Per l’industria delle bioplastiche crescita e investimenti

Il sacco compostabile Ma-Ter-Bio

Dal quarto rapporto annuale presentato da Assobioplastiche emerge un comparto fortemente attivo e innovativo. In cinque anni fatturato quasi raddoppiato a 545 milioni, produzione +86%.+ 15% il trend di crescita previsto per quest’anno

Un’industria giovane, ad altissimo tasso di innovazione, nata per rispondere ai grandi problemi ambientali e dei mutamenti climatici coniugando produzione responsabile a riciclo e rigenerazione, con il rifiuto che torna ad essere materia prima, che aiuta a ridurre il consumo di risorse naturali e contribuisce alla decarbonizzazione dell’economia, strada obbligata per ridurre la produzione dei gas serra, principali responsabili delle gravi alterazioni climatiche. È la filiera delle bioplastiche compostabili, rappresentata in Italia da Assobioplastiche, www.assobioplastiche.org che ha presentato il suo 4° rapporto annuale. I dati salienti: nel quinquennio 2012-2017 fatturato: + 49% (545 mln €) produzione: +86% (73.000 tonnellate) addetti: + 92% (2.450) aziende: +69% (240)

Il settore delle plastiche biodegradabili e compostabili

Secondo Plastic Consult – società indipendente che dal 1979 svolge studi e analisi di mercato nel settore delle materie plastiche – nel 2017, in Italia, l’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili, è rappresentata da 240 aziende, suddivise in produttori di chimica e intermedi di base (5), produttori e distributori di granuli (19), operatori di prima trasformazione (153), operatori di seconda trasformazione (65), – con 2.450 addetti dedicati per 73.000 tonnellate di biopolimeri prodotti, con un fatturato complessivo di 545 milioni di euro.







Relativamente ai settori applicativi, delle 73.000 tonnellate di polimeri lavorati, il 68% è stato destinato alla produzione degli shopper monouso per la spesa, il 13% ai sacchi per la raccolta della frazione organica e il restante 19% suddiviso tra manufatti per l’agricoltura, la ristorazione, il packaging alimentare e l’igiene della persona. Nel 2017, per la prima volta dall’introduzione della legge 28/2012, con 49.500 tonnellate, i volumi degli shopper compostabili monouso immessi sul mercato superano quelli dei sacchetti illegali in plastica tradizionale, scesi a 42.500 tonnellate dalle 45.000 del 2016.

Le previsioni per il 2018

Relativamente quest’anno le previsioni di sviluppo della produzione di manufatti compostabili vedono una crescita complessiva intorno al 15%, con dinamiche diverse a seconda delle applicazioni:

sono attesi buoni sviluppi per il film agricolo, anche sui mercati internazionali, e nel settore dell’imballaggio alimentare grazie alla crescente diffusione della pratica delle raccolte differenziate in Europa;
nel comparto dei sacchi per il primo imballo alimentare (ultraleggeri), grazie alle normative in essere, i produttori italiani si confermano punto di riferimento per le forniture in tutta Europa;
si registra una riduzione della domanda di sacchi per la raccolta dell’umido spesso sostituiti con gli shopper e/o con i sacchetti ultraleggeri, come effetto positivo della legislazione italiana. Le attese decisioni in materia di rifiuti da parte della UE lasciano prevedere un quadro evolutivo di traino in molti Paesi;
le applicazioni monouso per la ristorazione vedono un aumento della domanda da CAM e acquisti verdi ma risultano soggette all’esito ancora incerto della direttiva UE sulla SUP.

Il settore dei materiali plastici compostabili conferma dunque una fortissima dinamicità con imprese che continuano a crescere ed investire in forza lavoro qualificata, macchinari e impianti all’avanguardia, applicazioni innovative nei diversi settori. Fanno ben sperare per l’evoluzione dell’intero comparto il fermento di un mercato fortemente motivato dalla necessità di ridurre l’inquinamento da plastica di suolo, fiumi e mari, la prossima apertura ai prodotti compostabili di paesi come Spagna e Austria, appena proceduti da Francia e Vallonia, insieme alla capacità di questi manufatti di risolvere i problemi connessi alla valorizzazione della frazione organica.














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