Più ricavi (12%) per DigiTouch, a cavallo dell’adv online

di Marco de’ Francesco ♦ La società quotata Aim cresce a ritmi robusti, grazie allo sviluppo della pubblicità web, che presto sorpasserà quella della Tv. Premiata la formula Pay per Sell, in base alle vendite direttamente online.

Balzo di fatturato del 12% per DigiTouch, gruppo quotato all’Aim specialista nel MarTech: definisce e organizza, grazie a tecnologie di marketing e comunicazione online, campagne pubblicitarie e di promozione di brand. A seguito dell’approvazione, da parte del Cda, del progetto di bilancio di esercizio e di quello consolidato, chiuso al 31 dicembre 2018, sono noti i risultati. Spiccano, tra i numeri, i ricavi a quota 32,2 milioni, contro i 28,8 del 2017. Secondo il presidente Simone Ranucci Brandimarte, la società non solo è stata capace di cavalcare l’onda di un mercato frizzante, ma ha anche fatto un passo in più e per una ragione: «Il comparto è cresciuto del 10%. Se abbiamo fatto meglio, uno dei motivi è stata la crescita dell’attività del business a performance, quello in cui il cliente paga in base ai risultati». Qui il rialzo è più evidente: si è passati in un anno da 6,5 a 8,1 milioni di euro, con un aumento percentuale del 24,5%. Per intenderci, stiamo parlando, di sottoscrizioni di conti correnti delle banche, di vendite e-commerce o di raccolta di utenti interessati a provare un’automobile. Per il resto, il bilancio consolidato presenta esiti significativi di marginalità ma un utile in calo. Il gruppo, che negli ultimi anni ha sostenuto più acquisti di società, sta portando avanti al passo serrato una attività di consolidamento che pone, secondo Ranucci Brandimarte, l’asticella del fatturato per l’anno in corso a quota 40 milioni, e valori di conto economico più gratificanti. Peraltro, il Cda ha deliberato di proporre agli azionisti un dividendo di 0,02 euro per azione, pari a un importo totale di 278mila euro e attingendo da riserva straordinaria. L’assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio si terrà in prima convocazione il 30 aprile alle 10 nella sede di viale Vittorio Veneto 22 (con ingresso da via Zarotto 2/A) a Milano e in seconda convocazione il 2 maggio, alla stessa ora del medesimo luogo.







Più efficienza, più margini

Ma l’utile è in calo. Quanto al margine operativo lordo (ebitda), quello basato sulla sola gestione operativa senza considerare gli interessi, le imposte, il deprezzamento di beni e gli ammortamenti, ha fatto registrare un rialzo del 12%. Il valore adjusted ha raggiunto quota 4,9 milioni, pari al 15% dei ricavi. Adjusted perché dai conti «sono state escluse le operazioni M&A (acquisizioni e fusioni): sono presenti in bilancio le attività ordinarie, non gli oneri non ricorrenti (403mila euro)». Assai positivo anche il risultato ante oneri finanziari, il cosiddetto ebit, che corrisponde al reddito che un’azienda è in grado di generare prima della remunerazione del capitale. Qui si è giunti a quota 1 milione, pari al 3,3% dei ricavi e in crescita del 206%. Nel 2017 l’ebit era in terreno negativo per 989mila euro. Secondo Ranucci Brandimarte, «era un risultato che ci aspettavamo. Nel 2017, infatti, avevamo concluso quattro acquisizioni, senza però procedere al consolidamento. L’anno scorso, invece, siamo riusciti a migliorare la gestione e ad ottimizzare ed efficientare il nostro sistema. Siccome questo percorso sta continuando proficuamente, ci attendiamo risultati ancora più netti ed evidenti nell’anno in corso». In effetti l’incremento è da attribuirsi alla riduzione degli oneri diversi di gestione nonostante l’accantonamento prudenziale per perdite attese sui titoli pari a 400mila euro. Quanto all’utile, quello netto consolidato nel 2018 si è attestato a 267.835 euro, rispetto all’utile di 416.032 euro del 2017. Su quest’ultimo aveva però influito un reddito straordinario non imponibile, di 1,820 milioni di euro, legato alla vendita commerciale della controllata Audiens alla società Bango. In assenza di questa plusvalenza il risultato ante imposte del 2017 in pratica si sarebbe attestato a -1,355 milioni euro.

 

Posizione finanziaria netta gruppo DigiTouch

 

La partita degli investimenti

La posizione finanziaria netta consolidata è in negativo per 1,48 milioni. Secondo Ranucci Brandimarte è un «valore che risente delle acquisizioni, e della svalutazione delle azioni di una società in portafoglio. Per il resto, disponiamo di buone risorse liquide». Peraltro il gruppo ha realizzato investimenti «per 22,5 milioni di euro negli ultimi tre anni e mezzo, sia per l’attività di ricerca e sviluppo che per le acquisizioni. Per l’anno in corso abbiamo stanziato circa tre milioni, ma riguardano la R&D. Quanto ad altre operazioni di M&D, stiamo approfondendo alcune situazioni».

