Siemens e Adecco formano le nuove competenze per Industria 4.0

di Marco dè Francesco ♦ Si chiama “Build Your Future”, il progetto di alternanza scuola lavoro che la multinazionale tedesca e uno dei leader mondiali del recruiting hanno messo a punto per colmare il gap di skills necessari alla digital transformation tra gli studenti degli istituti tecnici

Con l’avvento della Quarta Rivoluzione industriale, le aziende hanno bisogno di collaboratori dotati da una parte di conoscenze tecniche e di linguaggi professionali in grado di dominare le nuove tecnologie, dall’altra di soft skill per affrontare il mondo esterno di clienti, fornitori, pubbliche amministrazioni e per gestire team e lavorare in modo collaborativo con i colleghi. Di qui “Build Your Future”, progetto di alternanza scuola lavoro frutto della collaborazione tra Siemens, multinazionale leader nelle aree dell’elettrificazione, automazione e digitalizzazione, e Adecco, società di The Adecco Group, che sviluppa e valorizza il capitale umano. Il progetto porterà in più di 30 scuole italiane percorsi di orientamento e formazione volti allo sviluppo di entrambi i generi di competenze.

Altri numeri: 1.000 studenti, 60 aziende, 400mila ore di alternanza. Rivolto agli istituti tecnici e professionali a indirizzo elettrotecnico, elettronico, meccanico meccatronico e telecomunicazioni, il progetto si svilupperà lungo 3 anni, coinvolgendo le classi dal terzo al quinto anno in 400 ore di lezione teoriche e tecnico-pratiche e con l’obiettivo di preparare gli studenti ai nuovi fabbisogni occupazionali. Culmine del percorso la realizzazione di un vero progetto di automazione con il quale i ragazzi potranno mettere in pratica le abilità acquisite. “Build Your Future” è stato presentato qualche giorno fa a Verona, nel contesto di JOB&Orienta, salone nazionale dell’orientamento, della scuola, della formazione e del lavoro.







 

La presentazione di “Build Your Future”

Occorre guidare la tecnologia, per non farsi guidare dalla tecnologia

La Quarta rivoluzione industriale impone la formazione di nuove competenze tra i giovani, perché sappiano dominare le nuove tecnologie. «Il futuro dei giovani è senz’altro legato agli sviluppi di Industry 4.0 – afferma Raffaella Menconi, Head of Siemens Cooperates with Education, Siemens Italia -. D’altra parte, viviamo in un periodo in cui tutti parlano di digitalizzazione, di cyber security; ciò che si deve comprendere è che non si tratta di cose futuristiche: siamo già interconnessi. Un’immagine è quella del turista che, fidandosi del navigatore, è rimasto incastrato con la sua auto nelle strette strade di un paese di montagna in provincia di Como. Ora il punto è qusto, in vista dell’educazione dei ragazzi: occorre guidare la tecnologia, per non farsi guidare dalla tecnologia. E perché ciò accada, occorre sviluppare delle competenze. E bisogna imparare ad apprendere. Di continuo. »

«C’è una frase, che mi piace. L’ha scritta Alvin Toffler (saggista statunitense, uomo d’affari e “guru della futurologia” scomparso l’anno scorso): “Gli analfabeti del XXI secolo non saranno quelli che non sanno leggere e scrivere, ma quelli che non sanno più imparare, disimparare e imparare di nuovo”. Dunque, i ragazzi devono essere in grado di appropriarsi delle tecnologie che stanno arrivando. E quali skill saranno richiesti nel 2020, per essere in grado di apprendere e confrontarsi con la nuova realtà? Risoluzioni di problemi complessi, pensiero critico, creatività, gestione delle persone, sapersi coordinare con gli altri, intelligenza emozionale, saper prendere delle decisioni, orientamento al service, saper negoziare e flessibilità cognitiva. Il pensiero critico e la creatività, più in fondo nella classifica del 2015, compiono un deciso balzo in avanti. E l’intelligenza emozionale, nel 2015 non era neppure in lista. Il fatto è che la tecnologia non ci soppianterà se saremo capaci di mettere l’uomo e la sua creatività al centro».

 

Raffaella Menconi
Raffaella Menconi, Head of Siemens Cooperates with Education, Siemens Italia

La formazione degli skill, un sistema complesso

«Il 19 settembre di quest’anno a Montecitorio –  dice Menconi – il piano nazionale Impresa 4.0 è stato presentato da Carlo Calenda, Valeria Fedeli, Pier Carlo Padoan, Giuliano Poletti – ministri dello sviluppo economico, dell’istruzione, dell’economia e del lavoro. Tutti insieme. D’altra parte, alla formazione degli skill partecipano gli istituti tecnici e i licei, le agenzie di recruiting, le università, i fornitori di tecnologie, le aziende e le associazioni. Questi attori dovrebbero operare insieme, nel contesto dei competence center. Il nostro programma di education rispecchia questa complessità».

