Sinermatic (Ima), un nuovo business model nell’automazione, con fatturato decuplicato

di Felice Meoli ♦︎ È il network di fornitori partecipati dalla società di Alberto Vacchi, che dà anche un forte contributo in termini di know how e organizzazione. L'idea nasce durante la crisi del 2008 con l'obiettivo di sostenere le imprese fornitrici durante una congiuntura economica difficile. Ed evolve in un nuovo business model di enorme successo, che diventa una pietra miliare nella storia dell'automazione e del management in Italia.

Alberto Vacchi, Presidente e ad di Ima

Ima è l’azienda emiliana che, con circa 1,6 miliardi di euro di fatturato, è leader in un settore portante della manifattura italiana: il packaging. Di Ima, e del suo presidente Alberto Vacchi, si è finora scritto moltissimo, ancor di più negli ultimi giorni, quando la società ha annunciato l’uscita dalla Borsa (grazie al supporto del fondo di private equity Bc Partners) per poter realizzare meglio strategie di crescita e, forse, di aggregazione con altri soggetti. La leadership di Ima non è solo economica, ma anche, e forse soprattutto, culturale: le sue strategie e innovazioni “contagiano” tutto il settore e, in generale, i mondi della meccanica e dell’automazione in Italia. Eppure c’è un aspetto che finora è rimasto in ombra, ed è talmente innovativo da poter essere definito rivoluzionario. E noi di Industria Italiana siamo felici di raccontarlo per primi.

Ci riferiamo a  Sinermatic, cioé al network di 32 aziende fornitrici partecipata azionariamente (in genere dal 20% al 30%) dalla stessa Ima. L’azienda di Ozzano dell’Emilia, come tutti nella meccanica, fa largo ricorso a fornitori che sono molto integrati nell’impresa stessa, rappresentano quasi un’azienda estesa. Nel 2008, quando ci fu la grande crisi economica che tutti ricordano, questi fornitori erano molto in affanno. E così Ima decise di sostenerli economicamente, non con prestiti o altre forme, ma entrando in partecipazione azionaria diretta. Si venne a creare un network di 32 aziende, che col senno di poi si è rivelato anche un affare eccellente: in dieci anni il fatturato aggregato di quelle aziende è passato da 20 milioni a 235, e i dipendenti da 150 a 1200. I 32 possono programmare meglio il loro lavoro dato il rapporto solidale con Ima, che partecipa nel loro capitale sociale, senza prenderne il controllo. Ciò consente un reale coinvolgimento dell’azienda “madre” nelle scelte strategiche delle singole imprese collegate in rete, con pareri consultivi sempre nella direzione di migliorare il flusso di informazioni e le sinergie tra tutti gli attori della filiera. Il successo del network, che si è dato il nome Sinermatic solo di recente, si è reso possibile specializzando le imprese che ne fanno parte, mettendo a fattor comune gli acquisti e creando facilitazioni col mondo bancario e a livello di pagamenti, visto che le società che ne fanno parte si presentano come un unico interlocutore e possono godere dell’appoggio della multinazionale alle loro spalle. Eppure, i ricavi delle 32 imprese sono generati da Ima solo per il 50%, per l’altro 50% continuano a lavorare anche per i diretti concorrenti di Ima, godendo infatti di piena indipendenza.







Stabilimento Logimatic, società di servizi produttivi per l’industria meccanica specializzata nella costruzione di macchine automatiche per conto di terzi. Per quanto riguarda i servizi macchina

