La manifattura italiana ha resistito molto bene alla crisi del Covid e delle materie prime, conservando la sua quota di mercato nell’ambito di un sistema mondiale che cresce (e quindi crescendo anch’essa). Il manifatturiero è la palestra ideale per il futuro della digitalizzazione, perché è l’ambiente più controllato che esista. Noi siamo leader nella produzione di beni strumentali e di prodotti in metallo. Fabbrichiamo sia i prodotti, sia le macchine per fare i prodotti, e in questo siamo competitivi in tutto il mondo. Il nostro tessuto industriale è unico al mondo. Ma per mantenerlo occorre identificare le nuove sfide. Come la mobilità elettrica, che rivoluzionerà le nostre filiere; la personalizzazione estrema dei prodotti (che viene molto richiesta dal crescente target affluent dei Paesi asiatici, che apprezzano enormemente il made in italy); l’economia circolare che cambia il modo di progettare, produrre, de-produrre e riciclare.
Arriverà l’Internet of Actions, che consente di scambiare non solo informazioni, ma anche azioni, con operatori in grado di intervenire in fabbrica anche a molte migliaia di km di distanza. E arriverà la rivoluzione delle piattaforme manifatturiere, fabbriche “anonime” rese disponibili da grandi operatori Ict (per esempio Sap o Facebook) alla bisogna a chi voglia produrre qualcosa. Succederà questo: prendo un disegno, lo metto sulla piattaforma, la piattaforma trova la struttura in grado di produrlo, me lo consegna.
Insomma, spunti di cambiamento assai profondi. Serve una guida per capire che cosa succederà in futuro. Questa guida è la roadmap del Cluster Fabbrica Intelligente, che ha seguito un percorso di creazione che rappresenta un valore in sé. Infatti vi ha partecipato un numero molto elevato di attori (membi dei Gruppi Tematici Tecnico Scientifici e degli Steering Committee che rappresentano a un livello alto tutti gli stakeholder del manifatturiero: aziende, associazioni, università, centri di ricerca, Regioni). Per estrarre valore da questi cambiamenti e rimanere competitivi, occorre lavorare sulle Filiere del manifatturiero italiano, che ne rappresentano il cuore e la ragion d’essere. Le Filiere vanno abilitate all’economia circolare, che le rivoluzionerà, e a tutti i nuovi modelli di business aperti dalle nuove tecnologie.
I temi principali di politica industriale per abilitare e far crescere queste filiere sono:
- co-design di prodotti a livello di filiera
- valutazione di life-cycle analysis a livello di filiera
- previsione del rischio di filiera
- progettazione di filiere resilienti
- aumento dei livelli di accesso all’innovazione
- value stream mapping dinamico a livello di filiera
- gestione della qualità di prodotto a livello di filiera
- mappatura delle capacità tecnologiche di filiera