Nice: rotta su produzione 4.0 ed m&a

Reef Island Manama, Bahrain Sistema per l'automazione di barriere stradali

di Laura Magna ♦ Partita dall’ automazione per cancelli, la società guidata da Lauro Buoro, quotata a Piazza Affari, investe in sistemi di allarme wireless e home security e vuole aumentare la produttività.  Obiettivo mezzo miliardo di ricavi in un triennio. E le acquisizioni proseguono a tutto spiano

Comincerà nei prossimi mesi la costruzione del nuovo impianto produttivo della Nice nel trevigiano: 13mila metri quadrati, 150 addetti,  in cui saranno internalizzate completamente le attività, in una fabbrica totalmente 4.0. O meglio, 5.0: un luogo dove Nice, che si occupa di home automation, smart home e home security, ovvero di tutto quello che permette di gestire e controllare la propria casa, cercherà di perfezionare il connubio tra uomo e tecnologia. L’investimento previsto vale 20 milioni di euro ed è mirato ad aumentare la produttività, portando gli scarti della produzione, che attualmente sono nell’ordine dell’1%, allo 0,2-0,3%. La nuova fabbrica andrà a regime nel 2021.

Nel frattempo partirà anche la costruzione anche di un nuovo impianto brasiliano, ma l’Italia resterà il centro «di tutte le produzioni a basso volume che nel nostro Paese potremmo gestire in maniera competitiva proprio grazie alla tecnologia», dice a Industria Italiana Lauro Buoro, presidente e fondatore del gruppo veneto. E le tecnologie a cui si riferisce sono ovviamente 4.0: «le abbiamo introdotte due anni fa, e adesso siamo pronti a uno step successivo. Ovvero costruire una smart factory fatta di isole produttive riconfigurabili, assistite da robotica collaborativa e servite da una logistica interna che consentirà al materiale di scorrere autonomamente verso la sua destinazione». L’obiettivo è toccare il mezzo miliardo di ricavi in un triennio, mentre il 2018 si appresta a chiudersi a quota 370 milioni di euro di fatturato.







 

La sede centrale Nice a Oderzo

L’automazione nel Dna

Nata 25 anni fa, Nice si occupava inizialmente della parte elettromeccanica necessaria all’automazione per i cancelli, allargando successivamente la gamma all’intera motorizzazione. Le soluzioni integrate per l’automazione di cancelli, garage, sistemi e per schermature solari e sistemi di parcheggio restano il core business: ora i sistemi di allarme wireless e home security, per applicazioni residenziali, commerciali e industriali intendono rappresentare un completamento dell’offerta. L’obiettivo strategico dichiarato è infatti quello di offrire la più ampia gamma possibile fatta di referenze personalizzabili e facili da usare per l’utente finale.

«A livello di prodotto siamo primi nel mondo per qualità e contenuto a livello elettronico, oltre a possedere anche una gamma che è la più ampia e una delle più vaste al mondo: la possibilità di avere tutta l’automazione della casa con un brand è qualcosa che oggi non può permettersi nessun altro. Infatti i nostri competitor sono per lo più tali solo per una delle nostre diverse linee di business», racconta Lauro Buoro, che sottolinea come nel dna dell’azienda sia sempre stata presente la mission di posizionarsi in maniera trasversale rispetto al business, perseguita passo dopo passo fino dal 2000.

 

Un app per la smart home di Nice (foto dal sito dell’ azienda)

«Ad esempio è successo quando attraverso una piccola acquisizione straordinaria siamo entrati nel mercato delle tende e delle tapparelle. Poi abbiamo ampliato l’offerta presso la Gdo creando un brand e un prodotto dedicato, e questo solo tre anni dopo. Nel 2006 ci siamo quotati sullo Star e successivamente abbiamo ampliato ulteriormente l’offerta di prodotti aggiungendo alla gamma sistemi di allarme wireless, costruiti usando la medesima tecnologia del mondo dell’automazione di cancelli e tende. Infine, abbiamo integrato tutta la parte industriale, producendo una serie di motorizzazioni dedicate al mondo dei portoni industriali».

Da Oderzo, alla Germania, al Brasile, all’Asia

Dopo aver lavorato all’ampliamento della gamma, è avvenuta l’espansione geografica. «Il primo passo nel 2011 con l’acquisizione di un competitor brasiliano nel settore dell’automazione per cancelli e di uno tedesco nel mondo dell’automazione per tapparelle. Quest’ultima è stata l’acquisizione più importante che abbiamo mai fatto in termini dimensionali. Poi, nel corso degli anni abbiamo sempre aperto filiali commerciali in tutto il mondo, tanto che oggi siamo presenti in 40 Paesi e distribuiamo i nostri prodotti in 100 Paesi». Il processo di crescita per linee esterne non è mai stato interrotto o deviato: così, nel 2015 Nice ha comprato un’altra società competitor in Sud Africa per consolidare il mercato locale dell’automazione per cancelli e nel 2016 un’azienda Usa sempre nello stesso settore. Una crescita esponenziale quindi (cinque anni fa i ricavi ammontavano a 264 milioni e nel 2017 a 325 milioni di euro) avvenuta grazie soprattutto a una campagna acquisti serrata – che prosegue e che probabilmente non conoscerà sosta anche nei prossimi anni. Un percorso che serve ad aumentare i volumi ma anche ad ampliare gamma e geografie.

 

Nice: l’illustrazione di un sistema antifurto ( foto dal sito dell’ azienda )

Le ultime acquisizioni

«Il nostro business, che è in sintesi la home automation, cresce in un mondo sempre più connesso e smart. Dunque, per riuscire a cogliere questo trend, avevamo bisogno della tecnologia da una parte e dall’altra di canali di vendita che non siano esclusivamente quelli tradizionali», dice Buoro a Industria Italiana per spiegare la ratio delle ultime operazioni. Le ultime due acquisizioni  non solo sono servite all’azienda di Oderzo per consolidare la propria presenza in due importanti mercati, ma anche ad acquisire una posizione sempre più di rilievo nei mercati dei prodotti per la smart home. «Abode vende direttamente al consumatore attraverso il canale e-commerce. Fibaro invece ha le caratteristiche necessarie dal punto di vista tecnologico: ci ha fornito ciò che ci consente di connettere i prodotti all’interno e all’esterno della casa attraverso protocolli mainstream come Alexa o Google Home».

Fibaro

Vediamo in dettaglio in che modo: a luglio Nice ha acquisito Fibaro, sede a Poznan in Polonia, che offre un vero e proprio ecosistema wireless e modulare per un’abitazione connessa, controllata e a misura delle specifiche esigenze dell’utente. Fibaro realizza dispositivi per la smart home con protocolli Z-Wave e HomeKit, che prevedono la modalità d’installazione plug & play, la possibilità di accesso remoto e la compatibilità con sistemi terzi quali Apple HomeKit, Z-Wave, Google Assistant, Amazon Alexa e Siri di Apple. «Questa acquisizione ci ha permesso di imprimere una accelerazione nel nostro percorso di crescita offrendo un portafoglio prodotti tra i più completi nel settore, con una user experience straordinaria e semplice», spiega Buoro.

Abode Systems

Ad aprile era stata la volta di Abode Systems, piattaforma tecnologica e commerciale con sede a San Francisco, in California. Nice è entrata nel capitale della società con una quota del 75%. E di fatto ha ora accesso a un portafoglio di oltre 15.000 clienti attivi in 27 paesi e 100mila device connessi: Abode nel 2017 ha registrato ricavi di circa 7 milioni di dollari, forte dell’offerta di hardware e servizi di monitoraggio espandibili, prestazioni solide ed integrazioni intelligenti, che la rendono uno dei sistemi di sicurezza “fai da te” più attraenti per l’utente finale e facili da installare, con uno store e-commerce disponibile on-line. «Si tratta di un’operazione strategica sia, come già accennato, per il canale, sia perché ci permette l’allargamento della gamma prodotti al settore della Home Security per installatori ed end-user, rafforzando per Nice la posizione di leadership in Usa e Nord America, mercato che incontra una crescente domanda per le soluzioni connesse nel campo di cui parliamo», afferma il presidente di Nice.

Il 2018 è stato l’anno di maggior attivismo sul fronte dello shopping e oltre alle due operazioni in Usa e Polonia, ce ne sono state altre tre da citare. «Le altre operazioni dell’anno hanno riguardato una società brasiliana attiva nel controllo accessi e due italiane: la prima, V2, un nostro competitor ma con posizionamento diverso nell’automazione per cancelli e a giugno Acm, una società romana che opera nel settore dell’automazione per serrande».

Fatturato in crescita, ma gli investimenti hanno impattato i margini nel 2018

Ovviamente, aver investito in maniera tanto massiccia ha avuto un impatto sulla posizione finanziaria netta del gruppo, che al 30 settembre, si è attestata a -150 milioni di euro rispetto ai -14,3 milioni di euro di settembre 2017. E gli effetti si sono riverberati anche sui margini, che sono positivi, ma in leggero calo anno su anno: l’Ebitda adjusted è stato di 39,6 milioni di euro, con un’incidenza sulle vendite del 15,1%. L’utile netto è ammontato invece a 16,7 milioni di euro rispetto a 18,3 milioni del 2017. In crescita il capitale circolante netto (90,8 milioni di euro contro 70,4) mentre il fatturato, che nei primi nove mesi si è attestato a 262 milioni di euro, è in aumento del 7,9% a cambi correnti e del 12,5% a cambi costanti rispetto ai primi nove mesi 2017. Al 30 settembre 2018 il primo margine (calcolato come differenza tra ricavi e costo del venduto) è stato di 139,7 milioni di euro (+7%) e con un’incidenza sul fatturato del 53,3% rispetto a 53,8% dei primi nove mesi 2017.

 

Roberto Griffa, ceo Nice

Fabbriche in tutto il mondo, ma nessuna delocalizzazione

I volumi dipendono ancora in maniera predominante dal core business dell’automazione gate e door e per la protezione solare, ma, come spiega il ceo Roberto Griffa, tenderanno via via a essere bilanciato dal settore nuovo della smart home e della smart security in particolare. «Abbiamo investito 100 milioni di euro in questo ambito per trovarci pronti ad affrontare le tendenze in arrivo sul mercato sul fronte smart che ci attendiamo dirompenti e foriere di molte interessanti opportunità», dice Griffa. Nel tempo, l’allargamento del business ha portato l’azienda ad attivare produzioni in tutto il mondo. Precisa Griffa: «Tutti i prodotti che riguardano il gate e lo screen tuttavia sono realizzati tra Oderzo, Roma e Racconigi, in provincia di Torino. Abbiamo fabbriche in Germania, Stati Uniti, Brasile e Polonia, che non sono effetto di delocalizzazione ma sono state integrate con le diverse acquisizioni e servono i diversi mercati locali e regionali. Non abbiamo stabilimenti in Asia, fatta eccezione per una piccola realtà di montaggio funzionale alle neoacquisite in Cina, che non è però rilevante. Ci identifichiamo come azienda italiana, con una forte identità del made in Italy e riteniamo che sia importante per il territorio continuare a investire in prossimità». Quanto al fatturato, invece, quello che dipende dai volumi italiani è solo l’8% del totale, e si tenderà ad arrivare al 5% consolidando i numeri del 2018.

Obiettivo: innovazione con il 3% del fatturato investito in ricerca

Dei 2200 dipendenti nel mondo, il 12% sono in Italia. Ma come la produzione anche la progettazione ha diversi centri: cinque, per la precisione, tanti sono i laboratori di R&S dislocati tra Italia, Germania, Polonia, Nord e Sud America, oltre a un centro di ingegneria in Sud Africa. «Investiamo annualmente circa il 3% del fatturato in ricerca. Nel nostro laboratorio viene fatta la ricerca delle tecnologie di base, meccanica elettronica, radiofrequenza e bluetooth, wifi. Inoltre possediamo un laboratorio di sviluppo prodotto, in cui vengono effettuati tutti i test per garantire la qualità dei prodotti in fase di costruzione. Lavorano con noi circa 300 ingegneri che sono il 13% dell’intera forza lavoro: partiamo da un’idea e ci occupiamo di tutto, dalla progettazione, alla realizzazione, all’industrializzazione, alla vendita, alla distribuzione», dice Griffa che rivela di «avere diversi dossier nuovi sul tavolo: la crescita per acquisizioni è prevista nella nostra roadmap nei prossimi anni, manterremo il focus sul residenziale».

Il fattore design

Ma ci sono anche altre frecce all’arco dell’azienda di Oderzo: «Un altro tratto distintivo di Nice è la presenza sui mercati: abbiamo una delle reti commerciali più solide del globo mentre le aziende concorrenti hanno per lo più un mercato di sbocco regionale. Noi abbiamo una presenza diretta in 22 Paesi e vendiamo i nostri prodotti in oltre 110 nazioni, tramite importatori o distributori locali», dice ancora Griffa. Ma soprattutto,  ultimo ma non meno importante, il design. «Siamo senza dubbio il riferimento del mercato da questo punto di vista: il nostro è un prodotto di design perché è esteticamente e, soprattutto funzionalmente, pensato seguendo le regole dell’ergonomia. Applichiamo il Lean Thinking a tutta l’azienda e al processo. E abbiamo appena chiuso il primo ciclo di sperimentazione in chiave 4.0 in Germania: in questa fabbrica greenfield, dove abbiamo spostato l’intera produzione del Paese, e a cui abbiamo iniziato a lavorare a fine 2017. Non solo: anche in Brasile stiamo automatizzando la parte di elettronica e ci stiamo preparando per una nuova fabbrica nel 2019 che sostituisce l’attuale e che conterrà un upgrade importante in termini di tecnologia. Sarà a regime nel 2020 e servirà il mercato sud americano».














Articolo precedenteSiemens con Friendz per gli ingegneri di domani
Articolo successivoMobilità sostenibile: il software tutto italiano che ricarica i veicoli elettrici di Siemens in Argentina






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui