Purassanta: ecco la nuova strategia di Microsoft. Tra A.I., manifattura e possibili acquisizioni

Purassanta Microsoft

di Filippo Astone e Laura Magna ♦ Consulenza, soluzioni su misura con il cloud, individuazione delle start up promettenti. L’idea è che i vantaggi della digitalizzazione  per le PMI  possano trasformare  le lacune del sistema Italia in opportunità.

Gli HoloLens, per vedere sulle linee di manufacturing mondo reale e mondo virtuale integrati, e operare in maniera più rapida ed efficace eliminando eventuali colli di bottiglia del processo produttivo, sono probabilmente la più futuristica delle soluzioni del nuovo corso di Microsoft. E dimostrano come la creatura di Bill Gates, 85 miliardi di fatturato nel 2016  e una capitalizzazione di Borsa di 500 miliardi, sia profondamente cambiata anche se alcuni la ricordano ancora per Windows ed Office.







Nel 2017 il colosso di Redmond fondato da Bill Gates si propone come il Virgilio per organizzazioni di ogni dimensione, pubbliche o private, nella via verso la digitalizzazione. E lo fa attraverso software che toccano processi aziendali, prodotti e soluzioni, la relazione con i clienti e che sfruttano tutte le potenzialità del cloud. In Italia Microsoft si propone come enabler per la quarta rivoluzione industriale. «Un’occasione che non possiamo lasciarci sfuggire», dice a Industria Italiana il ceo italiano (i lettori perdoneranno la ripetizione) Carlo Purassanta «per recuperare competitività e colmare il gap con il resto del mondo».

Per dare un segnale forte del nuovo corso, lo scorso febbraio la sede italiana è stata portata nel centro di Milano, a Porta Nuova. La Microsoft House si pone come l’indirizzo italiano dell’open innovation, dove si fa ”informatica diffusa” come la definisce Purassanta. Non solo. Per l’Italia Microsoft ha messo in piedi anche alcune strutture specifiche: una di consulenza che coinvolge 9mila tra aziende e società e che si pone l’obiettivo di rendere il cloud “democratico” (sempre per usare le parole dell’ad); un’altra dedicata alle start up, con l’obiettivo di individuare quelle più promettenti nei settori in cui il nostro Paese eccelle, dalla manifattura, alla sanità, al food, alla moda.

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Satya Nadella, CEO Microsoft

Il nuovo corso di Microsoft Corp. al servizio dell’industria

Ma prima di approfondire il modo in cui Microsoft vuole agire sulle specificità italiane, è bene raccontare sinteticamente come la Corp abbia compiuto un cambio di passo, a partire dalla nomina del ceo Satya Nadella, a febbraio 2015. «Tutti i business model dei colossi IT stanno evolvendo – spiega Purassanta -. All’inizio l’informatica consisteva nell’hardware su cui sviluppare servizi attraverso la consulenza; poi nella combinazione di hardware e pacchetti software industrializzati. In questo momento storico è la fruizione di servizi acquisiti in modalità SAAS da cloud: ogni persona o azienda compone il suo pacchetto in base alle proprie esigenze, scegliendo da un catalogo di servizi».

Più in particolare, nel caso di Microsoft, «sono state definite delle aree chiave di investimento in ambiti tecnologici importanti dove i clienti hanno necessità specifiche per la gestione del loro business: Personal computing e nuove modalità di interazione con contenuti e informazioni; Cloud computing come piattaforma abilitante per progetti innovativi fino ad arrivare a soluzioni di produttività e Gestione dei processi di busines E in più un’attenzione spasmodica per la cybersecurity, per cui Microsoft investe ogni anno 1 miliardo per creare sistemi e prodotti che proteggano i dati degli utenti.

La Microsoft House, Milano Porta Nuova

«La sicurezza deve essere una priorità per tutte le organizzazioni – dice Purassanta – Gli scenari internazionali e gli attacchi sempre più sofisticati e mirati continuano a evolversi e ogni impresa, pubblica e privata, deve mettere la sicurezza e la privacy dei dati al primo posto. La regola base per tutti è di aggiornare i sistemi in utilizzo, ma spesso questo non basta, bisogna formare le persone e sviluppare progetti che siano sicuri. Oltretutto a breve entrerà in vigore un nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati, il cosiddetto GDPR a partire dal 25 maggio 2018, che richiede nuovi livelli di sicurezza al passo con gli scenari attuali».

