Leonardo: una punta di diamante per svelare i segreti di Marte

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La trivella che completerà la dotazione del rover che arriverà sul pianeta Rosso con la missione del programma ExoMars 2020 ha superato le prove di qualifica spaziale. Nel programma coinvolte oltre 130 aziende spaziali europee guidate da Thales Alenia Space

Il programma ExoMars è frutto di una cooperazione internazionale tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos), fortemente sostenuto anche dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), sviluppato da un consorzio europeo guidato che coinvolge circa 134 aziende spaziali dei Paesi partner dell’ESA. ExoMars è la prima missione del programma di esplorazione dell’ ESA Aurora, che comprende due fasi distinte. Nella prima missione del 2016 è stato lanciato il Trace Gas Orbiter (TGO) che sta effettuando uno studio dei gas presenti nell’atmosfera marziana e di eventuali processi biologici o geologici in atto e fornirà inoltre il collegamento dati tra la Terra e i rover marziani che verranno utilizzati anche per le successive missioni.

Marte a Padova

La seconda missione, prevista per il 2020, comprenderà un rover europeo autonomo, capace di prelevare campioni di terreno ad una profondità di due metri e di analizzarne le proprietà chimiche, fisiche e biologiche. E’ nell’ ambito di questa missione, e relativamente alla dotazione del rover, che si colloca l’attività di Leonardo: nello stabilimento di Nerviano (Milano) sono stati completati con successo i test di qualifica spaziale della trivella realizzata dal gruppo ex Finmeccanica. Le prove dello strumento , durate quattro mesi, si sono svolte presso i laboratori del CISAS (Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo”) di Padova. In una speciale camera allestita per l’occasione, sono state simulate operazioni in ambiente marziano: suolo roccioso, temperature comprese tra -100°C e +35°C e una atmosfera di anidride carbonica ad una pressione di 5-10 millibar.







La trivella di ExoMars

La trivella ha dimostrato di essere pronta a svolgere la sua missione a bordo del Rover di ExoMars, quando cercherà tracce di vita, presente o passata, scavando fino a 2 metri sotto il suolo del Pianeta Rosso. Solo a tale profondità, infatti, le attività biologiche non vengono distrutte dalle radiazioni cosmiche, ed è quindi possibile trovarne prove di esistenza. Con una potenza di 80 watt (un quinto rispetto ai trapani di utilizzo casalingo), perforerà il suolo con una punta in diamante policristallino che genererà un foro di 25 millimetri di diametro. Raccoglierà campioni di sottosuolo marziano, per poi distribuirli al laboratorio analitico che li esaminerà nel dettaglio.














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