Microsoft AI: Ambizione Italia come Artificial Intelligence

di Marco Scotti ♦ La multinazionale del software rilancia il programma già attivo in scuole e università che mira ad aiutare il Paese ad attrezzarsi con le  competenze necessarie per il futuro digitale. La partnership con il Politecnico di Milano e la Fondazione Mondo Digitale, e la vision  dell’AI secondo  presidente mondiale del colosso di Redmond, Brad Smith

«Oggi annunciamo Ambizione Italia, il programma che ci consente di coinvolgere oltre 20.000 insegnanti e più di 250.000 studenti tra i 12 e i 18 anni in tutte le regioni italiane, con particolare attenzione alle zone con maggiore povertà educativa e cercando di coinvolgere quanto più possibile le ragazze. Abbiamo avviato tante diverse iniziative che ci consentono di rendere l’intelligenza artificiale più “umana” e comprensibile. Questa è l’applicazione che è cresciuta maggiormente nell’ultimo periodo, ed è quella che cambierà maggiormente l’economia mondiale. Non bisogna accoglierla con paura, ma piuttosto dobbiamo sfruttarne le peculiarità per dare nuove opportunità a chi ne ha bisogno.»

 







Brad Smith, presidente mondiale di Microsoft

 

«Ho iniziato a lavorare in questa industry 30 anni fa e Microsoft aveva 10 dipendenti in Italia. Oggi sono 1.000. La nostra azienda sta investendo tantissimo in questa tecnologia non soltanto per incrementare il business: abbiamo destinato 50 milioni di dollari per effettuare studi destinati alla salvaguardia del nostro Pianeta, dalla biodiversità al cambiamento climatico. L’intelligenza artificiale, anche in questo caso, può essere estremamente utile». Brad Smith, presidente mondiale di Microsoft, ha presentato oggi i nuovi programmi della multinazionale di Redmond: oltre al programma Ambizione Italia, c’è una partnership con il Politecnico di Milano per lo sviluppo di laboratori e corsi pratici ad hoc dedicati soprattutto all’intelligenza artificiale, ritenuta la killer application anche per gli anni a venire.

 

Satya Nadella, Ceo Microsoft

L’intelligenza artificiale

Quando Satya Nadella – Ceo della multinazionale fondata da Bill Gates – ha annunciato di voler progressivamente spostare il business di Microsoft verso l’intelligenza artificiale, in molti hanno storto la bocca. In realtà, l’azienda di Redmond sta mostrando chiaramente che il futuro risiede proprio nell’intelligenza artificiale. «Ho iniziato a lavorare in questa industry – spiega Brad Smith – perché il mio lavoro era costruire l’industria del software in Italia, visto che non ne avevamo una. Ho iniziato 30 anni fa, quando i dipendenti di Microsoft Italia erano una decina. In questo lasso di tempo molte cose sono cambiate, ma secondo me i prossimi 30 anni porteranno ancora più cambiamenti.»

«Saranno pieni di opportunità, ma anche di problemi. Opportunità, soprattutto per persone che guardano avanti, massimizzano le competenze. Abbiamo raggiunto il punto in cui i computer stanno iniziando a ragionare come gli esseri umani. Un computer ora può guardare una foto e capire che cosa sta vedendo. Oppure può capire discorsi complessi. È qualcosa che abbiamo tentato di creare per decenni, ma ora il computer può capire oltre il 90% di un discorso. Abbiamo realizzato una app che permette di tradurre in 64 lingue differenti e che è ora disponibile per Android o per iOs. Ci sono dunque stati enormi passi avanti nei dati usati dai computer».

 

L’intelligenza artificiale nella vision di Brad Smith

Il futuro del lavoro

In molti, però, stanno esprimendo perplessità. Non sarà che l’intelligenza artificiale in un futuro neanche tanto remoto sarà in grado di prendere il posto dell’essere umano? Uno scienziato come Stephen Hawking, in una delle ultime interviste prima di morire, aveva dichiarato il suo timore che l’intelligenza artificiale avrebbe potuto rimpiazzare l’intera umanità. «Nessuno di noi – ha spiegato Brad Smith – ha la sfera di cristallo. Ma possiamo fare un parallelismo. L’automobile venne inventata nel 1888, ma fino alla metà degli anni ’20 era difficile vederne una in giro. Poi ci fu il boom delle quattroruote, con conseguente “pensionamento” dei cavalli. Questo portò a effetti diretti e indiretti sull’economia. Tra i primi annoveriamo la scomparsa o la riduzione di alcuni posti di lavoro (dai veterinari ai maniscalchi) ma anche la crescita o la creazione di nuovi lavori (dai produttori di gomme ai meccanici fino ai tassisti).»

 

L’intelligenza artificiale nella vision di Brad Smith

 

«Tra i secondi la nascita del credito al consumo o di nuove modalità di fare pubblicità. Non ci sono ovviamente stati solo effetti positivi, ma anche negativi, come nel caso della Grande Depressione nel 1933. La popolazione equina calò di un terzo, e il consumo di biada e fieno venne ridotto drasticamente. Gli agricoltori iniziarono ad avere un reddito sempre più ridotto, che portò a sua volta a una difficoltà a rimborsare il credito alle banche, scatenando un effetto a catena. Abbiamo visto una analoga trasformazione con l’avvento del computer che ha ridotto drasticamente la necessità di dattilografi, visto che oggi ognuno è in grado di scrivere un documento. In realtà c’è un modo diverso di intendere la questione: trovare aiuto dall’intelligenza artificiale perché ha migliore capacità di analisi, di decision making. Questo significa che alcune professioni come il radiologo, l’autista o l’operaio manifatturiero verranno modificati in positivo dall’aiuto derivante dall’intelligenza artificiale, che quindi può creare enormi benefici per tutti».

 

Silvia Candiani_MICROSOFT_Foto
Silvia Candiani, ad Microsoft Italia

Ambizione Italia

Con il progetto “Ambizione Italia”, Microsoft si pone l’obiettivo di formare 500.000 persone per portare competenze digitali nel mondo delle scuole e del lavoro. «E’ un obiettivo ambizioso – spiega Silvia Candiani, amministratore delegato della branch italiana della multinazionale -, e oggi annunciamo una partnership, con Mondo Digitale, per formare oltre 250.000 studenti nel prossimo anno. Svilupperemo il nostro progetto lungo due ambiti: con le università e con la scuola. Vogliamo che chiunque possa avere un rapporto con la tecnologia per scegliere facoltà Stem: oggi, infatti, solo il 20% le sceglie, ma bisogna aumentare la quota per poter dare un senso di opportunità e costruire un futuro che possa aiutare il paese ad avere le giuste competenze. Con la collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale abbiamo scelto una serie di scuole anche in aree meno “battute”: non solo quindi Milano e Roma, ma 37 diverse città, cercando anche di avere più ragazze e provenienti da zone con meno formazione digitale. Anche gli insegnanti devono essere formati per trasferire l’impatto del digitale nelle scuole».

Fondazione Mondo Digitale

La Fondazione Mondo Digitale è una ong che collabora con Microsoft da una decina d’anni per promuovere iniziative di alfabetizzazione digitale sul territorio. Oggi il progetto Ambizione Italia consente di ampliare la platea con cui lavorare. «C’è – spiega Mirta Michilli, direttore generale della fondazione Mondo Digitale – un altissimo tasso di ragazzi che lasciano il nostro paese, e l’Italia ha perso un punto di pil per la fuga dei cervelli. Oltre il 34% delle aziende italiane ha perso competitività. Che cosa bisogna fare? Bisogna investire per rimanere competitivi, serve forza lavoro qualificata in settori strategici come nell’intelligenza artificiale. Creeremo 37 hub, cioè scuole che hanno inserito nel programma didattico i moduli di intelligenza artificiale. Copriremo oltre l’80% dei territori con alta povertà educativa. Oltre il 60% degli studenti che parteciperanno ai nostri training saranno ragazze, perché al sud lavora soltanto una donna su quattro, una grande perdita di competitività».

 

Da sx a dx: Silvia Candiani,Donatella Sciuto, Brad Smith, Mirta Michilli, Ferruccio Resta
La partnership con il Politecnico

Il Politecnico di Milano è attivo da poco meno di 50 anni sul tema dell’intelligenza artificiale. Oggi però quegli esperimenti pionieristici si sono trasformati in una tecnologia che pervade completamente la vita quotidiana. «Vedo – spiega Ferruccio Resta, rettore del Politecnico – un futuro in cui non ci potrà essere un giurista o un medico che sappiano di intelligenza artificiale. Ci saranno rischi e minacce, perché queste tecnologie possono innescare dei rischi, è nostro compito non tenerne conto e cercare di guardare sempre avanti».

«Oggi – conclude Donatella Sciuto, prorettore del Politecnico – sappiamo che l’intelligenza artificiale deve essere inclusa in tutte le discipline, nella formazione e nella ricerca. Abbiamo iniziato a introdurre corsi di etica, un tema che riteniamo imprescindibile per chi si occupa di intelligenza artificiale. La partnership che annunciamo oggi con Microsoft ha tre “gambe”: l’accesso gratuito ai corsi online tramite una trial version di Azure; una nuova iniziativa, “Passion in action”, che permette agli studenti di avere nuove competenze tramite workshop su esperienze di lavoratori già affermati; laboratori di cloud computing e intelligenza artificiale relativa alla data science».














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