 

La diversificazione

Secondo Ranucci Brandimarte, i buoni risultati di bilancio sono dovuti anche a due forme di diversificazione, che hanno consentito di sfruttare al meglio il trend in crescita del mercato. Anzitutto, quella relativa al portafoglio clienti. Sono circa 140, sono in crescita e hanno stretto relazioni di lavoro sempre più intense con DigiTouch; il 50% del business è composto da imprese dei servizi finanziari; quanto al rimanente, è in maggioranza costituito da aziende farmaceutiche, di telecomunicazioni, utility e altre. Poi, quella relativa al portafoglio di offerta: infatti il gruppo ha ormai tre divisioni. La prima è legata al digital advertising, quella tipica; la seconda riguarda il performance marketing che, con le controllate Performedia e Optimized (ma anche con mutuiperlacasa e autoandplus.com), come si è detto è in crescita; e la terza è quella legata ai data service. Si occupa di vendita di progetti di consulenza e dei data analytics. Comprende il business della controllata Purple Ocean, entrata nel perimetro di consolidamento dal mese di agosto 2018; e ha risentito dell’uscita della controllata Audiens, venduta a fine 2017 al gruppo inglese Bango. Il gruppo punta molto sulle nuove tecnologie: nel campo della profilazione e dei big data, per tracciare tutto il percorso dell’utente di riferimento, e in quello del retargeting, per recuperare con messaggi “successivi” quelle relazioni che d’acchito non si sono tradotte in vendita. Il tutto già avviene automaticamente, senza il concorso umano ma grazie ad algoritmi.

 

Simone Ranucci Brandimarte

 

 

Previsioni positive per il 2019

Sono due, secondo Ranucci Brandimarte, i driver per la crescita nell’anno in corso. L’obiettivo, indicato nel piano industriale, è un aumento del 25% del fatturato. Uno è il mercato in sé, che continuerà nella sua corsa. Gli investimenti in advertising online, infatti, avanzano a passo serrato. Come si può leggere in questo articolo di Industria Italiana, in Italia nel 2018 il digital advertising è cresciuto dell’11%, a quota 2,9 miliardi. Si pensi che dieci anni fa valeva 0,8 miliardi. Rispetto alla pubblicità in generale, quella digitale rappresenta il 32%: è ormai il secondo mezzo per importanza, dopo la televisione che vale il 45%. Ma ha ormai superato la carta stampata, che vale il 12% e che anche l’anno scorso ha subito un calo considerevole, pari all’8%. La caccia alla prima posizione, a detrazione della tv, è in atto anche in Italia: è già accaduto negli Usa e nel Regno Unito. L’altro driver è lo sviluppo di progetti su scala internazionale. Potrebbe aprirsi, per Digitouch, la via dell’Est. Circa un mese fa Ranucci Brandimarte aveva dichiarato che DigiTouch sta valutando possibili operazioni all’estero, soprattutto all’Est Europa. Come primo passo, l’idea è quella di penetrare i mercati di Polonia, Slovenia e Bulgaria. Lì dove il budget di advertising delle aziende sta crescendo, come d’altra parte la tecnologia digitale. Perché non puntare su mercati più maturi, come quello britannico? «In Italia il digital advertising rappresenta il 32% del totale advertising, è quasi un terzo. In UK è già il 51%. La concorrenza fortissima, e sono necessarie grandi risorse. La torta è tre volte tanto, e la percentuale è il doppio; ma è difficile entrare». Successivamente, Ranucci Brandimarte ha reso noto, più genericamente, che «il gruppo ha avviato l’analisi strategica per stringere una o più alleanze e partnership a livello internazionale in grado di allargare il suo ambito di operatività sui principali mercati europei e quindi offrire ai propri clienti un servizio su più ampia scala».

 

I risultati della Spa

DigiTouch Spa ha fatto segnare un aumento di fatturato ancora più importante: in un anno, i ricavi sono passati da 16,6 a 19,2 milioni, pari ad un incremento del 15,6%. In sensibile progresso l’ebitda adjusted, a quota 2,5 milioni (+ 8,6%); l’ebitda, a quota 2,3 milioni (+ 14,5%); e l’ebit , che è passato dal campo negativo per 61mila euro a quello positivo per 837mila. I valori relativi all’utile sono equivalenti a quelli del gruppo.

 

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Il gruppo DigiTouch in pillole

Nato nel 2007 e quotato sul mercato AIM Italia dal 2015, è oggi a capo di quattro agenzie (DigiTouch Agency, Performedia, E3 e Optimized Group), di Purple Ocean, società specializzata in soluzioni innovative di managed services e software development per e-commerce, dell’agency trading desk DAPcenter, della unit Digital Automotive Solutions e del sito comparatore MutuiPerLaCasa.com. Fondato e gestito da pionieri del mercato web e mobile Europeo, già protagonisti di note iniziative di successo come Buongiorno, OneBip e Neo Network. Il Gruppo conta oggi circa 120 dipendenti e ha sedi a Milano (headquarter) e a Roma.

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