Le sfide dei Ceo e il futuro delle aziende

di Nicola Penna ♦ Poter avere la guida della digital transformation aziendale, fare i conti con le esigenze dei Millennials, procurarsi una buona difesa contro gli attacchi informatici. Sono queste le preoccupazioni principali di chi guida le imprese. Lo dice il report annuale Global Ceo Outlook di Kpmg. E sul futuro dell’ economia mondiale…

I Ceo delle grandi multinazionali sono sempre più prudenti sulle prospettive dell’economia globale: la metà (55%) prevede una moderata crescita (+2%) dei ricavi del business nei prossimi tre anni. In primo piano ci sono sempre di più i temi della digital transformation che continuano a catalizzare l’attenzione delle aziende. Può essere un fattore abilitante del business, un elemento di disruption di mercato legato all’ingresso di nuovi competitor oppure una minaccia come nel caso degli attacchi cyber.

Un sentiment, quello dei Ceo, che combina un sano pragmatismo con la consapevolezza della crescente complessità dello scenario di riferimento dove dominano incertezza e volatilità. Sono questi alcuni risultati della quarta edizione della Global Ceo Outlook di Kpmg, l’indagine annuale condotta su 1.300 amministratori delegati e business leader delle più importanti aziende multinazionali al mondo. Leggendo i risultati dello studio si rimane  colpiti dall’ampiezza e dalla profondità delle sfide con cui si devono confrontare i capi azienda nel lavoro quotidiano.Vediamola nel detttaglio.







Una crescita sostenibile

Nonostante i segnali di rallentamento del ciclo macroeconomico, i Ceo rimangono fondamentalmente ottimisti per i prossimi tre anni: sono fiduciosi sulle prospettive di crescita a livello globale e di settore (rispettivamente 67% e 78%). Sono ottimisti anche per quel che riguarda la crescita del proprio paese (74%, in calo di tre punti percentuali rispetto al 18/2017). Nella tabella a seguire il sentiment per Paese.

 

Fiducia nelle prospettive per i prossimi tre anni. Raffronto 2018/2017.Fonte: 2018 Global Ceo Outlook, Kpmg International

 

La fiducia sulle prospettive di crescita dell’azienda fa emergere, invece, aspetti contrastanti:
– il 90% è ottimista sulle prospettive di crescita della propria azienda (+7% rispetto al 2017);
– solo il 37% prevede di aumentare il personale di oltre il 6% nei prossimi 3 anni (-10% rispetto al 2017);
– il 55% prevede una crescita prudente dei ricavi, inferiore al 2% nei prossimi 3 anni.

Oltre alla crescita organica (28%), nei prossimi tre anni i Ceo dichiarano di guardare anche a soluzioni alternative, come le alleanze strategiche (33%). C’è invece minore confidenza rispetto a percorsi di crescita attraverso fusioni e acquisizioni (16%) e joint venture (13%). Per quel che riguarda le operazioni di M&A più di un quarto dei Ceo intervistati (27%) dichiara un’alta propensione (M&A appetite) a fare acquisizione nei prossimi tre anni.

 

Le principali strategie di crescita prese in considerazione dai Ceo nei prossimi tre anni.Fonte: 2018 Global Ceo Outlook, Kpmg International

Affrontare le sfide di un mondo incerto: nazionalismi, cyber security e tecnologie disruptive

Globalizzazione e interdipendenza degli eventi politici, instabilità nelle relazioni istituzionali e nei rapporti di forza macro economici, nuovi approcci alle regole sul commercio internazionale: l’attuale contesto geopolitico vede l’emergere dei nazionalismi in cima alla classifica delle principali minacce alla crescita.

Le minacce alla crescita.Fonte: 2018 Global Ceo Outlook, Kpmg International

Come si può vedere,  il rischio di una minaccia alla sicurezza informatica è aumentato, salendo quest’anno dal quinto al secondo posto nella classifica dei rischi più significativi che ostacolano la crescita. Il cyber risk è percepito come inevitabile dalla metà (49%) dei Ceo. Gli Amministratori delegati delle aziende statunitensi ritengono più alto questo rischio (68% contro il 34% dei Ceo intervistati in Italia), pensando che sia solo questione di tempo. Per contro, il 51% ritiene di sentirsi pronto ad affrontare un cyber attack e oltre la metà (55%) afferma che una forte strategia informatica è fondamentale per la fiducia degli stakeholder.

 

L’imminenza di un attacco informatico.(evidenze per paese) Fonte: 2018 Global Ceo Outlook, Kpmg International

Sempre a proposito della cyber security, le necessità di difesa sono avvertite maggiormente a tutela  delle infrastrutture

 

Preparazione ad un attacco informatico, evidenze per settore. Fonte: 2018 Global Ceo Outlook, Kpmg International

Comprendere i bisogni dei consumatori del futuro, i Millennials

Uno dei temi più sentiti dai capi azienda è quello di entrare in sintonia con le nuove generazioni dei Millennials, che si aspettano dalle aziende nuove modalità di linguaggio e di ingaggio: in una prospettiva di medio-lungo termine quattro Ceo su dieci (38%) dichiarano che il proprio business richiede una strategia di riposizionamento per soddisfare le esigenze dei Millennials. Per la maggioranza dei Ceo, le aziende devono fare ogni sforzo per ascoltare e interpretare i bisogni dei consumatori più giovani. Particolarmente rilevante è la sintonia sulla parte valoriale. Le aziende devono incarnare e dimostrare empatia verso i valori di riferimento dei giovani.

 

La necessità di comprendere i bisogni dei Millennials (evidenze per paese) Fonte: 2018 Global Ceo Outlook, Kpmg International

La digitalizzazione dell’azienda, una ‘crociata’ personale dei Ceo

Oggi più che mai l’agenda digitale è tra le priorità degli amministratori delegati che, per vincere questa sfida, si stanno facendo carico ‘personalmente’ della radicale trasformazione digitale del modello di business aziendale e della questione della protezione dei dati e della reputazione, che ne consegue.
– Il 71% è pronto a guidare direttamente e in prima persona una trasformazione radicale della propria organizzazione.
– Il 59% vede la protezione dei dati dei clienti come una responsabilità personale critica, dal momento che i dati dei clienti sono l’asset di maggior valore dell’azienda.

 

Preparazione dei Ceo a guidare la trasformazione digitale dell’azienda (evidenze per paese) Fonte: 2018 Global Ceo Outlook, Kpmg Internationa

– Contro l’opinione popolare e più diffusa, il 62% si aspetta che l’Intelligenza Artificiale (Ai) creerà più posti di lavoro di quanti ne distruggerà.
Secondo questa visione positiva, nel futuro si creeranno nuove figure professionali qualificate che creeranno valore attraverso l’informazione. In particolare è diffusa la fiducia circa la possibilità di creare modalità di collaborazione tra macchine intelligenti e uomini.

 

La visione ottimista dei Ceo sugli impatti di Intelligenza Artificiale (AI) e robotica sulla forza lavoro.Fonte: 2018 Global Ceo Outlook, Kpmg International

 Farsi guidare dai dati, ma anche dall’intuito

In un contesto di mercato in cui le richieste dei clienti cambiano continuamente e il panorama tecnologico è in costante evoluzione, l’agilità e l’intuito rimangono fondamentali, nonostante la potenza pervasiva dei dati.

– Il 59% crede che l’agilità sia la nuova ‘valuta’ del business: chi non sarà agile fallirà.
– Più della metà (51%) si fida meno dell’analisi predittiva rispetto ai dati storici e ha una fiducia assoluta nei dati provenienti dai social media rispetto alle altre fonti.
– Il 67% ha ammesso di essersi fidato più del proprio intuito che di analisi basate sui dati per prendere decisioni strategiche negli ultimi tre anni.

 

Michele Parisatto, Managing Partner di Kpmg Advisory

Le aziende italiane

La Global Ceo Outlook ha coinvolto anche 50 Ceo di aziende italiane. Nove su dieci dei top manager italiani interpellati si dichiara sopraffatto dal tempo necessario per determinare significativi cambiamenti nei modelli di business delle loro imprese come conferma anche Michele Parisatto, Managing Partner di Kpmg Advisory «Su questo tema le aziende italiane sembrano ancora in ritardo in termini di consapevolezza strategica e devono fare di più. Siamo di fronte ad un cambio di paradigma, ma la maggioranza dei leader aziendali si confronta ogni giorno con il duro lavoro di gestione. Riuscire a combinare la discontinuità strategica con l’operatività quotidiana è una sfida manageriale complessa.»














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