Quelli che finanziano crescita e innovazione con le Spac

di Luigi dell’ Olio ♦ Uno studio Ir Top fa il punto sull’andamento dell’Aim e presenta alcune delle realtà più interessanti che hanno scelto il listino dei piccoli:  Alfio Bardolla Training Group, Bomi Group, Casta Diva, Digital 360,Tps, Scm Sim, Portale Sardegna

Sono le Spac il nuovo motore di Piazza Affari. Da inizio anno il listino milanese ha registrato sette nuove Ipo, cinque delle quali relative a questi veicoli di investimento contenenti esclusivamente cassa, costituiti appositamente per raccogliere capitale da impiegare poi per operazioni di fusione o acquisizione di aziende da accompagnare al listino. Una volta individuata la società target, avviene l’acquisizione per cui la Spac e l’azienda si fondono e quest’ultima risulta già quotata. Questo significa che, nel momento in cui avviene la raccolta del veicolo finanziario, chi decide di investire sull’iniziativa diventandone azionista, non ha visibilità sull’azienda che verrà acquisita, ma lo fa essenzialmente fidandosi dei promotori del veicolo d’investimento.

 







Numeri in crescita per le Ipo

Il censimento è stato presentato da Ir Top, società di consulenza specializzata sull’Aim, il listino di Piazza Affari nato per accogliere le Pmi italiane in cerca di capitali per finanziare la crescita. Un mercato di successo, ha sottolinea l’ad di Ir Top Anna Lambiase, considerato che cinque delle sette Ipo di questo primo scorcio di 2018 hanno realizzato acquisizioni. Un passaggio in molti casi necessario per competere in uno scenario in cui disporre di massa critica è fondamentale per restare competitivi. E proprio il successo di queste iniziative, secondo l’esperta, sarà una calamita per assistere a nuove quotazioni, anche se c’è la consapevolezza che le quotazioni dell’Aim sono ferme da inizio anno, dopo il +22% del 2017 trainato dal debutto dei Pir. La normativa di favore per i prodotti d’investimento che prevedono una detassazione sugli eventuali guadagni a patto di non vendere entro cinque anni continua a funzionare (dai gestori arrivano notizie positive anche sulla raccolta dei primi mesi del 2018), ma le quotazioni delle small e medium cap a questo punto sono tirate, tanto da lasciare pochi spazi a ulteriori, grandi rivalutazioni nel breve periodo.

 

Le realtà virtuose

Dallo studio emerge che oggi l’Aim italiano (è nato in analogia all’omonimo listino dei piccoli che a Londra conta circa 3mila quotate) conta oggi 99 società quotate con una capitalizzazione complessiva di 6,6 miliardi di euro. La raccolta totale ammonta a 3,8 miliardi di euro e quella media è di 8 milioni. Questi dati sono stati presentati nell’ambito dell’Investor Day dedicato a sette aziende virtuose del listino, che nel corso del 2017 hanno visto crescere in media i ricavi del 24%, mentre l’Ebitda ha registrato un balzo del 47%, con l’Ebitda margin al 12%.

 

L’investor Day

 

In particolare, Alfio Bardolla Training Group (formazione e corsi motivazionali) nel corso del 2017 ha registrato ricavi per 9,6 milioni di euro, mettendo a segno un +50% rispetto al 2016. Mentre Bomi Group ha registrato un valore della Produzione di 117,9 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno il valore della produzione di Casta Diva si è attestato a 23,5 milioni di Euro, con i ricavi cresciuti del 7% e l’Ebitda dell’81%. «La Borsa è stato uno straordinario acceleratore della nostra crescita, offrendoci maggiore visibilità sul mercato e consentendoci di reperire nuove risorse per crescere nel nostro business, quello della comunicazione a 360 gradi, dagli spot pubblicitari ai video virali, al brand content per le aziende”, ha spiegato l’ad Andrea De Micheli. Che ha poi indicato nel settore degli eventi uno di quelli a maggiore potenzialità di crescita.

 

Bomi warehousing
Bomi warehousing

 

In forte crescita è anche Digital 360 (consulenza per l’innovazione), con il fondatore Andrea Rangone, docente del Politecnico di Milano in aspettativa, che ha ricordato come la digitalizzazione stia ormai pervadendo tutti i settori dell’economia, «compresa la Pubblica amministrazione, che in molti casi si mostra ricettiva di fronte alle nuove opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica». L’azienda ha chiuso il bilancio 2017 con ricavi per 14,3 milioni di euro,  in crescita del 12% rispetto ai 12,8 milioni del 2016. L’Ebitda è stato pari a 1,64 milioni di euro, sostanzialmente in linea con quello del 2016.

 

RaffaeleJerusalmi
Raffaele Jerusalmi, C.E.O. di Borsa Italiana S.p.A.

 

Il digitale è fondamentale anche per l’evoluzione dell’incoming, come raccontato da Massimiliano Cossu, ceo di  Portale Sardegna, che lo scorso anno ha visto salire il valore della produzione nell’ordine del 29,5% a 5,8 milioni di euro. E lo stesso vale anche per la gestione dei grandi patrimoni, core business di Scm Sim, che nel 2017 ha registrato commissioni attive per 7,9 milioni di euro, il 14% in più del 2016.

 

 

I risultati economico-finanziari 2017

 

In progresso, infine, anche i numeri di Tps (ricavi a 19,1 milioni, cioè +31% sul 2016), con l’ad Alessandro Rosso che ha presentato il business dell’azienda, focalizzata su ingegneria e servizi tecnici per il settore aeronautico. «Siamo un gruppo formato da sette aziende, che complessivamente capitalizza 27 milioni di euro», ha ricordato. «Un report di Integrale Sim indica però il nostro potenziale poco sotto 40 milioni». Un potenziale di crescita che va testato alla luce dei dati di bilancio e che potrà essere espresso in pieno se su questo mercato continueranno ad affluire investimenti importanti come si è visto nell’ultimo anno e mezzo.

 














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