L’industria cresce all’Aim, ma c’è ancora strada da fare

a Milano
Ingresso della Borsa, a Milano

Fondato dopo la fusione di Borsa Italiana con il London Stock Exchange e sul modello dell’omologo inglese, l’Aim è il mercato delle piccole e medie aziende italiane. Un mercato ancora piccolo, con qualche difetto, innanzitutto la scarsa liquidità dovuta a scambi rarefatti,  ma che cresce anno dopo anno. Finora ha attratto per lo più business legati a green economy e digitale. Di recente, però, vi si è affacciata qualche realtà industriale. Poche, solo cinque su 75 Ipo arrivate dal 2009, ma che potranno spianare la strade alle migliaia di realtà simili presenti sul territorio italiano.

Osservatorio sul listino







Se ne parlerà a Milano mercoledì 27 luglio alle 11.30 al Grand Hotel et de Milan, con la presentazione dei dati dell’Osservatorio su Aim Italia, giunto alla IV edizione e realizzato dalla società di consulenza Ir Top. Ma vediamo qualche dato in anteprima.

Il settore industria, con cinque aziende quotate, rappresenta il 17% in termini di capitalizzazione dell’Aim (446 milioni di euro), il 16% in termini di ricavi, il 7% per numero di società e il 5% per raccolta, pari a 41 milioni. Il settore industriale rappresentato su questo listino è concentrato principalmente in Emilia Romagna (3 società su 5) e ha inglobato nel 2016 Siti B&T Group, che a Formigine, nella provincia di Modena, realizza tecnologie per la produzione e la decorazione di ceramiche e ha raccolta in Borsa 26 milioni. Le altre società manifatturiere che hanno scelto di quotarsi sul listino delle piccole sono Lu-Ve, sede a Uboldo, in provincia di Varese, che fa impianti di refrigerazione e condizionamento e la marchigiana Clabo, nel settore dei banchi per pasticceria e gelateria: per entrambe la Ipo è stata nel 2015. Ancora, Modelleria Brambilla, fondata a Carpi nel ‘51 e che opera nella componentistica automotive ed è approdata su Aim a dicembre 2014 e la più anziana, Rosetti Marino, la ravennate che fa engineering nell’oil&gas e che data la sua presenza sull’indice alternativo dal 2010.

Piazza Affari, Milano
Piazza Affari, Milano

In crescita

Il settore ha registrato nel 2015 ricavi medi di 135 milioni, un ebitda di 14,4 milioni, in crescita del 16% rispetto al 2014 e un ebitda martin medio del 12%. La capitalizzazione media è di 89,1 milioni. A farla da padrone su Aim sono, invece, in termini di numero assoluto di matricole, le rappresentanti del settore green, che conta su 18 società quotate, ma con una capitalizzazione pari a 773 milioni di euro, il 30% del totale. Segue il settore digital, che vanta 15 realtà quotate che però hanno una capitalizzazione praticamente pari a quella delle cinque industrie (470 milioni o il 18% del mercato).

industria-classificaSono soprattutto i business del futuro a scegliere a oggi il listino alternativo. Ma le ragioni per approdarvi sarebbero valide anche per molte delle piccole industrie italiane che potrebbero servirsene come strumento di sviluppo. Perché dovrebbero farlo? “Innanzitutto perché ha dimostrato di essere un valido strumento alternativo al canale bancario, portando nelle casse delle pmi nuove risorse per oltre 1 miliardo di euro e contribuendo a patrimonializzarle con importanti impatti a livello economico”, risponde Anna Lambiase, amministratore delegato di Ir Top. “Questo mercato, che oggi ha assunto una dimensione di interesse coinvolgendo molti investitori istituzionali ha consentito ad alcune selezionate imprese italiane di eccellenza di realizzare il proprio potenziale di crescita sfidando i mercati internazionali”. E oggi i principali trend evolutivi di Aim Italia si legano strettamente alle potenzialità del tessuto industriale italiano. “Crescita del business e visibilità sono i maggiori benefici che le aziende possono ottenere quotandosi su Aim. Oltre alla raccolta di nuovi capitali per finanziare i progetti di sviluppo, la creazione o il consolidamento del proprio brand, la managerializzazione delle aziende. Dall’altro lato gli investitori cercano nelle aziende quotate soprattutto storie con prospettive di elevata crescita aziendale, specializzazioni, generazione di cassa e trasparenza” aggiunge la manager. E su Aim tutto questo c’è e comincia a vedersi sempre più chiaramente.

Anna Lambiase
Anna Lambiase













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