Ma vediamo di raccontare bene, nei particolari, questa storia. Prima però, è necessario fare i nomi di tutte le imprese. Per quanto riguarda le lavorazioni meccaniche, Bolognesi è specializzata nella realizzazione di parti e componenti per macchine automatiche, mentre per quanto concerne gli impianti elettrici, Iema ne realizza per macchine automatiche, dalla progettazione alla messa in produzione presso il cliente finale. Per quanto riguarda i sistemi di movimentazione, Morc2 progetta e produce soluzioni in movimento in grado di automatizzare processi smistamento, raggruppamento, impilamento, rotazione prodotti e di movimentazione in generale, mentre per quanto riguarda l’area protezioni e materiali plastici, LPM.Group lavora materiali plastici come parte del design delle protezioni per macchine automatiche e pannelli acustici/termici per il settore delle macchine automatiche. Per quanto concerne assemblaggio e logistica, Logimatic è una società di servizi produttivi per l’industria meccanica specializzata nella costruzione di macchine automatiche per conto di terzi. Per quanto riguarda i servizi macchina, Timage opera nel campo della documentazione tecnica ed offre sevizi nell’ambito della documentazione tecnica, la sicurezza macchine, ma anche la digital innovation e le traduzioni tecniche. Infine, per l’area servizi extra, Talea rappresenta un polo di competenze Ict in grado di assicurare servizi di qualità alla media impresa. L’elenco completo lo trovate al fondo del pezzo

 

Gli inizi: la grande crisi del 2008

Come si diceva, la spinta di Ima a cercare nuove forme di relazione nella filiera è nata durante la crisi del 2008, quando molti tendevano a cercare fornitori esteri per ottenere prezzi migliori. «Proprio in quella fase», dicono in Ima, «abbiamo ritenuto che –  facendo ricerca avanzata e producendo vero Made in Italy, di qualità ed affidabile – si dovessero invece potenziare i nostri artigiani, rendendoli attori nella catena produttiva e nella catena del valore, adeguandoli a standard di produzione elevatissimi, date le loro eccezionali capacità. Si dovevano inoltre trovare forme organizzative che non generassero conflitti con il lavoro interno, nella logica che la filiera integra con modalità definite e non sostituisce il lavoro interno. Ima ha continuato, come sempre, ad assumere e a credere nell’abilità dei suoi dipendenti».

La nuova mossa strategica ebbe l’effetto di rivoluzionare i rapporti sociali e produttivi con il territorio, con benefici in primis per lo stesso colosso del packaging, che così riuscì a ridurre il lead-time di approvvigionamento e a contenere i costi complessivi del prodotto. I bilanci oggi sorridono: nel giro di un decennio Ima ha triplicato il proprio fatturato. Ma questa storia racconta anche un modello di coesione che ha fatto scuola, con ricadute positive per gli stessi fornitori, che hanno così ottimizzato le proprie attività e dato avvio a un vero e proprio network di imprese nel distretto emiliano.

 

Pur nella crisi e nel credit crunch, l’input era di triplicare il fatturato di Ima

Andrea Zaccari, ad Logimatic

Nel 2008, nonostante l’anticiclicità del settore del packaging, la supply chain di Ima aveva subito pesantemente gli effetti del credit crunch mettendo potenzialmente a rischio tutta la sua produzione. Solo il 10% della sua fornitura viene infatti sviluppato internamente, cioè particolari componenti strategici e prototipi, mentre il 90% proviene dall’esterno. Questo difficile contesto non aveva però smorzato le ambizioni degli azionisti. «Nel 2009 fatturavamo intorno ai 500 milioni di euro, e avevo ricevuto un input dalla proprietà per un raddoppio del fatturato in 5 anni», spiega Massimo Marchesini, direttore dei sistemi produttivi di Ima. «Gran parte della supply chain era ed è veramente strategica, ci sono delle esperienze che ormai sono alla seconda o alla terza generazione. Pensare che questi fornitori potessero rischiare la chiusura o non essere più al passo con i tempi, perché nel frattempo avevano già iniziato a fermare gli investimenti, ci ha fatto pensare. Non avremmo potuto sostituirli in maniera veloce. Avere una buona subfornitura era assolutamente necessario, e non volevamo perdere nessuno. Allora ci siamo chiesti: come possiamo aiutarli?». Da qui l’idea di entrare nel capitale di queste società con delle quote di minoranza.