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Carlo Purassanta, CEO Microsoft Italia
D. Ma questi servizi come possono cambiare l’industria?

R. In generale, la strategia di Microsoft è avere piattaforme per supportare qualunque organizzazione nella digitalizzazione dei suoi processi, dalla collaborazione interna, alla relazione con il cliente, al prodotto, alla linea di manufacturing. Noi abbiamo soluzioni per ognuno di questi ambiti e partner che sviluppano le tecnologie con i clienti. Prima solo le big corporate potevano permetterselo, ora anche le PMI possono usare questi servizi e soluzioni a un costo abbordabile per loro, con la capacità di variare la spesa in relazione ai servizi utilizzati o ai ritmi di crescita dell’azienda stessa.

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“Noi siamo ambiziosi: vogliamo democratizzare l’intelligenza artificiale. Ora anche le PMI possono usare questi servizi e soluzioni a un costo abbordabile per loro„

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Questa è la nuova informatica, democratica e diffusa, un po’ come l’energia elettrica. Un approccio che riguarda non solo i servizi di base, ma anche tecnologie complesse, come l’intelligenza artificiale, per la quale nell’ultimo anno è stata creata in Microsoft una divisone dedicata, nella quale lavorano 5000 ingegneri. Gli sviluppatori aggiungono a tutta la nostra gamma di soluzioni anche servizi di intelligenza artificiale che fanno leva sui dati per poter migliorare la qualità della vita di persone e organizzazioni, creando anche valore economico. Noi siamo ambiziosi: vogliamo democratizzare l’intelligenza artificiale.

D. Ma che cosa è in realtà l’intelligenza artificiale?

R. In termini semplici, significa trovare algoritmi che permettano alla macchina di dare un risultato efficace attraverso la comprensione del contesto. Stiamo cercando di trasferire nelle macchine tutte le capacità cognitive umane. Faccio un esempio: la capacità di comprendere il linguaggio umano. Una macchina capisce qualcuno che parla una qualunque lingua del mondo meglio dell’umano, il che non deve sembrare svilente per l’uomo, ma piuttosto un’opportunità perché ci permette di comunicare live con chiunque parli una lingua che non conosciamo, ci permette di avere applicazioni per persone non udenti o non vedenti. O di ridurre in maniera esponenziale l’errore.

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”Ogni volta che abilitiamo un servizio di questo genere, lo mettiamo a catalogo nel nostro cloud e diventa un servizio cognitivo che l’azienda può utilizzare e integrare in un suo processo„

 

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 Un esempio che mi piace fare e che trovo significativo e divertente è questo : al McDrive chi prendeva le ordinazioni aveva un margine di errore dell’11%, con il nostro bot che ascolta l’ordine e lo traduce su un tablet all’operatore, le cui capacità sono così aumentate, l’errore è sceso allo 0,6%. Tecnicamente il robot capisce il linguaggio meglio dell’umano e riesce a isolare l’audio principale dai rumori di fondo. Ogni volta che abilitiamo un servizio di questo genere, lo mettiamo a catalogo nel nostro cloud e diventa un servizio cognitivo che l’azienda può utilizzare e integrare in un suo processo. Se questa non è democratizzazione….

D. I servizi di intelligenza artificiale hanno, ovviamente, diverse applicazioni anche per la manifattura. Su Industria Italiana abbiamo già avuto occasione di raccontare come si possa, per esempio, aiutare un operatore a fare diagnostica di un problema, servendosi della capacità visuale o uditiva di un pc. O si può dare luogo alla collaborazione uomo-pc, come avviene per esempio con l’Hololens, uno strumento di mixed reality. Ci aiuta ad approfondire questi argomenti?

R. HoloLens è il primo computer olografico al mondo. Consente, attraverso un visore, di far vivere in uno scenario reale degli ologrammi. Può essere impiegato, ad esempio, per sviluppare un progetto in un determinato ambiente, o per fare assistenza ad apparecchiature molto complesse, come un motore Rolls Royce. In questo caso, dove viene impiegato per la manutenzione, Hololens consente una riduzione impressionante dei tempi di lavoro.

