Progetto Italia per Salini Impregilo, che guarda a nuove acquisizioni

di Chiara Volontè ♦︎ La società guidata dall’ ad Pietro Salini ha presentato un’offerta per Astaldi e guarda a Cossi, che fa parte di Condotte e Ferfina

Due tavoli diversi, due fronti che definiscono il futuro dell’azienda: Salini Impregilo sta giocando una partita fondamentale. Da una parte ha lanciato Progetto Italia, l’ambizioso piano di investimenti per salvare le grandi opere sul territorio nazionale. Un progetto che parte dall’analisi dei presupposti industriali del comparto: solo così è possibile evidenziare tutte le grandi opere oggi in forse e che permetterebbero di aiutare un settore che più di tutti gli altri ha pagato lo scotto della crisi. Un comparto, quello delle costruzioni, che a distanza di 11 anni è ancora impantanato in una stagnazione (nel migliore dei casi) che non consente all’Italia di competere con gli altri paesi europei.

 







Pietro Salini, ad Salini Impregilo

 

Da qui il secondo tavolo su cui sta giocando Salini Impregilo, quello cioè delle acquisizioni. Ha già presentato un’offerta per Astaldi, il gigante ferito che permetterebbe all’impresa di costruzioni di agganciare i 40 miliardi di “backlog” (ovvero di commesse totali), rilanciandosi sul palcoscenico continentale. Oltre ad Astaldi, Salini ha messo gli occhi anche su Cossi, società che fa parte di Condotte e Ferfina. Lo scorso ottobre, inoltre, ha ottenuto il via libera del Tribunale di Roma alla costituzione del diritto di usufrutto su Seli Overseaas e Grandi Lavori, entrambe appartenenti alla galassia grandi Lavori Fincosit. Tornando ad Astaldi, l’operazione sarà eseguita attraverso un aumento di capitale da 225 milioni (per il 65% del capitale dell’azienda post-aumento).

Intanto, nei giorni scorsi Salini ha presentato i conti del 2018: utile netto normalizzato di 180 milioni e ricavi normalizzati di 6 miliardi “essenzialmente in linea con il 2017”, afferma il gruppo. L’utile netto attribuibile ai soci della controllante è di 54 milioni, mentre il risultato ‘riesposto’ del 2017 è negativo per 117. I dati normalizzati includono le joint venture non controllate di Lane Industries e sono al lordo della svalutazione degli asset in Venezuela e di Plant & Pavings consolidata “linea per linea”. L’utile va “a rafforzamento della struttura patrimoniale”, mentre il dividendo per le azioni risparmio è di 0,26 euro.

Salini Impregilo nel 2018 ha nuovi ordini per 6 miliardi, con ordini acquisiti e in corso di finalizzazione nei primi mesi del 2019 per 3,5 miliardi. I risultati reddituali e finanziari del 2019 sono attesi in linea con il 2018 ed è in corso di predisposizione il ‘business plan’ “che terrà conto dell’avvio del progetto di consolidamento e rilancio del settore infrastrutturale Italia”. Dati di bilancio che non sono piaciuti agli investitori che si aspettavano una crescita più convincente e che per questo hanno penalizzato in borsa Salini.














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