Manuelli di CFI alla Camera: al via i Flagship Plant, “dimostratori” ideali per le imprese del Sud

Il presidente del Cluster Fabbrica Intelligente ha illustrato alla Camera dei Deputati gli obiettivi dell'associazione: più Impianti Faro e sviluppo degli Impianti Bandiera, fabbriche più piccole e quindi più "imitabili" dalle Pmi, soprattutto da quelle del Sud

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L’obiettivo del Cluster Fabbrica Intelligente è quello di portare i Lighthouse Plant da quattro a dieci e di sviluppare Flagship Plant (“Impianti Bandiera”) in collaborazione con start-up e fornitori di tecnologia. In particolare gli Impianti Bandiera sarebbero «molto utili al Meridione d’Italia, dove le aziende potrebbero confrontarsi con realtà molto più simili alle proprie. Le imprese meridionali potrebbero sperimentare come, inserendo la tecnologia e l’innovazione nei loro processi produttivi, si possano affrontare con più agilità le sfide del mercato globale, anche se la concorrenza è cinese, americana o di altri grandi Paesi».  Lo ha affermato Luca Luigi Manuelli, presidente del CFI, nonché chief digital officer di Ansaldo Energia, nel corso della conferenza “Industria 4.0, tra innovazione e tecnologia digitale. Preview Mecspe Bari 2019”, tenutasi a Roma, ieri l’altro, nella sala stampa della Camera dei Deputati. Un evento organizzato da Senaf – la società del gruppo Tecniche Nuove che organizza fiere legate alla meccanica e all’impiantistica, tra cui il Mecspe – cui hanno partecipato il ministro dell’innovazione tecnologica Paola Pisano, il sottosegretario al Mise Stefano Buffagni e altri.  La conferenza si è tenuta in vista della prima edizione del  Mecpe Bari, che si terrà dal 28 al 30 novembre alla Nuova Fiera del Levante.

 







Impianti Faro e Impianti Bandiera

Il Cluster Tecnologico Nazionale “Fabbrica Intelligente” è per definizione un’associazione riconosciuta con l’obiettivo di attuare una strategia basata sulla ricerca e l’innovazione per la competitività del manifatturiero italiano. Nel contesto del “Piano Calenda”, nel 2017 il Mise ha affidato al Cfi i compito di selezionare i primi quattro Impianti Faro: anzitutto, le fabbrica genovesi (Campi e Cornigliano) di Ansaldo Energia, che producono turbine elettriche; poi il sito bresciano di Tenova-Ori Martin, che si occupa d’acciaio. Questi impianti hanno completato l’iter amministrativoe sono stati approvati, diventando ufficialmente Lighthouse; ora si attende il placet  per gli stabilimenti Abb localizzati di Lombardia e Lazio e per quelli Hitachi Rail di Reggio Calabria.  Secondo Manuelli è necessario associare agli Impianti Faro quelli Bandiera. I Lighthouse Plant sono grandi strutture avanzate, utilizzate come «dimostratori tecnologici, per consentire alle aziende minori di verificare il funzionamento e l’efficienza delle applicazioni in contesti industriali». Per Manuelli,  «sebbene i grandi impianti faro dispongano di una forte capacità evocativa per imprese più piccole, non sempre e non del tutto rappresentano un esempio da seguire per le Pmi». Il fatto è che le dinamiche industriali e tecnologiche di una grande azienda non sono immediatamente compatibili con quelle delle Pmi. «Per questo stiamo promuovendo la nascita di Impianti Bandiera, fabbriche di piccole e medie imprese che hanno avviato positivamente un percorso di innovazione, e che possono rappresentare sul territorio degli esempi facilmente imitabili. Un passaggio più efficace rispetto a quello rappresentato dagli Impianti Faro».  Manuelli peraltro ha sottolineato che quello di Ansaldo Energia a Genova è stato «il primo impianto faro selezionato nel contesto del piano Industria 4.0; è l’unico di proprietà (Ansaldo Energia appartiene per il 60% a Cassa depositi e prestiti, per il 40% di Shanghai Electric); su di esso l’azienda ha investito ben 15 milioni per la trasformazione digitale della fabbrica, in modo tale che possa svolgere bene il ruolo che le è stato attribuito».














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