L’export della componentistica automotive italiana chiude il 2018 a +5%

Assemblaggio automatizzato di motori

di Chiara Volontè ♦︎ Un fatturato da 22,4 miliardi di euro e saldo positivo della bilancia commerciale a 6,8 miliardi di euro. E la Germania si conferma il primo Paese di destinazione

Che la componentistica automotive sia un comparto chiave della nostra economia, sono i numeri a confermarlo: un fatturato di 46,5 miliardi di euro, circa 2.200 imprese sul territorio e 156.000 addetti diretti. Inoltre, la bilancia commerciale della sola componentistica registra un saldo positivo da oltre un ventennio (il valore medio dell’avanzo commerciale degli ultimi 10 anni è stato di 6,5 miliardi di euro), mentre quella dell’intero settore automotive italiano ha un saldo negativo.







E il vero motore trainante dell’intero comparto è l’export, che fa registrare numeri in costante aumento: «Le esportazioni della componentistica italiana confermano un trend crescente anche nel 2018, chiudendo con ottimi risultati nonostante il rallentamento della crescita rilevato nel secondo semestre dell’anno» commenta Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).

I dati dell’export sono sicuramente positivi: 22,4 miliardi di euro, con un aumento del 5% rispetto al 2017; inoltre, nel 2018 si è osservato anche un lieve incremento delle importazioni della componentistica (+0,5%), per un valore di 15,6 miliardi di euro. Numeri alla mano, la bilancia commerciale registra un saldo positivo di circa 6,8 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al 2017 – che si era chiuso a +6%, per un valore di 21,2 miliardi di euro e generando un saldo positivo di 5,7 miliardi di euro.

L’anno passato, le esportazioni del settore componenti hanno rappresentato il 4,8% di tutto l’export italiano, mentre le importazioni il 3,7% circa; quote che salgono rispettivamente al 5% e al 4,2% se si esclude dal totale dei flussi commerciali il comparto energia.

L’export ha mantenuto un andamento positivo costante nel corso dell’anno, crescendo dell’8% nel primo trimestre 2018 e del 7,6% nel secondo, ma frenando nel terzo (+1,6%) e nel quarto trimestre (+ 2,7%).

Questi numeri rispecchiano sicuramente la battuta d’arresto subita dall’economia italiana a partire dal secondo semestre dello scorso anno, e più in generale risentono del trend negativo che stanno vivendo i mercati a livello globale. «A partire da luglio 2018, anche gli indici della produzione, degli ordinativi e del fatturato delle parti e accessori per autoveicoli e loro motori hanno registrato una frenata – prosegue Stella – A fine 2018, l’indice della produzione segna un -2,3%, quello del fatturato è in flessione dello 0,9%, con una componente interna in diminuzione del 7,5%, bilanciata dal +6,6% del giro d’affari estero, e l’indice degli ordinativi chiude a -3%, presentando un calo della componente interna (-8,1%) a cui si contrappone il +2,6% di quella estera. Questa tendenza negativa è proseguita nel mese di gennaio 2019, quando gli ordinativi del mercato interno sono risultati in calo del 14,4% per la componentistica, in un contesto di forte contrazione (-25%) della produzione nazionale di autovetture».

Più in generale, lo scorso anno l’export del comparto autoveicoli è diminuito del 7,9% a 19,4 miliardi di euro, mentre l’import si è attestato a 31,4 miliardi (stesso valore del 2017). Questo genera un saldo negativo della bilancia commerciale che ammonta a circa 12 miliardi di euro, contro i 10 miliardi del 2017. L’aumento del disavanzo commerciale è dovuto al calo del valore delle esportazioni di autovetture diesel, conseguenza della diminuzione della domanda di auto diesel in Ue.

