L’industria Lombarda riprende a correre

Svolta congiunturale positiva per la produzione industriale lombarda (+0,4%), dopo la lieve flessione dello scorso trimestre. Secondo i dati dell’ indagine trimestrale di Unioncamere  su base annua la crescita della produzione accelera al 3,2% (crescita media dei primi tre trimestri), decisamente superiore al +1,3 del 2016

In ripresa anche gli ordini (+1,6% congiunturale l’interno e +2,0% l’estero) e il fatturato (+1,3%). Anche l’artigianato consegue un risultato positivo, con un incremento congiunturale dei livelli produttivi dello 0,6% e una crescita media dei primi tre trimestri del 2,4%. In questo contesto l’occupazione, che reagisce in ritardo rispetto alle dinamiche produttive, presenta saldi entrate-uscite prossimi allo zero. In calo il ricorso alla CIG.

Le aspettative per il prossimo trimestre per la domanda sia interna che estera sono in miglioramento, come anche le aspettative per l’occupazione. Flettono leggermente le aspettative sulla produzione, ma rimanendo ampiamente in area positiva. Anche gli imprenditori artigiani sono ottimisti per il prossimo trimestre con aspettative in miglioramento per tutti gli indicatori.







«E’ evidente come il settore manifatturiero stia reagendo positivamente al grande stimolo fornito dal Piano nazionale su Industria 4.0: ben vengano quindi i nuovi incentivi previsti dalla Legge di Bilancio come secondo step del Piano.- ha comentato  il presidente della piccola industria di Confindustria Lombardia Gianluigi Viscardi – Come previsto dal Piano Industria 4.0, inoltre, il Digital Innovation Hub Lombardia, insieme con la rete degli altri DIH regionali e territoriali, rappresenterà un punto di riferimento e un ulteriore strumento a disposizione delle imprese per accompagnarle nell’attuazione della trasformazione digitale e nel passaggio a Industria 4.0.»

I dati dell’ indagine trimestrale di Unioncamere

I dati presentati derivano dall’indagine relativa al terzo trimestre 2017 che ha riguardato un campione di più di 2.800 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (oltre 1.600 imprese) e artigiane (quasi 1.200 imprese).

Nel terzo trimestre 2017 si registra una accelerazione tendenziale della crescita della produzione industriale (+3,1%), ed anche un incremento congiunturale (+0,4% dato destagionalizzato ). Questi risultati portano ad una crescita media dei primi tre trimestri dell’anno pari al +3,2%, decisamente superiore alla media annua del 2016 (+1,3%).
Anche per le aziende artigiane manifatturiere si registra una accelerazione tendenziale (+2,3%) associata ad un incremento congiunturale (+0,6%) e la crescita media dei primi tre trimestri dell’anno risulta così pari a +2,4%, il doppio rispetto alla crescita media annua del 2016 (+1,2%).

L’indice della produzione industriale, sale a quota 107,2 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100) a 6 punti percentuali dal massimo pre-crisi pari a 113,2 registrato nel 2007.Per le aziende artigiane l’indice della produzione è a quota 96,4 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100), rimanendo ancora sotto quota 100.

L’andamento dei diversi settori: ok siderurgia, meno il tessile

Da un punto di vista settoriale, la dinamica tendenziale della produzione presenta prevalentemente variazioni positive, ad esclusione del settore tessile in contrazione dello 0,5% e dell’abbigliamento, in contrazione dell’1,9%. Tra i settori in crescita spiccano la siderurgia (+8,2%) e i minerali non metalliferi (+7,2%). Risultati sopra la media anche per: gomma-plastica (+4,5%), legno-mobilio (+3,9%) e meccanica (+3,7%). Seguono il pelli-calzature (+3,0%), le manifatturiere varie (+2,9%), gli alimentari (+2,6%) e la chimica (+2,3%). Positivi, ma meno dinamici, i settori della carta-stampa (+0,3%) e i mezzi di trasporto (+0,2%).

Anche per l’artigianato il primo trimestre è globalmente positivo, ma due settori della manifattura artigiana evidenziano ancora un calo produttivo significativo su base annua: pelli-calzature (-2,6%) e carta-stampa (-1,9%). A questi si aggiungono con segno negativo ma intensità della variazione quasi nulla gli alimentari (-0,2%) e il legno-mobilio (-0,1%).

All’opposto registrano incrementi sopra la media i settori dei minerali non metalliferi (+5,2%), della meccanica (+4,3%) e della siderurgia (+4,0%). Seguono, sempre in crescita, le manifatturiere varie (+2,0%), il tessile (+1,7%), l’abbigliamento (+1,6%) e la gomma-plastica (+1,0%).

Buona la crescita per le Pmi

Lo spaccato dimensionale presenta un quadro tendenziale positivo per tutte e tre le classi considerate con risultati inversamente proporzionali alla dimensione d’impresa: le piccole e medie imprese riescono ad incrementare i livelli produttivi del 3,3% le prime e del 3,1% le seconde, mentre le grandi imprese (con oltre 200 addetti) registrano una crescita di poco inferiore (+2,8%).

Anche per l’artigianato tutte le dimensioni di impresa evidenziano una crescita della produzione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno ma, a differenza dell’industria, con intensità crescente all’aumentare del numero di addetti: se per le imprese manifatturiere artigiane con un numero di addetti compreso tra 3 e 5 la variazione è nulla (+0,0%), per le imprese con 6-9 addetti è pari al +2,4% e per quelle con 10 addetti e oltre del +4,5%.

Torna oltre il 50%, per l’industria, la quota di aziende in crescita (55%), rispetto a quelle in contrazione (32%). Pressoché stabile la quota di imprese che non registrano variazioni (14%).
Lo stesso fenomeno si osserva nell’artigianato, dove è del 46% la quota di aziende in crescita e stabile al 29% quella delle aziende in contrazione. Anche in questo caso è stabile la quota di imprese artigiane che non registrano variazioni (25%).

Il fatturato a prezzi correnti per l’industria mantiene tassi di crescita soddisfacenti sia su base annua (+5,0%) sia rispetto al trimestre precedente (+1,6%). Anche per l’artigianato il fatturato cresce significativamente sia rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (+3,0%), sia dal punto di vista congiunturale (+1,0%). Considerando l’evoluzione complessiva dei primi tre trimestri dell’anno il fatturato cresce del 4,9% per l’industria e del 2,7% per l’artigianato, in entrambi i casi con un’accelerazione rispetto al risultato del 2016.

L’andamento del mercato: crescita più forte per l’estero

Gli ordinativi provenienti dal mercato interno mantengono un buon ritmo di crescita tendenziale segnando un +5,4%. Come per gli altri indicatori, il dato congiunturale conferma l’accelerazione positiva di quest’ultimo trimestre (+1,6% contro il +0,4% dello scorso trimestre). Il mercato estero segue la stessa dinamica con un tasso di crescita tendenziale che sale al 6,5% e una variazione congiunturale del +2,2%. La quota di fatturato ricavata dalle esportazioni dall’industria rimane stabile oltre il 40%.

Le imprese artigiane mostrano un miglioramento del risultato tendenziale (+2,1%) per domanda interna, mantenendo una crescita congiunturale costante (+0,4%). La domanda estera delle imprese artigiane, invece, mostra un’accelerazione marcata sia relativamente alla variazione tendenziale (+3,5%), sia rispetto al trimestre precedente (+1,9%). Il canale estero per le imprese artigiane svolge sempre un ruolo marginale, con la quota del fatturato estero sul totale pressoché stabile al 7,6%.

L’occupazione: sempre ferma

L’occupazione per l’industria presenta un saldo quasi nullo (-0,1%) a causa della stabilizzazione delle assunzioni e un incremento delle uscite. Considerando il dato corretto per gli effetti stagionali del terzo trimestre la stazionarietà dei livelli rimane confermata. In calo il ricorso alla CIG, con una quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione che scende al 7,1% e la quota sul monte ore allo 0,9%. Nell’artigianato il rallentamento del tasso d’ingresso è più marcato (1,8%), mentre le uscite crescono del 2,2%. Il saldo è quindi negativo (-0,4%). Anche per gli artigiani si riduce il ricorso alla CIG con una quota di aziende che scende all’1,7% e una quota sul monte ore ancora sotto il punto percentuale.

Le aspettative

Le aspettative degli imprenditori industriali sulla produzione dello scorso trimestre si sono realizzate, con una ripresa congiunturale della produzione. Per il prossimo trimestre le aspettative flettono leggermente e la quota di imprenditori che non prevede alcuna variazione cresce al 58%. Considerando la dimensione d’impresa le aspettative appaiono omogenee con un ottimismo crescente all’aumentare della dimensione d’impresa.

Positive anche le aspettative degli imprenditori relativamente ai livelli occupazionali, e in crescita, con una riduzione della quota di chi non prevede alcuna variazione (80%). Anche in questo caso sono le medie e le grandi imprese ad essere più ottimiste, mentre per le piccole imprese il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione è limitato e la quota di imprenditori che prevedono stabilità dei livelli sale all’82%.

Le aspettative degli imprenditori sulla domanda sono in sensibile miglioramento, sia considerando il mercato interno sia considerando quello estero, grazie ad una riduzione della quota di chi prevede una diminuzione degli ordini. La quota di imprenditori che non si aspettano variazioni della domanda estera cresce leggermente al 60% e anche quella relativa al mercato interno (64%). Nel caso dell’artigianato, le aspettative mostrano un miglioramento generalizzato tornando in territorio positivo per la prima volta dopo diversi anni per produzione, occupazione e domanda interna, e confermando la prevalenza degli ottimisti per la domanda estera.

Conclusioni

Si può affermare che il forte risveglio del commercio internazionale dopo un 2016 piuttosto deludente, da un lato, e la sostenuta dinamica del PIL mondiale, dall’altra, hanno fatto breccia anche sulla dinamica della produzione manifatturiera lombarda, cresciuta dello 0,4% congiunturale che diviene un 3,1% tendenziale (+3,2% se si considera la variazione media dei primi tre trimestri del 2017).

Questa crescita sostenuta è assai diffusa. Non si riferisce solo alla produzione, ma si estende anche al fatturato e agli ordini. Anche se è vero che la componente estera rimane il driver principale (la percentuale del fatturato estero ha raggiunto la quota del 40,6%), la ripresa della domanda interna, specialmente gli investimenti, hanno fatto sentire gli effetti del loro rilancio, sulla scorta anche delle misure fiscali adottate. La ripresa riguarda tutte le dimensioni di impresa, tocca la quasi totalità dei settori industriali e beneficia la maggior parte delle province lombarde.

In questo contesto, anche il mercato del lavoro mostra segni di miglioramento e questi segnali sono incoraggianti anche se non ancora soddisfacenti. Perché lo diventino, occorre assicurare che la crescita mantenga questi ritmi. Solo in questo caso si può ipotizzare che la struttura del mercato del lavoro migliori ed in questo caso servire da volano alla domanda aggregata attraverso un significativo incremento dei consumi. La continuità di una crescita robusta dipende da molti fattori, ma due in particolare vanno evidenziati: il rientro graduale e non traumatico della politica di “quantitative easing” da parte della BCE e il persistere di quei tentativi che cercano di coniugare una politica di rientro del debito con un rilancio dell’efficienza produttiva del paese.














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