Non solo competenze sull’automazione, ma anche sul digitale, sull’IT e sull’integrazione del software

Andrea Maffioli, Head of Factory Automation Business Unit di Siemens Italia ricorda che «tra le sfide lanciate dall’Industria 4.0 c’è la richiesta di professionisti formati e qualificati non solo sulle tecnologie di automazione ma anche sulla digitalizzazione e sull’integrazione del software industriale e dell’Information Technology, quali fattori chiave per la competitività. Pertanto Siemens mette a disposizione iniziative e risorse per formare i tecnici e gli imprenditori del futuro – come le attività di recruiting e orientamento professionale, i Career Events e il supporto nella preparazione di Competizioni Nazionali al fine di promuovere e stimolare il “saper fare” dei giovani, così come il programma Siemens Automation Cooperates with Education (SCE) ma soprattutto attività di alternanza scuola-lavoro, importantissime per rispondere alle esigenze degli studenti e di un mercato del lavoro e delle professioni in evoluzione».

Obiettivi e programma (triennale) di “Build the future”

«I nostri obiettivi –   afferm Michela Santonastaso, Candidate Manager Settori e Specializzazioni Adecco – sono: costruire il futuro dei giovani partendo dall’alternanza scuola lavoro; offrire contenuti tecnici e soft skill ai ragazzi che domani si affacceranno sul mondo del lavoro; networking sul territorio. Quanto al nostro modello, si tratta di un percorso di 400 ore, a cominciare dal terzo anno delle superiori, quando si affronteranno temi di organizzazione aziendale. Si tratta di spiegare ai ragazzi cos’è una azienda, come funziona e quali ruoli interni la caratterizzano».

In effetti, secondo Menconi «i ragazzi non sanno molto delle aziende; invece devono imparare a distinguere l’ufficio acquisti dall’IT e dall’ufficio tecnico. E non conoscono il territorio, dal punto di vista industriale e imprenditoriale. Siemens e Adecco faranno capire ai ragazzi che il territorio è anche fatto di aziende e di fabbriche. Quanto alla formazione tecnica, si tratta di parlare con i docenti delle scuole, anche per evitare che importanti tematiche tecnologiche siano affrontate gli ultimi giorni dell’ultimo anno. Comunque, nel contesto del nostro progetto, i ragazzi saranno sottoposti a test finali al termine di ogni anno».

L’anno successivo, inizia il percorso professionale. «Si tratta di realizzare un progetto di automazione con il know-how di Siemens – afferma Santonastaso -: i ragazzi, che metteranno insieme saper fare e saper essere, utilizzeranno le loro competenze tecniche ma anche quelle trasversali, le soft skill, come il lavoro in team, l’orientamento al risultato e il problem solving. Il Project Work sarà presentato alla Competizione Nazionale “Olimpiadi dell’Automazione” organizzata da Siemens SCE (Siemens automation cooperates with education) e a “TecnicaMente”, l’iniziativa di Adecco nata nel 2014 con l’obiettivo di mettere in contatto i giovani provenienti da Istituti Superiori di estrazione tecnica con il mondo del lavoro». Secondo la Menconi «si tratta di un vero progetto di automazione, con la meccanica, con l’integrazione, con i Plc, con gli inverter e altro. Insomma, non si tratta di fare una semplice scheda elettronica». Il quinto anno, invece, l’insegnamento verte sul mondo del lavoro. «Come si scrive un curriculum? – dice la Santonastaso – Quanto conta la digital reputation? Tutte cose che i ragazzi devono sapere».

 

Build Your Future”,
“Build Your Future”

Sempre più essenziali, nella nostra realtà, le soft skill

Secondo Aweda Yusuf, in “Soft skills as essential ingredients for success in the world of work” (Kwara State Polytechnic, 2017) «le soft skills sono attributi personali che guidano le interazioni di un individuo, aumentano le prestazioni lavorative e migliorano le prospettive di carriera. La demotivazione, l’insubordinazione, il comportamento imprevedibile, l’inganno, i conflitti e la sfiducia derivano generalmente dall’assenza di competenze e valori di questo tipo. Le soft skills sono comportamenti appresi che richiedono formazione e applicazione mirata in una certa area. Le competenze trasversali consentiranno ai soggetti dotati di un solido quadro concettuale e pratico di costruire, sviluppare e gestire team sul posto di lavoro. Svolgono un ruolo importante nello sviluppo della personalità generale degli individui, migliorando così le loro prospettive di carriera».

Sempre secondo Yusuf «le aziende hanno bisogno che i loro dipendenti abbiano non solo conoscenze tecniche, capacità analitiche, ma anche di competenze per affrontare il mondo esterno di clienti, fornitori, pubbliche amministrazioni e per lavorare in modo collaborativo con i loro colleghi. Le soft skill costituiscono ciò che siamo, generalmente comprendendo i nostri atteggiamenti, le nostre abitudini e il modo in cui interagiamo con le altre persone. Sono molto meno tangibili delle abilità tecniche e degli hard skill. Le soft skill non possono essere apprese iscrivendosi a un programma di allenamento. Tuttavia, possono essere acquisite con esperienze educative, lavorative e di vita».

Il programma Siemens Automation Cooperates with Education (SCE)

Con questo progranna «Siemens mette a disposizione l’esperienza e la conoscenza tecnologica per aiutare la scuola a proporre ai giovani una formazione più innovativa e basata sulle competenze in vista del futuro lavorativo. Perché “educare” significa “formare” ma anche permettere di avvicinarsi più velocemente e più consapevolmente al mondo del lavoro. Nel 2016 sono più di 40 i corsi di formazione che abbiamo attivato negli istituti tecnici , istituti tecnici superiori e nelle università. Più di 400 i docenti che sono stati formati per consentire loro di tenere i corsi».














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