 

Da fornitori a partner

La presenza di Ima nella compagine sociale dei propri fornitori ha avuto delle importanti ripercussioni. Ha cambiato l’attenzione delle banche nei loro confronti, permettendo la riapertura dei rubinetti del credito. Ha restituito fiducia agli imprenditori. Ma soprattutto ha ribaltato la tradizionale logica cliente-fornitore, caratterizzata da relazioni conflittuali o comunque tipiche di controparti che contrattano su prezzi, tempi di consegna e pagamenti, trasformandola in una vera e propria partnership di cui la condivisione della catena del valore rappresenta un pilastro fondamentale. «Se noi, per esempio, continuavamo a fare l’azienda committente sempre alla ricerca di uno sconto, e loro a fare i fornitori puri sempre a massimizzare il margine, non andavamo da nessuna parte», afferma Marchesini. Dopo essere partiti con solo alcuni dei fornitori di prima fascia, oggi Ima detiene quote tra il 20 e il 30% di 32 aziende della sua catena di fornitura, che rappresentano circa il 35% della supply chain. Queste aziende non lavorano solo con Ima: con il gruppo di Ozzano generano mediamente il 50% del fatturato. Per la parte restante lavorano anche con concorrenti di Ima. E se quest’ultima negli ultimi dieci anni ha triplicato i suoi ricavi, il gruppo di fornitori che fino a poco tempo fa si riuniva attorno alla dicitura di “affiliated companies”, e che oggi si è dato un brand ombrello chiamato “Sinermatic” lo ha invece decuplicato. Passando da circa 20 milioni di euro di fatturato a 235 milioni, chiusura dello scorso anno. Con conseguenti ricadute occupazionali: da circa 150 addetti a 1.200 nell’arco dell’ultimo decennio. In Ima tengono a sottolineare che tutto parte da una visione che va al di là dei numeri, anche se poi questi si sono rivelati molto buoni: «l’esperienza costruita in Ima in questi ultimi dodici anni, per quanto riguarda le relazioni con i propri fornitori, si è basata su alcuni principi di riferimento del Gruppo: competenza, valore delle persone e sostenibilità»

 

Specializzazione e massa critica

Ima: linea in isotecnica per la ripartizione in asettico di prodotti liquidi

A questi risultati ha contribuito il ruolo di chioccia che Ima ha riservato alle sue partecipate, accompagnandole in un percorso di crescita protetta. «Abbiamo una persona nel Cda, e siamo di supporto cercando di portare visibilità, di dare un orizzonte, di pianificare, anche per guidarle al meglio negli investimenti, però assolutamente in maniera collaborativa e mai invasiva. Il titolare dell’azienda è il titolare dell’azienda, e questo è un must assoluto», dice Marchesini. Una politica che se da una parte ha preservato le peculiarità produttive di queste aziende, dall’altra ha permesso una ottimizzazione delle pratiche organizzative. «Anni fa, visto che le aziende avevano mediamente dei portafogli di 12-18 mesi, e la cosa più importante era consegnare le macchine, molti fornitori tendevano a fare praticamente tutto: comprare la materia prima, lavorarla, fare i trattamenti. Noi invece abbiamo concentrato le aziende a fare quello che sanno fare bene». In altre parole, Ima ha suddiviso la propria “macchina automatica tipo” in tante parti, e ha partecipato alcune delle proprie aziende strategiche per ogni tipologia produttiva.

Dalle lavorazioni meccaniche di precisione ai sistemi di movimentazione, dagli impianti elettrici e software all’assemblaggio e alla logistica. Tutte insieme, secondo le proprie specificità, sono in grado di realizzare in maniera completa la macchina automatica per le esigenze di Ima o del mercato. Con questo obiettivo sono state poi introdotte nel network aziende di servizi, che liberano queste società dalle incombenze “non core” e grazie alla massa critica favoriscono economie di scala per tutti. «In Germania ci sono dei consorzi di acquisto fortissimi che comprano le parti catalogo – dice Marchesini – Aziende che sono concorrenti comprano insieme l’una con l’altra. Questo dà l’idea che la concorrenza sul prodotto finito non deve essere concorrenza sull’acquisto della materia prima. In Italia su questo siamo ancora un passo indietro». In Sinermatic c’è una società che provvede per l’approvvigionamento, c’è un magazzino centrale di parti catalogo, c’è chi fa i trattamenti per tutti. C’è un cluster di aziende per le protezioni antinfortunistiche e il materiale plastico. E ci sono perfino aziende che si occupano esclusivamente della documentazione tecnica. «È vero che piccolo è bello, però se sei troppo piccolo, oggi, non riesci a competere».

 

Il supporto reciproco

Le dimensioni di Ima permettono innegabili vantaggi anche per quanto riguarda il credito, e non solo sul piano della credibilità davanti alle banche. «Tramite le condizioni che abbiamo noi, essendo delle aziende partecipate, riescono ad avere delle condizioni particolari», afferma Marchesini. Ma la multinazionale ha attivato per le aziende del network anche un meccanismo di reverse factoring. Ima ha delle linee con tempi di consegna che in alcuni casi arrivano anche a 18 mesi, e il cliente paga di conseguenza. I fornitori, invece, vengono saldati nei 60-90 giorni canonici, e Ima mantiene a proprio carico questa differenza temporale. Le aziende, da parte loro, ricambiano garantendo una prelazione alle commesse per Ima. Offrendo una flessibilità produttiva che, per esempio, ha permesso in questi mesi lo sviluppo e la realizzazione in tempi molto ristretti delle macchine per la produzione di mascherine a seguito dell’esplosione della crisi Covid. «Abbiamo aziende nel gruppo che facevano già macchine per la produzione di salviette umidificate, una tecnologia molto simile a quella delle mascherine. Il network ci è stato di aiuto, da soli non ce l’avremmo fatta», dice Marchesini. Le aziende del network coinvolte in questo progetto sono state una dozzina. Nello scorso mese di agosto è stata completata la consegna di tutte le macchine, 25 per la commessa di cui Ima è stata capofila per la Protezione Civile. Altrettante macchine sono state invece sviluppate dalle stesse aziende del network Sinermatic per altri clienti, sia italiani che esteri.

 

Le nuove sfide

«Nel 2019 è stato avviato un progetto per il miglioramento della qualità del network Sinermatic, che comprende tutte le aziende fornitrici partecipate da Ima», si legge nell’ultimo bilancio di sostenibilità del gruppo di Ozzano. «Il progetto prevede una definizione dei requisiti da parte di Ima, un’analisi e definizione delle azioni di miglioramento da parte delle aziende del network Sinermatic con l’obiettivo di posizionarle nella fascia qualitativa alta del parco fornitori Ima. L’obiettivo è di rafforzare il controllo e il monitoraggio di fornitori strategici per via della complessità dei prodotti forniti». Oltre a ottimizzare i processi produttivi dei propri soci-fornitori, Ima si è impegnata anche a elevarne la qualità, per portarli progressivamente al suo livello, mettendo a disposizione esperienza e competenze. Programmi di affiancamento, formazioni congiunte. «Più le aziende crescono, più questa è una cosa a cui dare la massima attenzione», dichiara Marchesini. Lo sviluppo delle realtà partecipate le pone infatti davanti a nuove sfide. «La messa in sicurezza degli edifici, l’approvvigionamento fatto in un certo modo, la gestione della contrattualistica fatta in un certo modo. Non dimentichiamoci che non lavorano solo per noi».

