta” Sotrade, che si occupa dell’installazione e della manutenzione in cantiere, assicurando interventi in tempo reale anche durante la navigazione. 

 

Lavori eseguiti da Somec

Navi da crociera: prospettive rosee per un decennio 

Ci sono 380 navi da crociera nel mondo e il business è in solida crescita: «gli armatori hanno investito per realizzare 100 nuove navi entro il 2021. Ogni cinque anni inoltre ogni nave viene rivista e riadeguata, e le navi costruite 20 o 30 anni sono tutte in navigazione per via della forte domanda. I re-fit sono enormi e costano anche 250 milioni, prevedendo in certi casi anche l’ingrandimento del mezzo per ospitare più turisti. Le previsioni di crescita per i prossimi dieci anni sono molto sostenute: solo il 6% del turismo mondiale va in crociera e se assistiamo a un aumento anche solo dell’1% vuol dire che diventa necessario costruire 50 nuove navi», dice Marchetto. Ma i numeri ufficiali sono anche più ottimisti. Secondo le ultime statistiche riportate dal Seatrade Cruise Orderbook ad oggi i cantieri di tutto il mondo hanno in tasca nuovi ordini per un totale di 111 navi al 2027 (per una capacità aggiuntiva pari a 242.365 letti) e un controvalore pari a 63,6 miliardi di dollari. 

Secondo l’ultimo Cruise Industry Annual Report la flotta mondiale nel 2027 sarà composta da 434 unità (oggi sono 365) e potrà accogliere a bordo 38,1 milioni di crocieristi (oggi 25,2 milioni). Il business delle vacanze a bordo ci si attende che cresca in media del 5% all’anno per il prossimo decennio trainato da nuovi mercati emergenti tra cui in primis la Cina e potendo contare su mercati maturi come i Caraibi, il Nord Europa e il Mediterraneo. 

 

Vestire i grattacieli (in Usa)

Tutta l’eccellenza maturata nel mondo navale, che resta la parte predominante del business, Somec l’ha infine riportata nel civile: sia per quanto riguarda i rivestimenti esterni in vetro e alluminio sia per ciò che attiene i settori delle cucine e delle aree pubbliche. La divisione “Landscape” è composta da due realtà principali: Fabbrica, attiva nel mercato della progettazione ad hoc, produzione su misura e installazione di facciate e allestimenti esterni personalizzati ad alto contenuto ingegneristico e innovativo destinati a immobili in alcune delle principali città del Nord-Est degli Stati Uniti d’America. E Inoxtrend, storica impresa nel campo della ristorazione professionale, che si presenta invece come la capofila di un nuovo polo destinato a innovare il proprio settore. 

«Abbiamo tre società negli Usa: due che fanno re-fit in Florida e la start-up Fabbrica partita in Cunnecticut e arrivata in tre anni a fatturare 60 milioni di euro. Il sogno americano è ancora percorribile, mentre in Italia fare business nelle costruzioni è sempre più difficile. Sarebbe stato un errore», spiega Marchetto, disegnando una sorta di ritorno alle origini del business, ma con una visione – che nei conti ha prodotto risultati evidenti. E che nel maggio 2018 ha portato l’azienda anche alla quotazione su Aim di Borsa italiana. 

Twa Hotel NY Courtesy of Twa Hotel

 

Il modello di business: internalizzare tutte le lavorazioni

Il modello di business del gruppo Somec è molto complesso: tutto viene progettato e prodotto all’interno delle aziende controllate, tutte dotate di fabbrica, in Italia e nel mondo: acciaio, vetro, cucine. E ogni progetto viene seguito fino all’installazione con squadre specializzate per un controllo totale della qualità. «In Connecticut abbiamo due sedi di produzione una da 9mila e una da 20mila metri quadri oltre a sei linee di assemblaggio. Delle 14 fabbriche in giro per il mondo ognuna ha una specializzazione produttiva. Tutto è stato internalizzato: persino la vetreria per gli involucri esterni delle navi, vetreria che stiamo ampliando. Non è conveniente economicamente produrre il vetro all’interno, ma questa scelta ci consente di dare una risposta efficace al mercato in termini di velocità e affidabilità». Focalizzare la divisione dei building in Nord America fa parte di una precisa strategia. «Quando sono tornato nell’edile ho scelto gli Usa per un preciso motivo: perché è un mercato maturo ed è completamente diverso da quello italiano che invece nelle costruzioni non paga. La capacità di realizzare un progetto anticipando la domanda del mercato che era il mio ruolo in Nice, è la stessa che ho applicato alla gestione di Somec». 

 

Nel cuore nella Inox Valley, con braccia in tutto il mondo

Dal punto di vista geografico, la rete è altrettanto ramificata. A San Vendemiano, nel cuore dell’Inox Valley in provincia di Treviso, si trovano gli uffici, gli stabilimenti produttivi, la ricerca e sviluppo e i laboratori di test per le certificazioni. Nel trevigiano hanno sede Oxin, a Codognè, che produce nella sede principale le cucine per navi, montate in cantiere da Oxtrade; Hysea, a San Vendemiano, specializzata in progettazione e allestimento di aree pubbliche per navi da crociera; Inoxtrend e Primax (entrambe a Santa Lucia di Piave), la prima che progetta, produce e commercializza forni per uso professionale, la seconda specializzata negli abbattitori e forni per uso professionale. In Italia, e precisamente a Cantù, nel comasco, ha sede la Total Solution Interiors, specializzata nella progettazione chiavi in mano per l’allestimento di aree pubbliche nell’ambito navale e civile con due sedi di progettazione, ad Aprilia (Latina) e a Marghera (Venezia) e una filiale a Miami in Florida. 

L’azienda opera a livello globale attraverso uffici di rappresentanza, vicini ai principali cantieri di costruzione navale in Francia, in Germania e in Finlandia. In particolare, con Fabbrica che ha la sua sede principale a Enfield e uno stabilimento a Windsor, nel Connecticut (Stati Uniti), e un ufficio progettazione, Atelier des Façades Montréal, in Canada; con Navaltech (sede a Miami), la consociata per i servizi di refitting e manutenzione delle navi per Usa e Caraibi; con Seatech (nella britannica Southampton) che fornisce servizi di manutenzione a bordo e ristrutturazione di unità esistenti per i clienti europei; infine con Sotrade (a Piešťany, Slovakia), che opera a livello internazionale, attraverso un team specializzato nell’installazione dei prodotti Somec in cantiere e in navigazione. 

La strategia di crescita per linee esterne è stata necessaria per ottenere i numeri attuali: «Credo che l’attività industriale nei prossimi anni sarà talmente veloce che se si resta soli, soprattutto con le dimensioni italiane, è impossibile andare oltre un certo livello: è necessario acquisire quote di mercato e tecnologia, portando avanti la strategia con il management e facendolo partecipare alle aziende che acquisisci. Siamo in un territorio dove abbiamo tantissime eccellenze con prodotti o storia favolose ma spesso manca il progetto». 

 

Lavori navali di Somec

Prosegue la crescita per linee esterne

Il percorso di shopping è iniziato nel 2016 con l’acquisizione di Oxin e proseguito nel 2017 con la costituzione di Hysea. Nell’ottobre 2017 la società ha completato l’acquisizione di Inoxtrend. Ma il 2018 è stato l’anno cruciale per la crescita di Somec: a febbraio risale l’acquisizione di Fabbrica Llc e a maggio l’approdo in Piazza Affari, con la quotazione sul mercato Aim di Borsa Italiana. Il flottante ammonta al 25%, mentre il resto del gruppo è partecipato da Venezia Spa. 

A ottobre, infine, l’azienda ha iniziano il potenziamento della parte di progettazione con l’acquisizione di Primax Srl – player nell’ambito della progettazione, produzione e commercializzazione di abbattitori e forni per uso professionale – aggiunge all’offerta del professional cooking equipment il trattamento a freddo dei cibi. E soprattutto con Squadra, studio di progettazione specializzato nello sviluppo di sistemi per facciate continue, in ambito civile e navale che è entrato nell’universo Somec lo scorso febbraio.

La start-up ha lo scopo di creare, tramite l’interazione con gli uffici di progettazione di Somec e Fabbrica, un network di 140 tra progettisti e ingegneri per fare vera open innovation. «L’obiettivo è sviluppare un centro di ricerca per poter applicare le sinergie tecnico costruttive tra il settore civile e quello navale, fornire ai clienti un servizio di co-design ancora più approfondito, accompagnare il processo di integrazione delle due aziende, generando innovazione attraverso la contaminazione di esperienze e conoscenza», spiega Marchetto: «Il lavoro di squadra d’altronde è centrale per il gruppo: ogni progetto che curiamo sia in ambito civile e navale si distingue per l’unicità e l’alto contenuto di know how specifico, tipico delle grandi commesse high-end. Non solo: l’età media del team di Squadra è 27 anni, ed è un’azienda del territorio, ricco di grande professionalità soprattutto nel settore della progettazione edile, le cui capacità ci vengono riconosciute anche in Usa». E sono ciò, che alla fine dei conti, fa la vera differenza.

New York jacx photo credits Will Keeping Fabbrica Llc













Articolo precedenteSupercomputer top 500: Lenovo si riconferma al primo posto
Articolo successivoIl rebus delle competenze 4.0






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui