Industria & Territorio: il progetto Venice Innovation Hub

Marghera

Tommaso Santini, amministratore delegato di Vega (Parco Scientifico Tecnologico di Venezia) spiega il suo progetto per portare l’innovazione in Veneto, e poi in Italia.

Nel Paese, tra le Istituzioni e le imprese c’è ormai la convinzione che sia indispensabile creare un ecosistema per l’innovazione, un ambiente nel quale si generino le condizioni per la crescita delle imprese e dei territori.







Recentemente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affermato che: “Bisogna innovare per crescere, per competere (..). Tornare alla crescita richiede uno sforzo in termini di innovazione e investimenti, terreno dove l’Italia si colloca ancora al di sotto di altri Paesi industrializzati, per adeguarsi alle nuove tecnologie, valorizzare la capacità delle persone, sostenere la competizione”. L’Italia, infatti, sconta oggi un ritardo significativo con una spesa in ricerca e sviluppo (R&D) pari a solo l’1,3% del Pil (rispetto al 14% della Germania e al 2,6% della Francia). Da un recente studio di Ambrosetti condotto su 2.500 imprese mondiali top spender in R&D emerge che:

1) a livello di sistemi paese, vi è un’elevata correlazione tra Pil e investimenti in R&D e tra export e investimenti in R&D;

2) a livello di imprese, vi è un’altissima correlazione tra fatturato, occupati e investimenti in R&D e un’elevata correlazione tra profitti e investimenti in R&D.

Tommaso Santini, amministratore delegato di Vega
Tommaso Santini, amministratore delegato di Vega

In pratica, l’innovazione costituisce una polizza alla crescita e competitività di un’azienda.

L’Italia però è anche uno tra i primi Paesi al mondo per produzione di pubblicazioni scientifiche (il 3,8% della produzione mondiale): abbiamo quindi una ricerca eccellente che non si traduce in sviluppo. Ciò significa che le scoperte non diventano startup, le idee non diventano imprese nonostante il tessuto del nostro Paese, ed in particolare del Veneto, sia caratterizzato da piccole e medie imprese.

Che cosa fare

Il fatto che dal 2012, anche grazie a una legge ad “hoc”, a tutto il 2015 siano state create oltre 5.400 startup innovative, che hanno come oggetto sociale la generazione di prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico e innovativo, non è sufficiente a garantire al Paese quell’auspicato salto di qualità in ambito di innovazione. Le startup hanno poco più di un addetto per azienda, fatturati modesti, sono sottocapitalizzate ma soprattutto stentano a crescere e a effettuare quel salto dimensionale che le permette di poter stare sul mercato.

Le singole startup non possono quindi essere lasciate sole, ma vanno supportate e accompagnate nel loro percorso per diventare Impresa: va quindi fatto crescere attorno a loro un tessuto vivace e positivo tipico dei parchi scientifici, degli acceleratori e degli incubatori. In Italia si contano oltre 40 luoghi di incubazione di startup di cui 12 sono ubicati in Lombardia e cinque in Veneto.

Cresce poi il mondo degli incubatori universitari, pronti ad accogliere startup e spinoff accademici: luoghi dove le idee escono dall’aula e provano a diventare un business.

C’è poi il progetto Arexpo gestito dall’Istituto Tecnologico Italiano di Genova, che va proprio in questa direzione.

Il Mise sta predisponendo un piano per l’Industria 4.0, un corpo di misure orientate all’innovazione tecnologica a beneficio dell’intero sistema industriale per superare il deficit di competitività del Paese, che prevede tra le varie azioni il supporto, in modo selettivo e non indiscriminato alla costituzione di veri e propri Innovation Hub in alcune città d’Italia ai quali verranno assegnate adeguate risorse attraverso l’inserimento di un piano degli investimenti in finanziaria.

Università di Ca' Foscari, a Venezia
Università di Ca’ Foscari, a Venezia

Innovazione per le imprese e il territorio

Venice Innovation Hub è il progetto coordinato dall’Università Cà Foscari in collaborazione con Iuav e Vega – Parco Scientifico Tecnologico (società soggetta alla direzione e coordinamento da parte del Comune di Venezia) che prevede la creazione a Venezia di un polo per l’innovazione e lo sviluppo strategico dei processi di trasferimento tecnologico e di condivisione di conoscenza. Il polo agirà da catalizzatore per il tessuto economico e imprenditoriale locale per attivare i meccanismi di innovazione necessari per ritrovare competitività sul piano internazionale.

Il progetto ha l’obiettivo di attivare iniziative di ricerca e sviluppo, innovazione e coinvolgimento pubblico, con un investimento in infrastrutture e spazi (fisici e virtuali) in cui ricercatori, creativi, imprenditori e studenti possano trovare le condizioni più fertili per condividere competenze, esperienze, conoscenze, e far crescere nuove idee. Le attività vedranno il pieno coinvolgimento dell’università e delle istituzioni scientifiche quali driver dei processi di formazione e di ricerca, di circolazione di talenti e di idee, di crescita del pensiero.

Perché in Laguna

Venezia con la sua storia di innovazione, la sua naturale capacità attrattiva, e la sua collocazione strategica dal punto di vista logistico nel contesto europeo e internazionale è il luogo ideale per ospitare una iniziativa come questa,  amplificandone la visibilità a livello globale e dunque massimizzandone l’impatto sul tessuto socio-economico locale, metropolitano e regionale.

L’obiettivo strategico è la creazione di un ecosistema di innovazione in grado di sostenere la crescita economica e lo sviluppo sociale del territorio mettendo a fattor comune:

  • un modello di campus universitario diffuso con oltre 25 mila studenti  e 1200 studenti e ricercatori (Università Cà Foscari e Iuav);
  • un bacino manifatturiero di oltre 15 mila imprese in Veneto che nel 2015 hanno esportato per 56 miliardi di Euro (il più importante d’Italia e tra i principali in Europa);
  • il Vega Waterfront con i suoi 26 ettari di brownfield di aree industriali riconvertiti, gli oltre 80 mila metri quadri di business district che ospita 200 aziende e 2000 addetti e il limitrofo Campus Scientifico di via Torino con i 28 mila metri quadri di spazi a disposizione per la ricerca e la formazione universitaria;
  • il network di 250 istituzioni culturali internazionali presenti a Venezia.

    L'area interessata dal parco tecnologico
    L’area interessata dal parco tecnologico. Credit: Studio Land, Milano (Architetto Andreas Kipar)

Un ponte per le aziende

Il progetto mira a dare vita a un luogo di aggregazione in grado di creare le migliori condizioni per condividere competenze, esperienze, conoscenze e far crescere nuove idee. Il polo si configurerà come uno spazio, fisico e virtuale diffuso, in cui sviluppare processi d’innovazione collaborativa che coinvolgeranno studenti, ricercatori, imprenditori, creativi, start-up, e imprese del territorio.

Venice Innovation Hub svolgerà quindi la funzione di gateway e di collision center per interfacciare l’ecosistema innovativo regionale con le reti internazionali dell’innovazione da un lato e con il capitale umano degli esperti, dei  ricercatori e degli studenti provenienti dalle università e dai centri di cultura del network che con il tempo si verranno a creare.

Venice Innovation Hub è il luogo fisico e in rete nel quale le imprese innovatrici possono sviluppare strategie, prodotti e processi attraverso il modello di lavoro delle startup in un ambiente di contaminazione: una tendenza sempre più diffusa anche all’interno delle grandi aziende globali.

Da un lato programmi e didattica mirati a sviluppare nuove tecnologie e idee a servizio delle imprese che operano nelle industry quali il design, l’automazione/meccanica, il food, l’ambiente/acqua/costruzioni attraverso l’applicazione in ambiti tecnologici trasversali quali Iot (Internet of things), clean processes, digital fabrication e i nuovi materiali. Dall’altro servizi, facilitazioni e, perché no, occasioni di svago da offrire alla comunità di talenti, innovatori, imprese e investitori.

Per attivare i processi di innovazione, infatti, è necessaria la partecipazione di una comunità ampia e diffusa affinché si attivi crescita sociale e culturale, specificatamente indirizzata ai giovani.

L'area del Veneto interessata dal progetto
L’area del Veneto interessata dal progetto. Credit: Studio Land, Milano (Architetto Andreas Kipar)

Logistica e infrastrutture

Il progetto valorizza la valenza strategica e la possibilità di utilizzo di infrastrutture tecnologiche e fisiche già esistenti. Le attività si svolgeranno in modo diffuso sfruttando le sinergie derivanti dai laboratori e le sedi già presenti nei diversi punti della città, dalla laguna all’area vasta che comprende gli insediamenti delle Università, di Forte Marghera, del Parco Scientifico Tecnologico e del Porto.

Le attività di innovazione richiedono spazi da dedicare all’incubazione, spazi per servizi complementari (foresterie, bar ristorante, sale convegni, il nuovo padiglione, laboratori, uffici e aule) ubicati all’interno del Parco Scientifico Tecnologico di Venezia a cui si affiancano gli spazi del Campus Scientifico di via Torino a Mestre (che accoglie le strutture universitarie per la didattica, le sale conferenze e prossimamente la nuova sede della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo e lo studentato) e tutta l’area portuale interessata dagli investimenti previsti dal protocollo di intesa tra Comune di Venezia e ministero dello Sviluppo Economico (complessivamente 24 milioni di euro).

Ulteriori spazi e infrastrutture potranno essere rese disponibili presso le sedi universitarie in Laguna, così come altre aree attualmente gestite dall’amministrazione comunale.

Campus Scientifico di via Torino a Mestre
Campus Scientifico di via Torino a Mestre













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