Per la fabbrica connessa Oracle punta sul cloud

di Marco Scotti ♦ Non solo business e retail ma anche applicazioni per il manifatturiero dedicate alla gestione della supply chain nell’ offerta della multinazionale dell’informatica. Che sviluppa le soluzioni per l’ IoT  puntando sulle partnership con altre aziende. 

«Non si può far finta che la rivoluzione profonda portata da Amazon, Facebook, Netflix e così via non abbia modificato anche le aspettative della clientela, sia essa business o retail. Per questo Oracle ha deciso di puntare su una soluzione cloud che ci permette di essere sempre al fianco dei nostri clienti. Sfruttiamo le principali tecnologie disponibili, anche se ci concentriamo soprattutto sull’intelligenza artificiale che fa un po’ da collante. La fabbrica del futuro necessita di una gestione dei dati in tempo reale, di una user experience intuitiva e veloce. Noi ci stiamo muovendo in uno scenario competitivo sfruttando le partnership: è impensabile che un solo produttore possa fare tutto e possa evitare qualsiasi tipo di competitor. Bisogna trovare un modo di cooperare». Simone Marchetti, Digital Supply Chain – Sales Development Manager di Oracle, spiega in un’intervista a Industria Italiana quale sia la strategia italiana della multinazionale fondata da Larry Ellison, ora presidente esecutivo. Il Ceo dal 2014 è Max Hurd.

 







Simone Marchetti, Digital Supply Chain – Sales Development Manager di Oracle

 

Industria 4.0

Anche se la maggioranza delle aziende manifatturiere ha investito in programmi di Industry 4.0, solo il 17% ritiene che il risultato di questo investimento si concretizzi in una trasformazione del proprio modello di business. Lo rivela una ricerca Oracle condotta a livello mondiale, che svela che gli investimenti fino ad ora sono andati a migliorare i processi interni piuttosto che a sfruttare le opportunità operative delle tecnologie Industry 4.0 al fine di stabilire una migliore connessione e collaborazione con clienti, fornitori e distributori. Lo studio evidenzia che solo poco più di un terzo delle aziende ha usato tecnologie Industry 4.0 per rimuovere le barriere che impedivano la condivisione dei dati nella catena del valore, e solo il 40% ha attivato uno scambio aperto di dati con clienti e distributori. Meno della metà ha iniziato a integrare dati relativi ai clienti nei processi decisionali e solo il 45% ha integrato dati provenienti da fornitori e distributori.

Appena un quarto delle aziende ha ottenuto più visibilità, ad esempio, su come i clienti acquistano e usano i loro prodotti. Poco più della metà delle imprese, d’altro canto, sta usando dati ottenuti dalle interazioni con i clienti per orientare la progettazione e la produzione di nuovi prodotti. La ricerca ha evidenziato che ci sono stati risultati iniziali incoraggianti per quelle aziende manifatturiere che hanno saputo creare un “filo conduttore” digitale internamente alla loro organizzazione, infatti l’82% delle aziende che ha integrato i dati disponibili internamente ritiene di averne ottenuto un vantaggio.

 

Il cloud di Oracle

Oggi la multinazionale vede il cloud  come fulcro, motore e abilitatore della trasformazione digitale delle aziende di qualsiasi dimensione e settore. L’azienda ha messo a punto una suite completa di servizi in tutti i livelli del Cloud – SaaS (Software as a Service), PaaS (Platform as a Service) e IaaS (Infrastructure as a Service) potenziando l’offerta di data management di cui le aziende hanno bisogno per gestire i propri dati e affrontare una migrazione verso il Cloud. E’ un mondo di applicazioni SaaS virtualmente disonibili per ogni funzione aziendale e la possibilità di integrazione con varie piattaforme tecnologiche, dalla BlockChain all’Intelligenza Artificiale al Machine Learning.

Si tratta di servizi basati al 100% su standard di settore che vanno a integrarsi in una piattaforma completa che consente di migrare sul Cloud Oracle anche le applicazioni enterprise presenti on-premise nei Data Center delle aziende. Una piccola rivoluzione che riguarda non solo le applicazioni e il database Oracle, ma anche quelle di terze parti e le applicazioni sviluppate in modo personalizzato/custom: qualunque soluzione può essere migrata sul Cloud di Oracle, totalmente compatibile con la tecnologia che i clienti utilizzano in modalità tradizionale.

Da ultimo, Oracle offre soluzioni anche a clienti che per vincoli normativi non possano aderire pienamente al paradigma Cloud; la soluzione “Oracle Cloud at Customer”, che fornisce i servizi Cloud direttamente nel data center del Cliente. I servizi Cloud sono completamente gestiti da Oracle, in modo che sia possibile sfruttare l’agilità, l’innovazione e il costo basato sul consumo del Cloud Oracle, pur rispettando i requisiti di residenza dei dati. Inoltre oggi l’Oracle Autonomous Database, grazie alle sue funzionalità “self-driving”, “self-securing” e “self-repairing” uniche nel settore, aiuta a ridurre il rischio sicurezza evitando danni alla reputazione, costi legati alle violazioni e danni economici. Le patch di sicurezza sono infatti applicate automaticamente senza tempi di fermo, in un contesto protetto da accessi non autorizzati alle informazioni grazie all’adozione di crittografia dati predefinita.

Oracle mette poi a disposizione una piattaforma di sviluppo aperta e innovativa, basata su open standard che supporta non solo i prodotti Oracle, ma anche tecnologie open source per blockchain, containers, serverless, Ai, machine learning. Tutto questo con vari linguaggi di programmazione: non soltanto, naturalmente, Java, ma anche Phyton, Ruby, ecc. Gli sviluppatori hanno così la possibilità di utilizzare lo stack di applicazioni da loro preferito per lo sviluppo e la distribuzione di applicazioni su Oracle Cloud. «Il cloud – spiega Marchetti – ci permette di essere sempre al fianco dei nostri clienti, sulla falsariga dell’offerta elaborata da colossi del tech come Amazon, Facebook, Netflix e via dicendo che hanno fatto dell’esperienza personalizzata il loro punto di forza. Ma è nel manifatturiero che la nostra offerta mostra tutto il suo potenziale».

 

 

Le soluzioni Oracle per il manifatturiero

«Tutte le nostre soluzioni per il manifatturiero – spiega ancora Marchetti – sono applicativi che permettono di risolvere problemi della supply chain. Abbiamo costruito un’offerta che è la più estesa e completa disponibile oggi sul mercato. Siamo partiti da un’idea che fosse necessario concentrare in una sola suite il rispetto della tradizione, la facilità d’uso e la possibilità di migliorare la velocità e l’accuratezza dei risultati prodotti. Nel quadrante di Gartner ci troviamo sempre nella fascia in alto a destra, quella che coniuga innovazione ed efficacia. Abbiamo una serie di unicità che ci permettono di eccellere in quello che facciamo: prima di tutto abbiamo creato una user experience di livello, con una sola dashboard che è in grado di mettere insieme tutti i “pezzi”, tenendo presenti le esigenze dei nostri utilizzatori finali.

 

 

Le nostre applicazioni sono simili per quanto riguarda la user interface: che si stia usando un software per il settore finance o per il work order, in ogni caso l’esperienza sarà identica, così come l’interfaccia grafica. Per quanto concerne il modello di dati, inoltre, Oracle ne impiega uno univoco: questo significa che le applicazioni, anche se risiedono in ambienti diversi, hanno sempre la stessa modalità di gestione dei dati, e, in questo modo, permettono un rapido accesso a tutte le informazioni. Tramite il database è possibile ricevere informazioni in tempo reale e, grazie al cloud, tutte le operazioni si svolgono in pochi secondi. Il digital divide, almeno per i distretti industriali, non è un problema e il 5G potrebbe ulteriormente migliorare le cose. Ogni anno vengono effettuati quattro rilasci di upgrade e gli utenti possono scegliere quale caricare: ogni upgrade è un rilascio di circa 150-200 aspetti migliorativi.