Hololens
Microsoft Hololens

Prima, in caso di malfunzionamento l’operatore doveva andare fisicamente a vedere il motore, diagnosticava il guasto e spesso era costretto a ricorrere alla collaborazione di un tecnico maggiormente specializzato per sistemarlo, incrementando così tempi e costi. Oggi l’operatore può fare tutto da solo grazie agli Hololens, che contengono al loro interno i manuali. Attraverso Skype, senza uscire della mixed reality, può richiedere l’intervento di uno specialista con cui può collaborare da remoto riparando il guasto. Il tempo di gestione di quel problema è ridotto al minimo, due giorni invece che due settimane o un mese, e questo aumenta l’efficacia dell’azienda. Ma non solo: la motivazione delle persone che lavorano in maniera avveniristica è maggiore: quel tecnico si sente più bravo perché è stato più veloce ed efficace.

D. HoloLens è già operativo in realtà aziendali come Rolls Royce ma è ancora in via di sviluppo per applicazioni più mass market, avendo un costo abbastanza elevato. Dunque, fino a che punto, in generale, Microsoft può aiutare la nostre aziende a entrare nella quarta rivoluzione industriale?

R. In Microsoft abbiamo creato una struttura di consulenza dedicata al mercato italiano che lavora con un numero elevatissimo di partner, sia soggetti di grandi dimensioni sia strutture specialistiche sul territorio, incluse le migliori boutique della consulenza, per arrivare a un totale di circa 9mila realtà. Questa struttura, attraverso il cloud, “democratizza” l’ IoT, l’Intelligenza Artificiale e altre tecnologie, rendendo accessibili i benefici dell‘Industry 4.0 e la relativa creazione di valore. Ha l’obiettivo di “democratizzare” l’utilizzo del cloud, dell’internet delle cose e dell’intelligenza artificiale allargando i benefici dell’industria 4.0 a tutte le realtà italiane.

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”abbiamo creato una struttura di consulenza dedicata al mercato italiano che lavora con un numero elevatissimo di partner, sia soggetti di grandi dimensioni sia strutture specialistiche sul territorio, incluse le migliori boutique della consulenza, per arrivare a un totale di circa 9mila realtà„

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Grazie al Cloud, qualsiasi piccola o media azienda Italiana può immediatamente accedere alla stessa intelligenza artificiale Microsoft che stanno utilizzando la NASA, la General Electric, o l’ABB. E può farlo ora, in qualsiasi zona d’Italia, e per quanto piccola sia l’azienda di cui stiamo parlando. Così è possibile recuperare il ritardo tecnologico accumulato come Italia. In termini di Industry 4.0, l’Italia, patria delle piccole e medie imprese, potrebbe avere uno svantaggio competitivo rispetto all’Asia, agli USA, o alla Germania, dove ci sono settori forti e aziende di grandi dimensioni, capaci di sostenere quindi grandi investimenti in tecnologia. Non dimentichiamo, inoltre, che l’Italia, rispetto a queste realtà, deve ancora recuperare una parte importante del PIL, della produzione manifatturiera e degli investimenti persi durante gli anni della crisi. La trasformazione basata sulla tecnologia può anche contribuire a superare questo gap.

Trieste, la sede del progetto Tilt

D. Un’altra leva sono le startup…

R. Indubbiamente. Oltre a supportare le organizzazioni nei progetti di Digital Transformation stiamo focalizzando il nostro impegno sul fronte startup, con l’iniziativa growITup e con il progetto TILT presentato a Trieste  (vedi Industria Italiana). Obiettivo: non solo trovare le migliori startup ma riuscire a inserirle in un percorso che porti vantaggi anche alle aziende consolidate. Anche sul fronte Education, stiamo lavorando per consentire a studenti e docenti di far evolvere la didattica al passo con i temi. Sono diverse le iniziative realizzare per la scuola: formazione, strumenti gratuiti ed esperienze per guidare i ragazzi a costruire il loro futuro anche con il digitale.

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“Grazie al Cloud, qualsiasi piccola o media azienda Italiana può immediatamente accedere alla stessa intelligenza artificiale Microsoft che stanno utilizzando la NASA, la General Electric, o l’ABB

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Se vogliamo guardare le cose in modo più ampio, io personalmente sono convinto che in Italia ci sia un potenziale inepresso dal valore enorme. Alcune delle nostre lacune più significative possono essere considerate come opportunità: dato che il Paese si trova indietro su tanti punti, può concentrarsi su queste lacune e ottenere risultati importanti. Gli investimenti in R&D, e nella Digital Transformation tra cui IOT e Cloud sono a mio parere le leve sulle quali dobbiamo spingere proprio per l’impatto positivo che potrebbero avere sul PIL. Le soluzioni ci sono e l’ecosistema per trasformare le opportunità in vantaggi reali è pronto. Si tratta di una corsa che dovremmo incominciare il prima possibile.

