L’intelligenza artificiale by Microsoft vuole arrivare dappertutto

Digital AI

di Marco Scotti ♦ Le strategie del colosso del software nel nostro Paese. Parla Silvia Candiani. I casi Comune di Milano, Italgas, Europ Assistance, Cnh, Coca Cola, Politecnico di Milano, Samsung, Intel

“Sapete che l’intero concetto dell’intelligenza artificiale è binario? Capite l’ironia? […] Il linguaggio dei computer sta tutto in due valori. Uno e zero. Uno. Zero. Uno. Zero. All’infinito. Due valori che possono significare qualsiasi cosa. La summa della conoscenza umana, ridotta a un due. Uno e zero. Le due facce di una stessa moneta. Due possibilità, che conducono ad un’infinità di possibilità. ” (Batman: Knightfall)

«La nostra mission è cambiata: oggi vogliamo che qualunque azienda, e non solo quelle di grandi dimensioni, possa utilizzare l’intelligenza artificiale». Lo scandisce forte e chiaro Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia, durante l’inaugurazione della Digital Week a Milano. Non è un mistero che con l’avvicendamento tra Steven Ballmer e Satya Nadella, la più grande software house del mondo abbia deciso di cambiare radicalmente pelle, puntando forte sull’intelligenza artificiale e cercando di offrire soluzioni tailor-made alle imprese e al mondo del lavoro, che deve ancora vivere una fase di digitalizzazione profonda, aumentando efficienza, produttività, possibilità.







 

 

Satya Nadella, CEO Microsoft

 

Per il nuovo CEO, infatti, Microsoft deve cercare di “empower every person and organization on the planet to achieve more” (rafforzare ogni persona o azienda sul pianeta per raggiungere traguardi più importanti). Un cambio di passo notevole: non si tratta più di cercare di penetrare il mercato divenendone leader, ma offrire soluzioni che si adattino a un pubblico il più vasto possibile per aumentare la produttività. «I riflettori – ha spiegato Candiani – non sono più su di noi ma sui nostri clienti. Il successo non dipende dalla forza del nostro prodotto, ma dall’affermazione che i clienti riescono ad ottenere attraverso la nostra tecnologia. Si tratta di un cambio di paradigma incredibile che noi stiamo cercando di perseguire attraverso una democratizzazione dell’intelligenza artificiale».

 

Candiani
Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia

 

L’intelligenza artificiale

Partendo da questo assunto, la strategia di Microsoft a livello mondiale ha cercato di impiegare l’AI come se fosse un “mattoncino” per costruire nuove esperienze, in modo che la missione sia garantire a tutti l’accesso all’intelligenza artificiale tramite il cloud. «La gente – ha aggiunto l’amministratore delegato di Microsoft Italia – non si rende conto che l’applicazione dell’AI è già realtà. A New York, per esempio, la polizia ha installato delle telecamere nella metropolitana che sono in grado di inviare alert se, monitorando le stazioni, si notino delle azioni poco consuete, come lasciare una valigia dove non si dovrebbe, o delle espressioni facciali che denotino particolare ansia». L’intelligenza artificiale, dunque, è in grado di percepire ed elaborare enormi moli di informazioni, come se fosse il cervello umano.

 

AI in funzione nella metropolitana di New York

 

Un’altra funzione particolarmente utile è quella relativa all’acquisizione di dati: «La scansione dei documenti – ha raccontato la Candiani – è un aspetto molto importante: essi vengono letti, compresi e digitalizzati. Una volta che questo è avvenuto, l’intelligenza artificiale genera insight e l’insight, a sua volta, può diventare un’azione. Il computer quindi è in grado di leggere i dati e di proiettarli nel futuro, creando modelli di comportamento che possono essere applicati alla vita quotidiana. L’intelligenza artificiale si fonda su due colonne portanti: rendere digitale quello che digitale ancora non è, e razionalizzare dati del passato indirizzando l’azione nel miglior modo possibile. Ora si parla moltissimo di AI, c’è grande apprensione quando se ne parla, si teme per la distruzione di posti di lavoro, ma la verità è che è solo grazie all’intelligenza artificiale che si sta iniziando a vedere una soluzione a problemi che sembravano insormontabili solo qualche anno fa».

L’amministratore delegato di Microsoft Italia si riferisce ad alcuni risultati soddisfacenti che si stanno raggiungendo nell’healthcare in merito alla diagnosi precoce del tumore. In particolare, grazie all’intelligenza artificiale, si possono inserire dati e immagini che consentono di paragonare pazienti sani e malati generando dati utili per indirizzare le azioni future delle strutture mediche. Non solo: anche per quanto riguarda la rischiosità personale, grazie ai dati e all’intelligenza artificiale si possono applicare protocolli di prevenzione differenti a seconda della storia clinica del singolo paziente e alla familiarità con determinati tumori. In questo modo si possono anche mettere a punto cure personalizzate per il singolo paziente che siano più efficaci e meno invasive.

 

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AI a Milano: “Chiara” aiuterà i turisti

 

Le soluzioni di Microsoft per la collettività: il Comune di Milano

L’azienda fondata da Bill Gates ha messo in pratica il suo commitment sull’intelligenza artificiale realizzando una serie di proposte differenti. Come nel caso del Comune di Milano. Il frutto di questa collaborazione ha un nome: Chiara, l’intelligenza artificiale sviluppata in collaborazione con Teorema, che viene messa a disposizione di cittadini e turisti e che consente di chattare con il Municipio, tramite bot, per ottenere informazioni di diverso tipo. Inizialmente sarà disponibile solo in italiano e inglese, in un secondo momento “parlerà” anche arabo e cinese.

Un altro progetto lanciato da Microsoft è AI for Earth. «Oggi – ha raccontato la Candiani – c’è la consapevolezza che la popolazione mondiale nel 2050 sarà superiore alla capacità “produttiva” della Terra. Questo si traduce in una conseguenza drammatica: non ci sarà abbastanza cibo per tutti. Per questo motivo, con le nostre soluzioni di intelligenza artificiale, si potrà ottenere un miglioramento del 20% della produttività dei terreni, garantendo migliori condizioni di vita. Un altro dato economico che mi ha colpito proviene dal World Economic Forum: con l’intelligenza artificiale si può raddoppiare la crescita economica del 2035 stimata per il nostro paese. Un’opportunità straordinaria».

 

Paolo Gallo Amministratore Delegato e Direttore Generale di Italgas
Le esperienze con le aziende: Italgas, Europ Assistance, Coca Cola

L’amministratore delegato di Microsoft Italia ha presentato quattro casi esemplari di quello che la più grande software house del mondo sta facendo con il tessuto imprenditoriale italiano. Il primo caso è quello di Italgas, un’azienda “tradizionale” che ha deciso di spostare il suo datacenter nel cloud. «Ci troviamo di fronte – ha spiegato ancora Candiani – a un’azienda grande, tradizionale, che ha deciso di operare una profonda trasformazione digitale migrando i sistemi informativi sul cloud. Questo prima di tutto per una questione di costi e di efficienza, ma poi anche perché permette di abilitare nuovi scenari che consentono un forecasting sul fatturato sulla base dei trend elaborati dall’intelligenza artificiale. Si tratta di una trasformazione epocale: una grande azienda tradizionale che usa il cloud come fattore di accelerazione della sua trasformazione per aumentare l’innovazione».

Il secondo caso è quello di Europ Assistance, una società del Gruppo Generali, che in collaborazione con Microsoft lancerà MyClinic, una app che dà la possibilità di offrire all’assicurato un unico accesso di tutte le informazioni cliniche, la cartella digitale. Tutte le analisi e altre informazioni fondamentali saranno un unicum sul cloud. Ma non basta: «Il paziente – ha raccontato ancora l’amministratore delegato di Microsoft Italia – può dialogare con un bot se ha dei sintomi e vuole sapere che cosa fare nel caso di malesseri particolari o momenti di difficoltà. MyClinic, e l’intelligenza artificiale che la anima, non è una tecnologia sostitutiva, ma additiva. Nel momento in cui si valuta che siano necessari approfondimenti medici apre una call con Skype con i medici convenzionati Europ Assistance. L’elemento successivo saranno degli alert inviati al paziente, in base alla sua storia clinica, per controlli preventivi ulteriori».

 

CNH
Un trattore CNH

 

 

Il terzo caso esemplare che ha illustrato Silvia Candiani è quello di Cnh, la parte di FCA che si occupa di veicoli industriali, che ha ottenuto insieme a Microsoft lo sviluppo di un Service Delivery Platform che usa l’intelligenza artificiale per lo smart factoring e il precision farm (Industria Italiana ne ha parlato qui). «I trattori – ha aggiunto la Candiani – hanno dei sensori che rilevano la situazione di umidità e tutti gli altri componenti del terreno. Integrano i dati in una dashboard per capire se sono previste piogge o se invece è necessario irrigare. Un servizio che collega una serie di informazioni e una serie di predizioni che, integrandosi, possono portare a un aumento della resa del terreno nell’ordine del 20%».

 

Sergio Marchionne, ad FCA

 

Infine, il quarto esempio di integrazione tra Microsoft e un’azienda è quello relativo a Coca Cola che ha portato alla realizzazione di un’installazione all’Arco della Pace a Milano. Tramite HoloLens, un casco per la realtà aumentata, si è creato un mondo particolare in cui poter vedere e annusare le essenze usate per la realizzazione di Fuze Tea, un tè aromatizzato alla frutta in fiori. «Le società che producono mobili – ha aggiunto la Candiani – utilizzano questo sistema già da tempo: la realtà aumentata serve per vedere – ad esempio – la cucina inserita all’interno di casa propria, senza più rendering o disegni vari».

 

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HoloLens e le esperienze di realtà aumentata

 

Sviluppi futuri: la democratizzazione attraverso il Cloud

«Il nostro obiettivo – ha spiegato l’amministratore delegato di Microsoft a margine della presentazione della Digital Week – è usare il cloud e la tecnologia per renderli accessibili a tutti e migliorare la digitalizzazione del paese. Modernizzare il sistema pubblico, migliorare l’esperienza delle aziende private per renderle più innovative e più capaci di competere, avere un impatto sulle competenze del paese tramite intelligenza artificiale: sono tutti temi che sentiamo nostri. Quando si parla di AI il primo elemento è il timore, ma abbiamo fatto una ricerca europea su quale sia l’impatto del digitale sui dipendenti e i risultati sono sorprendenti».

In effetti, secondo la survey continentale i dipendenti delle aziende con maggiore vocazione digitale sono 10 volte più ingaggiati, 4 volte più innovativi e 2 volte più produttivi di quelli che non fanno parte di un’organizzazione innovativa. L’intelligenza artificiale, quindi, può diventare una sorta di “superpotere” che consente di non svolgere più mansioni ripetitive, ma di sfruttare la creatività. Il problema è il contesto in cui ci muoviamo: in Italia solo il 17,4% del campione dichiara di lavorare in aziende fortemente digitalizzate, un dato che è sostanzialmente in linea con il resto d’Europa.

Il ruolo della formazione

Il timore che sta scuotendo l’opinione pubblica è che le nuove tecnologie possano distruggere posti di lavoro. È ancora prematuro per dare una risposta definitiva, ma è indubbio che ci saranno nuovi impieghi che ora sono ancora embrionali, come virtual space designer, data analyst, trainer per le macchine autonome. Secondo recenti studi ci sarà il 30% di lavori totalmente nuovi, mentre il 70% avrà una componente innovativa. «Ci sarà richiesta – ha concluso la Candiani – di lavori diversi: probabilmente non avremo più operatori di call center, ma data scientist. Il tema di politica economica più importante per il nostro paese sarà capire come spostare le competenze. Non vogliamo soltanto parlare di problemi, ma bisogna costruire le competenze del lavoro di domani: è importante favorire lo studio di materie STEM, e da sempre abbiamo avuto un grande impegno in questo senso, per far sì che ci siano più ragazzi che studiano materie scientifiche, ma anche ragazze.

 

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Candiani: più ragazzi e sopratutto ragazze dovranno studiare le materie STEM

 

Ci sarà esigenza di problem solving, di creatività e di conoscenze STEM anche all’interno di università molto diverse, come filosofia o facoltà umanistiche. Il punto è che, al di là dell’evoluzione del mercato del lavoro, esiste un tema di re-skilling di chi è nel mercato del lavoro. Un tempo chi finiva l’università aveva concluso il proprio percorso di formazione, mentre ora l’aggiornamento permanente è necessario per essere sempre “interessante” verso il mondo del lavoro. L’intelligenza artificiale è una risorsa, definirà in maniera diversa il nostro modo di lavorare, nel privato e nel pubblico, avrà grande impatto sulle competenze e starà a noi mantenerla nei giusti limiti per far sì che la nostra umanità, fatta di esseri pensanti ed empatici, rimanga il centro del nostro modo di pensare».

 

L’intelligenza artificiale per il MIP

Un’esperienza di AI molto significativa è quella fatta dal MIP, la business school del Politecnico di Milano, come ha spiegato il dean dell’istituto, Andrea Sianesi. «Abbiamo elaborato insieme a Microsoft, Flexa: si tratta di un mentor a disposizione degli studenti tutto il giorno, tutti i giorni, che li supporta nel percorso di crescita professionale, suggerendo i contenuti giusti, gli eventi di networking da frequentare. Attraverso un processo di profilazione, è in grado di spiegare agli studenti quali sono le attività che devono essere svolte per migliorare, andando a sviluppare le capacità sulle tematiche in cui ci si sente più deboli. Il progetto si basa sull’intelligenza artificiale e fa leva su Azure. Con il mentor si riesce a velocizzare e qualificare il tempo dedicato a ricercare le informazioni. Inoltre con Flexa si spinge sul concetto di connettivismo, enfatizzando il contesto culturale in cui si realizzano i processi di apprendimento, che non è un processo individuale ma avviene attraverso la comparazione con gli altri».

 

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Carlo Ratti, professore del MIT
Un nuovo patto sociale?

Alla presentazione della Digital Week è intervenuto anche Carlo Ratti, professore del MIT e tra i pionieri dell’intelligenza artificiale. Per il docente di uno dei più prestigiosi atenei tecnologici del mondo, «l’AI non è nulla di nuovo: i primi lavori furono realizzati al MIT negli anni ’70 e per un certo periodo c’è stato un grande entusiasmo che però non ha portato a nulla. Oggi invece è tutto diverso, anche se la prossima sfida a cui dobbiamo prepararci è l’interazione con dei sistemi che hanno grandi similitudini con il cervello umano. Sarà necessario un nuovo contratto sociale anche perché verranno distrutti milioni di posti di lavoro, per poi crearne altri. La velocità del cambiamento è veramente incredibile e il primo effetto si riverbererà sulle città, che verranno riorganizzate e governate in modo molto più efficiente».

 

Carlo Barlocco, presidente Samsung Italia
Moli di dati e abitudini di consumo: Samsung e Intel

Hanno concluso l’incontro inaugurale Carlo Barlocco, presidente di Samsung Electronics Italia e Maurits Tichelman, vicepresidente sales and marketing group di Intel Corporation. Secondo Barlocco «oggi assistiamo a un ribaltamento tra vita privata e lavorativa. Se un tempo, infatti, i device di ultima generazione erano appannaggio dell’ufficio, oggi invece abbiamo prodotti più tecnologicamente avanzati tra le mura domestiche. L’85% dei possessori di smartphone aziendali dichiara di possederne uno migliore a casa propria. Questo è merito anche dell’intelligenza artificiale, che ha abilitato una serie di servizi che prima sembravano impensabili e che ora invece accompagnano il nostro quotidiano». Per il manager di Intel, invece, parlano i numeri quando si tratta di spiegare l’importanza dell’intelligenza artificiale: «Ogni giorno vengono inviati 360 miliardi di mail, 3,4 miliardi di persone si connettono a internet. Senza l’AI, la corretta gestione di un’incredibile mole di dati sarebbe impensabile. Basti pensare che soltanto per la gestione del veicolo a guida autonoma sono necessari circa 4 terabyte di capacità computazionale».














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