 

Le tecnologie applicate

Oracle ha scelto di puntare sul cloud e su una compresenza di diverse tecnologie, con una sola eccezione: l’intelligenza artificiale, che è presente in maniera trasversale a tutte le diverse soluzioni e che diventa in qualche modo il “filo conduttore” dell’offerta di Oracle. «Abbiamo realizzato – prosegue Marchetti – anche delle soluzioni stand alone che sono in grado di sfruttare le diverse tecnologie. Ad esempio, l’IoT, che consigliamo di impiegare soprattutto per quanto riguarda la gestione delle flotte aziendali o per monitorare quei lavoratori che operano in zone particolarmente pericolose. Qualunque sia la soluzione ricercata, oggi abbiamo l’opportunità di sfruttare le tecnologie nel modo migliore.»

«Ma è il cloud il denominatore comune: l’edge computing non è neanche un tema se si parla di tematiche transazionali, ma rimane estremamente più costoso e necessita di una progettazione più complicata anche a livello locale. Per questo stiamo sviluppando partnership con diversi player per realizzare la cosiddetta fabbrica connessa. Ad esempio, a livello worldwide stiamo collaborando con Bosch per implementare l’utilizzo di IoT all’interno della fabbrica connessa. Vogliamo dare la capacità ai nostri clienti di essere sempre al passo con i tempi, per questo non possiamo precluderci nessuna possibilità di partnership: nessuno può fare tutto, da solo e al meglio».

 

La fabbrica connessa

Uno degli scopi della fabbrica di moderna concezione è quella di andare incontro alle esigenze della sharing economy. Gli impianti, quindi, non sono più di proprietà di qualcuno, ma possono essere condivisi per massimizzarne l’utilizzo e ridurre i costi. Questa visione si riverbera anche nella cosiddetta “Servitization”, ovvero nella vendita di servizi anche in comparti tradizionalmente legati agli oggetti. Rolls-Royce, ad esempio, ha sviluppato l’offerta “power by the hour”, ovvero la possibilità di pagare per le ore di energia consumate dai motori degli aerei, invece che per l’acquisto dei motori stessi. In questo modo, i clienti pagano per le ore di energia prodotti dalle turbine. Inoltre, tutti i servizi di assistenza post-vendita sono inclusi nel canone.

«La fabbrica connessa – conclude Marchetti – permette, inoltre, di implementare la personalizzazione degli oggetti prodotti, introducendo il concetto di “customer-centrismo” che ribalta gli schemi tradizionali capitalistici. Si cambia anche il modo di lavorare, con una maggiore interazione tra uomo e macchina e un miglioramento della trasparenza, del decision making e della trasparenza delle informazioni».

 

L’headquarter di Oracle, nella Silicon Valley, a Redwood

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Oracle nel mondo e in Italia

Presente in oltre 175 paesi nel mondo con circa 137.000 dipendenti e un fatturato pari a 40 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2018 chiuso il 31 maggio, Oracle propone ai suoi oltre 430.000 clienti un’offerta tecnologica completamente integrata e ottimizzata, costituita da sistemi software e hardware fruibili sia in Cloud sia in modalità tradizionali “on-premise”. Oracle è nata nel 1977 da un’intuizione di Larry Ellison: partita dalle tecnologie di data management (“database”), per cui è tuttora leader indiscussa nei numerosi report di analisti di mercato e terze parti, Oracle alimenta la propria capacità di innovazione investendo costantemente in Ricerca e Sviluppo (oltre 40 miliardi di dollari dal 2004 a oggi), area in cui operano attualmente 38.000 sviluppatori e tecnologi. Sono invece 19.000 gli esperti in consulenza e 14.000 le risorse impiegate per i servizi di supporto al cliente; sono oltre 25.000 sono i business partner Oracle a livello mondiale, cui è dedicato uno specifico programma, denominato Oracle Partner Network (OPN), a garanzia di un supporto continuativo ed efficiente.

 

Max Hurd, Ceo Oracle

Nel nostro Paese, Oracle è presente dal 1993, con sedi principali a Milano e Roma e con filiali a Torino, Padova, Bologna. Oracle in Italia, con oltre 1.100 dipendenti, opera al fianco di circa 700 Business Partner – in particolare ISV, System Integrators e VAR – che conoscono a fondo le esigenze di specifiche aree geografiche o merceologiche e che sono in grado di aggiungere valore all’offerta Oracle. L’azienda è guidata nel nostro paese da Fabio Spoletini, Country Leader e Vice President Technology Sales per Italia, Francia, Iberia, Russia e CSI.

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