D. Di recente avete acquisito la società bolognese Solair. Si tratta di una notizia per una realtà come Microsoft che, a differenza di altri, non ha una strategia di sviluppo che punta sulle acquisizioni come leva primaria. E che in Italia non aveva mai comprato niente. Ne farete altre?

R. Solair ha portato competenze e risorse su un’area importante per Microsoft come quella IoT. Il capo di questa azienda adesso è diventato responsabile di una divisione che sta sviluppando i prodotti per l’IoT, a Redmond, con sviluppatori italiani. Siamo molto contenti che la nostra corporation abbia visto in Italia questa realtà. Sicuramente, ci auguriamo che ci possano essere altri casi simili. Dopo Solair la strada è aperta. Nonostante l’ecosistema italiano di start up sia sottosviluppato rispetto ad altri sistemi, io dico che se Microsoft ha trovato una start up qui, vuol dire che qualunque azienda nei settori chiave dell’Italia può trovare la sua miniera d’oro.

Attività nella Lean Experience Factory (LEF)
D. In Italia, Microsoft è diventata anche partner del centro per la Lean Production di Pordenone, insieme a McKinsey..

R. Noi crediamo che oggi le aziende debbano poter contare su centri di esperienza per poter “toccare con mano” le innovazioni portate dal digitale. A Milano, nella nostra nuova sede Microsoft House, abbiamo un centro dedicato, Microsoft Technology Center, che ha già ospitato circa 5000 professionisti in soli 3 mesi per valutare progetti digitali. Ma siamo aperti a diverse collaborazioni sul territorio per ampliare il più possibile per le aziende la possibilità di incontrare esperti sul fronte della trasformazione digitale.

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”sono convinto che in Italia ci sia un potenziale inepresso dal valore enorme. Alcune delle nostre lacune più significative possono essere considerate come opportunità.Gli investimenti in R&D, e nella Digital Transformation tra cui IOT e Cloud sono a mio parere le leve sulle quali dobbiamo spingere„

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Abbiamo accolto con favore la partecipazione la Lean Experience Factory (LEF) di San Vito al Tagliamento, vicino Pordenone, nato su iniziativa di McKinsey, di Unindustria Pordenone, e di altre istituzioni locali, con l’obiettivo di mostrare come la metodologia Lean, inizialmente sviluppata dalla Toyota, possa aumentare enormemente la produttività in fabbrica. Di recente tale centro si è evoluto in Factory 4.0 con l’obiettivo di accompagnare le aziende anche attraverso il processo di trasformazione digitale. All’interno di questo progetto, da fine febbraio questa fabbrica modello può ora contare sulla più avanzate tecnologie Microsoft in ambito Internet of Things (IoT) e machine learning, ovviamente in Cloud. Per Microsoft, questo centro rappresenta anche una grande occasione per formare le risorse che devono poi realizzare e gestire i progetti in digitale.

Comau Digital Workplace

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                LA MANIFATTURA ALLE PRESE CON I SENSORI, FRA HOLOLENS E DiWo

I segnali trasmessi in tempo reale da impianti, prodotti e persone operanti nella manifattura diventano indicazioni prezioso per migliorare l’efficienza dei macchinari, ridurre gli errori, semplificare la manutenzione, con risparmi in termini di tempo e di costi. Semplificando al massimo, è questo il cuore di Comau DiWo (Digital Workplace), progetto lanciato dall’azienda italiana di automazione industriale in collaborazione con Iconics e Microsoft, che punta a cavalcare le opportunità del digitale per far entrare l’industria in una nuova era.

A spiegare la portata “industriale” di questa iniziativa è Fabio Moioli, direttore divisione enterprise services di Microsoft Italia. «Siamo partiti dalla constatazione che il settore manifatturiero – per l’impiego di sensori e apparati automatizzati – è il pioniere di quello che via via sta avvenenendo anche nei settori a minore intensità di automazione. Nello specifico, la valorizzazione in tempo reale dei dati che ogni sensore e apparato mette a disposizione tramite il Cloud e l’AI sia ai fornitori degli apparati stessi, che alle aziende utilizzatrici consente loro di decidere quando sostituire un componente in relazione al suo effettivo stato piuttosto che a quello stimato a catalogo».

La conseguenza diretta è che si possono ottenere «importanti risparmi sia di materiale diretto, che di incremento della produzione grazie al la riduzione delle interruzioni lungo le linee di produzione stesse», aggiunge. Inoltre, l’integrazione dei dati con la realtà mista (HoloLens) consente non solo di minimizzare gli interventi ma anche di farli durare fino anche a 4 volte di meno quando vanno comunque effettuati, seppur in ottica di manutenzione predittiva.

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Fabio Moioli, direttore divisione enterprise services di Microsoft Italia

Un ruolo centrale in questa iniziativa lo riveste la maturità ormai raggiunta dal machine learning, con le macchine – opportunamente realizzate – ormai capaci di “apprendere” da sole cosa fare, permettendo così di minimizzare gli interventi che generano discontinuità nella produzione come numero e anche in termini di durata. Questo è possibile rilevando lo “stato di salute” di ogni componente/apparato ed intervenendo solo quando è veramente necessario: per fare questo basta usare i servizi di machine learning e intelligenza artificiale già disponibili come servizi Cloud ad alte prestazioni e con la massima sicurezza, alimentati dai dati acquisiti nel field tramite sensori o apparati.

«Dato che il manufacturing è già dotato di molti sensori che raccolgono dati (finora prevalentemente per fini connessi alla sicurezza), questo è il settore dove è più facile l’immediata aplicazione delle nuove soluzioni di predictive maintenance e servitization dell’Industry 4.0», aggiunge Moioli. Il riferimento è al processo in virtù del quale un prodotto non viene più proposto o venduto da solo, ma erogato in combinazione con un servizio.

Roberto Penso
Roberto Penso, managing director ICONICS

Un nuovo approccio ai robot: parla Roberto Penso di ICONICS

Roberto Penso, dopo un’esperienza presso la Orsi Automazione di Genova, è da 17 anni in Iconics, dove ha percorso il cursus honorum fino a diventarne managing director. A lui abbiamo chiesto di spiegare il senso industriale dell’alleanza con Comau e Microsoft. ( vedi articolo di Industria Italiana) . «Attraverso questa partnership puntiamo rivoluzionare il mondo della gestione operativa degli apparati robotici di ausilio alla produzione industriale. La capacità di interagire con l’ambiente produttivo in realtà aumentata consente una deciso miglioramento dell’interazione uomo/macchina sia in ottica di ottimizzazione del funzionamento, che di gestione degli eventuali guasti».

Comau contribuisce a questa partnership con la propria esperienza nelle realizzazione delle celle robotiche e delle relative funzionalità, messe a disposizione di ICONICS, attiva nelle soluzioni di visualizzazione avanzata (anche in ambiente 3D) e nella manutenzione predittiva, con Microsoft che tra le altre cose ha messo a disposizione la piattaforma cloud Microsoft Azure. Inoltre Iconics ha messo a disposizione le visualizzazioni create per il monitoraggio bordo cella su una piattaforma di realtà aumentata olografica.

Nel video è rappresentata una dimostrazione di quelle che sono le capacità di controllo di un robot Comau Racer3 utilizzando la tecnologia ICONICS Holographic Machine Interface (HMI). Gli operatori usano la realtà mista della tecnologia HoloLens di Microsoft per monitorare da remoto gli impianti, con l’interfaccia (HMI) che dà la possibilità interagire con i dati della linea di produzione attraverso gesti naturali e operazioni che non richiedono l’uso delle mani. Gli operatori sono quindi abilitati a interagire con ologrammi 2D e 3D sovrapposti all’ambiente di produzione reale per ottenere maggiori insight dalle operazioni. Un’applicazione che rende possibili scenari d’uso legati al monitoraggio da remoto, alla gestione degli asset e alla manutenzione predittiva.

Quanto alle prossime tappe, Penso spiega: «L’iniziativa procederà tramite la continua integrazione tra i sistemi di controllo, visualizzazione e analisi. Ci saranno evoluzioni delle piattaforme software presenti. L’adozione delle soluzioni porterà come diretta conseguenza un netto miglioramento dell’efficienza dei macchinari, una riduzione dei consumi energetici, e una riduzione in termini di interventi manutentivi e fermi linea». ( scheda  a cura di Luigi Dell’ Olio )

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