«D’altra parte, tutta l’industria automotive sta attraversando una fase di grandi trasformazioni, spinta soprattutto dalle politiche comunitarie per l’abbattimento delle emissioni, che hanno imposto una rapida virata verso l’elettrificazione dei veicoli, la quale richiede, per molte aziende, una riconversione produttiva e quindi ingenti investimenti – continua il presidente di Anfia – Lo scenario internazionale, inoltre, è in questo momento caratterizzato da molti fattori di incertezza, dai cambiamenti nella politica commerciale statunitense al rallentamento dell’economia cinese, per citarne un paio. Fino ad oggi, la componentistica italiana ha sempre dimostrato di saper stare al passo con l’evoluzione globale del settore, anche grazie alla sua elevata propensione all’innovazione di prodotto e di processo e alla capacità di rispondere in maniera flessibile alla domanda. Quindi, il settore ha tutte le carte in regola per affrontare queste ulteriori sfide, continuando ad investire in ricerca e sviluppo nelle nuove tecnologie».

E a proposito dell’impegno della politica e degli investimenti che devono essere fatti per favorire la crescita del comparto, Marco Stella ha le idee chiare: «Risulta indispensabile, in questo percorso verso la mobilità del futuro, il supporto di una politica industriale che accompagni le imprese salvaguardandone i livelli occupazionali e incoraggiando l’adeguamento delle competenze del personale, attraverso il sostegno alla formazione. Occorre, infine, favorire l’aggregazione e la crescita dimensionale delle Pmi, anche mettendo a disposizione strumenti finanziari che ne sostengano i piani di crescita, la solidità patrimoniale e gli investimenti».

 

I numeri dell’export della componentistica

L’export della componentistica verso i Paesi Ue vale 15,9 miliardi di euro (+6,7%) e pesa il 71% di tutto l’export componenti (70% nel 2017), con un avanzo commerciale di 4,6 miliardi (+33,5% rispetto al 2017). L’export verso i Paesi extra UE è di 6,4 miliardi di euro (+1,1%) e produce un saldo positivo di 2,19 miliardi (-6,8%).

La classifica dell’export per paesi di destinazione vede al primo posto sempre la Germania con 4,5 miliardi di euro (+8,7% la variazione tendenziale) e una quota del 20% sul totale; seguono Francia (11% di quota), UK (7,8%), Spagna (6,8%), USA (6,4%), Polonia (5,7%), Turchia (4,5%), Austria (3%) e Messico (2,75%) che supera la Repubblica Ceca (2,7%).

Nel 2018, si rileva una contrazione dell’export di componenti verso i Paesi in cui è radicata la presenza produttiva del Gruppo Fca: Turchia (-16,3%), Serbia (-14,3%), Polonia (-4,8%) e Brasile (-24,4%).

Le aziende italiane esportano verso l’area Nafta componenti per un valore di 2,14 miliardi di euro, in aumento del 29%, con un saldo attivo di 1,31 miliardi (il 54% in più del 2017). Il valore dell’export cresce del 38% verso gli USA, del 10% verso il Canada e del 15% verso il Messico.

Le esportazioni italiane di componenti verso l’area Mercosur valgono 505 milioni di euro (in calo del 22%); il saldo del 2018 è comunque positivo per 362 milioni di euro (era di 519 milioni nel 2017).

Il primo mercato asiatico è la Cina (454 milioni di euro esportati, +3% rispetto al 2017 e un saldo negativo di 633 milioni), seguita dal Giappone (293 milioni di Euro, -6%, con un saldo positivo di 32 milioni).

Tra i paesi europei al di fuori dell’Ue, crescono le esportazioni verso la Russia (+2%, con un saldo attivo di 157 milioni di Euro), mentre cala l’export verso la Turchia (-16,3%, pur mantenendo un saldo positivo di 366 milioni di euro) e verso la Serbia (-14,3%).

La suddivisione dei componenti in macro-classi, vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare il 66,3% del valore dell’export con 14,84 miliardi di euro (+5,7% rispetto allo stesso periodo del 2017) e un saldo attivo di circa 6,3 miliardi.

Seguono il comparto dei motori – per un valore di 4,29 miliardi di euro (+5,4%), che pesa

per il 19,2% sul totale esportato della componentistica, con un saldo attivo di 1,43 miliardi– e il comparto degli pneumatici e articoli in gomma, che registra un incremento del 4,7% (sul 2017), ma con un saldo negativo di 569 milioni di euro, così come componenti elettrici e affini.

 














Articolo precedentePer Leonardo contratto da 380 milioni in Polonia
Articolo successivoIl robot ha un gemello. Digitale






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui