Leonardo, realtà mista per gli aerei

Il colosso guidato dall’ad Alessandro Profumo ha definito una nuova tecnologia basata sulla realtà mista e sulle reti neurali per ottimizzare le fasi di controllo e installazione di componenti degli aerei

 

Leonardo, industria globale dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza, ha sviluppato una nuova tecnologia per semplificare e ottimizzare le fasi di controllo e di installazione dei componenti degli aerei e per abilitare processi di auto-verifica grazie ad un raffronto real time tra l’attività svolta e quella prevista dal ciclo di lavoro. Ciò consente di eliminare attività prive di valore aggiunto, come la ricerca documentale. La metodologia è stata elaborata nello stabilimento di Caselle, servendosi di visori 3D (hololens) e della realtà mista. I risultati sono stati illustrati da Antonio Mazzotta e Giorgio Sofi, ingegneri di Leonardo Divisione Velivoli. L’occasione, l’evento torinese “Non solo robotica: l’evoluzione delle tecnologie e delle competenze nei settori Automotive e Aerospace” organizzato dall’operatore globalizzato di fiere Messe Frankfurt, una delle tappe di avvicinamento a Sps Drives Italia, la fiera dell’automazione che si terrà tra il 28 e il 30 maggio a Parma.







 

Cos’è la realtà mista

Per capire, bisogna fare una distinzione. La realtà virtuale è quella che fornisce un’esperienza completamente immersiva in un mondo del tutto digitale. La realtà aumentata è quella che arricchisce il mondo fisico sovrapponendo elementi digitali, come numeri e immagini; ma questi non vengono contestualizzati nell’ambiente fisico. Infine, c’è la realtà mista. Questa integra il mondo fisico con quello virtuale, consentendo agli oggetti digitali di interagire con il reale. Gli elementi virtuali sono contestualizzati nella realtà fisica.

Fusoliera Centrale C-27J Spartan

 

Il C-27J e i quattro use case

La realtà mista è stata applicata alla fusoliera centrale interna di un aereo C-27J Spartan, un aereo da trasporto tattico medio di nuova generazione. Questo ha consentito di sviluppare più use case. Nel primo, l’applicazione mostra all’operatore gli ologrammi di tutti i supporti da controllare, nella posizione giusta per l’istallazione. Grazie all’utilizzo di hololens, l’operatore procede al controllo. Secondo Mazzotta e Sofi, si tratta di una grande semplificazione: normalmente, per operazioni di questo genere occorre consultare una considerevole quantità di documenti cartacei. Nel secondo use case, l’applicazione mostra all’operatore tutte le squadrette omesse o installate non correttamente. L’operatore toglie gli hololens ed esegue il montaggio di ogni singola squadretta. L’applicazione salva l’informazione delle operazioni avvenute. Nel terzo use case, grazie all’applicazione vengono definite istruzioni di lavoro. Questa proietta l’ologramma di cavo e morsetti; l’operatore selezione quelli che intende istallare. Dunque l’app proietta una finestra con le informazioni necessarie all’installazione dei morsetti. Nell’ultimo use case, l’applicazione proietta, per ogni passaggio dell’installazione, l’ologramma del componente da installare, nella posizione in cui deve essere montato ed una finestra con le istruzioni per il montaggio. L’app riconosce le immagini dei componenti prelevati dall’operatore – grazie ad un software a reti neurali – e le confronta con quelle degli elementi da installare.

da sinistra a destra, Giorgio Sofi e Antonio Mazzotta di Leonardo Divisione Velivoli

L’evoluzione dei tecnici

Secondo Mazzotta e Sofi, l’applicazione della tecnologia risulta più efficace per attività complesse che richiedono l’installazione di un elevato numero di componenti e per le fasi di controllo associate. È molto utile nelle fasi di posizionamento dei componenti e di verifica della loro corretta installazione. Sempre secondo Mazzotta e Sofi, dal momento che la gestione della realtà mista richiede lo sviluppo di competenze specifiche, ciò comporterà l’evoluzione della figura del tradizionale metodista e tecnologo di reparto.














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