Corrado Passera: con le criptovalute si scherza col fuoco. Ma per l’euro digitale serve accelerare

di Marco Scotti ♦︎ Il banchiere ed ex ministro in una intervista a 360 gradi con Industria Italiana su tutti i temi caldi del fintech. Il ceo di Illimity spiega quali sono le novità in materia di monete digitali, dividendo tra critptocurrency (pericolose e opache), stable coin e valute normate correttamente. Con un occhio - preoccupato - ad Amazon e Facebook che vogliono costruirsi il loro ecosistema digitale. Ma anche con la certezza che il cloud è la soluzione perfetta per le banche medio-piccole

Corrado Passera, fondatore di illimity Bank

«Il nostre core business rimane quello del corporate, il retail è funzionale a sperimentare alcune tipologie specifiche di asset. Ma ci siamo chiesti: invece che andare da soli, perché non unirci a qualcuno che è già forte nel mercato dei privati? Ecco perché ci siamo uniti a Hype». Corrado Passera, ceo e founder di Illimity Bank, parla con Industria Italiana delle novità che caratterizzano il mondo del credito. Un mondo, appunto, in continua evoluzione, che ha la possibilità di trovare nuove formule per eccellere. Ma i temi cari a Passera sono soprattutto quelli relativi agli Npl e alle valute digitali, che vanno conosciute, studiate ed eventualmente anche “contenute”, per evitare che creino un sistema parallelo ingovernabile in cui le mafie sguazzano e che diventa alternativo ai circuiti tradizionali.

Ma il ceo di Illimity, a margine della presentazione del nuovo piano di Hype, ha anche avuto modo di raccontare la sua visione sulla tecnologia: perché il cloud, su cui si fondano sia Hype che Illimity con un processo di migrazione dei dati che porterà l’intera infrastruttura informativa sulla “nuvola”. Nella sua carriera Corrado Passera ha ricoperto diversi ruoli: è stato l’uomo dietro al rilancio di Poste Italiane grazie all’intuizione di Banco Posta; è stato l’amministratore delegato di Intesa prima e ceo di Intesa Sanpaolo (dopo la fusione con Sanpaolo Imi) poi; è stato ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture durante il governo di Mario Monti: a lui si deve la legge (che porta il suo nome) sulle start-up innovative e sugli sgravi ad esse destinati. E, infine, è tornato alle banche con il progetto Spaxs trasformato poi in Illimity Bank.







Non tutte le monete digitali sono uguali

Sede di Illimity, banca fondata da Corrado Passera

Il ceo di Illimity ha spiegato diffusamente come in questo momento si stia cercando di spostare la centralità e la responsabilità dell’urto digitale sulla Bce. «Non vorrei che si pensasse – ci spiega – che la Banca Centrale Europea debba fungere da “portafoglio” su cui parcheggiare le valute digitali eventuali per poter dar loro validità. Questa idea, messa in giro ad hoc dai nemici della valuta digitale stessa, per me è completamente priva di fondamento». Passera non ha nascosto le sue preoccupazioni sia a livello geopolitico che economico. In questo momento, infatti, i tre giganti del mondo (Cina, Usa e Ue) stanno viaggiando a ritmi molto diversi e con interessi diversi sulle valute digitali. La Cina, ad esempio, è sicuramente molto più avanti rispetto agli altri, mentre l’Europa è in un momento di attesa.

Per il ceo di Illimity «è prima di tutto fondamentale distinguere le tre categorie di valute digitali: le prime sono le criptocurrency, le seconde le stable coin, le terze quelle che hanno valore legale. È molto importante non fare confusione e non mischiare i concetti. Dunque: le criptovalute sono fuori da qualsiasi norma, vengono usate a volte per fini poco commendevoli e sono comunque estremamente volatili. Possono essere un investimento per chiunque decida di puntarvi, ma non si può certo pensare che queste diventino paragonabili alle valute legali attualmente in corso di validità». Al secondo gruppo appartengono quelle valute che sono stabili dal punto di vista del valore ma che per il resto non sono negoziabili e scambiabili attraverso i canali tradizionali.

Le valute digitali con corso legale

Ma è il terzo gruppo il più importante e quello a cui guardare con maggiore attenzione e interesse. «Le valute digitali – chiosa Passera – con valore paragonabile a quello delle attuali monete in circolazione aprono un tema di governabilità e di sostenibilità. Parliamoci chiaramente: nel futuro non si continuerà certo a usare la carta moneta attuale. Stiamo andando verso un mondo digitale, è naturale pensare che qualcuno possa voler far evolvere questo sistema. Diverso è invece il discorso per quanto concerne l’accelerazione che bisogna imprimere al progetto. La Cina è già in una fase avanzata di sperimentazione». Pechino, infatti, ha sollevato un doppio tema: di sostenibilità delle criptovalute, tanto da emanare provvedimenti che bloccano la possibilità di “sminare” in territorio cinese; e di necessità di una moneta digitale normata da regole precise. Gli Stati Uniti stanno andando avanti su questa prospettiva, mentre l’Europa, al di là degli annunci di Christine Lagarde, è sicuramente più indietro. «Attenzione a non metterci troppo tempo – aggiunge Passera – altrimenti l’euro digitale avrebbe meno valore e sarebbe meno utilizzabile di altre monete digitale».

Il ruolo dei giganti del tech

Christine Lagarde, presidente della Bce

In questo mondo già complesso da decifrare si innestano le mire espansionistiche dei colossi della Silicon Valley, soprattutto Facebook e Amazon, che sognano di completare un ecosistema in cui l’utente sia immerso per tutta la giornata. «Immagino – ha detto Passera a Industria Italiana – che il loro intento sia quello di censire totalmente qualsiasi attività della nostra vita, dai messaggi che ci scambiamo agli acquisti che facciamo fino alle interazioni sociali. In tutto questo, però, è giusto che qualcuno si renda conto del pericolo che stiamo correndo e dei rischi per la nostra libertà individuale. Se dovesse essere messa in circolazione una moneta virtuale a marchio Facebook, per esempio, in un battito di ciglia 1,2 miliardi di persone si ritroverebbero nella possibilità di usarla per le transazioni. Sarebbe un vero problema da arginare. Per questo motivo sono certo che gli Stati Uniti abbiano già oggi in progetto di fare qualcosa, di creare una valuta digitale che tagli fuori i colossi del web da questa partita. Altrimenti, i rischi sono davvero grossi».

Il ruolo del cloud

Rimanendo in tema di tecnologia, il ceo di Illimity ha condiviso con Industria Italiana anche la sua visione del cloud. La “nuvola” di Microsoft Azure, con cui l’azienda ha un accordo, diventerà uno strumento fondamentale per fare business per Illimity e per Hype. «Abbiamo scelto Microsoft – ci ha spiegato Passera – perché è il più aderente alle richieste che dovevano fare a un fornitore tecnologico. Ritengo si tratti di un alleato molto valido per la nostra crescita. Ma lo è anche per tutto il mondo delle banche italiane, soprattutto quelle di dimensioni medie e medio-piccole. Per loro, infatti, può rappresentare un fortissimo acceleratore e può permettere al modello di business di diventare ancora più sostenibile».

Npl: sì, ma da quando?

Il business di Illimity, comunque, rimane soprattutto incentrato sui crediti. La parte relativa ai “distressed”, cioè ai possibili incagli, è una delle più importanti. La preoccupazione per l’incremento degli Npl è tangibile da parte di tutti. «Il fatto che siano state estese le moratorie fino al 31 dicembre – conclude Passera – non fa che spostare in là il problema che prima o poi dovrà essere affrontato. Sicuramente vedremo un aumento delle tensioni sui crediti. Anche perché, banalmente, una volta che verranno meno certe tipologie di sostegni è fisiologico che questo succeda. Noi siamo già ben tutelati e coperti, ma è piuttosto scontato dire già fin d’ora che non abbiamo ancora visto in dettaglio che cosa succederà con i non performing loans». Il governatore di Bankitalia ha dichiarato, prima dell’estate, che la situazione sarà meno difficile del previsto. E in effetti la crescita stimata del 5% fa ben sperare per il futuro. Ma è ovvio che tante imprese “zombie” (Copyright Mario Draghi) avranno un effetti sul sistema del credito. Quanto forte sarà il loro ritorno lo vedremo solo nei prossimi mesi.














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