 

La replica del modello

Renzo Ferrari, fondatore e amministratore delegato di Iema

Il presidente di Ima, Alberto Vacchi, ha più volte dichiarato: «Dal mio osservatorio industriale ho visto come la realizzazione di una filiera coesa ed efficiente ci abbia dato le migliori opportunità di crescita equilibrata su un intero territorio. Con benefici evidenti per tutti, grandi e piccoli». Da un punto di vista biologico l’iniziativa portata avanti da Ima è assimilabile a un’impollinazione, che permette una fioritura completa, in primis dei propri main contractor. Tra questi ci sono Iema e Logimatic, quest’ultima passata dall’essere mero «assemblatore di componenti a fornitore di una macchina pre-assemblata e collaudata. Questa è un’attività molto più complessa, cerchiamo di accompagnare queste aziende trasferendogli i modelli che abbiamo al nostro interno», precisa Marchesini. A loro volta le aziende main contractor stanno replicando questa strategia nei diversi nodi del network, partecipando aziende più piccole, accompagnandole nella loro crescita e innescando un meccanismo virtuoso di collaborazione che grazie all’espansione della rete permette lo sviluppo di tutto il sistema produttivo territoriale. «Al momento abbiamo un numero di partecipazioni di primo livello più che sufficiente, ma sta crescendo, e senza il nostro intervento, l’interazione tra le nostre partecipate e quelli che abbiamo chiamato fornitori di secondo livello. Le aziende più grandi si abituano a lavorare insieme, e addirittura si scambiano i lavori. Le più piccole, a maggior rischio per la difficoltà di fare investimenti, attingono a tutti gli elementi di gestione delle aziende più strutturate e lavorano anche loro perfettamente integrate in rete».

 

La centralità del territorio

Un modello in cui la collaborazione prevale sulla competizione sottende un’attenzione precipua al territorio, riconoscendo che la sostenibilità del business non può prescindere dal contesto in cui la realtà aziendale è immersa. Facendo i propri interessi, Ima ha salvaguardato un saper fare ultradecennale che rischiava di andare perduto, dando nuova linfa al sistema non solo produttivo ma anche sociale della provincia emiliana. «Ce la sentiamo questa responsabilità – dice Marchesini e, le istituzioni, per una volta, sono state ricettive – Qui in Emilia-Romagna negli ultimi tempi è stato fatto parecchio, abbiamo chiesto e stanno dando. Nelle scuole è aumentata l’offerta formativa tecnica, e anche noi, insieme alle aziende del network, andiamo negli istituti per fare lezioni, indirizzare, invitare genitori e studenti. C’è molta interazione. Anche sulle infrastrutture si stanno facendo passi da gigante, dalla fibra ai cablaggi. Bisogna continuare così».

 

Il network Sinermatic

Per quanto riguarda le lavorazioni meccaniche, Bolognesi è specializzata nella realizzazione di parti e componenti per macchine automatiche, mentre Meccanica Sarti lo è nella lavorazione e/o costruzione a disegno di componenti meccanici industriali in ghisa, alluminio e carpenterie meccaniche, con centri di lavoro Cnc pallettizzati. La costruzione di particolari meccanici altamente tecnologici è il focus principale di Masterpiece, mentre La.Co. srl è un’azienda sub-fornitrice di particolari tondi, cilindrici e prismatici. Officina Game East Doo e  Fbe Meccanica di Precisione si occupano di lavorazioni meccaniche di alta precisione e finitura, mentre S.I.Me. Servizi Industriali Metallurgici commercializza materiali ferrosi e non ferrosi, dagli acciai legati. 3T è un’azienda esperta nella costruzione e fornitura di ingranaggi per macchine automatiche, per piccole e medie quantità e personalizzati secondo le specifiche esigenze, mentre Bacciottini Fratelli e Bacciottini Meccanica da oltre 30 anni si occupano di lavorazione degli acciai inossidabili, con una specializzazione nella carpenteria meccanica per i settori farmaceutico e alimentare. Verniciatura Ozzanese può gestire l’intero processo di verniciatura, verificando costantemente i tempi di lavorazione per garantire abbattimento dei costi e riduzione dei tempi di consegna; è in grado, inoltre, di offrire servizi di trattamenti galvanici che vanno dalla passivazione, decapaggio, micropallinatura all’elettrolucidatura. Per quanto concerne gli impianti elettrici, Iema ne realizzano per macchine automatiche, dalla progettazione alla messa in produzione presso il cliente finale, mentre MG Electric si occupa dell’esecuzione, del montaggio e dell’installazione di macchine automatiche sia conto terzi sia direttamente per il cliente finale. Costal è specializzata in progettazione, sviluppo, collaudo e supporto tecnico per la realizzazione e scelta di sistemi prototipi, comprensivi del software applicativo, per ogni applicazione, mentre Epsol produce impianti elettrici ed elettronici per macchine automatiche, dalla progettazione alla realizzazione, fino alla messa in servizio presso il cliente finale. La realizzazione degli impianti e la totale gestione e sviluppo di tutta la parte hardware degli impianti elettrici (assemblaggio, installazione e collaudo) è il focus di Siger, mentre Deltos opera da oltre trent’anni nell’ambito dell’automazione industriale come integratore di sistemi. Per quanto riguarda i sistemi di movimentazione, Morc2 progetta e produce soluzioni in movimento in grado di automatizzare processi smistamento, raggruppamento, impilamento, rotazione prodotti e di movimentazione in generale, mentre Powertransmission (gruppo Poggi Trasmissioni Meccaniche) è specializzata nella produzione e customizzazione di pulegge, cinghie, rinvii angolari ed altri organi di trasmissione sia su disegno del cliente che a catalogo. Per quanto riguarda l’area protezioni e materiali plastici, LPM.Group lavora materiali plastici come parte del design delle protezioni per macchine automatiche e pannelli acustici/termici per il settore delle macchine automatiche, mentre Ro.si. è specializzata in lavorazioni di precisione di materie plastiche eseguite con innovativi centri di lavoro a tre e cinque assi dotati di piani aspiranti e con utensili di taglio innovativi. per quanto concerne assemblaggio e logistica, Logimatic è una società di servizi produttivi per l’industria meccanica specializzata nella costruzione di macchine automatiche per conto di terzi, mentre Comatic è in grado di gestire tutte le attività per arrivare a consegnare, nei tempi concordati ed a budget controllato, una macchina automatica costruita secondo le specifiche tecniche richieste. Sil.Mac collabora per la progettazione di nuove macchine o per l’adeguamento e il ricondizionamento di quelle in essere, mentre Sta.Ma. è un’azienda ad alta specializzazione per il montaggio di macchine automatiche. Per quanto riguarda i servizi macchina, Timage opera nel campo della documentazione tecnica ed offre sevizi nell’ambito della documentazione tecnica, la sicurezza macchine, ma anche la digital innovation e le traduzioni tecniche, mentre St4 srl e Oltre aiutano ad affrontare e risolvere le problematiche relative all’automazione di qualsiasi processo produttivo. Revotec è in grado di seguire un progetto dalla fase di ingegnerizzazione al collaudo finale e alla messa in servizio presso il cliente utilizzatore. Infine, per l’area servizi extra, Talea rappresenta un polo di competenze ICT in grado di assicurare servizi di qualità alla media impresa, mentre Intenso.it si occupa della creazione, rinnovamento e gestione del brand image di aziende e prodotti, progettando strategie di comunicazione crossmediali per colpire il giusto target con il messaggio più appropriato attraverso i media più indicati. HotMinds  è un extrategic partner.

[Ripubblicazione dell’articolo del 1/9/2020]














Articolo precedenteViaggio dentro Sinermatic (Ima)
Articolo successivoSistemi di visione, un mercato in forte crescita che trasformerà il mondo dell’automazione






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui